ilTorinese

Arushi Jain Performance di Buddha10 Reloaded

ARUSHI JAIN

Performance nell’ambito della mostra Buddha10 Reloaded

Mercoledì 26 luglio ore 19

MAO Museo d’Arte Orientale, Torino

 

 

Per il secondo appuntamento del public program di Buddha10 Reloaded il MAO ospita Arushi Jain, cantante e produttrice, nonché ingegnere, con una visione non ortodossa e risolutamente DIY di una tradizione secolare.

Le sue composizioni infatti si ispirano ai raga classici indostani, esplorati però tramite una lente ed un’estetica contemporanee e molto attuali.

Jain è cresciuta a Delhi, dove è stata esposta alla musica classica indiana e alla musica tradizionale locale sin dalla giovane età. Successivamente si è trasferita in California per studiare informatica alla Stanford University, dove è stata introdotta ai suoni e alla sintesi generati dal computer presso il Center for Computer Research in Music and Acoustics (CCRMA).

La sua musica è una reinterpretazione unica di due mondi contrastanti. Gli antichi raga dell’India settentrionale vengono da lei re-immaginati e suonati con strumenti e tecnologie che ha appreso nella Bay Area.

Il suo ultimo album Under the Lilac Sky è stato pubblicato su Leaving Records nel luglio 2021 ed è stato nominato Global Album of the Month del Guardian, oltre ad aver ottenuto recensioni entusiastiche su Pitchfork, Bandcamp, Boiler Room, Ableton, Resident Advisor, FACT, Crack, DJMag e molti altri.

Recentemente è stata inclusa nella prestigiosa lista musicale di Forbes 30 under 30.

Il calendario completo degli eventi sul sito.

Tariffe: 15 € intero acquistabile presso la biglietteria del Museo dal martedì alla domenica dalle 10 alle 16

16,50 € intero (con prevendita 1,50 €) su Ticketone

10 € ridotto studenti, acquistabile solo in biglietteria.

Nuovo ospedale eporediese, studio tecnico aggiornato

 AL VAGLIO DELLA CONFERENZA DEI SINDACI

L’Assessorato regionale alla Sanità del Piemonte ha inviato alla Conferenza dei sindaci dell’Asl To4 lo studio tecnico sulla valutazione dei siti individuati (Pavone Canavese, Ivrea Montefibre ed Ivrea Olivetti) per la realizzazione del nuovo ospedale dell’Asl To4, aggiornato sulla base dei nuovi elementi di giudizio analizzati dal Gruppo di lavoro nella riunione di giovedì scorso.

La Conferenza dei sindaci è stata così invitata ad esprimere il proprio parere, in tempo utile per la prossima riunione della Giunta regionale, in programma lunedì prossimo 31 luglio, in modo da acquisire un ulteriore elemento di valutazione, nel rispetto dei tempi concordati.

Triora, il paese delle streghe

Misteri e leggende nell’entroterra ligure

La Liguria è una meta estiva molto apprezzata. Con le sue bellissime spiagge, i deliziosi luoghi di villeggiatura, ad un passo da Torino (lavori stradali permettendo), è una valvola di sfogo naturale dalla nostra città continentale verso il blu del mare, i bagni e il relax, in poche parole questa regione per i piemontesi, e non solo, è sinonimo di vacanza.

Oltre alle località prettamente marine che amiamo raggiungere soprattutto nel week end per affrancarci dal caldo urbano, ci sono piccoli paesi e borghi che meritano assolutamente una visita, anche durante le altre stagioni. Tra questi c’è Triora, un centro medievale avvolto dal mistero e da storie che narrano di magia e sortilegi.

Arroccato a circa 800 metri sopra la riviera ligure di ponente, in provincia di Imperia, questo gioiello che si affaccia sulla Valle Argentina è popolato da poco più di 200 persone. Tria-Ora, il nome originario che vuol dire le tre bocche e rappresenta i tre prodotti alimentari tipici del luogo (vite, castagno e grano), è famoso per i suoi paesaggi montani e i meravigliosi boschi che lo circondano ma soprattutto per la sua storia, quella tra il 1585 e il 1589, che lo ha fatto divenire il Paese delle Streghe.

Nel sedicesimo secolo a Triora, infatti, ci furono diversi terribili eventi, pestilenze e carestie, e una ventina di donne furono accusate di procurare siccità, morte del bestiame e persino di mangiare i bambini; forti di questa convinzione i cittadini decisero di processare queste fattucchiere che furono giudicate dall’Inquisizione e torturate per costringerle a confessare, alcune di esse arrivarono addirittura al suicidio per sfuggire alle crudeltà a cui furono sottoposte. Diverse case vennero trasformate in prigioni e Triora, a causa questi eventi legati a malefici incantesimi, fu chiamata la “Salem d’Italia” e divenne famosa in tutta la penisola.

La storia di questo adorabile paesino, avvolto dalle montagne, è inevitabilmente legata a questi eventi macabri, ogni angolo, ogni strada o luogo rimanda, infatti, alle famose streghe con suggestivi dipinti murali, statue, ma anche oggetti, tarocchi e i famosi cioccolatini “il bacio della strega”. Ogni anno, per ricordare i magici incantesimi delle megere, la prima domenica dopo ferragosto si celebra la “Strigora” durante la quale un corteo di streghe (si fa per dire) raggiunge un edificio, la Cabotina, dove sembra che queste ultime ,nel periodo malefico, si riunissero . Il Museo di Etnografia e Stregoneria, oltre all’esposizione di una ricreazione della vita contadina del passato, raccoglie alcuni documenti relativi ai processi, ricostruzioni degli interrogatori e delle torture.

Triora, oltre alla sua storia di magia nera, è considerato uno dei borghi più belli d’Italia grazie alla sua posizione, allo scenario in cui è incastonato, alle sue mura di cinta, ai suoi meravigliosi panorami, ai resti del castello ma anche per alcune attrazioni come la chiesa di San Bernardino, nota per i suoi affreschi del 400, i portali di ardesia, Palazzo Stella, la Collegiata e la Fontana Soprana.

Maria La Barbera

Per maggiori informazioni:

www.trioradascoprire.it

http://www.comune.triora.im.it

Donazioni in denaro fra parenti, come comportarsi

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Una donazione è un’operazione che, in molti casi, può essere effettuata tramite bonifico o una qualsiasi altra transazione bancaria. Chi riceve queste somme deve provvedere a dichiararle al fisco? Quando possono essere effettuate in contanti? Cerchiamo di comprendere come debbano essere gestite queste operazioni in modo da non incorrere in sanzioni o in spiacevoli controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. A definire nello specifico in cosa consiste una donazione ci ha pensato l’articolo 769 del Codice Civile, il quale ha espressamente previsto che: “La donazione è il contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un’obbligazione”.

Sicuramente una delle forme più comuni di donazione è quella costituita da del denaro: per spirito di liberalità viene trasferito del denaro da un soggetto all’altro. Uno dei casi più frequenti è quello di vedere dei genitori regalare del denaro ai propri figli.

La donazione, però, può avere come destinatari anche soggetti terzi, che possono essere delle associazioni o degli enti. Quando si vengono a creare queste ultime situazioni è sempre obbligatorio recarsi da un notaio, che provveda a certificare l’effettiva donazione.

Nel caso in cui ciò dovesse essere fatto, si tratta di un semplice passaggio di denaro, che non viene regolamento in alcun modo e per il quale non può essere richiesta la restituzione.

L’articolo 782 del Codice Civile prevede che la donazione debba essere fatta attraverso un atto pubblico. È quindi obbligatorio recarsi da un notaio ed è necessario che siano presenti due testimoni.

Questi devono essere capaci di agire e non devono trarre alcun interesse o vantaggio dalla donazione. Nel caso in cui la donazione sia di modico valore, l’articolo 783 del Codice Civile prevede che non sia necessario un atto pubblico.

Qui le imposte da pagare: quando i soggetti coinvolti sono i coniugi o dei parenti in linea diretta, come genitori, figli, i rispettivi ascendenti e discendenti in linea retta, anche quando sono stati adottati, la legge prevede una franchigia di 1.000.000 euro e un’aliquota del 4%; tra fratelli e sorelle la franchigia è di 100.000 euro e l’aliquota è al 6%; gli altri parenti fino al quarto grado in linea retta e gli affini in linea collaterale fino al terzo grado: non c’è alcuna franchigia e l’aliquota è pari al 6%; per gli altri soggetti non c’è franchigia e l’aliquota è all’8%; per le persone portatrici di handicap la franchigia è pari a 1.500.000 euro mentre l’aliquota è al 4%, 6% o 8% in base al grado di parentela.

In alcuni casi le donazioni non sono sottoposte ad alcun obbligo fiscale e non è necessario pagare alcuna tassa. In questa categoria rientrano: le donazioni di modico valore, che possono coinvolgere i passaggi di denaro o di altri beni mobili.

Il modico valore viene determinato direttamente dalle condizioni economiche del donante; eventuali spese di mantenimentoabbigliamentoeducazione o matrimonio; eventuali donazioni di aziende o rami di aziende, quote sociali o azioni, nel momento in cui vengono effettuate a favore dei figli, del coniuge o dei genitori; veicoli iscritti al PRA.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Magliano: Metrò, 31 scale mobili non funzionanti su 142


Guasti a 21 delle 50 scale mobili esterne, tre scale mobili esterne su quattro non funzionanti nella sola stazione di Porta Nuova, 22% di guasti sul totale dell’intera tratta: una situazione molto penalizzante per gli utenti. Che ne è stato dell’ipotesi di realizzare coperture per proteggere dalle intemperie le scale esterne? Quali misure intende porre in essere la Giunta per rendere non solo i treni, ma le stazioni della Metropolitana davvero accessibili e utilizzabili dal pubblico? Oggi sul tema, il mio Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte.

Più scale mobili non funzionanti che anni di servizio: è questa la realtà dei fatti dell’unica linea della Metropolitana di Torino. Inaugurata nel 2006 e dunque attiva da 17 anni, fa attualmente registrare guasti in 31 delle 142 scale mobili presenti nelle 23 stazioni. Criticità si segnalano anche in alcuni dei 73 ascensori. Una situazione grave, che di fatto non consente ai cittadini una fruizione piena ed efficiente del servizio e rende difficilmente accessibili diverse stazioni. A essere penalizzate sono soprattutto le persone con disabilità, gli anziani e i genitori con bambini. Le scale mobili esterne – esposte dunque alle intemperie – fanno registrare il maggior numero di guasti: solo 29 scale esterne sono attualmente funzionanti (50 il numero totale). Presso la Stazione di Porta Nuova, tre scale mobili esterne su quattro sono attualmente ferme per guasti; il computo sale a 6 scale mobili non attive su 10 considerando anche quelle interne. In generale risulta fuori uso quasi un impianto su 4. Non risulta abbia avuto seguito il concorso internazionale di idee del 2008 per la realizzazione di coperture degli ingressi delle stazioni della Metropolitana: il progetto vincitore non ha mai trovato realizzazione. Per la sostituzione di tutte le scale mobili servirebbe un investimento superiore ai 42 milioni di euro, per un costo medio a intervento di circa 300 mila euro. Chiederò alla Giunta, con un Question Time , quali azioni si intendano porre in essere, tramite l’Agenzia della Mobilità Piemontese, per risolvere le criticità legate alle scale mobili e agli ascensori della Metropolitana di Torino.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Ivrea Canoa Club: i risultati dei Campionati a Bratislava

Un campionato europeo molto competitivo. Gli azzurri portano a casa due
medaglie con l’argento di Xavier Ferrazzi nel Kayak Junior e la medaglia di bronzo
nella canadese femminile, categoria under 23.
Tre giorni di qualifiche e finali che hanno selezionato i nuovi campioni europei. I
nostri ragazzi hanno dato il meglio e Michele Pistoni, approdato nella finale di kayak
junior ha sfiorato il podio con un quinto posto penalizzato da un tocco che gli ha
fatto perdere due secondi preziosi. Elio Maiutto e Caterina Pignat si fermano in
semifinale rispettivamente al tredicesimo e sedicesimo posto nella canadese
juniores. Lucia Pistoni, alla sua prima esperienza nella categoria under 23, non
supera le qualifiche.
Continuano gli impegni dei nostri atleti con Elio Maiutto e Michele Pistoni che
ritroveremo in azzurro ai campionati mondiali di Cracovia a metà agosto.

Ianno’: “Maestà Lo Russo i torinesi sono in crisi”

“Maestà Lo Russo i sudditi torinesi stanno vivendo un periodo di crisi e i soldi scarseggiano. Se non hanno più soldi, che sia aumentato il biglietto dell’autobus e la sosta nei parcheggi”

Ieri era il feudatario, oggi è il sindaco a imporre le gabelle e a quel tempo non si sapeva se temere di più i ladri o lo Stato.

Ancora una volta la favoletta ambientalista va bene solo per i ricchi, tanto paga il solito Pantalone.

A Torino si aumenta il biglietto del TPL e il fatto più sconcertante è che il fatidico incremento di 30 centesimi, dovrebbe salvare il profondo rosso di GTT, quando sappiamo perfettamente che è solo una farsa e non basta a ripianare le perdite dell’azienda e non devono essere gli utenti a farsi carico del problema.

Un aumento a fronte di un servizio senza nessuna novità e miglioramento: tutto a favore dell’utilizzo dell’auto privata, la sostituzione di tram con autobus, l’assenza di corsie preferenziali protette, la soppressione di linee storiche e il taglio delle corse, scale mobili della metropolitana perennemente guaste.

Un servizio pubblico che ha come scelta residuale la mobilità urbana.

Ovviamente si aumenta, è la strada più semplice!

Mi chiedo, prima di tutto, come viene gestita GTT e quali misura adotta per aumentare l’efficienza e ridurre i costi, buone pratiche di qualunque azienda privata.

Un’azienda che non propone nessun servizio di mobilità alternativa sia di bici che di auto/moto in sharing, a tal proposito Torino ha pure perso ToBike, un segmento dove i privati chissà come mai guadagnano. Non ci sono progetti innovativi sulla mobilità e neppure in ambito marketing per attirare nuovi partner, per non parlare del grande potenziale del servizio turistico.

Una via che si potrebbe intraprendere per risanare in parte la voragine del debito, sarebbe quella di privatizzare in parte GTT, senza cedere il ramo parcheggi e pensare ad un’azienda misto pubblico privato

Troppo facile mettere le mani in tasca dei torinesi, sarebbe interessante farlo come ultima risorsa.

Vede caro Sindaco se nella classifica dei Primi cittadini ha perso ben 32 posizioni ed è sceso al 47° posto un motivo…forse ci sarà.

Si ricordi che ad ogni azione, corrisponde una reazione uguale e contraria!

PINO IANNO’

Torino Libero Pensiero

Continuità didattica in emergenza, fondi raddoppiati

CHIORINO/EMERGENZA SCOLASTICA:  PER L’ AFFITTO DEI CONTAINER  A DISPOSIZIONE DEGLI ENTI LOCALI
A tutela degli studenti, per garantire la maggior riduzione possibile dei disagi, assicuriamo la massima attenzione possibile e l’impegno economico che ne consegue. Garantiamo la continuità didattica e sosteniamo le amministrazioni comunali, specialmente le più piccole e decentrate, in caso di chiusura degli edifici scolastici per interventi edilizi importanti. Quest’anno abbiamo stanziato risorse aggiuntive a sostegno dei territori in caso di emergenza, di fatto raddoppiando gli stanziamenti che sono passati da 500 mila a 1 milione di euro. Il contributo è destinato alla copertura delle spese per l’affitto di container o altre strutture di appoggio temporanee dove poter collocare gli studenti e far proseguire le lezioni, in situazioni di chiusura straordinaria. Questa misura si aggiunge al “fondo di emergenza per l’edilizia scolastica” che ho istituito dall’inizio del mandato e naturalmente riconfermato nelle  annualità 23/25 perché scuola e amministrazioni comunali non devono esser lasciati soli quando è necessario intervenire e subito a tutela della sicurezza dei nostri studenti e di tutto il personale scolastico”. Così l’Assessore all’Istruzione e Merito della Regione Piemonte Elena Chiorino in merito alla prossima uscita del nuovo bando destinato agli Enti Locali regionali che si vengono a trovare in situazioni di emergenza di edilizia scolastica per ovviare a trasferimenti disagevoli degli studenti in altri plessi o addirittura in altri centri lontani dalle proprie residenze. Calamità naturali, l’aggravarsi dello stato dell’edificio, atti vandalici, o interventi edilizi importanti che non possono essere conclusi durante la pausa estiva e che compromettono l’agibilità degli edifici scolastici: in queste occasioni, molti Enti che non hanno a disposizione strutture proprie adeguate, devono ricorrere all’affitto di locali, o all’acquisto di strutture temporanee come i container, per permettere la prosecuzione regolare delle lezioni. Inoltre, la difficoltà nel trovare locali adeguati per l’accoglienza temporanea degli alunni si è ultimamente acuita a causa del grande numero di interventi di edilizia scolastica finanziati in contemporanea grazie ai fondi PNRR e che hanno medesimi tempi di realizzazione. Grazie all’ampliamento della misura da parte dell’Assessorato all’Istruzione e al Merito della Regione Piemonte, guidato da Elena Chiorino, si potrà dare maggiore supporto a quegli enti locali che si trovano tali emergenze. Ogni ente potrà richiedere un solo contributo per un importo massimo di 300 mila Euro, che potrà essere utilizzato per la locazione temporanea di locali o il noleggio (non è contemplato l’acquisto) di strutture temporanee. Gli interventi ammissibili devono riguardare il periodo scolastico ancora da svolgersi e non spese di affitto o noleggio già sostenute. Le richieste di contributo possono essere presentate in maniera continuativa entro il 30 ottobre 2023. Nei prossimi giorni sarà pubblicato il bando sulla pagina di Regione Piemonte con le modalità di presentazione della domanda e la relativa modulistica.

Dome. Proprio tu, in quella selva di microfoni / “Facce da scuola” 8

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTA’

Quarant’anni fa, a Vallette … I “migliori” anni della mia scuola

 

Gianni Milani

Dome (Domenico) me lo ritrovai praticamente addosso, una mattina di metà Anni Novanta, lungo un affollatissimo (di giornalisti, cameraman, industriali e autorità varie) corridoio del palazzo dell’“Unione Industriale” di Torino, in via Fanti. Microfono, il sottoscritto, in mano e tanto di operatore a seguito, quasi mi sollevò da terra mentre con un’orda indistinta di altri famelici colleghi giornalisti, si inseguiva Cesare Romiti – allora presidente e ad del Gruppo Fiat – alla ricerca di qualche dichiarazione, di una “battuta” (bastava, per costruirci un servizio, se surrogata dall’importanza del personaggio) di quelle che il padre della marcia dei 40mila non mancava mai di elargire, con signorile umorismo – marchio Lingotto e con saggia misura, a noi avidi raccoglitori di notizie fresche fresche di giornata. Collaboravo allora con la redazione torinese di “Videogruppo Tv”. Domenico – dicevo – me lo ritrovai quasi addosso, una barriera umana insormontabile e ben difficile da aggirare, una montagna d’uomo che dimostrava di ben conoscere il suo non facile mestiere. Sì … ma perbacco c’è modo e modo… Le brusche maniere di quel “voluminoso” bodyguard mi irritarono non poco. Ma che diamine! Mi venne da esclamare. Ma … ma … Domenico … che ci fai tu qui? Occhi sgranati … i suoi. Occhi sgranati … i miei! Erano passati oltre vent’anni, dai tempi in cui Dome (diminutivo d’affetto) frequentava le “medie” alla “Carlo Levi”. Ragazzo esemplare, estroverso, compagnone, a scuola era ben voluto da tutti, ragazzi e professori. Educatissimo, rispettoso, sempre pronto ad aiutare i compagni in difficoltà. Mi risulta (non era mio alunno, ma il lungo corridoio al primo piano era casa di tutti) fosse anche, dal punto di vista del profitto scolastico, fra i migliori della sua classe. Domenico era, fra l’altro (e credo che il particolare non fosse di poco conto rispetto alla bontà del suo comportamento e rendimento scolastico) figlio di una delle più simpatiche ed efficienti bidelle – pardon! operatrici scolastiche – della scuola. Come dire: sorvegliato a vista da docenti e mamma-bidella. Anche se lui non ne aveva proprio bisogno, perché era davvero ragazzo serio e coscienzioso di suo, che non avrebbe mai potuto, nonostante le molte tentazioni e scappatoie offerte dal quartiere, imboccare una “brutta strada”. E, per l’appunto, eccolo lì, ad anni di distanza, a far da “guardaspalle” al “mastino” o “sgiafelaleun” (com’era solito chiamarlo l’ex-sindaco di Torino “Penna bianca”  Novelli) di casa Fiat. Agente della Digos. Dome era stato assegnato a incarichi speciali  e sicuramente delicati, come far da scorta a politici, a personaggi pubblici, agli uomini Fiat e addirittura, in alcuni casi, all’Avvocato e ai membri della famiglia Agnelli. Quella mattina all’“Unione Industriale” tacchinava fiatosulcollo, cercando di proteggerlo dalla mischia orgiastica dei media il presidente Romiti. Vedendomi e riconoscendomi dopo le mie malcelate ed improvvide “proteste”, cercò per quanto possibile – e, diciamola tutta, venendo un po’ meno agli impegni ferrei cui doveva in ogni caso sottostare – di aprirmi un piccolo varco agevolandomi in qualche modo nel far arrivare il mio microfono a portata di bocca del Presidente. Che qualche “battuta” (non ricordo l’argomento) generosamente, bontà sua, ce la elargì. Al termine dell’inseguimento, prima di chiudersi in ascensore con l’illustre protetto, mi strizzò l’occhio … come dire … in fondo glielo dovevo, dopo tanti anni in via delle Magnolie! Grazie Dome. Anche tu ce l’avevi fatta e mi regalavi convinzioni importanti, di quelle che a un povero prof. fanno toccare il cielo con un dito. Per un motivo soprattutto. Perché al tuo “successo” nella vita capivo che potevano aver contribuito (in parte, oltre all’indiscutibile educazione famigliare, alle amicizie e quant’altro) anche quelle giornate passate fra i banchi della “Levi” e le confidenze rubate agli intervalli e ogni qual volta avevi avuto modo di parlare con quel prof. già allora spelacchiato e con tanti altri suoi colleghi e tuoi docenti che in te e in molti tuoi compagni avevano creduto e puntato il tutto per tutto, giocando le carte più importanti, sfiancanti ma vincenti, del loro difficile mestiere. Domenico lo rividi in altre occasioni. Lui sempre impegnato nel suo lavoro di “scorta” – grisaglia classica come da copione, cravatta blu, occhiali scuri, auricolari d’ordinanza – io calato nei panni del giornalista ma per lui sempre e solo prof. Ho rivisto Dome, per l’ultima volta, nel marzo del 2014. Per caso. Ci incontrammo sulla Metro, nel tratto che da “Racconigi” (dove salivo solitamente) arriva a “Porta Nuova”. Un omone con il cuore da bambino. Una montagna di capelli ricci, neri con qualche grigia sfumatura. L’età ormai superava i primi anta. Sposato, padre tenerissimo. Ora – mi raccontò –  mi occupo di sicurezza negli stadi. Il piglio sempre uguale. Il mestiere aveva semplicemente dato struttura a quell’incapacità innata di accettare soprusi e di mettersi sempre dalla parte dei più deboli  e indifesi che era propria del Domenico, ragazzotto di belle speranze, alunno che ce ne fossero tanti e idolo incontrastato delle fanciulle di via delle Magnolie. A Vinzaglio ci salutammo. Vengo a salutarti in ufficio, prima che tu vada in pensione, mi urlò. Il tu si sostituisce spesso, e in modo spontaneo, al lei in quegli alunni che hai conosciuto adolescenti, condividendo con loro rapporti di sincera empatia, e che, a distanza di anni (se ancora sei “riconoscibile” e il tempo non ha infierito su di te in modo impietoso) rivedi uomini fatti. In pensione ci andai a fine marzo. Da lì a pochi giorni sarei diventato nonno della bimba più bella di questo mondo. Da allora, non l’ho più rivisto. Il suo bonario sorriso mi accompagnò lungo la scala mobile fino alla ripartenza del convoglio. Ma ne sono certo. Prima o poi, caro Dome, ci sarà ancora un “Racconigi – Vinzaglio” tutto per noi.

Gianni Milani

Cirio in Ucraina riaccompagna a casa 18 persone fragili

Una missione della Croce Rossa Italiana insieme al Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio riaccompagna a casa, in Ucraina, 18 persone fragili evacuate un anno fa da Leopoli che ora hanno espresso il desiderio di far ritorno in patria.

Per oltre un anno queste persone sono state ospitate in due strutture della Regione Piemonte: al Cottolengo e in una Residenza di Vico Canavese.

La missione, d’intesa con il Console Onorario dell’Ucraina di Torino, è partita ieri dal capoluogo piemontese e ha raggiunto oggi la città di Leopoli, nell’Ucraina occidentale. Il convoglio è formato da 32 volontari tutti appartenenti ai Comitati del Piemonte in viaggio su nove mezzi: cinque pullmini, due vetture, due ambulanze e un furgone. Il convoglio è supportato, oltre che dalla Sala operativa nazionale e dallo staff dell’Area Emergenza, anche dallo staff della Cooperazione Internazionale della Croce Rossa in coordinamento con le Società Nazionali di Croce Rossa di Austria, Repubblica Ceca, e Polonia e con le autorità degli Stati di transito.

Il Presidente del Piemonte Alberto Cirio si è unito al convoglio della Croce Rossa a Rzeszow, in Polonia, e ha viaggiato con il gruppo verso Leopoli dove ha incontrato, nel pomeriggio, il sindaco Andrij Ivanovyč Sadovyj insieme al Presidente della Croce Rossa di Leopoli.

«Ho voluto partecipare a questa missione per testimoniare ancora una volta la vicinanza del Piemonte alla popolazione ucraina. La nostra Regione è stata la prima ad attivarsi per ospitare le popolazioni che fuggivano dalla guerra e oggi ho voluto essere al fianco di chi ha deciso di tornare a casa per far capire loro che il Piemonte non li abbandona ed è in campo con la forza solidale per supportare la popolazione ucraina che continua a subire gli effetti della guerra e dei bombardamenti che purtroppo proseguono anche nelle ultime ore – spiega il Presidente della Regione Alberto Cirio – Ho portato l’abbraccio di tutto il Piemonte al sindaco di Leopoli in rappresentanza di tutta la sua comunità. Questa città conta 30 mila persone al fronte e 500 giovani hanno già perso la vita per il proprio Paese: abbiamo visitato un campo che è stato adibito a cimitero per i caduti in guerra, perché non c’è più spazio per le tombe. Leopoli è diventato un centro di cura in cui arrivano i soldati feriti in guerra: è una città che dimostra, nonostante le enormi difficoltà, il coraggio e la determinazione ad andare avanti e dove si lavora ogni giorno per salvare vite umane. Per questo siamo a disposizione per collaborare con le nostre competenze sanitarie, chirurgiche e ortopediche. Non solo, l’arrivo e l’ospitalità di tanti feriti rende necessaria un’opera di ripensamento della città nell’ottica della cura, della degenza e della riabilitazione dei feriti. Leopoli è una città di alto valore storico e, conta come Torino, numerosi edifici dichiarati patrimonio Unesco: dall’amministrazione comunale è infatti arrivata la richiesta di coinvolgere le nostre facoltà e gli studi di architettura per collaborare insieme a riprogettare la città, nel rispetto delle sue caratteristiche artistiche. Ho già chiesto al rettore del Politecnico Guido Saracco la disponibiltà a lavorare con noi per questo obiettivo».

All’incontro con il sindaco di Leopoli era presente anche il Presidente del Comitato Regionale Croce Rossa del Piemonte, Vittorio Ferrero, che aggiunge: «Questo viaggio verso l’Ucraina è uno dei tanti interventi che, dall’inizio del conflitto, la Croce Rossa porta avanti a supporto della popolazione in difficoltà. Dall’invio costante di aiuti umanitari ai progetti di sostegno per gli sfollati interni fino alle missioni di evacuazione civili con le quali abbiamo portato al sicuro oltre 240 persone che altrimenti non ce l’avrebbero fatta. Siamo felici – continua Ferrero – di contribuire al rientro a casa di queste persone che i volontari della Croce Rossa Piemonte hanno stretto in un abbraccio solidale che, oggi, si unisce a quello della Consorella Ucraina che li attende».

«Il convoglio della Croce Rossa piemontese, che oggi riporta in Ucraina 18 persone fragili con serie patologie, che avevano chiesto al Consolato un aiuto per rientrare in patria, è solo l’ultimo in ordine di tempo degli straordinari sforzi che le istituzioni piemontesi hanno messo in campo durante la guerra scatenata dalla Russia – spiega il Console onorario d’Ucraina Dario Arrigotti – Queste persone sono state ospitate e curate qui per 16 mesi, insieme ad altre migliaia di rifugiati. La Regione, la Sanità regionale, la Protezione Civile, la Croce Rossa, le ONG e tutta la società civile del Piemonte hanno dato una prova di generosità e fratellanza senza pari alle vittime dell’aggressione militare russa. Sia il popolo ucraino che il Governo ucraino non lo dimenticheranno mai. La relazione che si è stabilita tra Italia e Ucraina continuerà anche in futuro, in una Europa più forte e più sicura per tutti».

Non appena è scoppiata la guerra il Piemonte ha attivato le procedure per l’accoglienza di chi scappava dal proprio Paese attivando un piano straordinario che ha consentito di ospitare oltre 11.700 profughi ucraini sul territorio piemontese, distribuiti fra le varie province, grazie anche al supporto di oltre 18 mila volontari. In stretto raccordo con il Consolato onorario d’Ucraina, le Prefetture, gli Enti locali hanno lavorato insieme per offrire supporto e accoglienza alla popolazione in fuga dalla guerra. In particolare oltre 2400 tra bambini e ragazzi sono stati inseriti all’interno di un percorso scolastico e, grazie a una missione umanitaria, sono stati accompagnati in Italia numerosi bambini malati oncologici che non potevano più essere curati in Ucraina e che sono stati presi in carico dall’ospedale Regina Margherita di Torino, un’eccellenza della sanità piemontese.