La macabra scoperta del cadavere di un uomo mummificato è stata fatta da una donna questa mattina a Moncalieri, nei pressi di corso Savona. Il corpo mummificato era all’interno di una baracca abbandonata nei campi. Le indagini sono affidate ai carabinieri che non escludono al momento alcune ipotesi sulle cause della morte.
Music Tales, la rubrica musicale
“Ossa fredde, sì, così è il mio amore
Lei scivola via, come un fantasma
Lei lo sa che sanguiniamo lo stesso?
Non voglio piangere ma mi spezza così
Lenzuola fredde, oh dov’è il mio amore?
Sto cercando in alto, sto cercando in basso nella notte”
SYML, pseudonimo di Brian Fennell (Issaquah, 18 gennaio 1983),
è un cantante statunitense.
Già membro della band indie Barcelona, ha pubblicato il suo omonimo album di debutto il 3 maggio 2019 attraverso Nettwerk Records.
Dopo aver vissuto in diversi posti a Seattle e dintorni, è tornato a vivere nella sua città natale, dove scrive e produce da un home studio.
Fennell ha iniziato a suonare il piano in giovane età e ha scritto la sua prima canzone quando aveva 18 anni come meccanismo di coping dopo la morte di un compagno di scuola. Dopo il liceo, ha frequentato la Whitworth University dove si è laureato in educazione musicale focalizzandosi sulle percussioni.
Il ragazzo attualmente si esibisce nell’ambito del progetto solista SYML. Significa “semplice” in gallese ed è tratto dalla sua eredità personale. È stato adottato da bambino e più tardi nella vita ha scoperto che i suoi genitori biologici sono gallesi. La sua esperienza alle prese con la sua adozione e la sua eredità sono influenze nel suo modo di scrivere canzoni.
Dopo che la sua canzone “Where’s My Love” è stata utilizzata nel popolare programma televisivo drammatico Teen Wolf, la canzone è rimasta in classifica per 20 settimane nella classifica Billboard Hot Rock Songs. Nel 2018, la canzone ha ricevuto la certificazione Gold in Canada e Belgio, e si è classificata al primo posto nelle classifiche CBC Top 20 del Canada due volte. “Where’s My Love” è stato anche presentato in modo prominente nel trailer ufficiale del film del 2018 Adrift.
“Non vedi più i lineamenti. Vedi l’amore”. Ecco spiegata in pochissime parole l’adozione.”
Vi invito all’ascolto ed attendo le vostre impressioni sul brano:
Buon ascolto
SYML – Where’s My Love (Acoustic) (youtube.com)
scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!
Ecco a voi gli eventi da non perdere!
Fillea CGIL e Feneal UiL su Sitalfa
Giovedì 25 gennaio, ore 18.30,Gymnasium di CAMERA
(Via delle Rosine 18 – Torino)
L’amicizia con Robert Capa, il rifiuto diLife, la grande consacrazione al MoMA di New York. Giovedì 25 gennaio, alle 18.30, incontriamo Walter Guadagnini, direttore artistico di CAMERA e storico della fotografia, per scoprire gli episodi, i rapporti umani e il clima culturale che hanno segnato la seconda fase della vita e della carriera di André Kertész.
Un contratto con l’agenzia fotografica Keystone in tasca, la fama di grande fotografo europeo, l’amicizia con Robert Capa, già noto oltreoceano per i suoi servizi dalla Spagna in guerra: l’arrivo di André Kertész a New York sembra l’inizio di una bella storia. In realtà comincia così un periodo difficile per il grande maestro della fotografia. A causa della diminuzione delle committenze e dalle crescenti tensioni antisemite, nel 1936 Kertész si unisce al gruppo dei tanti intellettuali europei che lasciano il vecchio continente per approdare nel nuovo centro del mondo, la Grande Mela. Sono anni nei quali per diventare famosi bisogna lavorare per Life, per Look o per Vogue. Le raffinate fotografie dell’artista di origini ungheresi, tuttavia non sono apprezzate dalle riviste americane: “Mi hanno detto, le sue immagini parlano troppo”, racconterà lui stesso in un’intervista alla BBC, a proposito di un reportage realizzato per Life e mai pubblicato. Poi, improvvisa la svolta: nei primi anni Sessanta la Biennale di fotografia di Venezia gli dedica una mostra, e il nuovo nume tutelare del MoMA e della fotografia mondiale, John Szarkowski, lo omaggia con una grande antologica, trasformandolo in uno dei padri della street photography, che nel frattempo sta trionfando negli Stati Uniti. L’ultima stagione dell’esistenza di Kertész diventa quella dei riconoscimenti, ma coincide anche con gli anni d’oro della grande fotografia americana di Garry Winogrand e di Lee Friedlander, che tanto devono anche al suo sguardo. Ormai celebrato in tutto il mondo, Kertész conclude la sua vicenda creativa con un’ultima sperimentazione, la fotografia a colori, a cui si avvicina quando è già più che ottantenne, a dimostrazione della curiosità che ha sempre animato la sua personalità.
È consigliato prenotare per l’incontro sul sito di CAMERA.
Il biglietto d’ingresso per l’incontro ha un costo di 3 Euro.
È consigliato prenotare per l’incontro sul sito di CAMERA.
Il biglietto d’ingresso per l’incontro ha un costo di 3 Euro.
Foto:
André Kertész
Riflesso di un grattacielo in una pozzanghera
New York, 1967
© Donation André Kertész, Ministère de la
Culture (France), Médiathèque du patrimoine
et de la photographie, diffusion RMN-GP
Per “Aspettando il Salone”, oggi a Torino
Mercoledì 24 gennaio 2024, ore 18. Gallerie d’Italia – Torino, museo di Intesa Sanpaolo
Maestro internazionale della fotografia contemporanea da oltre cinquant’anni, autore di scatti memorabili dalla grande potenza espressiva, capaci di documentare conflitti, culture, tradizioni e contraddizioni, mettendo spesso al centro la persona, come dimostra il celebre ritratto della ragazza afghana, Steve McCurry arriva a Torino per il ciclo Aspettando il Salone, con il nuovo volume fotografico Devotion. Amore e spiritualità, edito da Mondadori Electa.
Steve McCurry, in dialogo con il giornalista e scrittore Maurizio Crosetti, incontrerà il pubblico mercoledì 24 gennaio 2024 alle ore 18 alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo a Torino (Piazza San Carlo 156). McCurry racconterà il progetto fotografico Devotion, che attraverso oltre 100 immagini (di cui 75 inedite) indaga sulle declinazioni che la devozione assume in diverse aree del mondo: l’amore, la passione, la dedizione all’altro, la lealtà, il sacrificio, l’impegno. Attraverso i ritratti di monaci buddisti, artigiani, bambini intenti a studiare, madri dedite ad assistere i figli, anziani che si supportano a vicenda o di un padre accanto al figlio sdraiato nel letto di un ospedale, McCurry offre al lettore una riflessione intima su come ogni individuo possa dedicare tutto se stesso agli altri o alla fede religiosa.
Aspettando il Salone è il percorso di avvicinamento all’appuntamento primaverile con il Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 9 al 13 maggio 2024, che durante il corso dell’anno fa incontrare autrici e autori con la comunità di lettrici e lettori, per dialogare e confrontarsi insieme sui tanti temi di discussione che i libri suscitano.
L’appuntamento è realizzato dal Salone Internazionale del Libro di Torino grazie alla collaborazione con Mondadori Electa e Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al link:
https://milanocivita.eventim-inhouse.de/webshop3/webticket/shop?production=178
A fine incontro seguirà il firmacopie da parte dell’autore, aperto anche al pubblico che non avrà trovato posto in sala.
Il pubblico presente all’incontro, a fine dell’appuntamento potrà visitare gratuitamente la mostra in corso alle Gallerie d’Italia Torino “Luca Locatelli. The Circle”.
Info: salonelibro.it – comunicazione@salonelibro.it.
Il volume e l’autore
Devotion. Amore e spiritualità (Mondadori Electa). Come si esprime la devozione? Nel nuovo volume fotografico Devotion, edito da Mondadori Electa, Steve McCurry risponde a questa domanda offrendo uno sguardo profondo su tutte le possibili sfaccettature che nel mondo può assumere la devozione: l’amore, la passione, la dedizione all’altro, la lealtà, il sacrificio, l’impegno. Attraverso i ritratti di monaci buddisti, artigiani, bambini intenti a studiare, madri dedite ad assistere i figli, anziani che si supportano a vicenda o di un padre accanto al figlio sdraiato nel letto di un ospedale, il fotografo offre al lettore una riflessione molto intima su come ogni individuo possa dedicare tutto se stesso agli altri o alla fede religiosa. Con oltre 100 immagini, di cui 75 mai pubblicate prima, il volume permette al lettore di ripensare al mondo e all’umanità con occhi diversi, svelando il meglio dello spirito umano nei più diversi angoli del pianeta e nelle più disparate situazioni.
Le fotografie di Steve McCurry sono apprezzate e stimate in tutto il mondo e le sue mostre attraggono migliaia di visitatori in Italia come all’estero. Dal momento che il lavoro di Steve McCurry dialoga con persone di diversa origine, religione e cultura, il volume Devotionsarà tradotto in diverse lingue e pubblicato e distribuito in tutto il mondo da editori Francesi, Spagnoli, Inglesi e Tedeschi.
Steve McCurry. È una delle icone della fotografia contemporanea da oltre cinquant’anni. Nato a Filadelfia, Pennsylvania, studia Cinematografia alla Pennsylvania State University e inizia a lavorare come fotografo per un giornale locale. Due anni dopo intraprende il primo di una lunga serie di viaggi in India. Partito portando con sé poco più di una sacca di vestiti e una scorta di rullini, esplora il subcontinente con la sua macchina fotografica. Dopo qualche mese, lascia l’India e si sposta in Pakistan. In un piccolo villaggio incontra un gruppo di profughi afghani che lo convincono a seguirli. Travestito da contadino indigeno, con la barba lunga e il viso segnato da mesi di privazioni passati tra i mujahiddin, McCurry riesce ad attraversare il confine pakistano con i rullini cuciti nella fodera dei vestiti proprio mentre gli invasori sovietici chiudono l’accesso alla stampa occidentale. Le sue fotografie sono tra le prime a mostrare al mondo la brutalità dell’invasione russa. Da allora McCurry ha continuato a puntare il suo obiettivo su svariati Paesi sparsi nei sei continenti. I suoi scatti memorabili documentano conflitti, culture che rischiano di sparire, tradizioni millenarie e contraddizioni contemporanee, senza tuttavia tralasciare quell’elemento umano che ha reso il celebre ritratto della ragazza afghana un’immagine di grande potenza espressiva.
McCurry è stato insignito di alcuni dei riconoscimenti più prestigiosi, tra cui la Robert Capa Gold Medal e il National Press Photographers Award, e può vantare il primato di aver vinto per ben quattro volte il World Press Photo Contest. Di recente la Royal Photographic Society di Londra lo ha insignito della Centenary Medal for Lifetime Achievement. Nel 2019 Steve McCurry è stato inserito nella International Photography Hall of Fame.
Con Mondadori Electa ha pubblicato Una vita per immagini, nominato miglior libro di fotografia dell’anno dal Times, Il mondo nei miei occhi e Bambini del mondo.
Ancora un investimento di un pedone sulle vie delle città del Piemonte. Questa volta è accaduto a Biella. La Polizia Locale ha effettuato i rilievi relativamente all’incidente che ha visto coinvolto un uomo, investito mentre attraversava via Torino, nei pressi di piazza Adua. Il ferito ha riportato seri trami ed è stato portato in ospedale.
Chef Scardina debutta a “La Pista”
Ha riaperto La Pista, il ristorante sul tetto del Lingotto a Torino.
Lo chef Fabrizio Tesse ha concluso la sua consulenza il 31 dicembre per proseguire alcuni personali progetti. Il Gruppo Gerla ringrazia chef Tesse per il percorso gastronomico fatto insieme e dà il benvenuto ad Alessandro Scardina.
Giovane e deciso, lo chef Alessandro Scardina, in arrivo da Villa La Bollina a Serravalle Scrivia, vanta un percorso professionale internazionale di oltre 15 anni tra Inghilterra, Australia, Grecia, Spagna e Scandinavia. Ed è proprio dalla sua esperienza nei ristoranti più blasonati di tutto il mondo che arrivano i sapori che si ritrovano nella cucina di Scardina, una cucina che abbraccia la tradizione ma che spinge sull’acceleratore dell’innovazione, una cucina mai monotona o ripetitiva, che osa e azzarda, stupisce e sperimenta.
Tocchi fusion ed esotici, influenze giapponesi e peruviane, vanno ad amalgamarsi con preparazioni classiche e materie prime di qualità, rigorosamente stagionali, per una varietà di suggestioni capace di declinare in chiave contemporanea anche la tradizione più pura.
La proposta culinaria pensata da chef Alessandro Scardina per il ristorante La Pista, gestito da Gerla 1927, prevede tre menù che ben si adattano a tutti i tipi di esigenze e palati. Il primo è Trust, il menù più coraggioso e stravagante, molto estero ed estroso, contemporaneo e personale, come un “atto di fiducia” verso lo chef, sicuro di riuscire a conquistare il commensale con i suoi accostamenti ricercati e inediti. Alcuni esempi? Granchio e rafano, manzo e ricci, merluzzo e mais, banane e bacon… Il secondo menù è Botanic World, cinque portate completamente vegetariane caratterizzate da preparazioni attente e abbinamenti vegetali inaspettati, come kale e mango acerbo, patata e cocco, primo fiore e Kombucha. Il terzo, immancabile, è Radici, Gli Essenziali, un menù che celebra la tradizione e la cucina piemontese con qualche variazione di prodotto, come il vitello tonnato fatto con il sotto filetto alla brace invece del girello, per un sapore più intenso e gustoso. Immancabili e molto amati dallo chef gli Agnolotti del Plin, rigorosamente con pasta solo tuorli e ripieno ai tre arrosti: coniglio, manzo e maiale.
Ad accompagnare Alessandro Scardina nella sua nuova avventura sul tetto del Lingotto una brigata salda e coesa, all’interno della quale spiccano il sous chef Daniele Lo Grasso, Davide Sterrantino, maître e sommelier, Mattia Dagnelli vice maître di sala e Evi Polliotto, pastry chef.
La Pista – Via Nizza 262, Torino – Tel. 011.19173073
Il consolidamento di un anticiclone atlantico sul Mediterraneo centrale manterrà per i prossimi giorni intense correnti nordoccidentali in quota sul Piemonte. Queste, secondo le previsioni di Arpa, innescheranno condizioni di foehn nelle vallate alpine e garantiranno cieli tersi in pianura con locali addensamenti sui rilievi. Dalla serata di giovedì l’attenuazione della ventilazione favorirà la formazione di foschie o locali nebbie in pianura nelle ore più fredde. Le temperature saranno in progressivo aumento, per effetto dei venti di caduta e per il contributo di aria mite di matrice afro-mediterranea, che innalzerà lo zero termico oltre i 3500 m. (Foto di copertina: ilTorinese)
“SFM – COLLEGAMENTO CASELLE – VALLI OLIMPICHE: L’ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI CHIARISCE CHE SARA’ SUBORDINATO ALLA REALIZZAZIONE DEL COLLEGAMENTO TRA PORTA SUSA E PORTA NUOVA, PREVISTO TRA IL 2025 E IL 2026. MONITORERO’ LE DIVERSE FASI PERCHE’ IL CRONOPROGRAMMA SIA RISPETTATO”
“Quando inizieranno gli interventi per collegare le valli Olimpiche con Caselle? L’ho chiesto oggi all’Assessore regionale ai Trasporti. Dallo scorso 20 gennaio, infatti, il SFM ha compiuto un’ulteriore evoluzione e, attualmente, collega l’aeroporto di Caselle con Torino e le Valli di Lanzo, ma nessun collegamento sarebbe previsto per la linea proveniente da Bardonecchia e dalle Valli Olimpiche” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.
“In questa fase – prosegue l’esponente dem – ritengo che sia quanto mai necessario accelerare gli interventi per collegare adeguatamente le Valli Olimpiche all’aeroporto di Caselle e, altresì, attivare la linea Sfm8 per Ivrea e Settimo e migliorare il servizio della linea Sfm1. E’ prioritario seguire con attenzione i tempi di realizzazione degli interventi infrastrutturali necessari al potenziamento del nodo di Torino per collegare nel più breve tempo possibile le Valli olimpiche a questa infrastruttura, trattandosi, peraltro, di interventi già finanziati da anni e che adesso fanno parte del PNRR”.
“Nella sua risposta, l’Assessore ha affermato che il collegamento tra le Valli Olimpiche e Caselle è subordinato alla realizzazione del collegamento tra Porta Susa e Porta Nuova, passante cruciale previsto tra il 2025 e il 2026. Auspico che il cronoprogramma venga rispettato e monitorerò le varie fasi dell’intervento” conclude Gallo.
Gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza Centro hanno sottoposto a fermo indiziato di delitto un trentatreenne cittadino polacco poiché ritenuto gravemente indiziato di tentata rapina aggravata.
Nei giorni scorsi, intorno al 16, gli agenti del commissariato intervengono all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele II e corso Castelfidardo dove una persona è stata vittima di una tentata rapina. Ai poliziotti l’uomo racconta di essere stato avvicinato alle spalle da un uomo che prima lo aveva avvinghiato al collo e poi gli aveva rivolto un oggetto appuntito intimandogli di consegnargli il portafoglio. La vittima riusciva a divincolarsi e a distanziarsi notando che l’aggressore era armato di un coccio di bottiglia. Mentre quest’ultimo si allontanava, la persona aggredita contattava la polizia fornendo le descrizioni del presunto rapinatore.
Circa una ventina di minuti, giunge una chiamata con la quale un cittadino segnala la presenza di una persona in via Montevecchio che si aggira tra le auto in sosta con in mano un coccio di bottiglia. Sul posto arriva una volante della polizia che ferma l’uomo, un cittadino polacco, corrispondente alle descrizioni fornite dalla vittima della tentata rapina avvenuta pochi minuti prima che successivamente lo riconoscerà quale autore del gesto.