

Millennial è una parola che ho imparato da pochi mesi. Sta semplicemente ad indicare quelli che sono nati dal 1980 al 2000. Praticamente ancora giovani e fa coppia con un’altra definizione “nativi digitali”, le nuove generazioni che sanno tutto di internet, computer, telefonini e via di seguito. L’altra che viene in mente è “tardivi digitali”, vale a dire, quelli antichi come me, ma sempre molto curiosi di imparare, dalla fisica all’astronomia, passando per la storia, fino ad arrivare alla cultura del “buon bere” e “ben mangiare”.Per me che vengo dalla Scuola del compianto Cino Tortorella (Alias Mago Zurlì), grande gastronomo e conoscitore di mille piatti e altrettanti luoghi d’Italia, la ricerca di Polli Cooking Lab mi ha incuriosito. Scoprire le nuove tendenze alimentari altrettanto. Un campione di 500 donne torinesi e della Community si sono lasciare intervistare rivelando le loro preferenze e per le donne dai 25 ai 35 è emerso che amano sperimentare in cucina quando “lui” non c’è. Segno che quando c’è genera confusione. Le sorprese? Non solo più soltanto agnolotti al plin, ma linguine al tofu, millefoglie di verdure, involtini di crudité e sushi vegetariani. Il menù del terzo millennio è all’insegna della sperimentazione negli abbinamenti e nei sapori, ma con al centro ingredienti provenienti dall’orto: muffin ai peperoni (44%), millefoglie di verdure (38%) a base di cavolo cappuccio, cavolfiore e broccoli. Scende la carne rossa (24%), sostituita persino dalla frutta tropicale che diventa protagonista di piatti unici come la tartare di avocado (32%), quinoa e verdure in agrodolce, mentre si mantiene stabile la posizione del pesce (28%). Fantasia in cucina che vede le donne, soprattutto le più giovani, dai 25 ai 35 anni, desiderose di sperimentare. Sperando che “lui” al ritorno sia soddisfatto degli esperimenti e non preferisca le “penne all’arrabbiata”. Per me, per contro, incuriosiscono la milanese di carciofo su trevigiana, la Saint Honoré di zucca con bignet alla toma Boscasso, oppure la millefoglie di zucchine con crema di parmigiana di melanzane o i ravioli di farina di riso proposti dalla chef piacentina (Val Tidone) Isa Mazzocchi, stella Michelin del ristorante La Palta (appalto ndr).
Tommaso Lo Russo
Viabilità bloccata dopo che un camion carico di tifosi bianconeri ha urtato i cavi del tram della linea 10 in corso Grosseto angolo via Chiesa della salute. Sei feriti, due in modo grave, sono stati trasportati all’ospedale San Giovanni Bosco. Sul posto i vigili del fuoco, la polizia municipale, carabinieri, polizia e ambulanze. Oggi poco dopo le 16 Gigi Buffon ha intanto concluso l’esperienza con la maglia della Juve. Al 17′ del secondo tempo ha lasciato il campo al portiere Pinsoglio, accompagnato dalle
ovazioni dell’Allianz stadium. La Juventus ha sconfitto, sotto una pioggia battente, il Verona 2-1 nell’anticipo della 38ma giornata. Andrea Agnelli ha chiesto su Twitter di alzarsi in piedi per applaudire la squadra per la settima volta consecutiva diventata campione d’Italia. Migliaia di tifosi in festa per le vie del centro di Torino.
(foto gp – il Torinese)
Venerdì 18 maggio, presentazione; sabato 19, preparazione e prove, Domenica 20, esecuzione. Un evento come quello che sta per andare in onda non c’è tutti i giorni: chiamato “ALI SUL LAGO”, è una manifestazione unica nel suo genere, uno spettacolo nel cielo e sul lago, in questo caso il bacino del Lago Maggiore che sta di fronte a Pallanza (Verbania, ricordiamo, è formata da Intra e Pallanza: da quest’ultima frazione
saranno meglio visibili le figure e le acrobazie aeree). La presentazione- spiegazione è avvenuta a Verbania, al Teatro Maggiore, venerdì 18. Presenti il Sindaco Silvia Marchionini e i più autorevoli rappresentanti e dirigenti dello spettacolo acrobatico: il Comandante Pilota Alitalia Maurizio Viti e il Ten- Colonnello Mirco Caffelli (seduti al tavolo della presentazione, nella foto, con la Sindaca). “Per me è la prima volta (s’intende che “per la prima volta” Caffelli ha questo importante incarico di comando di tutta la Pattuglia ndr): le Frecce tricolori hanno questo importante compito
di rappresentare le Forze Armate. Le prove di sabato si faranno utilizzando fumi bianchi”. Alla presentazione hanno preso parte attiva anche Mauro Piras, pilota istruttore (di Biella) e il “nostro” Comandante della Navigazione Lago Maggiore Ing. Gian Luca Mantegazza. Nel presentare le caratteristiche più importanti del piano per cercare di dare ordine e limitare il traffico, sia lacustre che di terra, Mantegazza ha raccomandato a tutti di non utilizzare l’auto nelle vicinanze di Pallanza. “Per tornare a casa ci saranno i battelli, non usate l’auto!”. Ci sarà persino un servizio di elicottero da Fondotoce. Il Comandante della Polizia Urbana di Verbania, Ignazio Cianciolo, ha poi aggiunto le ultime raccomandazioni, informando anche del servizio–navetta da Intra a Pallanza.
Elio Motella
Ha dato da bere alla sorella 73enne acido muriatico: la donna è morta all’ospedale di Alessandria. Il fratello ha tentato poi di suicidarsi, ingerendo lo stesso liquido velenoso, nella struttura medica dove è ospitato, a Casale. L’uccisione dell’anziana è avvenuta nella casa di lei, a San Salvatore Monferrato, nell’Alessandrino. L’uomo, 67enne, ora ricoverato in gravi condizioni, è stato dichiarato in arresto per omicidio dai carabinieri. I militari sono giunti nell’abitazione dei due fratelli su segnalazione di un conoscente. Il fratello voleva probabilmente porre fine alle sofferenze della donna che era malata da tempo.
A Ivrea Luigi Di Maio ha inaugurato il tour per illustrare l’accordo di governo tra pentastellati e Lega. Per il capo politico grillino nel contratto di governo è previsto “il blocco di un’opera che è inutile. Noi andremo a parlare con la Francia e diremo che la Torino-Lione poteva valere trent’anni fa, non più oggi: non serve più”. Secondo Di Maio la battaglia contro la Tav ” è storica e molti anni fa ha dato inizio a tutto questo”.
<<Con il no alla tav rischiano fin da subito di perdere il posto circa 2000 lavoratori, 6000 in prospettiva. Sul contratto del loro futuro neanche l’ombra a meno che non ci si arrenda alla disoccupazione e alla morfina del reddito di cittadinanza.>> Così Augusta Montaruli (nella foto) deputato di Fratelli d’ Italia che prosegue:<<Gli italiani vogliono uscire dalla crisi, hanno
intenzione di rimboccarsi le maniche e lavorare ma così verrebbero accompagnati nel precipizio. Il no a tutto e’ un falso risparmio perché porta a decrescita e disoccupazione. In centinaia di marce del no ancora nessuno ci ha spiegato come si riuscirebbe a creare gli stessi posti in alternativa. Nella marcia di lotta e di governo di oggi Di Maio – Salvini risolvano questa ambiguità. Dopo il no dicano anche ai lavoratori cosa faranno domani.>>
Più di 80.000 gli articoli contraffatti, con marchio Juventus, sequestrati dalla Guardia di Finanza, nel giorno di festa per lo scudetto. Denunciati per frode e contraffazione i titolari di due aziende che avevano prodotto maglie, magneti, cuscini “taroccati” riservati ai festeggiamenti bianconeri. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 20 macchinari industriali, computer, 60.000 imballi, file e cliché di marchi registrati per un valore di circa 800mila euro.
Il bar del vecchio imbarcadero di Intra ,di fronte a Piazza Ranzoni, piaceva molto a Roland Duprè. Sedersi ai tavolini in quel salotto riparato dall’alto tetto in capriate di ferro sostenute da colonnine in ghisa di stile neo-classico, equivaleva a tuffarsi nelle atmosfere “liberty” di fine ottocento. “Voi del lago siete stati bravi a mantenere intatte le linee dei vostri imbarcaderi. Guardati attorno, amico mio: è una delizia degli occhi vedere queste strutture, le vetrate, l’uso artistico del ferro. Il vostro ingegner Caramora, quando lo progettò, aveva avuto una felice intuizione per questo luogo che doveva diventare, come poi in effetti è stato per più di un secolo, uno dei crocevia più importanti della navigazione sul Verbano”. Del resto, bastava guardare gli imbarcaderi di Meina, Stresa, Baveno, Ghiffa, Cannero o Cannobio per rendersi conto che quello di Intra non era il solo “gioiello”. Roland, quel giorno, beveva lentamente il suo drink, allungando le gambe sotto il tavolino.Era visibilmente soddisfatto. Mi aveva poco prima confidato che la mia idea – costruire una mongolfiera per “galleggiare” nel cielo che sovrasta il lago Maggiore – lo intrigava. “E’ una sfida che mi attrae, amico mio. Una sfida alla quale non voglio sottrarmi. Ho un amico a Ginevra, direttore commerciale di un grande istituto di credito svizzero, che da molti decenni coltiva la passione per questo tipo di volo. Non ho dubbi che ci darà una mano. Anzi, sono certo che sarà felicissimo di prestarci una delle sue mongolfiere“. Mi spiegò che il professor Guy De Marne di palloni aerostatici ne possedeva almeno
una dozzina.
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Bastò una telefonata a cui fecero seguito altri contatti per fax e telegrafo ( Roland odiava la posta elettronica, i computer e internet ) e l’accordo si trovò. Il professore ginevrino era ben felice di prestare l’attrezzatura e noi lo eravamo ancor più di lui. Ci vollero meno di due settimane perché le quattro grandi casse, viaggiando per ferrovia, fossero recapitate a Baveno. Nel frattempo, per poter lavorare indisturbati, ci eravamo dati da fare nella ricerca di una struttura abbastanza grande per consentirci di montare i vari pezzi della mongolfiera. L’avevamo trovata. Anzi, l’aveva trovata Roland che aveva un’infinità di conoscenze. Non essendoci delle soluzioni idonee nella zona, aveva individuato un capannone a Laveno, proprio di fianco alla vecchia fabbrica di ceramiche Richard Ginori. Certo, dover fare avanti e indietro con il battello tra le due sponde del lago non era il massimo ma non esitammo ad affittare quello che sarebbe diventato il nostro “hangar”. I viaggi tra le due sponde iniziarono, con una frequenza regolare. Quando mi presentavo davanti allo sportello della biglietteria dell’imbarcadero, il bigliettaio Ticchetti mi salutava con una domanda : “Il solito,
ragioniere?”.Alludendo al biglietto di andata e ritorno tra Baveno e Intra e tra quest’ultimo scalo e Laveno, usava la stessa espressione con cui Orlando Trezzi, il banconiere della Casa del Popolo si rivolgeva ai suoi clienti abituali. Le operazioni di montaggio ci occuparono più di un mese un po’ per l’inesperienza e perché l’attività si svolgeva a tempo perso,almeno per Roland che era la vera “mente” dell’operazione. Io, a dire il vero, essendo in pensione, di tempo ne avevo tanto ma non potevo certo inventarmi ingegnere aeronautico così, su due piedi. Occorre sapere che una mongolfiera è costituita da un ampio pallone, realizzato in tessuto monostrato di nylon, e ha un foro in basso, che in gergo viene chiamato “gola”. Al pallone è assicurato un cesto (o “gondola”) nel quale trovano posto il pilota ed i passeggeri. Installato sul cesto e posizionato sotto alla gola, il bruciatore ha il compito di riscaldare l’aria, spingendola su nel pallone. L’aria riscaldata si raccoglie così nell’involucro rendendolo più leggero dell’aria circostante, determinando quella spinta ascensionale che fa volare la mongolfiera. Questi marchingegni sono in grado di raggiungere quote altissime, al punto che alcuni palloni ad aria calda per uso scientifico hanno raggiunto e superato i 20mila metri di quota, ben al di sopra delle traiettorie degli aeroplani. Il tessuto sintetico che viene usato, dotato di leggerezza e grande resistenza meccanica, mette al riparo da spiacevoli guai. Durante la costruzione, il tessuto viene tagliato in lunghi spicchi che vengono poi cuciti assieme fino a formare il pallone vero e proprio. Le cuciture sono quindi ricoperte da nastri ad alto carico, cui vengono fissate le funi che reggono il cesto. Il bruciatore, una specie di lanciafiamme, impiega il propano, un gas conservato, allo stato liquido, in apposite bombole. La spinta ascensionale fornita da una mongolfiera dipende principalmente dalla differenza tra la temperatura esterna e quella dell’aria contenuta nel pallone. Ad esempio, in una giornata afosa, la mongolfiera avrà meno spinta ascensionale rispetto a una giornata fresca o fredda ed è per questa ragione che i decolli delle mongolfiere avvengono solitamente durante le ore fredde , prima dell’alba o al sorgere del sole.
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Il pallone di una mongolfiera ha bisogno di circa tre metri cubi di volume per ogni chilogrammo da sollevare. Per questa ragione le dimensioni delle mongolfiere moderne variano molto, a seconda del disegno e del modello: le mongolfiere monoposto (dette anche Hoppers), hanno un volume del pallone di poco inferiore ai mille metri cubi. All’estremo opposto abbiamo i palloni giganti da ottomila metri cubi, in grado di sollevare una dozzina di persone. La nostra, come la maggior parte delle mongolfiere, era di circa 2500 metri cubi , sufficienti per trasportare tre o quattro persone. Era stata prodotta nella fabbrica di mongolfiere più grande al mondo: la Cameron Balloons di Bristol, in Inghilterra. Per pilotarla si era offerto Roland, avendo partecipato a diverse imprese e sempre pronto a intraprendere nuove avventure.Tra l’altro, non è che il pilota potesse far molto: il volo della mongolfiera è totalmente passivo. Chi la guida non può fare altro che variare la quota di volo. Tuttavia, con un attento studio dei venti in quota e delle loro direzioni, si può ottenere una certa navigabilità e l’ingegner Duprè era pronto a giurare che, variando la quota fino a giungere all’interno di una corrente,poteva scegliere la direzione desiderata. Si era documentato per bene. Mentre lavorava canticchiava sottovoce una canzone di Gianmaria Testa che pareva scritta apposta per celebrare l’impresa a cui c’accingevamo: ..”lasciano tracce impercettibili le traiettorie delle mongolfiere e l’uomo che sorveglia il cielo non scioglie la matassa del volo e non distingue più l’inizio di quando sono partite”. 2° puntata (continua)
Marco Travaglini
di IBIS
Il cosiddetto contratto di governo fra M5s e la Lega , pur fra dubbi e cautele, evidenzia ancora una volta la debolezza della rappresentanza politica , e non solo, di Torino e in parte del Piemonte. La vittima illustre del compromesso fra le due forze politiche potrebbe infatti essere il Tav Torino -Lione.
Nell ‘ultima versione si parla di ridiscussione del progetto, ma si sa che cosa vuol dire ridiscutere progetti così complessi, già rivisti e discussi più e più volte: un rinvio chissà a quando, con uno spreco enorme di risorse( cioè soldi nostri) e l’assenza del collegamento veloce merci- passeggeri per un lungo tempo.Io credo che sia invece un’opera importante a livello continentale e per l’area Torinese fondamentale per i flussi di merci e capitali, ma anche in chiave turistica, vista la debolezza dell’aeroporto. Ai torinesi con qualche anno, questa decisione dovrebbe ricordare l’incredibile vicenda della metropolitana: nel 1974 sembrava che finalmente potessero partire i lavori, poi arrivarono le giunte di sinistra con il sindaco Novelli e non se ne fece più nulla. Si disse esattamente come ora: è un’opera inutile, uno spreco, e via a calcolare flussi di traffico per dimostrare che non serviva, agitando le ombre della corruzione , demonizzando le grandi opere ecc. ecc. Si persero così dieci anni .Oggi chi
rinuncerebbe alla metropolitana? Nessuno, ma già i 5 stelle contestano la seconda linea. Tutti sanno che l’alternativa a intasare le strade delle città di traffico inquinante è il trasporto pubblico in sotterranea: è veloce , più veloce di qualsiasi altro mezzo (e non deturpa le città , come purtroppo le linee tranviarie : avete mai alzato gli occhi al groviglio di cavi che incombe su piazza Castello? ). Non si vogliono trasporti veloci e non inquinanti , ma si limita il traffico in superficie e si vuole estendere l’orario della ZTL : faccio sommessamente notare che a Torino la metropolitana non attraversa la ZTL. Lo farebbe la seconda linea.
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Per il TAV Torino- Lione la storia si ripete. Scendono nelle strade i valligiani, si fanno le barricate ( in verità se ne stanno facendo sempre meno ). Disse una volta l’allora commissario straordinario per l’opera Mario Virano, oggi direttore TELT: forse i no Tav non sanno che si parla di una ferrovia non di mettere missili nucleari in Val Susa. Se non c’è la ferrovia continueranno a passare TIR e auto sull’autostrada, ben più inquinanti, ma questo sembra che ai no tav non interessi. Ho detto all’inizio , che questo contratto fra Lega e M5s , dietro il problema del Tav , solleva un altro, forse ancora più grave problema: Torino non conta nulla a livello nazionale. L’irrilevanza della classe politica piemontese perdura pur cambiando maggioranze e governi. Quasi nessuno ha fatto notare che dalla nascita della cosiddetta seconda Repubblica , nel 1994 con il primo governo Berlusconi, sono stati pochissimi i ministri piemontesi e spesso in posizioni poco significative. Se non ricordo male, Costa padre, Comino ,Turco, Fassino , Costa figlio, Nerio Nesi e basta. (escludo dal calcolo il governo Monti fatto da tecnici). Praticamente nessun torinese è fra i leader di partito che contano. Non va meglio all’intera classe dirigente della città: dall’industria al sindacato , dalla Chiesa alla cultura. La stessa sindaca Appendino non è fra i maggiorenti del suo partito. Chi può allora difendere i legittimi interessi
della città? Si potrebbe estendere il discorso a buona parte della Regione. ( Forse l’unica personalità di un certo rilievo è oggi il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia, un cuneese da poco trapianto in città). Non sottovaluto le risorse di lavoro e di impresa, in qualche caso ottime, ma mancano le classi dirigenti in grado di operare affinchè Torino esca dal declino che l’ha colpita ormai da diversi anni. Intanto l’asse Milano- Roma colpisce proprio il capoluogo subalpino. Quella che era la più importante area industriale italiana e fra le più importanti del mondo è diventato un punto in alto a sinistra sulla carta geografica d’Italia. Chi guiderà la riscossa?
(foto: il Torinese)