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redazione il torinese

L'opera autobiografica di Primo levi raccontata a teatro

“ME, MI CONOSCETE” IL SISTEMA PERIODICO 
Convincente, emozionante, magnetica l’esecuzione scenica di Luigi lo Cascio, accompagnata da un sound design intenso ed energico firmato G.U.P. Alcaro

Lo spettacolo, realizzato con la collaborazione del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, il Comitato per le Celebrazioni del Centenario della Nascita di Primo Levi e prodotto dal Teatro Piemonte Europa, è ipnotico, cattura la platea dal primo momento e riesce a conquistarne l’attenzione per tutta la durata. Il Sistema periodico è il testo dove si concentra tutta l’opera di Primo Levi, una rappresentazione completa della sua vita, il lavoro più “primoleviano” diceva Italo Calvino, il “migliore libro di scienza di tutti i tempi” secondo il quotidiano inglese The Guardian. Composto da ventuno storie, ognuna dedicata ad un elemento chimico, è la storia della passione originaria, della vocazione dell’autore: la scienza. Comincia con Idrogeno, che racconta la giovinezza di aspirante chimico e tecnico all’università, ma anche del lavoro in fabbrica e della ricerca tecnologica. In Zinco invece si affronta, con un tono decisamente più romantico, l’amicizia femminile, mentre nella centrale Cerio si viene catapultati nella dolorosa tragedia dei lagher, all’interno dei laboratori gestiti dai nazisti, dove Levi fa una grande amicizia, quella con Alberto Dalla Volta, già raccontata in Se questo è un uomo, l’altro famoso libro dello scrittore. A ventanni da Auschwitz, nelle pagine dedicate al Vanadio, Levi si imbatte in Müller, uno di quei tedeschi che avevano disposto di noi, che ci avevano guardato negli occhi, come se noi non avessimo occhi” racconta, un incontro dolente e toccante che lo riporta nell’angoscioso passato. Infine, in Carbonio, si parla della straordinaria scoperta, dell’atomo di carbonio appunto, “al carbonio, elemento della vita, era rivolto il mio primo sogno letterario, insistentemente sognato in un’ora e in un luogo nei quali la mia vita non valeva molto”  ricorda tristemente. Un capolavoro dedicato alla scienza dunque, ma anche un triste e drammatico viaggio nel passato, all’interno di una delle pagine più buie e disperate della storia dell’umanità durante la quale la barbarie è arrivata a toccare i più oscuri e spaventosi abissi di disumanità.

Maria La Barbera


 
 
 

Softball A2: Sacco Legnano – Reale Mutua Jacks Torino


Sabato, per la 6^ giornata di andata del campionato nazionale di serie A2 di softball, la Reale Mutua Jacks Torino farà visita al Legnano Baseball e SoftballLe granata il cui obiettivo è mantenere la serie A2, si troveranno contro una squadra formata da ottime atlete, tanto da essere indicata fra una delle pretendenti alla qualificazione alla fase playoff. Tempo permettendo, viste le previsioni meteo avverse che fino allo scorso week-end hanno condizionato pesantemente il regolare svolgimento della stagione, ne verrà fuori sicuramente una bella partita. Ex di turno Federica Pasca per le Jacks (nella foto), Eleonora Bandini oggi nelle fila del Sacco Legnano. Si giocherà a partite dalle ore 17 al centro sportivo Peppino Colombo, diretta in streaming tramite la pagina del Legnano al link

Patto Piemonte – Liguria, Toti a Torino per Cirio

Accordo di intenti  su crescita, infrastrutture, sanità, ambiente, turismo, e autonomia

 
Toccata e fuga per Giovanni Toti, arrivato questa mattina a Torino per dare il suo sostegno al candidato presidente del centro-destra Alberto Cirio: “sono venuto a Torino per tre motivi: perché Alberto è un amico e ritengo sia la persona giusta per far ripartire la regione, per bieco opportunismo perché alla Liguria serve una sinergia con il Piemonte e per scaramanzia: come abbiamo visto in passato con Fontana e Maroni, pare questo patto porti bene”.
 
Turismo, sport, eccellenze e infrastrutture: questi i temi sui quali dovranno snodarsi, in caso di elezione di Cirio a Presidente della Regione, le azioni comuni tra i due territori. “La collaborazione con il Piemonte è naturale storicamente, geograficamente e logisticamente: siamo l’incrocio di due corridoi europei strategici per tutto il Paese – commenta Toti – vogliamo più responsabilità nella crescita e nel benessere delle nostre regioni, per questo oggi firmiamo questo documento politico, per impegnarci su questi temi con una visione condivisa”.
 
In particolare, i punti chiave previsti dal patto politico siglato oggi sono otto e vertono su: pianificazione coordinata delle infrastrutture, tra le quali terzo valico e il retroporto; agevolazione dei collegamenti interregionali; sviluppo consapevole del territorio e tutela ambientale; apertura di un negoziato congiunto con Governo e Parlamento per l’individuazione di spazi per investimenti strategici sul territorio e specifici investimenti legati alla sicurezza dei quartieri maggiormente a rischio; promozione dei prodotti tipici in sinergia con la Liguria per sottolinearne differenze e comunanze; istituzione Commissione interregionale per integrare le reti sanitarie regionali, con particolare riferimento alle aree di confine; collaborazione nella cooperazione transfrontaliera e in materia di agricoltura e sviluppo regionale.
 
Anche durante questo incontro, lo sguardo di Cirio resta rivolto all’Unione Europea e all’utilizzo dei suoi fondi: “abbiamo speso solo il 21% del FESR (Fondo Europeo Sviluppo Regionale), circa 207 milioni su 910 milioni di euro e questo dato è in linea con le altre regioni italiane, come piace sottolineare a Chiamparino, ma non con altri vicini come Baviera e Rhône Alpes, che hanno già speso tutte le risorse a loro disposizione – prosegue il candidato – insieme alla Liguria abbiamo tutto ciò che regolarmente l’Europa finanzia, dalle eccellenze enogatronomiche, alle aree montane e le spiagge, non possiamo continuare a perdere queste occasioni.
 
Molto lo spazio dedicato allo scambio turistico tra Liguria e Piemonte:“possiamo lavorare insieme a costo zero per cambiare le sorti turistiche delle nostre comunità, un esempio è il calendario scolastico che permetterebbe alla Liguria di inserire il ponte del martedì grasso che aiuterebbe il turismo piemontese, allungando su giugno e settembre, destagionalizzando agosto e garantendo comunque l’apertura ricreativa delle scuole: questa cosa i francesi la fanno sempre”.
 
Visioni condivise anche quelle sui grandi eventi: “vorremmo creare una Sport Commission, per attirare eventi sportivi dal mondo e ci piacerebbe farlo a quattro mani con la Liguria – afferma Cirio – il Piemonte adesso è lento, deve tornare a correre”.
 
Poco, pochissimo lo spazio per le domande a termine della conferenza, ma alla richiesta di cosa si possa fare nell’immediato per potenziare le infrastrutture tra Piemonte e Liguria, Toti risponde: “subito non si può far nulla quando si parla di infrastrutture, bisogna essere seri. Mediamente se si lavora con efficacia, ci vogliono dieci anni. Se lo sblocca- cantieri ce lo consentirà si riuscirà a fare il terzo valico nei tempi previsti”.
 

Romana Allegra Monti

 

Scarafaggi e cibi in cattivo stato di conservazione nel laboratorio gastronomico

Nell’ambito dei servizi di presidio disposti dal Questore di Torino, è stato effettuato un controllo del territorio nel quartiere San Salvario da personale del Commissariato Barriera Nizza, coadiuvato da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, da agenti del Comando San Salvario della Polizia Municipale, da personale dell’ASLTO1 e dell’Ispettorato del Lavoro.
Durante il servizio sono stati controllati 4 esercizi commerciali. In un laboratorio di gastronomia di via Belfiore, gli agenti hanno riscontrato la presenza di blatte vive e morte nel locale cucina. I poliziotti hanno anche trovato una quindicina di chili di prodotti di origine animale in cattivo stato di conservazione. Gli agenti hanno, quindi, proceduto al sequestro penale dell’attività poiché la presenza delle blatte contaminava tutti i prodotti presenti con il rischio di danni alla salute umana. La titolare dell’esercizio, una cittadina senegalese, è stata denunciata in stato di libertà per la cattiva conservazione del cibo. L’esercizio, inoltre, è stato sanzionato per oltre 26000 a causa delle carenze igieniche riscontrate dall’Asl e delle violazioni amministrative accertate dalla Polizia Municipale.
In via Goito, invece, in un ristorante gestito da un cittadino cinese, la Polizia di Stato ha sequestrato più di 66 chili di prodotti di origine animale e non. Il titolare è stato denunciato per la cattiva conservazione del cibo e per frode in commercio. Gli agenti, infatti, hanno trovato numerosi prodotti congelati che nel menu non venivano indicati come surgelati. L’esercente è stato sanzionato dalla Polizia Municipale, dall’A.S.L. e dall’Ispettorato del Lavoro per quasi 30000 euro per diverse violazioni. Altri 4 minimarket ubicati nel quartiere sono stati sanzionati per oltre 9400 euro dalla Polizia Municipale per diverse violazioni. Nel corso dell’attività, sono stati anche controllati due bar ubicati in Piazza Bengasi e in via Genova. In quest’ultimo esercizio, un cittadino albanese di 34 anni è stato denunciato per minacce, violenza privata e percosse nei confronti dell’ex moglie. Complessivamente, nel corso dell’intera attività, sono state identificate 43 persone.
 

Piazza san Carlo: dieci anni ai ragazzi dello spray

Quattro le condanne a poco più di 10 anni di carcere per omicidio preterintenzionale nei confronti dei  giovanissimi marocchini accusati di avere scatenato il panico in piazza San Carlo  il 3 giugno 2017 spruzzando spray urticante  a scopo di rapina durante la proiezione su maxi schermo della finale di Champions Juve-Real Madrid. Il drammatico bilancio fu di  1.672 feriti e successivamente morirono due donne per le lesioni riportate: Erika Pioletti, di Domodossola, e la torinese Marisa Amato. I 4 imputati sono detenuti.  10 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione sono stati inflitti a Sohaib Bouimadaghen (detto”Budino”), a Hamza Belghazi e a Mohammed Machmachi, di 21, 20 e 21 anni; Aymene El Sahibi, 22 anni, considerato autore di un minor numero di furti, sconterà la pena  di 10 anni, 3 mesi e 24 giorni.
 
 
(foto: il Torinese)

Empoli-Torino, i precedenti tra i due tecnici

La partita Empoli-Torino di domenica (ore 15) sarà il secondo confronto in assoluto tra il tecnico granata Walter Mazzarri e l’omologo empolese Aurelio Andreazzoli. L’unico precedente è un Roma-Napoli risalente alla stagione 2012-’13, per la precisione alla trentottesima -ultima- giornata (19 maggio 2013), con Andreazzoli subentrato nel febbraio precedente a Zdenek Zeman sulla panchina dei capitolini e Mazzarri ormai da un quadriennio alla guida dei partenopei: successo per 2-1 dei giallo-rossi “andreazzoliani”, con reti di Marquinho al 47′ e Mattia Destro al 58′, a rendere inutile la successiva marcatura di Edinson Cavani, giunta all’84’.

Giuseppe Livraghi

Carne scaduta: 190 chili scoperti nel circolo privato

Agenti del Reparto di Polizia Commerciale e dell’Ufficio di collegamento dei Comandi Territoriali della Polizia Municipale, a seguito di un esposto dove lamentata la presenza di rumori, odori nauseabondi e abusivismo edile, hanno effettuato stamane un controllo nei locali di un circolo privato in via Magenta. A causa della particolare incuria è stato richiesto l’intervento del personale ASL SIEU che ha ritenuto opportuno procedere alla chiusura dell’impianto gas, per gravi carenze impiantistiche e di sicurezza. Contestualmente i tecnici comunali del Servizio Impiantistica hanno imposto prescrizioni da attuare sull’impianto elettrico e del gas, per motivi di sicurezza. Gli Agenti hanno accertato violazioni penali per violazioni agli art. 5 lex 283/62 per 190 kg alimenti di origine animale in cattivo stato di conservazione, art. 515 Codice Penale per alimenti allo stato di congelazione venduti come freschi e art. 495 Codice Penale per false attestazioni. Inoltre sono state accertate violazioni con relativo sequestro amministrativo cautelare del locale cucina e locale magazzino per carenza etichettatura prodotti alimentari (allergeni), per somministrazione di alimenti e bevande abusiva, per omessa notifica sanitaria, per un totale di oltre 11.000 euro di sanzioni.

Rubano il cellulare al desk dell'hotel. Fermato uno dei ladri

Il 4 aprile scorso, due cittadini di origine rumena entravano presso un albergo di via Gioberti e chiedevano all’addetto alla reception delle monetine. Al diniego, l’addetto alla reception si trovava costretto a lasciare la sua postazione per raggiungere uno dei due malviventi che si addentrava nell’atrio, incurante delle richieste di abbandonare l’Hotel.  Nel frattempo il secondo soggetto, fermo al desk, con un gesto fulmineo si impossessava di un telefonino del valore di 1000 € circa (Samsung S9 Black) poggiato all’interno della reception e lo nascondeva nella tasca dei jeans. Subito dopo, i due si allontanavano, dileguandosi. I poliziotti del Comm.to San Secondo intervenivano immediatamente ed estrapolavano le immagini di sorveglianza dell’hotel per poterle visionare. Alcuni giorni fa, gli stessi agenti, impegnati in servizio di Volante, notavano in corso Ferrucci uno degli autori del reato, fermandolo. Si tratta di un cittadino rumeno di 27 anni, residente presso il campo  nomadi di via Germagnano, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio. L’uomo, che ha ammesso di essere entrato, unitamente ad un complice, nell’albergo ove si è consumato il furto quel giorno, è stato denunciato per furto con destrezza in concorso.
 
 

Rinascimento e pittura russa, Conlon dirige all’Auditorium Rai

Il Rinascimento e la pittura russa sono i protagonisti assoluti di tre grandi concerti diretti dal maestro James Conlon, con protagonista l’Orchestra Nazionale della Rai di Torino, prima al Teatro delMaggio Musicale Fiorentino, nell’ambito dell’omonimo Festival,mercoledì 15 maggio, poi giovedì 16 maggio, alle 20.30, con replica venerdì 17 maggio alle 20, allAuditorium Rai Arturo Toscanini di Torino.Brano di apertura del concerto è il Trittico Botticelliano per piccola orchestra di Ottorino Respighi, composto nel 1927 su commissione della ricca patronessa Elizabeth Sprague Coolidge. Ispirata a tre famose tele del Botticelli esposte agli Uffizi di Firenze, La Primavera, L’adorazione dei Magi e La nascita di Venere, la pagina, di intima natura, è stata considerata dal musicologo Massimo Mila un “cesello di grazia quattrocentesca nella linearità chiara e nervosa di un’orchestra ridotta all’essenziale. Il soggetto e lo spirito di ciascuno dei dipinti del Botticelli  sono riprodotti in musica, evocati con antichi motivi, ritmi di danza, atmosfere delicate e la partitura è affidata ad un organico strumentale di proporzioni contenute.Il boemo Bohuslav Martinu è l’autore del secondo brano ispirato agli Affreschi di Piero della Francesca, composto nel 1953, nato dalla profonda suggestione provata dal compositore di fronte alla vista degli affreschi contenuti nella Basilica di San Francesco ad Arezzo e che fanno parte del ciclo ispirato alla Leggenda della Vera Croce.A chiudere la serata sono i Quadri di un’esposizione, composti da Modest Musorgskij nel 1874, per lorchestrazione di Maurice Ravel. Fu l’occasione di una visita alla mostra postuma di disegni dell’amico architetto Victor Hartmann a fornire a Musorgskij lo spunto per comporre una suite di pezzi pianistici di grande fantasia,in cui egli descrive dieci quadri in cui si celano altrettanti stati d’animo. Maurice Ravel, su cui la musica russa esercitò una potente attrattiva, rimase talmente conquistato dal fascino dei Quadri da realizzarne una versione orchestrale di straordinaria bellezza. I Quadri di un’esposizione si presentano come un percorso ideale in cui pagine descrittive si alternano a brevi episodi musicali che indicano lo spostamento del visitatore da una sala all’altra. L’autore utilizza spunti iconografici per creare con forza visionaria  quadri musicali autonomi che riflettono il gusto per le scene popolati, il mondo della  fiaba e dell’infanzia, la concezione della tradizione russa e della storia che affonda le sue radici nell’epica. La trascrizione geniale di Ravel rispetta il testo originale e comprendequattordici pezzi, di cui quattro costituiti da una Promenade.

 Mara Martellotta

Intervista / Cirio: "Le mie proposte per un nuovo Piemonte"

Di Romana Allegra Monti
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Alberto Cirio racconta la Torino che vorrebbe e difende il Regina Margherita: “non è solo con la quadratura dei conti che puoi darti la patente di buon amministratore”

Il candidato Presidente della coalizione del centro destra spiega la sua ricetta per costruire una Torino più europea: difendere tutte le eccellenze, promuovere il territorio, creare una lobby Piemonte e nuove infrastrutture

 
Lei che conosce bene il territorio, da ex assessore al turismo ed ex vice presidente dell’Ente turismo Bra, Alba, Langhe e Roero, come vede la Torino del futuro?

Torino è una città dalle mille ricchezze. Il turismo è diventato sempre più motivazionale che di destinazione: oggi le persone si chiedono “che tipo di vacanza voglio fare?” e in base a questa domanda scelgono una destinazione. Torino offre di tutto: da una vacanza da città d’arte, da città europea, culturale, dei grandi eventi sportivi, ma per far questo serve un governo regionale che investa realmente nella: ad esempio la tassa di soggiorno dei turisti deve essere messa a sistema con i fondi che la Regione deve tornare a investire per promuovere tutto il territorio. Se pensiamo alle distanze che un turista percorre per venire da noi e la distanza che c’è tra Torino e, per esempio, il Lago Maggiore, ecco che ci rendiamo conto che vi è una maggiore offerta di luoghi di vario genere a distanze percorribili, questo può raddoppiare il turismo su tutto il territorio. Torino è una grande città di studi e non grazie all’intervento pubblico, ma grazie alle eccellenze presenti: attrarre studenti da fuori è una via che crea business e aprire al mondo dei leader di domani, perché chi va a studiare in una città poi se la porterà nel cuore ovunque andrà e sarà un soggetto con cui far rete a beneficio di Torino. Bisogna quindi investire sui servizi per gli studenti, molti dei quali poi sfruttabili da tutti i cittadini. Ci sono tanti settori da sviluppare per la Torino del futuro, il concetto di Torino capitale a me piace tantissimo.

A proposito di Università e scuola: come favorire il collegamento con il mondo del lavoro?

Innanzitutto bisognerebbe aiutare le famiglie ad aprire la mente e abbandonare la vecchia concezione della liceizzazione della scuola: gli Istituti tecnici e professionali che abbiamo oggi sono davvero molto validi nella preparazione dei giovani. Bisogna pensare di scegliere percorsi formativi in linea con la domanda del mondo del lavoro e non solo alla propensione del ragazzo/a: abbiamo dieci mila studenti con studi specialistici divisi fra 30% azienda e 70 % scuola, in Germania la proporzione è ribaltata. In Piemonte abbiamo gettato il seme con un progetto che coinvolge gli ITS, ma dobbiamo accelerare perché il mondo oggi è un’altra cosa, sta vivendo una rivoluzione digitale e dobbiamo cavalcarla. Personalmente credo che nell’università si debbano creare dei corsi in europrogettazione, che costituiscono un primo anello per accedere ai fondi europei e gli spagnoli lo sanno bene: sono tra i primi percettori dei fondi comunitari. Il Piemonte ha tutte le condizioni per poterlo fare, bisogna far dialogare queste realtà, creare un interscambio.

Se come dice lei, il Piemonte ha bisogno dei fondi europei, allora ha bisogno anche dell’Unione Europea, non solo economicamente ma anche politicamente. Non crede che questo si ponga in contrasto con il sovranismo e l’euroscetticismo della sua appartenenza politica?

Da parlamentare europeo posso dire di non essere euroscettico, posizione ormai abbandonata da tutti dopo la Brexit che ha fatto scoppiare la bolla antieuropeista, ma eurocritico. Sono convinto che se gli inglesi tornassero alle urne sceglierebbero di restare nell’Unione. Noi ci abbiamo messo del nostro nel contare poco al suo interno è vero, ma l’UE non ha certo avuto una mano leggera. La figura di Juncker è significativa: se lo vedo non mi viene certo voglia di abbracciarlo, infatti l’UE lo sa e sta puntando anche a cambiare la sua immagine, perché sono le persone che fanno l’Unione Europea. Al suo interno noi dobbiamo contare in due modi, il primo è far valere le nostre esigenze e adesso non è così, basti pensare che la Regione paga un ufficio a Bruxelles dove c’è un funzionario solo che, poveretto, deve far tutto e a un mese dalle elezioni Chiamparino dice “dobbiamo aprirlo anche all’Università”, ma non è l’ufficio il problema, è che a Bruxelles mancano le persone. Il secondo modo, invece, è quello di costruire una “lobby Piemonte”con stakeholder pubblici e privati, in grado di far valere gli interessi del territorio in Europa con una strategia condivisa. Chiamparino dice di fare i progetti qui e portarli su: questo è un errore, i progetti bisogna crearli lì. Noi abbiamo la Conferenza Stato-Regioni, dove se i piemontesi lo vorranno mi siederò a rappresentarli ma, lo dico in anteprima, in quel caso mi siederò con pari distanza alla Conferenza con la Baviera, perché se faccio europrogettazione lo faccio con i paesi con cui abbiamo affinità, non solo con le altre regioni d’Italia. Abbandonare una mentalità provinciale non può che far bene alle industrie, che infatti sono molto favorevoli.

Un tema centrale per il territorio, specie in questo momento, è la sanità. La sua posizione è in linea con quella dal celebre chirurgo pediatrico P. Abbruzzese candidato in una delle liste che appoggia la sua corsa, che di recente ha duellato a distanza con Salizzoni sul Regina Margherita: una sanità su misura, con al centro la persona. È una visione che si pone in antitesi a quella della città della salute voluta da Chiamparino?

È una visione che può essere sintetizzata così: io per comprare la Play-Station a mio figlio non faccio debiti, ma per curarlo o operarlo se si ammala sì. Se i conti tornano molto bene, perché hanno la loro importanza, ma la sanità salva la vita alle persone. Oggi in media un cittadino piemontese ha speso 640 euro di sanità privata, questo vuol dire che le persone che quei soldi non li hanno, non si sono fatti curare o stanno aspettando 120 giorni per una cataratta, o peggio. Inoltre togliere prospettive a chi lavora all’interno degli ospedali li porta ad abbandonare il proprio posto, come è successo al primario dell’Oftalmico che è andato in Lombardia. Mia madre, che si fa curare da lui, è andata fino in Lombardia e a fine anno, la spesa per curare mia madre in Lombardia lo Stato la toglie dalle casse del Piemonte. Chi è costretto ad andare operarsi lontano dal territorio (la cosìddetta mobilità passiva), non ci va gratis, lo paga la regione di residenza, ovvero il Piemonte. Credo che il Presidente della Regione debba fornire delle linee guida ai tecnici. Quando Abbruzzese ha detto che i bambini non sono piccoli adulti, non ha espresso un parere come potrei fare io da politico che sa ben poco di questo, ma sta parlando come medico che ha dedicato la vita ai bambini e sa che vanno curati con strumenti, tecniche e sensibilità diverse, a misura di bambino: queste non possono e non devono essere cancellate.

Si riferisce al Regina Margherita?

Sì, anche. Gli ospedali specialistici son presenti in tutta Europa e la loro efficienza e importanza è dimostrata, credo possano esserci anche qui. Per come la penso, non è solo con la quadratura dei conti che puoi darti la patente di buon amministratore della sanità.

Torino è una città che più di altre soffre la questione ambientale, non a caso è stata battezzata come la più inquinata d’Europa. Cosa pensa in relazione a questo tema? Quali soluzioni suggerisce?

Bisogna cambiare mentalità, ma questo non può avvenire senza le infrastrutture: non si può dire ai cittadini di non prendere l’auto se i mezzi non sono adeguati alle esigenze. Un po’ come per i blocchi sul traffico: abbiamo inserito nel nostro programma delle deroghe su di essi perché non si può chiedere a una persona (magari di una certà e con una punto di quindici anni), che la sua auto da un giorno all’altro è fuorilegge, che quindi deve comprarne una nuova da 20 mila euro, con agevolazioni a 15mila. È una follia. Sevono le infrastrutture, basti pensare all’alta velocità: per andare a Roma prima andavamo tutti in aereo, ora prendiamo il treno, perché c’è, perché è puntuale, veloce e comodo. Quando si prendono le decisioni negli uffici di piazza Castello bisogna ricordare che poi vengono vissute dalle persone che vivono la città e il territorio tutti i giorni. Se da Moncalieri devo venire a Torino, è scomodissimo oggi farlo con i mezzi pubblici, sono praticamente costretto a prendere l’auto: se si chiede ai cittadini di usare i mezzi, bisogna che questi non solo vi siano, ma siano anche efficienti.

Basta fare qualche esempio: il polo universitario (Palazzo Nuovo, Campus Einaudi) non è raggiunto da una linea metro e per attraversare Torino da Barriera di Milano a Mirafiori, con qualsiasi linea ci va un’ora e venti minuti ad andare e poi a tornare, per un totale di almeno 2 ore e quaranta di viaggio. Ci si impiega meno ad andare a Milano. Una mobilità che appesantisce la qualità della vita.

Infatti è una assurdità per tutti, dagli anziani, alle famiglie, come per gli sportivi, che magari hanno bisogno di far entrare e uscire dalla città il pulmino della squadra: non gli si può chiedere di andare con i mezzi, di non usarlo o di prenderne uno nuovo che non si possono permettere e in cambio non offrire un servizio poco pratico e consono alle esigenze dei cittadini. Sono tutti temi che io e la mia squadra, se i piemontesi vorrano, affronteremo.

Ha già formato la squadra che, in caso di elezione, porterà sugli scranni di Palazzo Lascaris?

No, ma una cosa è certa: vogliamo persone competenti che vivano il territorio e dunque siano consapevoli delle problematiche e delle esigenze che ci sono. Per sapere cosa serve a un territorio bisogna viverlo, dal centro alla periferia, è l’unico modo.