redazione il torinese

Alla guida di un’auto investe due sorelle, una muore

Questo pomeriggio a Torino, in strada della Pronda angolo via De Sanctis una vettura guidata da un anziano  ha investito  due sorelle. Una di loro,  69 anni, e’ deceduta in ambulanza , mentre l’altra, 79 anni,  è in gravi condizioni. L’uomo è risultato negativo all’esame dell’etilometro.

Museo di Mergozzo: un percorso espositivo rinnovato

Un piemontese o un lombardo che non abbiano ancora visto Mergozzo e il suo lago, incastonato tra le prime pendici alpine dell’Ossola e il Lago Maggiore, a pochi chilometri da Verbania, per ora si sono persi un gioiello, ma c’è sempre  tempo per rifarsi. Loro sono vicini, ma l’invito è rivolto a tutti, turisti per caso e non, di qualunque parte del mondo.

Il Lago di Mergozzo, che ha preso più volte la Bandiera Blu per le sue acque pulite, fin dal tempo dei Romani ha assunto notevole importanza strategica per la sua posizione, alle porte della valle. I ritrovamenti preistorici hanno dimostrato che l’uomo si è insediato sulle sue rive già più di 5000 anni fa e hanno favorito la nascita dell’attuale Museo, grazie specialmente alla passione e all’opera costante degli “addetti ai lavori”. Le acque pulite e le sponde affascinanti, sono tuttora meta di turisti, amanti della spiaggia, del campeggio, della pesca, della canoa e della fotografia. Tornando invece al Civico Museo Archeologico del paese, lo scorso sabato 9 giugno, in tarda mattinata, è stato inaugurato il nuovo allestimento, con un nuovo percorso espositivo. Il riallestimento museale, fortemente voluto dal Comune di Mergozzo, dalla direzione del Museo e dal Gruppo Archeologico, è stato reso possibile anche dal contributo della Fondazione Comunitaria VCO, che ha concorso alle spese. A dirigere l’incontro di sabato mattina, oltre allo stesso Presidente della Fondazione Ivan Guarducci, alla conservatrice del Civico Museo Elena Poletti, anche il Sindaco di Mergozzo Paolo Tognetti, la presidente del Gruppo Archeologico Annarosa Braganti, le sovrintendenti delle province di Novara, VCO e Vercelli.Dopo l’introduzione – spiegazione della Presidente Braganti e le parole di saluto del Sindaco di Mergozzo Paolo Tognetti: “ La cultura è importante anche dal punto di vista politico” ha detto Guarducci “non è un caso che si continuino a scoprire nuove opere, sia qui che nel resto d’Italia”.  “Il nostro museo può contare su circa 3000 visite l’anno, di cui solo il 10% stranieri” ha detto, tra l’altro, Elena Poletti “da poco abbiamo messo pannelli illustrativi anche in inglese, per facilitare chi non conosce la nostra lingua. Abbiamo anche apportato numerose migliorie tecniche e coinvolto tutti i musei del VCO; abbiamo coinvolto tutte le scuole”.

ELIO MOTELLA

Licenziata la maestra che insulto’ i poliziotti

Lavinia Flavia Cassaro, la maestra indagata dalla Procura di Torino per aver insultato, il 22 febbraio scorso, al corteo contro CasaPound, i poliziotti in servizio e’ stata licenziata. L’Ufficio Scolastico Regionale ha emesso il provvedimento, con decorrenza primo marzo. L’insegnante  è indagata per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce: fu ripresa mentre insultava gli agenti  e augurava loro di morire.

Due argenti e un bronzo per Elisabetta Mijno alla European Para-Archery Cup

La nazionale italiana paralimpica di tiro con l’arco ha chiuso con il primo posto nel medagliere la Para-Archery European Cup disputata ad Olbia. 10 i podi azzurri, con 2 ori, 5 argenti e 3 bronzi; al secondo posto c’è la Russia (2 ori, 4 argenti e 2 bronzi), terza la Gran Bretagna (1 oro, 1 argento e 2 bronzi). Per l’Italia 6 podi a squadre e 4 individuali, conquistati nell’ultima giornata di gare. Tra questi c’è l’argento di Elisabetta Mijno, arciera piemontese di arco olimpico tesserata per le Fiamme Azzurre e gli Arcieri delle Alpi. Elisabetta si è arresa in finale contro la russa Svetlana Barantseva, a segno in rimonta con il punteggio di 6-4 (parziali 24-25 25-22 24-27 26-25 25-22). In precedenza l’azzurra aveva sconfitto 6-2 in semifinale l’altra russa Buriyat Mirzaalieva e 6-0 ai quarti la polacca Milena Olszewska, dopo aver terminato le qualifiche al secondo posto.

Nella prova dell’olimpico femminile Elisabetta Mijno ha messo al collo l’argento insieme alle compagne di nazionale Annalisa Rosada e Veronica Floreno. Le azzurre si sono inchinate 5-1 in finale alla Russia (Barantseva, Mirzaalieva, Sidorenko, parziali 44-44 47-42 52-48). Nel mixed team in coppia con Stefano Travisani, Elisabetta Mijno ha invece raccolto il bronzo, battendo 6-0 la Corea del Sud (Lee-Kim) nella finale per il terzo posto (parziali 33-28 36-29 34-30). A quarti i due azzurri avevano superato 6-0 l’Ucraina (Dzoba-Balyan, Halyshych) e in semifinale avevano perso 5-4 allo shoot off contro il Giappone (Shigesada-Ueyama).

Campionato Regionale Targa giovanile

A due settimane dal Campionato Regionale Targa aperto alle categorie Master Senior e Junior, si è svolta domenica a Collegno l’analoga manifestazione – arco olimpico – dedicata a Giovanissimi, Ragazzi e Allievi. Circa 80 giovani arcieri in rappresentanza di 16 società piemontesi hanno partecipato al Campionato, organizzato dalla società Ar.Co. Arcieri Collegno in collaborazione con il Comitato Regionale FITARCO Piemonte. Una lunga giornata di gare, con qualifiche e scontri diretti per assegnare le medaglie individuali, a squadre e mixed team. L’articolo completo a questo link

Espulso marocchino filo-Isis

Un 29enne marocchino è stato espulso per motivi di sicurezza dello Stato da parte del prefetto di Torino, in quanto ritenuto contiguo agli ambienti dell’estremismo islamico. Aveva dimostrato in più occasioni e in presenza di altri detenuti un atteggiamento  ostile nei confronti dei cristiani e del cristianesimo. Era quindi stato inserito nel primo livello di monitoraggio carcerario dei detenuti a rischio di radicalizzazione. E’ stato rimpatriato con un volo da Torino a Casablanca.

Corgnati (Pd): “una legge moderna sulla caccia”

Il Consiglio regionale, nella seduta del 12 giugno ha approvato il disegno di legge “Tutela della fauna e gestione faunistico-venatoria in Piemonte”.“La legge sulla caccia – afferma il Consigliere regionale del Partito Democratico Giovanni Corgnati, relatore di maggioranza – è un provvedimento nuovo, moderno, in sintonia con i cambiamenti nazionali ed europei e il più possibile rispondente alle esigenze e alle sollecitazioni degli organismi associativi che si occupano della materia.Questo testo va a riempire un vuoto normativo verificatosi a seguito dell’abrogazione della legge n. 70/1996, mai sostituita”. “Il provvedimento – prosegue il Consigliere Pd – è stato, durante il suo percorso in Commissione, oggetto di un’ampia consultazione e condivisione con molti soggetti, tra i quali le associazioni animaliste e venatorie, gli enti no profit e gli Enti locali e, durante l’esame in Aula, è stato modificato e corretto. Tra gli emendamenti accolti, si segnala quello che introduce il divieto di cacciare le domeniche del mese di settembre, frutto di un’ampia concertazione con forze politiche di maggioranza e opposizione”. “La legge – ha proseguito il Consigliere Corgnati – introduce alcune novità principali: l’aumento della superficie minima per ogni ambito di caccia con una prospettiva di fusione dei diversi enti (ambiti e comprensori alpini); la modifica dei componenti dei comitati di gestione al fine di garantire una rappresentanza a tutte le parti (agricoltori, cacciatori, ambientalisti, enti pubblici); l’introduzione del limite di due mandati per la carica di presidente di Ambito territoriale della caccia e di comprensorio alpino; l’introduzione di una prova di tiro obbligatoria per la caccia di selezione con il rilascio di un attestato di validità semestrale; l’ampliamento delle tipologie delle zone per l’addestramento dei cani ausiliari e l’introduzione della possibilità di addestramento per i rapaci da caccia; la possibilità di commercializzare la fauna selvatica abbattuta; il divieto di introdurre starna e fagiano sopra i 1.000 metri, a tutela della tipica fauna alpina”.

“Altre novità – ha concluso Giovanni Corgnati – riguardano le attività correlate alla fauna selvatica. Tra queste si possono evidenziare: il riconoscimento dei Centri di recupero degli animali selvatici che già operano sul territorio, la possibilità di controllo da parte degli ATC e CA che abbiano al loro interno guardie particolari giurate e la previsione di misure straordinarie di controllo della fauna selvatica, per interesse pubblico, tutela dell’esercizio dell’attività agricola e altre attività economiche”.

“La Linea” di Cavandoli e le pentole a pressione della Lagostina

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Per la maggior parte degli italiani il suo nome  è sinonimo di pentola a pressione, anche se la Lagostina di Omegna produce un’intera gamma di prodotti “casalinghi”:casseruole, padelle, caffettiere, vasellame, posate. L’azienda, fondata nel 1901 e da un decennio controllata dal gruppo francese SEB (già proprietario dei marchi Tefal, Rowenta, Moulinex e Krups) è sempre stata all’avanguardia nell’innovazione del prodotto e nella sua promozione. Già a metà degli anni ’50, nel pieno dell’era dell’acciaio inossidabile, grazie al famoso fondo Thermoplan che venne utilizzato per quasi mezzo secolo, l’azienda sul lago d’Orta intensificò gli investimenti pubblicitari e, con lo slogan “Più sapore in metà tempo”, lanciò un prodotto rivoluzionario per quegli anni: la pentola a pressione, in grado di ridurre drasticamente i tempi  di cottura. Corredata dal famoso ricettario di Lisa Biondi e soggetta a continue migliorie,  ne sono stati venduti più di 20 milioni di esemplari. La Lagostina non s’accontentò del successo e decise di reclamizzare i suoi prodotti su quotidiani, settimanali, radio, cinema e, dal 1963, anche sugli schermi cavandoli-1televisivi. Massimo Lagostina, anima dell’azienda cusiana, in quegli anni esprimeva la convinzione che “per vendere pentole e tegami, oggetti utili che vengono usati a lungo nel tempo, non occorra premere sul subcosciente dei clienti, ma soltanto informarli”. Meglio ancora se lo si faceva con un po’ di simpatia. E così , nel 1969,  quando Osvaldo Cavandoli, geniale fumettista, propose un nuovo personaggio (chiamato inizialmente Mr. Linea) ad alcune agenzie pubblicitarie che realizzavano filmati per il Carosello della RAI, le strade del disegnatore e della Lagostina s’incontrarono. Il personaggio piacque alla ditta del vasellame inox e delle pentole a pressione che lo volle protagonista per la pubblicità dell’azienda. Inizialmente ribattezzato Agostino Lagostina (il nome fu poi eliminato dopo la prima serie di Caroselli) veniva presentato da una voce fuori campo che diceva: “ Chi è Agostino? Un piccolo uomo vivace, dal naso realmente espressivo, con tutte le istanze e le preoccupazioni della vita moderna. Figlio di una matita e di una mano”. Gli venne associata la voce di Giancarlo Bonomi, famoso doppiatore, che gli impresse una parlata dal vago accento milanese. In breve  “La Linea” divenne una  delle “stelle” di Carosello, restando sulla cresta dell’onda per tutti gli anni ’70. Il personaggio raffigurava un omino insoddisfatto e brontolone, intento a percorrere una linea virtualmente infinita e di cui era anch’esso parte integrante, incontrando nel suo cammino numerosi ostacoli che lo costringevano a rivolgersi al disegnatore (in uno strano linguaggio ) affinché cavandoli4gli disegnasse la soluzione ai suoi problemi. La musica che lo accompagnava era “Io cerco la Titina”, resa celebre da Charlie Chaplin nel film “Tempi moderni”. “La Linea” si esprimeva conun comico borbottìoinfarcito di imprecazioni  pronunciate in una sorta di grammelot  nel quale, con un po’ d’attenzione, si potevano riconoscere alcune espressioni dialettali  lombarde, care a Cavandoli che era nato nell’alto Garda bresciano. Gli stessi colori degli sfondi indicavano lo stato emotivo del personaggio, variando a seconda dei casi. Insomma, un “non-linguaggio” che ha agevolato la diffusione internazionale del personaggio. Cavandoli realizzò così 35 film pubblicitari per le campagne della Lagostina della durata di due minuti e mezzo. All’inizio del 2007 l’azienda decise di cambiare il suo storico logo, estromettendo La Linea. E, nel marzo dello stesso anno, a ottantasette anni, Osvaldo Cavandoli muore a Milano. Ma “la Linea”non è stata solo la testimonial della Lagostina. A partire dagli anni ottanta Cavandoli si è guadagnato numerosi clienti in tutto il mondo. Tanto per citarne alcuni, si va dalla carta di credito del Touring Club in Svizzera alla raccolta differenziata in Svezia,dagli elettrodomestici Vestel in Turchia  ai telefoni cellulari polacchi Simplus per non parlare di un istituto di credito in Israele, un’agenzia immobiliare danese, delle assicurazioni Santam in Sudafrica o della casa automobilistica statunitense della Ford.  “La Linea” è una vera e propria star, al punto che degli episodi che la vedono protagonista sono stati proiettati sugli schermi all’interno delle stazioni nelle metropolitane di Berlino, Francoforte e Colonia mentre in Norvegia, a partire dall’estate del 2008, il giornale Dagbladet pubblica quotidianamente un episodio del personaggio di Cavandoli. Del resto un’idea geniale è destinata a non invecchiare mai.

Marco Travaglini

Da giovedì torna il sole

Con il ritorno  dell’anticiclone delle Azzorre da giovedì, dopo dieci giorni di precipitazioni equivalenti alla pioggia di un mese, a Torino torna il sole stabilmente. Con ogni probabilità il 2018 verrà ricordato  come uno  degli anni più piovosi di sempre. In città  in dieci giorni si sono registrati violenti acquazzoni. Più della metà della pioggia totale del periodo recente si è avuta giovedì sera.

Finalmente dovrebbe arrivare l’estate.

La tesi di laurea di Lawrence d’Arabia

Prendeva parte alle campagne di scavi archeologici dirette dal British Museum, esplorava a piedi per mesi intere regioni nella terra dell’Eufrate e del Tigri, i due grandi fiumi mesopotamici, visitava e perlustrava castelli e fortezze medievali, scattava fotografie e disegnava ciò che vedeva. Costui era Thomas Edward Lawrence (1888-1935), molto prima di diventare il celebre Lawrence d’Arabia, uno dei capi della rivolta araba contro i turchi negli anni della Grande Guerra. Il giovane Lawrence, appena ventunenne, aveva già percorso il Vicino Oriente indagando da vicino gli stili architettonici di forti e bastioni arabi e crociati analizzandone la posizione strategica. Dagli studi e dalle sue osservazioni di archeologo nacque la tesi che sviluppò all’Università di Oxford ottenendo il massimo dei voti. In viaggi e ricerche nella Siria ottomana raccolse note e appunti scritti a matita, disegni e fotografie, giungendo perfino a mettere in discussione le teorie archeologiche più conosciute dell’epoca. La tesi dello studente di Oxford, arricchita da alcuni diari composti tra le dune dei deserti mediorientali, è stata raccolta nel libro “I castelli dei crociati” di Thomas Edward Lawrence che l’editore Castelvecchi riporta oggi in libreria dopo tanto tempo, con la prefazione di Franco Cardini e l’introduzione dello storico Denys Pringle.

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“Mi sono alzato all’alba e ho fatto il bagno nell’Eufrate, poi sono andato dall’altra parte del fiume e ho fatto il giro della cinta esterna della fortezza crociata, fotografando l’angolo sud-orientale del castello…anche quando non si incontrano montagne o fiumi, vi sono colline e valli con distese di rocce sufficienti a rendere impossibile il cammino. Non potrai mai renderti conto, senza visitarla, dell’impervietà della regione…sulla strada che va da Antiochia ad Aleppo la mia scorta ha camminato, insieme con i cavalli, per quattro ore, e viaggiare a piedi è cosa che va contro ogni naturale disposizione di un siriano”. Questo è il giovane Lawrence che oltre un secolo fa, nell’estate del 1911, come studente della celebre università inglese, visitò Siria e Palestina in una situazione molto diversa da quella odierna. “Per quanto in crisi profonda, scrive Cardini, la “pax othmanica” che ancora per poco regnava sul Vicino Oriente permetteva itinerari e confronti attraverso luoghi lontani magari poche centinaia di chilometri fra loro, ma non solcati, come accade oggi, da frontiere pericolose e spesso impossibili a varcarsi. Il lavoro prezioso di Lawrence ci consente oggi di verificare la situazione qual era più di cent’anni fa quando mancavano rilievi precisi e foto specifiche di quei luoghi”.

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Nel suo volume Lawrence affronta vari temi: dall’architettura militare in Europa fino al tempo della prima crociata all’architettura bizantina, dalle fortificazioni dei crociati in Siria a quelle in Europa nel XII secolo. E ancora, dalla posizione stategica dei castelli crociati alla descrizione di cinque fortezze nella regione di Edessa. Archeologo, agente segreto di Sua Maestà britannica, militare e condottiero, traduttore e scrittore, Lawrence è stato uno dei personaggi più ammirati della sua epoca. La guerra contro i turchi ottomani tra il 1916 e il 1918 a fianco dei nazionalisti arabi ne ha fatto una leggenda. La sua fama di scrittore è legata in particolare a “ I sette pilastri della saggezza”, pubblicato nel 1922. I “Castelli dei Crociati” uscì postumo nel 1936, un anno dopo la tragica morte dell’autore. Aveva la passione per la moto il giovane Lawrence e percorrendo una stretta strada di campagna rimase vittima di un incidente. Una disgrazia, secondo molti non casuale e la cui dinamica non è mai stata ben chiarita. Una moto, una lastra di ghiaccio, un sasso sulla strada. Dopo una vita avventurosa e straordinaria muore a soli 47 anni in un banale incidente di motocicletta alla vigilia di un incontro con Hitler. “Non sappiamo, scrive Cardini nella sua biografia su Lawrence d’Arabia, se questo incontro sarebbe mai avvenuto, certo era stato sollecitato dalle due parti”. Noi però ci fermiamo al libro di Castelvecchi che è un’importante testimonianza della formazione culturale del condottiero della rivolta nel deserto. Tra i vari libri sulla figura di Lawrence, ci piace ricordare anche “Le sabbie di Lawrence”, scritto dal giornalista e scrittore torinese Renzo Rossotti, noto ai lettori non solo per i suoi “gialli” ma anche come storico di Torino e profondo conoscitore della storia e della letteratura inglese.

Filippo Re