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Radicali Italiani: Il ministro dice no alla scritta Tav =mafie

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Dopo anni nei quali la scritta TAV=MAFIE è rimasta illegalmente sulle pendici del Monte Musinè, ben visibile da chiunque percorra la Valle di Susa, il 24 agosto 2023 il Presidente di Radicali Italiani Igor Boni ha effettuato un sopralluogo sulla pietraia che ospita la scritta.

Nei giorni successivi lo stesso Igor Boni ha presentato via PEC una istanza secondo lo statuto, al Sindaco del Comune di Almese, proprietario del terreno che ospita l’installazione, chiedendo che venisse rimossa.

La sindaca Ombretta Bertolo in risposta all’istanza scrive che secondo gli uffici comunali la scritta non viola il Codice della strada e che in ogni caso il Comune non ha personale qualificato per la rimozione.

il 25 ottobre Igor Boni con il supporto dell’Avvocato Roberto Guarino, presentano un esposto alla Polizia metropolitana, ai vigili di Almese, al Ministero dei Trasporti e alla Sitaf denunciano l’illegale presenza della scritta.

in risposta a tale esposto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con posta certificata scrive che: “l’installazione sul territorio comunale è in vista della S.P. 186, della S.S. 25 del Moncenisio e dell’Autostrada A32 Torino-Bardonecchia”. Scrive inoltre che “Il manufatto contiene un messaggio di natura propagandistica ed è pertanto regolamentato dall’articolo 47; viola, dunque, le disposizioni dell’art. 23 del Codice della strada”.

In conclusione si intima al Comune di Almese “di attivarsi in conformità alle prescrizioni dell’art. 23 del Codice della Strada adottando, al fine di garantire la sicurezza della circolazione stradale, le misure necessarie all’occorrenza per la rimozione dell’installazione”.

“Per anni le Istituzioni e la politica-dichiara Igor Boni-Presidente Radicali Italiani- hanno fatto finta di nulla di fronte a una palese illegalità. Si può essere contro o a favore della TAV, non è questo il problema; noi, lo ribadisco, siamo a favore e lo rivendichiamo da un quindicennio. Il problema è che quella scritta, posta su suolo pubblico e conosciuta e visibile da tutti, è fuorilegge, è infamante e contiene accuse infondate e gravissime. Non è ammissibile che un Comune consenta che ciò avvenga sul suo territorio. Lo abbiamo chiesto con una istanza popolare alla quale bastava dare seguito senza dover giungere a questo epilogo.

Dato che, per quanto ci riguarda il confronto tra le idee non può essere inquinato da palesi violazioni e da accuse infondate e false scritte come una gigantografia su una montagna oggi aspettiamo con ansia che il Comune provveda alla eliminazione della famigerata scritta, come indicato dal Ministero”.

Declino di Torino, Giachino: “Arcivescovo aiutaci tu”

 

L’appello di uno che da 15 anni si batte contro il declino economico di Torino. (contributo al confronto tra l’Arcivescovo REPOLE ,  Lorusso e Cirio)
 
Su iniziativa dell’Arcivescovo di Torino preoccupato per la situazione economica e sociale della Città stasera ci sarà per la prima volta un confronto tra la Chiesa , Sindaco e Presidente della Regione. Questo confronto arriva dopo la richiesta dell’Arcivescovo a Stellantis di dare risposte sulla sua presenza a Torino. La iniziativa della Chiesa torinese non deve sfuggire neanche alla attenzione del Governo.
Paradossalmente di Torino e del suo futuro se ne occupano di più a Roma il Ministro URSO con il suo Piano auto che volendo rialzare la produzione scesa a 420.000 unità a 1.000.000 può dare una mano anche a Mirafiori , e a Torino se ne occupa la Chiesa con l’intervento del giovane Arcivescovo Repole. Le risposte di Stellantis sin qui sono insoddisfacenti se pensiamo al nuovo periodo di cig comunicato ieri e soprattutto alla decisione di far costruire la Oanda in Serbia , la 600 in Polonia o in Marocco.
Avendo per primo denunciato la bassa crescita di Torino dal 2008 e avendo fatto battaglie per portare a Torino la Autorità dei Trasporti (2013) la grande battaglia per la TAV (2018-2019) è da ultimo la iniziativa che ha portato al fondo Giorgetti , il tesoretto di cui dispone oggi URSO per il suo Piano auto, capite che sono molto contento della iniziativa dell’Arcivescovo .
Per rilanciare Torino occorre dichiarare la malattia come fanno i Medici seri.
Non può essere lo O,1% in più di quest’anno a farci gioire. Come ha detto a giugno Banca d’Italia la economia torinese (Torino e l’area Metropolitana) , che vale oltre la metà della economia piemontese , fa da zavorra alla economia piemontese che da venticinque anni cresce meno della media nazionale.
Le conseguenze della bassa crescita degli ultimi sono il forte aumento  da un lato di poveri, precari, disoccupati,  emarginazione delle periferie e l’impoverimento dei salari e dall’altro la fuga all’estero di tanti giovani neolaureati.
Nel 2003 (l’anno della scomparsa di Gianni Agnelli) il PIL procapite del Piemonte era 120 su 100 della media delle regioni europee. Oggi è sceso a 100. Non aver difeso l’industria torinese e in particolare l’auto che dal 2000 ha visto scendere la produzione annua a Torino da quasi 500.000 a meno di centomila ha impoverito e ampliato la metà della Città che sta male come disse l’Arcivescovo Nosiglia nell’agosto 2012 . L’Arcivescovo Nosiglia non venne ascoltato dalla politica salvo qualche piccola  eccezione , tra le quali il sottoscritto , e neanche dal Sindacato.
La iniziativa dell’Arcivescovo Repole , che prima ha interpellato Stellantis e questa sera interloquirà direttamente con Sindaco e Presidente di Regione questa volta non dovrà’ più cadere nel vuoto nell’interesse di Torino e dei torinesi.
Torino non può più solo puntare sugli eventi ma deve offrire ai centomila studenti universitari che arrivano da ogni parte del mondo opportunità di lavoro nella ricerca, nella industria della mobilità , nell’aerosoazio , nell’ICT , nella logistica , nel turismo e nella cultura e nel Centro per la intelligenza artificiale , una proposta nata proprio dal mondo cattolico torinese, Don Luca Peyron.
Nella grande piazza della TAV chiedemmo a due studenti di parlare dal palco della fuga dei neolaureati da Torino . E’ la prima cosa da fare per fermare il declino demografico.
L’impoverimento della Città e della periferia trova risposte importanti nelle Caritas Parrocchiali, nel SERMIG, nel Cottolengo ma tutto ciò non basta se non si inverte il ciclo economico della Città che deve sconfiggere precarietà e degrado .
Ringrazio di cuore Mons. Repole per questa sua iniziativa e mi auguro che da tutti coloro che sono impegnati nella missione della politica arrivino  risposte vere nell’interesse della Città e dei più deboli.
Mino Giachino

Graffitari bloccano la metropolitana di Torino per un’ora

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Questa mattina  verso le 6,30 alcuni writers,  meno nobilmente detti “graffitari” sono entrati nel tunnel della metropolitana di Torino nella stazione Fermi a Collegno per dar prova della loro “arte”. La loro presenza ha provocato il blocco della metropolitana per circa un’ora, per consentire alle forze dell’ordine di verificare che sui binari non ci fosse più nessuno. Facile immaginare il disagio provocato a lavoratori e studenti che si stavano recando sul posto di lavoro.

Morta la donna investita da un bus a Torino

E’ deceduta ieri sera in ospedale al Cto la donna investita da un bus Gtt tra via Duchessa Jolanda e corso Inghilterra a Torino.

Le condizioni della 67enne si erano aggravate dopo l’incidente ed è  stato necessario amputarle una gamba. Nonostante l’intervento non è stato possibile salvarla.

Tappa Pinerolo-Valloire del Tour de France, riunione operativa

Si è svolto  ieri al quarantesimo piano del Grattacielo Piemonte, l’incontro operativo con i sindaci dei comuni della provincia di Torino attraversati dalla tappa Pinerolo-Valloire del Tour de France.

A partecipare all’appuntamento sono stati i 13 primi cittadini di Pinerolo, Porte, Villar Perosa, Pinasca, Perosa Argentina, Roure, Fenestrelle, Usseaux, Pragelato, Sestriere, Sauze di Cesana, Cesana Torinese e Claviere che si sono confrontati con il presidente della Regione Alberto Cirio, l’assessore allo Sport, Fabrizio Ricca e i dirigenti regionali.

Il Piemonte è protagonista del Tour de France 2024 con due tappe: il 1° luglio con la Grande Partenza da Piacenza a Torino, il giorno successivo, il 2 luglio con quella da Pinerolo verso la Val Chisone e le Valli Olimpiche prima di passare il confine e arrivare in Francia. Il Tour, un grande evento di respiro mondiale, è per tutti i comuni della valle – che lavoreranno insieme all’interno della cabina di regia regionale – un’importante occasione di promozione.

I dati del ministero francese sulle edizioni del passato consentono di stimare fino a 15 milioni di euro le ricadute economiche dell’evento sul territorio. La carovana che segue il Tour, infatti, è composta da 4.500 persone (di cui 1.800 appartenenti alle squadre in gara e gli altri 2.700 addetti alla logistica e giornalisti). Un’importante mole di addetti ai lavori che da sola, nei giorni di gara, andrà a occupare 1/3 della disponibilità delle camere d’albergo di Torino e cintura per un valore stimato di circa 650.000 euro. A questi andranno aggiunti turisti e appassionati che negli stessi giorni sceglieranno il Piemonte per le loro vacanze approfittando dell’arrivo della tappa del TDF.

“Siamo convinti che i grandi eventi siano occasione di sviluppo e volano per l’economia del turismo grazie alla visibilità internazionale e all’impatto sul territorio – dichiarano il Presidente Alberto Cirio e l’Assessore allo Sport Fabrizio Ricca -. Per questo come Regione abbiamo lavorato per portare in Piemonte, grandi competizioni sportive: insieme alle Atp Finals, al Giro d’Italia, il Tour de France rappresenta infatti uno degli appuntamenti più attesi del calendario 2024 e siamo al lavoro con gli amministratori locali e tutti i soggetti coinvolti per organizzarli al meglio. Investire nello sport, tra l’altro, significa investire nella promozione di uno stile di vita sano, diffuso e condiviso”.

Morto bimbo di nove anni investito da un treno vicino a Torino

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Un bimbo moldavo di nove anni, allontanatosi dalla comunità che lo ospitava, è morto investito da un treno sulla linea Chivasso-Alessandria nella frazione Borgo Revel di Verolengo.

Nel pomeriggio di lunedì Trenitalia ha attivato un servizio di bus in sostituzione dei treni soppressi per il blocco della linea.

Un’ex gioielleria confiscata alle mafie va alla Città

Il Comune di Torino acquisirà a titolo gratuito dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità un immobile in via Rossana 24 a Torino, confiscato alle mafie.

Lo prevede la deliberazione proposta dalla vicesindaca Michela Favaro, approvata all’unanimità (32 voti favorevoli su 32 consigliere e consiglieri presenti) nella seduta del Consiglio Comunale di ieri.

Si tratta di un ex locale commerciale (gioielleria) collocato al piano terreno dello stabile di via Rossana 24, costituito da un locale adibito alla vendita, un retro e uno spazio al piano interrato, della consistenza di circa 60 circa mq (superficie catastale di 90 mq).

La Città di Torino – dichiara la vicesindaca Michela Favaro – ha scelto di acquisire, ogni volta che ciò sia possibile, gli immobili confiscati alla mafia poiché crede nella valenza politica di restituire alla collettività un immobile in precedenza in mano alla criminalità organizzata. L’intenzione del Comune è di destinare questo immobile ad uso associativo, dandolo in concessione a titolo gratuito, per la realizzazione di attività sociali e culturali senza fine di lucro”.

In aula hanno annunciato il proprio voto favorevole al provvedimento Luca Pidello (PD), Andrea Russi (M5S) e Giuseppe Catizone (Lega).

Il provvedimento è stato presentato il 15 gennaio  in una seduta delle Commissioni Prima e Legalità, presieduta da Anna Borasi (PD).

Al via i carnevali in tutto il Piemonte

Al via il Carnevale 2024, che è  iniziato ad Agliè domenica 14 gennaio scorso. Domenica, infatti, archiviate le festività  natalizie,  visto che la Pasqua anticipata nel 2024 cadrà a fine marzo, ad Agliè è  già  stato tempo di carnevale. In Alto Canavese il primo appuntamento con maschere e coriandoli è  stato con lo storico Carluvà d’Ajè, organizzato dall’associazione carnevale Alladiese, con il patrocinio del Comune, giunto alla sua 42esima edizione. Alle 14.30 di domenica, nel salone Franco Paglia, è andato in scena il carnevale dei bambini, animato dal mago Raffaele. Giovedì 18 sarà  la volta della presentazione dei conti di San Martino 2024, che saranno accolti dalle note dei pifferi di Arnad. Molti gli appuntamenti previsti, quali la cena carnevalesca, agape self service, servizio bar, musica con il duo Cinzia e Eric, serata latino americana con Antonella e le star band. Organizzatore e cerimoniere Armando Scavarda. Domenica 21 momento clou dei festeggiamenti.  Alle 11.15 nella chiesa parrocchiale verrà  celebrata la messa alla quale parteciperanno i Conti di San Martino e il gruppo storico in costume. Al termine della fusione religiosa, benedizione e distribuzione dei fagioli grassi. Nel pomeriggio pifferi e tamburi di Arnad daranno il la’ alla sfilataallegorica con la partecipazione dei conti, del gruppo storico, delle bande musicali, delle majorette e sbandieratori  e dei carri allegorici. Il tutto terminerà nel salone Paglia con il rogo dell’Oloch.

Secondo la tradizione,  se Agliè  rappresenta il primo carnevale, San Giusto costituirà l’ultimo, tra i due i carnevali di San Benigno Canavese, quello di Carmagnola e quello di Susa.

La parte più  consistente dei Carnevali sarà concentrata nel Canavese, a Ivrea e Chivasso. A Ivrea già  sabato 6 gennaio si è  avuto il ritrovo dei Pifferi e Tamburi, con la marcia di apertura del carnevale nelle vie del centro cittadino, seguita dall’investitura ufficiale del Generale 2024, nell’androne del palazzo Municipale. Dopo il saluto dei Credendari al magnifico Podestà , il corteo del gruppo storico dei Credendari è  partito verso la cappella dei Tre Re al monte Stella.

Domenica 28 gennaio sarà  la terzultima domenica di carnevale e, dopo la distribuzione dei fagioli grassi presso le Fagiolate diBellavista e San Giovanni, vi sarà  la visita del Generale, dello Stato maggiore, dei pifferi e dei Tamburi alle fagiolate e la successiva presa in consegna del libro dei verbali in piazza Freguglia, il libro dei verbali sul quale dovranno essere annotati tutti gli accadimenti del Carnevale. Seguirà una cerimonia militaredella consegna all’alfiere dello Stato Maggiore all’inizio di ogni campagna  e il banchetto inaugurale del generale e del brillante Stato Maggiore. Seguirà l’alzata degli Abbà. Il corteo, preceduto dall’ufficiale addetto alle bandiere, si reca presso l’abitazione dei piccoli priori dei rioni di San Grato, San Maurizio, Sant’Ulderico, San Lorenzo e San Salvatore. Gli aiutanti in campo sollevano l’Abbà dal balcone mostrandolo alla folla al suono di pifferi  e tamburi, mentre il Generale saluta militarmente.

Giovedì  grasso, 8 febbraio, il sindaco affida simbolicamente i poteri civili della piazza al generale, imponendogli la fascia bianca e rossa, indossata dalla spalla destra al fianco sinistro, annodandola sul medesimo dopo un giro orizzontale sui fianchi. Tutti i cittadini presenti in piazza devono indossare un berretto frigio che dalla domenica sarà indispensabile per non essere fatti oggetto del getto d’arance. Seguirà  la visita del Generale e dello Stato Maggiore alla Fagiolata di via Palma.

Sabato 10, sabato di carnevale alle 11, dopo la visita del generale, del sostituto gran Cancelliere e dello Stato maggiore alle autorità militari,  vi sarà  la parata di scorta della mugnaia con presentazione del gruppo alla cittadinanza in piazza Ottinetti e alle 12 la presentazione della scorta d’onore della Mugnaia al generale in piazza di città.  Dopo la parata nelle vie del centro storico la scorta d’onore della Mugnaia, deposta la bandiera del primo battaglione Cacciatori della repubblica cisalpina ed assunta quella della scorta, confluirà sotto il comando del generale.

Alle 21 si terrà  la presentazione della vezzosa Mugnaia dalla loggia esterna del palazzo Municipale.  La mugnaia, dopo aver indossato il tradizionale abito bianco, si trasferirà dall’ufficio del Sindaco alla sala Dorata, dove le viene appuntata sulla sciarpa verde la spilla con Pala e Pich su coccarda rossa, omaggio del generale. Al suono del Campanone, il sostituto darà lettura di nomina e all’atto della proclamazione la mugnaia uscirà sul balcone centrale del palazzo per ricevere l’abbraccio della città. Seguirà  la marcia del corteo storico, fiaccolata goliardica e sfilata della squadra degli aranceri a piedi in Lungo Dora in onore della Vezzosa Mugnaia. Seguiranno alle 22.30 una spettacolo pirotecnico sul Lungo Dora in onore della Vezzosa Mugnaia e il ballo in piazza di Città.

Domenica 11 febbraio, dopo il giuramento di fedeltà  del magnifico podestà  e la visita della Mugnaia alla Fagiolata benefica del Castellazzo, il podestà  al Castellazzo scalzerà la pietra per la preda in Dora dai ruderi con l’antico martello di rame.

Alle 13 vi sarà l’inquadramento dei carri da getto in corso Massimo D’Azeglio per verifiche e controlli; verranno controllati tutti i cavalli, il loro stato fisico, la correttezza delle ferrature agli arti e poi i controlli passano ai carri, che devono avere pronta la documentazione di bordo. Alle 14 inizia la marcia del corteo storico, cui seguirà la battaglia delle arance. Le nove squadre a piedi daranno vita alla battaglia delle arance con i tiratori sulle paroliere e i Tiri a quattro,  suddivisi su due percorsi, interno ( piazza Ottinetti e piazza di Città) ed esterno ( Borghetto, piazza del Rondolino, passando da Lungo dora e piazza Freguglia).

Lunedì 12 febbraio il generale, preceduto dagli alfieri e dai pifferi e dai tamburi, scortato dallo stato maggiore, accompagnerà una coppia di sposi dell’anno in ogni rione sul luogo dove sarà innalzato lo scarlo. Il sostituto gran cancelliere,  su di uno sgabello a forma di tamburo, darà lettura del verbale della cerimonia e gli sposi daranno ciascuno un colpo sul terreno nel punto destinato allo scarlo.

Martedì 13 febbraio  si terrà  la battaglia delle arance, preceduta dalla marcia del corteo storico e sfilata dei gruppi storici ospiti. Alle 17.45 verranno premiate le squadre di arancieri e dei carri da getto in piazza di Città e alle 20 partirà il corteo storico per l’abbruciamento degli scarlo nelle parrocchie di San Maurizio, Sant’Ulderico e San Lorenzo. Si terrà  anche l’abbruciamento dello scarlo della parrocchia San Salvatore alla presenza della Vezzosa Mugnaia in piazza di Città.

Il mercoledì delle ceneri si terrà la tradizionale distribuzione di polenta e merluzzo promossa dal comitato della  Croazia polenta e merluzzo in piazza Lamarmora.

Si chiama  “Carnevalone” quello di Chivasso, per l’imponente  sfilata che si tiene lungo le vie della città.  La bela Toleraquest’anno è  Simona Isnardi, figlia dell’Abbà del carnevale edizione 2016 Carlo Isnardi e già dama del cavaliere, mentre  l’Abbà è  Marcello Sesia, già alfiere del Carnevale 2000 con la bela Tolera Silvia Pontinia.

A Torino un carnevale storico e molto particolare è  quello del quartiere Borgo dora, dove vi è  il mercato del balon. La maschera storica si chiama Rusnenta, nome che in piemontese significa arruginita. Con il Danseur del Pilon ci saranno anche Gianduja e Giacometta de la Famiija Turineisa.

La Rusnenta è,  infatti, lo storico nome che si dà al Carnevale del balon, giunto alla sua sesta edizione, organizzato dall’associazione torinese del balon di Porta Palazzo in collaborazione con la FamijaTurineisa. Clou dell’evento sarà  nel cortile del Maglio, dove verrà premiato il gruppo mascherato più bello.

A Torino si terrà anche una sfilata al Parco della Pellerina, cui possono aderire gruppi mascherati, scuole di ballo, formazioni in costume,  carri allegorici.

Sfilata di apertura  il 20 febbraio in centro alle 15 e il 21 carnevale dei bambini al Valentino.

 

Mara Martellotta

“Fame – Saranno famosi”, il musical che continua ad appassionare intere generazioni

Da giovedì 18 gennaio, sul palcoscenico del teatro Alfieri

Il film, in primo luogo, del 1980, una ricca stagione cinematografica dentro cui ritagliarono i propri spazi titoli prestigiosi, il luciferino “Shining” e “Toro scatenato”, il tormentato “Cancelli del cielo”, in cui Redford volava verso gli Oscar con la sua opera prima “Gente comune” e Fellini consegnava un’imperfetta “Città delle donne”, “Il grande uno rosso” di Samuel Fuller e Truffaut con “L’ultimo metrò”, in cui esordiva Almodovar e Richard Gere squadernava le voglie delle signore bene di Los Angeles con “American Gigolo”; e ancora David Lynch, Scola, Woody Allen, Verdone. E parecchi altri. Epoca di successi, di capolavori e di botteghini e produttori soddisfatti, nella quale un record economico non spingeva ad aprire dibattiti e intonare alleluja di ringraziamento. Nell’area dei successi s’inseriva a ragione, acclamato e seguitissimo, “Fame”, dilatato da noi con “Saranno famosi”, alla regia un ispirato Alan Parker – regista pronto a passare dalla tragedia del giovane Billy Hayes rinchiuso nelle carceri turche in “Fuga di mezzanotte” a “Birdy” e i traumi che la guerra in Vietnam ha lasciato in certi ragazzi, dall’odio razziale nel profondo Sud di “Mississipi Burning” al musical “Evita” con Madonna – ad impaginare le audizioni e i sogni e le grandi aspirazioni, i dolori e gli amori e i fallimenti di un gruppo di ragazzi, ballerini cantanti e attori, ritratti nei quattro anni di percorso nelle aule della prestigiosa High School of Performing Arts di Manhattan, a mostrare la grinta e la fatica di ogni giorno, a descrivere anche tra le aule della scuola quanto di “american dream” c’era in quei ragazzi che con ogni mezzo aspiravano ad un futuro. Una formidabile colonna sonora di Michael Gore e una canzone cardine, “Fame” appunto, cantata da Irene Cara, che abbracciarono due statuette agli Oscar (sei le nomination, tra cui quella per un’altra canzone, “Out Here on My Own”). Era difficile non portarsi a casa i sentimenti di Leroy Johnson, infanzia difficile e solitaria e rapporti disastrosi con gli insegnanti, di Coco Hernandez vero esempio di caparbietà, di Bruno Martelli e della sua voglia di esibirsi al pianoforte, dell’aspirante attrice insicura, Doris, e del talentuoso Montgomery. I ritmi nella sala prove e la musica che si riversa nelle strade, il saggio di fine corso che prende le mosse dal precedente “A Chorus Line”.

Quell’immenso successo spinse i produttori a dar vita alla serie che avrebbe occupato le tivù per 136 episodi, lunga sei stagioni tra il 1982 e l’87 (da noi, sull’antica Rai 2, tra il gennaio 1983 e il gennaio 1989, inizialmente la domenica sera, poi in estate, nella fascia del dopo pranzo), qualcuno dei ragazzi a mantenere il proprio ruolo (Lee Curreri fu ancora Martelli, Gene Anthony Ray ancora Leroy) e altri a dire basta, come Irene Cara che cercò altre strade, come il cinema o i concerti, o una soap opera lunga cinque anni, che era più o meno lo specchio della sua vita, come il successo mondiale del brano “Flashdance… What a Feeling” che nel 1984 la portò ancora all’Oscar per la miglior canzone. Nuove facce, nuove voci, nuove problematiche in un mondo che stava cambiando tremendamente in fretta, nuovi successi cercati: anche una certa Louise Veronica Ciccone si presentò un giorno per entrare a far parte della serie e fu scartata. Curreri non ha mai smesso di creare note, qualcuno si perse, la rabbia di Gene Anthony Ray (Leroy) si riversò nella droga, nell’incostanza, nella ribellione, nei falsi progetti, nonostante un rifugio e l’interessamento di molti trovati in Italia.

Fame” continuava ad essere un fenomeno leggendario, un monumento, un’eccellente macchina dello spettacolo, un esempio da seguire per i molti che intraprendevano quella strada. Ecco che, nel 1988, a Miami, quello che già era stato il produttore del film, David De Silva, pensò di portare la propria creatura in palcoscenico: ne avrebbe decretato il successo in tutto il mondo e per sempre. Ultima tappa di un così lungo percorso artistico, ecco che, oggi, una grande produzione debutta a Torino, al teatro Alfieri – confermandosi in tal modo le promesse fatte da Fabrizio De Biase ad inizio stagione, di portare a Torino le eccellenze e le migliori produzioni, “Cabaret” d’inizio stagione non era stato che il biglietto da visita – da giovedì 18 gennaio (sino a domenica 28, per intraprendere poi una lunga tournée in giro per tutta l’Italia, da Milano a Cosenza a Trieste, da Trento a Napoli a Bari, da Bologna a Firenze a Roma, numerose alzate di sipario sino al maggio prossimo), “Fame” nella versione firmata da Luciano Cannito, che riunisce la lunga esperienza di regista e coreografo (lo affianca Fabrizio Prolli) internazionale, uno spettacolo dove in un ritmo travolgente, capace di coinvolgere con qualche minimo aggiornamento ogni generazione (quelli che con intensità si lasceranno nella memoria accompagnare dalle immagini conosciute un tempo sullo schermo, come quelli che per la prima volta non potranno non essere toccati dalla storia e dal suo ritmo indiavolato), in una colonna sonora arricchita di nuovi brani, si alterneranno canto, danza, recitazione, musica.

Le scene sono firmate da Italo Grassi e i costumi vedono la firma di Veronica Iozzi, la direzione musicale è di Giovanni Maria Lori (una lunghissima carriera di direttore e supervisore musicale, direttore d’orchestra, autore interno Mediaset e insegnante di canto ad “Amici” di Maria De Filippi, arrangia tra gli altri per Francesco Sarcina e i Maneskin, nel 2017 ha arrangiato il medley cantato da Robbie Williams per “XFactor”), gli arrangiamenti musicali sono di Raffaele Minale, Franco Poggiali, Angelo Nigro e Maurizio Sansone, tutte figure di spicco nell’universo del musical, del teatro e degli show pop internazionali. Le liriche sono di Jacques Lévy e le musiche di Steve Margoshes, la canzone dell’Oscar la si deve al duo Dean Pitchford e Michael Gore. Ad incanalare come insegnanti i ragazzi nelle varie discipline, sul palcoscenico ecco gli apprezzatissimi Barbara Cola (Miss Sherman), Lorenza Mario (Miss Bell), Stefano Bontempi (Mr. Sheinkopf) e Garrison Rochelle (Mr. Myers), uomo di spettacolo a tutti noto che trasporta con grande simpatia il proprio ruolo dalla televisione al palcoscenico. E poi ci sono i ragazzi, quelli che sera dopo sera esploderanno in quella bravura che è nella speranza di tutti possa manifestarsi in questo come in cento altri spettacoli che dovranno affrontare: c’è Alice Borghetti (Carmen), Flavio Gismondi (Nick), Ginevra Da Soller (Serena), Alfredo Simeone (Joe), Michelle Perera (Mabel), Raymond Ogbogbo (Tyrone), Giuseppe Menozzi (Shlomo), Greta Arditi (Iris), Arianna Massobrio (Grace) e Claudio Carlucci (Goody). Ognuno a percorrere, tappa dopo tappa, la strada verso un beneaugurante “saranno famosi”. E per chi voglia applaudirli al di fuori del teatro, è in programma ancora un flash mob, entusiasmante come il precedente in piazza Castello, sabato 20 gennaio, tra le 15,30 e le 16, presso il Centro Commerciale Lingotto. Buon (assicurato) divertimento!

Elio Rabbione

Nelle immagini: il manifesto dello spettacolo, momenti del film di Alan Parker e “gli insegnanti” della “High School Performing Arts di Manhattan” (da sinistra, Stefano Bontempi, Barbara Cola, Garrison Rochelle e Lorenza Mario, con al centro Luciano Cannito).

30 nuovi minibus elettrici nella flotta di GTT

La flotta GTT si arricchirà a breve di nuovi veicoli elettrici di piccole dimensioni, che saranno utilizzati per realizzare quanto previsto dal piano Nuovo Trasporto Torino in relazione alla riprogettazione delle linee STAR nel centro cittadino.

L’azienda ha infatti aggiudicato la gara per l’acquisto dei veicoli che prevede un primo lotto di 22 mezzi e la possibilità di acquistarne altri 8. L’aggiudicazione è stata possibile grazie alle risorse del PNRR assegnate alla Città di Torino.

 

La fornitura è stata vinta da INDCAR, azienda leader nel settore dei minibus in Europa, con sede in Spagna.
Il modello scelto è elettrico e-B6, un minibus di 6 metri. Si tratta di un prodotto con oltre 200 chilometri di autonomia in grado di trasportare fino a 33 passeggeri, molto compatto e con una grande manovrabilità, vista la necessità di transitare nelle strade del centro storico.
Nel mese di dicembre 2023, il minibus elettrico ha effettuato test reali nella città di Torino con il team tecnico di INDCAR, sui percorsi definiti dalla GTT per valutare le prestazioni del veicolo nelle zone più complicate o di difficile accesso.
“Il progetto di transizione ecologica di GTT vuole essere completo e toccare tutte le tipologie di servizio. Per questo, alla grande fornitura di bus standard, normali e articolati, abbiamo affiancato l’acquisto di veicoli di piccole dimensioni, adatti a servire una zona cruciale come il centro storico e a gestire il nuovo progetto di linee Star per rendere il centro cittadino raggiungibile con il mezzo pubblico, in modo capillare e con veicoli ad impatto zero” spiega Serena Lancione, Amministratore Delegato di GTT.
L’e-B6 si presenta come un’alternativa sostenibile nel trasporto pubblico urbano progettato per brevi tragitti dal centro della città, “Lavoriamo per offrire sempre soluzioni innovative e sostenibili, e con l’e-B6 contribuiamo nel segmento dei minibus di meno di 6 metri per la decarbonizzazione delle città, come è in questo momento, Torino, e speriamo che possano essere anche molte altre località, dichiara Gaël Queralt, CEO di INDCAR. “Siamo molto orgogliosi di essere stati selezionati da GTT per la fornitura di questi 30 minibus”, aggiunge il manager.
La consegna del primo lotto di contratto con GTT a Torino sarà di 10 unità e avverrà alla fine del 2024 e il resto di 12 unità sarà all’inizio del 2025.