Per il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli gli attuali approfondimenti sulla Tav “non possono essere oggetto di strumentalizzazione per negare l’intenso lavoro sulla realizzazione delle opere utili, grandi e piccole” svolto dal governo. Ha poi aggiunto rispondendo al question time alla Camera: “E’ noto come la realizzazione dell’opera fosse già ampiamente in ritardo prima di questo Governo e che la sua realizzazione abbia posto valutazioni di opportunità che richiedono di essere discusse approfonditamente in sede intergovernativa. Tutta l’attività svolta finora dal Governo, in trasparenza e spirito di confronto costruttivo, ha lo scopo di tutelare gli interessi dei cittadini italiani. Confermo l’impegno del Governo sugli investimenti per il rilancio dell’economia attraverso il miglioramento e potenziamento della mobilità di persone e merci e per l’indifferibile messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti”.
Morbida bontà alle pesche
La torta di pesche e’ un dolce soffice e sano dal sapore delizioso. Dolce profumato, fragrante e leggero, perfetto servito freddo e’ un dessert ideale per tutta la famiglia. La dolcezza dell’impasto ben si sposa con il gusto acidulo delle pesche…e’ una morbida e golosa bonta’!
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Ingredienti
250gr. di farina
50gr. di amaretti ridotti a farina
100gr. di burro
100gr. di zucchero
3 pesche mature
20gr. di mandorle a lamelle
3 uova
1 limone
1 bustina di lievito in polvere per dolci
1 bustina di vanillina
Un pizzico di sale
Zucchero a velo
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Lavare e tagliare le pesche a tocchetti, metterle in una terrina spolverizzate di zucchero a velo e succo di limone. Montare a neve gli albumi. Nel mixer lavorare il burro con lo zucchero sino a ridurlo in una crema poi, aggiungere i tuorli uno alla volta, la farina, gli amaretti ridotti a farina, il sale, la bustina di lievito e la vanillina. Incorporare gli albumi montati e mescolare delicatamente. Foderare uno stampo rotondo con carta forno, versare l’impasto e sopra, la frutta scolata e le mandorle a lamelle. Infornare per circa 60 minuti a 180 gradi. Lasciar raffreddare e decorare a piacere.
Paperita Patty
Inutile dire che, in questa situazione, tutto sembra più difficile, ma non ci sottrarremo. La nostra opposizione sarà “di sana e robusta Costituzione”, per non far arretrare il nostro territorio dai diritti e dalle opportunità conquistate: il 100% delle borse di studio universitarie, il fondo “salva sfratti” e il fondo “salva mutui”, la difesa della legge 194, dei consultori, della libertà riproduttiva delle donne, il contrasto al gioco d’azzardo, il divieto del cottimo per i lavoratori delle piattaforme digitali, la giusta retribuzione negli appalti e molto altro. Gli unici muri che vogliamo alzare sono quelli per difendere la sanità e il trasporto pubblico. Costruiremo ponti e reti per arginare la piccola secessione mascherata dietro l’autonomia differenziata “in salsa veneta” e per non smantellare le politiche di accoglienza e integrazione. Al contrario, il nord ha bisogno di unirsi per migliorare la qualità dell’aria e cancellare la nuvola nera che incombe sulla Pianura Padana.
Grazie al sostegno straripante di tanti concittadini, con più di 4 mila e trecento preferenze, sono l’unico eletto di Liberi Uguali Verdi. Voglio ringraziare i tanti che hanno permesso questo risultato: prima di tutto le forze politiche, le candidate e i candidati che hanno reso possibile questo seggio, fino a poche ore fa impossibile, e soprattutto i colleghi Valter Ottria e Silvana Accossato, senza i quali questa lista non sarebbe esistita. Tuttavia, per quanto il risultato, in questo contesto, sia incredibile, le europee e le regionali purtroppo dimostrano che è finito il tempo del voto di opinione, anche perché spesso l’opinione nei confronti del mondo della sinistra organizzata è negativo.
Grazie al Presidente Chiamparino per le parole di ieri, che dimostrano la serietà e la credibilità che ha saputo rappresentare in questi anni.
Non c’è niente da festeggiare, ma voglio ringraziare tutte le persone che in questo tsunami sono rimaste in piedi a dannarsi per me e per noi. Grazie per i tanti messaggi di speranza. Cercherò di non deludere mai chi mi ha dato la sua fiducia. Continueremo a studiare, agitarci e organizzarci. Lo faremo con tutta la nostra forza.
Nuove zone con limite 30 km in città
A Torino nuove ‘Zone 30’, le aree di mobilità dolce con limite di velocità a 30 chilometri orari per migliorare la coabitazione tra auto, bici e pedoni attraverso una riprogettazione degli spazi, con interventi per “ridurre la congestione del traffico, la velocità dei veicoli e a favorire la pedonalità”, affermano in Giunta comunale. E il Comune approva così il progetto di fattibilità tecnico-economica di nuove ‘Zone 30’ in Vanchiglia, Basso San Donato, Borgo Campidoglio, via Di Nanni e piazza Carducci. “Con questi interventi si migliorerà la qualità urbana di tali aree”, commenta l’assessora alla Mobilità, Maria Lapietra. I lavori costano 593 mila euro e sono finanziati con fondi Pon Metro.
Fiaip Piemonte, insieme al presidente nazionale Baccarini, spiega le novità previste dalla nuova legge, venerdì 31 maggio dalle ore 9.00 alla Nuvola Lavazza in via Bologna 32
La riforma della legge 39/89, che entrerà in vigore il 26 maggio, ha cambiato la professione del mediatore immobiliare, ampliandone le competenze da un lato e stringendo, dall’altro, sulle incompatibilità e sul conflitto di interesse. Chi può fare oggi l’agente immobiliare? E che cosa fa il nuovo agente immobiliare? A rispondere è Fiaip Piemonte (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) che organizza un convegno, aperto a tutti i professionisti del settore, per far luce sui nuovi obblighi e le nuove opportunità della riforma, a cui partecipa il presidente nazionale Fiaip, Gian Battista Baccarini.
L’appuntamento è venerdì 31 maggio dalle ore 9.00 al Centro Congressi della Nuvola Lavazza in via Bologna 32, a Torino.
(Registrazione sul form: http://bit.ly/Convegno_FIAIP_31_maggio)
Sarà anche un’occasione d’incontro con i giornalisti per ottenere tante informazioni sul mondo dell’immobiliare torinese e piemontese. La modifica del comma 3 dell’art. 5 della legge professionale adempie alle disposizioni europee sugli obblighi del mediatore immobiliare e trasforma la figura dell’intermediatore, introducendo liberalizzazioni e incompatibilità nell’esercizio dell’attività di agente.
“La nuova legge accoglie il principio di terzietà di chi si occupa di una mediazione a garanzia delle parti coinvolte in una trattativa. Con questa riforma la professione di mediatore immobiliare fa un passo avanti nel riconoscimento legislativo e giuridico. Perché alzare la qualità professionale tutela il consumatore”, commenta Paolo Papi, presidente di Fiaip Piemonte.
Il conflitto di interesse sottolinea le incompatibilità per chi esercita l’attività di mediazione. Vale a dire che un dipendente pubblico, impiegato nel ufficio tecnico comunale, è inibito dalla professione di agente perché non può considerarsi parte terza. Così come non possono svolgere trattative immobiliari dipendenti pubblici e privati, dipendenti di banca e di istituti assicurativi e finanziari e chi esercita professioni intellettuali se le loro attività sono, come recita la legge, “afferenti al medesimo settore merceologico per cui si esercita la mediazione”.
“Quindi geometri, ingegneri e architetti di uno stabile in vendita non possono anche intermediare i beni immobili che sono stati oggetto della loro opera professionale”, sintetizza Papi.
L’agente immobiliare era fino ad oggi l’unico professionista a non poter svolgere nessun tipo di attività imprenditoriale al di fuori di quella prevista.
La nuova normativa, contenuta nella Legge Europea nr. 37 del 3 maggio 2019, che entra in vigore il 26 maggio 2019, segna una vera e propria rivoluzione per chi svolge l’attività di mediazione immobiliare in Italia e pone sempre più l’agente immobiliare al centro della filiera del Real Estate, con tutti i vantaggi che ne derivano per il sistema Paese e per i consumatori.
Infatti se la riforma tiene fermi i divieti di accesso alla professione, allo stesso tempo consente oggi agli agenti immobiliari di offrire ai propri clienti una serie di servizi aggiunti, validi soprattutto per chi si occupa di turismo.
“Un passo in avanti importante per l’intera categoria, che grazie alla nuova legge potrà modernizzarsi e competere sul mercato con i grandi del web”, conclude.
Intervengono:
Il Presidente Nazionale Fiaip Gian Battista Baccarini
Il Segretario Nazionale Fiaip Fabrizio Segalerba
Il Presidente Confassociazioni Immobiliare Paolo Righi
Il Presidente Fiaip Piemonte Paolo Papi
l Presidente Provinciale Torino Aurelio Amerio
Giorgio De Chirico. Ritorno al futuro
Alla GAM di Torino, la “Neometafisica” di de Chirico: fra autocitazioni del passato e un suggestivo dialogo con gli emuli dell’arte contemporanea
Il sipario s’apre sull’“Orfeo trovatore stanco”, olio su tela del 1970, capolavoro dei cosiddetti “anni neometafisici” (1968 – 1978) che assembla in cornice molti elementi e periodi dell’opera di de Chirico, dalle “Piazze d’Italia” ai “Manichini” senz’ occhi (riferimento – secondo Maurizio Calvesi – al mito dei poeti ciechi appartenente alla tradizione dell’antica Grecia), fino agli “Archeologi” e ai “sipari teatrali” caratteristici della sua ultima pittura. Il dipinto è dunque una sorta di autoritratto ideale dell’ormai ultraottuagenario Giorgio de Chirico (Volo, Grecia, 1888 – Roma, 1978), che, messi da parte gli enigmi e i tormenti del passato – non mai tuttavia pienamente alle spalle – dialoga con i manichini della “Tristezza della primavera”, con “Il pensatore” e “Il meditatore” per arrivare fino ai giocosi colorati “ Bagni misteriosi” realizzati nel ’73 per la XV Triennale di Milano e a “Il nuotatore nel Bagno misterioso” del ’74, entrambi suggestivi d’après dei “Bagni misteriosi con cigno” del ’58, anch’esso presente in rassegna. Curata da Lorenzo Canova e Riccardo Passoni, la mostra “Giorgio de Chirico. Ritorno al futuro”, ospitata alla GAM di Torino fino al prossimo 25 agosto e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM e Associazione Metamorfosi (in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico), assembla complessivamente un centinaio di opere, provenienti da importanti musei, enti, fondazioni e collezioni private; 48 a firma del pittore di Volo, le restanti realizzate da quella ricca generazione di artisti che, in particolare dagli anni ’60 in poi, si ispirarono alla sua opera. Di de Chirico alla GAM si rivive l’ultima sua stagione esistenziale e artistica, quella della neometafisica appunto, la più celebre e celebrata, stagione di ricerca e di rielaborazione di temi degli anni Dieci – Venti – Trenta ripensati sotto una nuova luce, attraverso il gusto di una cromia più accesa accompagnata ad atmosfere più serene, meno inquiete e perfino sottilmente ironiche, rispetto a quelle più severe e pensose della prima Metafisica. Per de Chirico, il tempo del ritorno e di una nuova partenza. Il tempo del dialogo e del confronto, intenso e vitale, con le nuove espressioni e tendenze dell’arte contemporanea italiana e internazionale. Che a lui guarda, nelle sue varie forme e cifre stilistiche, come al Maestro cui rendere omaggio quale precursore per eccellenza delle nuove Avanguardie. Capita con Andy Warhol (“Ogni volta –diceva il padre della Pop Art- che vedevo i quadri di de Chirico mi sentivo vicino a lui”), di cui la mostra presenta un’intrigante riproduzione seriale delle celebri “Muse inquietanti”; e accanto a Warhol il “museo” di Ugo Nespolo, le ricerche di Mario Schifano e il “De Chirico”, sovrapittura su lamiera dell’’88 di Mimmo Rotella, insieme al prosecutore (fra i più importanti) della Metafisica Fabrizio Clerici e a grandi artisti internazionali come Henry Moore (suo il notevole bronzo “Nuclear Energy” del ’64), Philip Guston, Bernard e Hilla Becher. Una quarantina gli artisti omaggianti de Chirico, in un lungo percorso in cui si alternano opere di Valerio Adami, Franco Angeli, Mario Ceroli, Lucio Del Pezzo, Giosetta Fioroni, Gino Marotta, Concetto Pozzati ed Emilio Tadini. Per non dimenticare Renato Guttuso e Ruggero Savinio, con i maestri dell’Arte Povera Giulio Paolini (con la sua “Caduta nel mondo”, super omaggio a de Chirico del 2009) e Michelangelo Pistoletto, insieme alle visioni concettuali di Fabio Mauri, Claudio Parmiggiani, Luca Patella e Vettor Pisani, fino alle “ombre geometriche” di Giuseppe Uncini, agli scatti fotografici di Gianfranco Gorgoni, alle sculture di Mimmo Paladino, via via per arrivare al “mistero”dell’“Opera Ubiqua” di Gino De Dominicis, alle opere di Alessandro Mendini, ai “gladiatori” di Salvo e ai “tableaux vivants” di Luigi Ontani che in una foto in bianco e nero acquerellata fa il verso all’“Autoritratto nudo” realizzato da de Chirico nel ’45. Fra i protagonisti delle ultime generazioni: Juan Munoz, Vanessa Beecroft e Francesco Vezzoli, che fa di Sofia Loren la statuaria protagonista di una “piazza italiana” di dechirichiana memoria. In mostra si trova anche un’animazione digitale di Maurice Owen e Russel Richards, insieme a opere delle Collezioni della GAM, firmate da Claudio Abate, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Franco Fontana e Fausto Melotti. Una piccola ma preziosa sezione è riservata al tema della citazione e della copia, dove a un disegno originale di Michelangelo, proveniente da Casa Buonarroti, si affiancano i disegni di de Chirico dedicati allo studio degli affreschi della Volta della Cappella Sistina e due tele, dedicate sempre a Michelangelo, di Tano Festa, fra i primi a comprendere la forza innovativa della pittura di de Chirico in quel suo collegarsi all’arte del passato “che, nella curva del tempo,ha il potere – scrivono i curatori della mostra – di rifondare l’arte del futuro”.
Gianni Milani
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“Giorgio de Chirico. Ritorno al futuro”
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31, Torino; tel. 011/0881178 o www.gamtorino.it
Fino al 25 agosto
Orari: dal mart. alla dom. 10/18; lunedì chiuso
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Nelle foto
CRESCE LA VOGLIA DI VIAGGIARE: L’87% DEGLI INTERVISTATI HA FATTO UNA VACANZA DI ALMENO 4 NOTTI, CON UN INCREMENTO DEL +12% RISPETTO AL 2018
In un mercato sempre più fluido, nascono precisi profili dei viaggiatori moderni – gli alternativi e gli esclusivisti – con diversi comportamenti e attitudini di spesa. Chi sceglie le case vacanza genera un impatto economico sul territorio pari a 2,9 miliardi di euro
HomeAway®, esperto globale delle case per vacanza, e CISET, Centro Internazionale sull’Economia Turistica fondato da Università Ca’ Foscari di Venezia e Regione Veneto, presentano i dati della seconda edizione del barometro sull’affitto di case per vacanza in Italia*.
Emerge in generale un cauto ottimismo rispetto alla propensione di viaggio degli italiani che sembrano disposti a viaggiare di più. L’87% della popolazione – tra i 18 e i 65 anni – ha infatti potuto godere di una vacanza lunga, superiore alle 4 notti, in aumento rispetto a quanto registrato nel 2018 sul periodo aprile 2016-2018.
Ottimistiche anche le previsioni di vacanza per il 2019, anno in cui l’89% degli italiani ha in programma almeno un soggiorno fuori casa tra aprile e dicembre. Di questi, il 43% opterà sicuramente per unalocalità dove sia garantita un’offerta di case vacanza, altrimenti cambierà destinazione.
In questo scenario generale, che sottende ad un mercato sempre più fluido in cui anche il turista si sente “residente temporaneo” del luogo scelto per le proprie vacanze, si inserisce l’indagine commissionata da HomeAway che, quest’anno, presenta un’importante novità. Sono stati infatti tracciati il profilo dell’utente italiano che sceglie la casa vacanza e il profilo di coloro che invece prediligono l’hotel, analizzandone per la prima volta i diversi comportamenti in termini di abitudini di viaggio e di spesa. L’analisi ha portato a delineare così precisi segmenti di viaggiatori: gli “alternativi” (chi utilizza sia case per vacanza che hotel) e gli “esclusivisti”, che includono sia coloro che utilizzano solo case per vacanza sia coloro che utilizzano solohotel.
“Gli alternativi”, chi sono?
I dati più interessanti di questo studio emergono proprio dal campione di indagine di chi sceglie sia case per vacanza che hotel. Questo segmento è composto per la maggior parte da giovani (il 40% ha < 34 anni) e adulti (il 23% ha 35-44 anni), risiede soprattutto al Nord (il 45%) o al Sud (24%) e ha uno status socioeconomico medio-alto, sia in termini di istruzione che di ceto sociale. Rispetto agli altri profili ha una maggiore propensione al viaggio: quasi l’80% di loro ha fatto almeno 2 vacanze lunghe e 2 short break negli ultimi due anni e, tra le due tipologie di alloggio (case per vacanza e hotel), il 56% di loro valuta e sceglie la prima.
Dove, come, quando, perché e con chi viaggiano gli alternativi?
Dove? Le destinazioni preferite da questo segmento di viaggiatori sono in assoluto le località balneari, che registrano il 47% delle preferenze, seguite dalle città d’arte (22%) e dalla montagna (11%). L’appartamentoè la tipologia di alloggio più gettonata, scelta dal 52% degli intervistati, seguita dalla casa indipendente/villetta (25%). Le altre tipologie di alloggio legate alla vacanza scelta (ad es. bungalow per le vacanze al mare, baita per la montagna, etc.) contano per il 20%.
Quando? L’estate è senza dubbio la stagione prediletta, in particolare il periodo giugno-agosto è preferito dal 56%, con un picco ad agosto (25%). L’autunno, e in particolare settembre, è scelto dal 16%, seguito dalla primavera, in particolare maggio (15%) e infine dall’inverno (gennaio soprattutto), che chiude con il 13%.
Perché? Gli alternativi amano viaggiare soprattutto per rilassarsi ed evadere dallo stress quotidiano (voto 4 su 5), godersi il meritato riposo, divertirsi con i compagni di viaggio (voto 3,8 su 5) e infine per conoscere nuovi luoghi (voto 3,7 su 5) e nella scelta della destinazione, danno importanza anche all’offerta della stessa (enogastronomia 3,6, risorse culturali 3,5, naturali 3,3).
Con chi? Il gruppo è formato in media da 3 persone, con la maggioranza che decide di viaggiare in famiglia(partner e figli) o in coppia (entrambi al 36%). A seguire troviamo i gruppi numerosi, formati da partner/famiglia e parenti o amici (12%), gruppi di amici (11%) e infine chi sceglie di viaggiare da solo (2%).
Dove prenotano e come scelgono una casa per vacanze?
Le piattaforme online specializzate in affitti turistici sono il principale canale di informazione e prenotazione (37%), seguito dalle OTA e dai portali delle destinazioni turistiche, che registrano il 32% e il 30% delle preferenze, rispettivamente. Il passaparola tradizionale è ancora scelto dal 29% degli intervistati, mentre il 13% è un repeater (sceglie, cioè, sempre lo stesso alloggio). Chiudono le agenzie di viaggi (8%) e le agenzie immobiliari (7%).
La prima caratteristica presa in considerazione in fase di valutazione dell’alloggio è la posizione e il prezzo(voto 4 su 5), seguito dall’ambiente e i dintorni della casa (voto 3,8 su 5) e infine le recensioni su internet e il contatto diretto con i proprietari e i gestori di case vengono valutati con un voto di 3,6 su 5.
“In Italia il mercato degli affitti ad uso turistico è in crescita costante ed è uno dei più attivi in Europa, sia dal lato dell’offerta che della domanda, grazie alla diffusione di piattaforme e siti web specializzati in affitti – ha sottolineato Valeria Minghetti, Chief Senior Researcher di CISET -Da qualche anno a questa parte la figura del viaggiatore si è evoluta: la vacanza di stampo tradizionale esiste sempre di meno e ormai è pensata come esperienza per vivere i luoghi. In un mercato sempre più fluido e mutevole, abbiamo individuato quindi una tipologia di turista ‘ibrido’, che cambia le sue scelte e i suoi comportamenti in base alle sue molteplici individualità”.
“Gli esclusivisti”, chi sono?
E gli altri due segmenti? La ricerca ha tracciato anche il profilo degli esclusivisti. Coloro che hanno scelto di soggiornare solo in case per vacanza sono per la maggior parte adulti o maturi (il 47% ha più di 45 anni) e risiedono in prevalenza nel Nord Italia (57%). La loro vacanza ideale è tradizionale, prevalentemente al mare (45%) e in montagna (14%). Amano viaggiare in famiglia (42%) o in gruppi numerosi (15%) e in gruppo di amici (13%) per la prenotazione utilizzano sia le piattaforme specializzate in affitti brevi (32%) sia le OTA e altri intermediari (30%).
Diverse invece sono le abitudini di chi sceglie solo l’hotel; il target di riferimento ha un’età media più elevata (il 51% ha > 45 anni) e risiede un po’ in tutta Italia, ma con una maggiore concentrazione al Centro. Viaggia soprattutto in coppia (44%) o in famiglia (27%) e opta per una tipologia di vacanza più eterogenea: il 39% sceglie un soggiorno nelle città d’arte, mentre il 32% va al mare. Le cosiddette “bed banks” (i portali specializzati nella prenotazione di camere) sono il tool di riferimento per il 50% degli intervistati, seguiti dai portali delle località turistiche (27%).
Spese extra e impatto economico, i target a confronto
Ma veniamo alle spese extra: il barometro HomeAway/CISET indica che gli “alternativi” spendono in media € 573 per l’affitto e una cifra più che doppia in spese extra – € 1.165 Euro – per tutto il soggiorno, per un totale di € 1.738. Delle spese extra, la maggior parte è destinata alla ristorazione (40,4%).
Tra gli “esclusivisti”, sono i sostenitori delle case vacanza a spendere di più, non tanto in termini di affitto, quanto in attività da svolgere durante il proprio soggiorno, con un miglior indotto per il territorio (€ 766contro € 664 sostenuto da chi alloggia solo in hotel), dato un gruppo di viaggio più numeroso e una maggiore durata del soggiorno.
In generale, il fatturato generato da chi utilizza case per vacanza (esclusivisi e alternativi) si aggira intorno ai € 2,9 miliardi, di cui poco meno di € 1 Mld è dovuto alle spese di affitto e € 1,9 Mld sono le spese extra a destinazione.
A chiusura della presentazione dei risultati, Gualberto Scaletta, Country Manager Italy Vrbo, ha così commentato: “Siamo contenti di aver rinnovato anche quest’anno la nostra collaborazione con il CISET per la realizzazione di questo studio che quest’anno si è ulteriormente arricchito di importanti novità, Questa seconda edizione, infatti, fornendo diversi profili e comparandoli tra loro, ci offre molti dettagli interessanti per conoscere meglio, e per la prima volta, in maniera così dettagliata, quelli che abbiamo definito “Gli alternativi”, un profilo di turista, più fluido, consapevole e che sceglie sia l’hotel che la casa per vacanze, confermandoci ancora una volta quanto oramai siano due soluzioni di alloggio a tutti gli effetti complementari. In un contesto, anche se lieve, di ripresa economica – aggiunge il manager – in cui il viaggiatore diventa sempre più esigente e quindi più “fluido”, credo sia strategico ascoltarne più attentamente i bisogni e ad anticiparne le esigenze e per farlo è sempre più utile realizzare indagini come questa, che ci aiutano a tracciarne un profilo preciso, al passo con i tempi e non limitativo”.
* Definizione generica non corrispondente ad alcuna definizione legale
**Metodologia di analisi
- Indagine CAWI condotta da SWG su un panel di 60.000 persone rappresentative della popolazione italiana
- Intervistati Italiani 18 – 65 anni che hanno fatto almeno 1 vacanza/breve soggiorno (almeno 1 notte fuori casa) in Italia nel corso degli ultimi 2 anni (marzo 2017-aprile 2019)
- Periodo: prima metà di aprile 2019
- I campioni intervistati:
– Turisti in case per vacanza: 1.300 interviste a persone che negli ultimi 2 anni hanno trascorso almeno 1 notte in un alloggio in affitto e che hanno utilizzato anche altre tipologie di alloggio (hotel)
– Turisti in hotel, che NON utilizzano case per vacanza: 600 interviste a persone che negli ultimi 2 anni hanno trascorso almeno 1 notte in hotel, ma non in un alloggio in affitto
Tra i brani inediti, anche uno scritto da Roberta Faccani
Silvia Mezzanotte torna sul mercato discografico il 31 maggio con il nuovo album ‘Aspetta un attimo’ (Fluido Records/SELF), preceduto dall’omonimo singolo che sta scalando la classifica dell’airplay radio indipendenti. Un disco maturo, importante, introspettivo dove spiccano, tra gli altri, Pino Marcucci (autore di molti brani per Josè Carreras), Giuseppe Fulcheri (Oxa, Mogol, Irama, Groff) e Roberta Faccani, anche lei voce, per qualche anno, dei Matia Bazar. Le tracce dei brani sono legate tutte da un fil rouge insolito: la riflessione. In un’epoca nella quale la velocità di dare risposte, anche al mercato, è diventato uno stile di vita, Silvia Mezzanotte è andata, invece, in controtendenza, prendendosi il giusto tempo per capire quale fosse la direzione più giusta per lei. “Questa pausa mi ha fatto bene – confessa l’artista – anche se è stato emotivamente difficile: non mi ero mai fermata per paura di perdere tempo, di essere dimenticata. E se guardo indietro e riavvolgo la mia storia da quando ho debuttato, giovanissima e spaventata, sul palco di Sanremo nel 1990 penso di essere stata fortunata: perché la vita mi ha dato molte possibilità, dal lungo viaggio con i Matia Bazar, con i quali ho vinto Sanremo, sino alla vittoria di Tale e Quale Show, esperienza che mi ha costretta a superare i limiti della mia comfort zone. In quel periodo tutti mi dicevano che dovevo uscire con un album. Ho scelto di non farlo, poichè ho capito di voler crescere ancora un po’: evitando così di realizzare un disco soltanto perchè, mediaticamente parlando, era il momento giusto“. Questo l’ha portata, così, a realizzare un lungo tour in Italia e all’estero con il suo recital teatrale Le mie Regine, nonché a collaborazioni straordinarie con artisti del calibro di Michael Bolton e Dionne Warwick (con la quale ha inciso un duetto che sarà presentato a breve). Da poche settimane, invece, è partita l’avventura di ‘All together now’, dove Silvia Mezzanotte è tra i protagonisti dello show musicale condotto da Michelle Hunziker e J-Ax in onda su Canale 5. Prosegue l’artista: “In questo ultimo periodo ho osservato e vissuto questa strana epoca così frettolosa, nella quale l’impulsività ci porta a fare e dire cose delle quali, spesso, ci pentiamo. Ci raccontiamo che seguiamo l’istinto. Ma non è così. Un giorno, leggendo un libro, ho scoperto l’amigdala, una ghiandola del cervello che gestisce le emozioni, soprattutto la paura. Uno strumento di difesa indispensabile per i primitivi, perché fa scattare l’adrenalina e reagire al pericolo. Ma che ormai usiamo anche per comprare un paio di scarpe. Ho voluto approfondire come funzionasse questa ghiandola. E ho scoperto che è come un campanello di allarme: per dieci secondi attiva tutti i sensi legati al pericolo. Da allora mi impongo, in qualsiasi contesto, di contare fino a dieci”.
Sugli striscioni hanno scritto “Vogliamo i nostri soldi” “Abbiamo lavorato: pagateci”. Li hanno collocati sulla torre littoria di piazza Castello una quindicina di operai di una azienda edile. I lavoratori minacciano di non scendere dall’edificio finchè non avranno le risposte che attendono. Presenti sul posto i vigili del fuoco, i carabinieri e la Digos della Questura per le trattative.
(foto: il Torinese)
Si è concluso presso la Caserma Monte Grappa, sede del Comando Brigata alpina Taurinense, il 121° Corso di Diritto Internazionale Umanitario dei conflitti armati, svolto dalla Croce Rossa Italiana a favore dei militari dell’Esercito e dei Carabinieri
Articolato su trenta ore di studio suddivise tra lezioni frontali e momenti di esercitazione, il corso è stato condotto da Docenti Universitari, Istruttori di Diritto Internazionale, Consiglieri Giuridici e da personale della Croce Rossa altamente qualificato. Particolarmente significative e preziose sono state le lectio magistralis di Nicola Pedde, direttore dell’Institute of Global Studies edEdoardo Greppi luminare del Diritto Internazionale Umanitario. Nei cinque giorni di lezione sono stati affrontati molteplici ed interessanti tematiche del Diritto Internazionale dei conflitti armati tra cui i principi di proporzionalità, limitazione e distinzione ed argomenti di assoluta attualità che riguardano i diritti umani ed il fenomeno migratorio, l’esperienza della CRI, il trattamento dei prigionieri di guerra, l’uso e l’abuso dell’emblema di protezione ed il movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. L’attenta analisi di casi di studio richiedenti l’applicazione delle norme in contesti simulati, ha reso inoltre il corso strettamente attinente alle diverse tematiche che il personale militare può trovarsi ad affrontare nel corso dei frequenti impieghi internazionali. Al termine del Corso – il primo svolto al Comando della Brigata alpina Taurinense – si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione alla presenza del Comandante, Generale di Brigata Davide Scalabrin,
M.Iar.