redazione il torinese

“Santuari e comunità”: custodire il fuoco non adorare le ceneri

La fondazione Crt stanzia 5 milioni di Euro per progetti di valorizzazione artistica, spirituale e sociale

 

 

“La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri” ha detto monsignor Olivero, vescovo di Pinerolo, delegato per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Piemontese , citando Gustav Mahler . “Ben vengano progetti per ricreare luoghi che ricreano” , ha aggiunto . La Fondazione Crt vuole contribuire a custodire questo fuoco, di arte e spiritualità   e stanzia 5 milioni di Euro per il nuovo grande progetto “Santuari e Comunità – Storie che si incontrano”, che si propone di recuperare e valorizzare, attraverso la costruzione e il sostegno di progettualità innovative e con l’aiuto delle realtà territoriali, il ruolo storico e sociale di 18 Santuari, uno per ciascuna delle Diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta. Per il Presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia “ si tratta di una sfida innovativa, ispirata al ‘modello Consolata’ di Torino : La trasformazione dei Santuari, da sempre punti di riferimento storici, culturali e devozionali, in moderni luoghi di coesione e aggregazione sociale, crocevia di persone, storie, comunità. Un obiettivo che vogliamo raggiungere incoraggiando la sinergia tra le forze del territorio, chiamate a costruire e a proporre progettualità innovative, che affianchino al recupero strutturale dei Santuari iniziative sociali e di valorizzazione culturale e turistica”. Per il presidente della Fondazione CRT “Non si tratta di erogare solo risorse per il recupero. Il progetto vuole essere generativo”. L’idea è nata in continuità con il progetto “Città e Cattedrali” che già vede le chiese inserite pienamente nelle città. Proprio la settimana scorsa il Presidente Quaglia aveva presentato i restauri realizzati alla Consolata che hanno reso interamente fruibile il bellissimo chiostro di uno dei gioielli architettonici di Torino. Per mons. Olivero “questo progetto vuole ampliare il fuoco, e non solo per i devoti mariani, ma per l’uomo di oggi che ha bisogno di meditare in silenzio. Ci auguriamo che, oltre alla fede e alla pietà popolare, il progetto stimoli questi luoghi a diventare sempre più spazi per la cura della meditazione, del silenzio, dell’interiorità; inoltre spazi per l’incontro tra le culture e le religioni; spazi per intercettare le nuove spiritualità e per mettere in dialogo sport e spiritualità, cura del corpo e cura dello spirito. E, dato che il pellegrinaggio è un lungo cammino attraverso la natura, ci auguriamo che i vari Santuari diventino sempre più veri centri di riflessione sulla questione ambientale, a partire dall’impulso dell’enciclica Laudato sì”. Il progetto punta a legare   in modo inscindibile tre elementi: la realizzazione di interventi di restauro e recupero dei Santuari; iniziative sociali volte a riscoprire e recuperare il ruolo dei Santuari quali luoghi di inclusione sociale; iniziative di valorizzazione culturale e turistica che possano favorire lo sviluppo sociale ed economico dei contesti locali. I progetti dovranno essere presentati da enti ecclesiastici titolari di Santuari piemontesi o valdostani, canonicamente riconosciuti, in partenariato con associazioni no profit operanti in ambito sociale e culturale. Ogni ente potrà presentare una singola richiesta, candidando un solo Santuario.“Santuari e Comunità” prevede lo stanziamento da parte di Fondazione CRT di 5 milioni di euro complessivi, di cui il primo milione nel 2018 per avviare i primi 4 progetti, che potranno beneficiare fino a 250.000 euro ciascuno (ulteriori progetti verranno avviati e sviluppati nel quadriennio successivo). La ripartizione delle risorse rispecchierà gli obiettivi del progetto: circa l’80% del contributo sarà destinato a interventi di recupero, il 15% alle iniziative culturali e di coesione sociale e circa il 5% sarà destinato al matching grant, ovvero al raddoppio delle donazioni raccolte tramite il fundrasing. Sul modello avviato per il Santuario della Consolata di Torino, infatti, è previsto anche per il progetto “Santuari e Comunità” il coinvolgimento di giovani fundraiser specificatamente formati per attivare campagne di raccolta fondi a beneficio delle attività di restauro e delle iniziative sociali e culturali selezionate e finanziate dalla Fondazione CRT. Il bando, on line dal 29 giugno sul sito www.fondazionecrt.it, si articolerà in tre fasi: la scadenza per la presentazione delle proposte preliminari è fissata al 15 ottobre 2018. Al termine della selezione effettuata dalla Fondazione CRT, le proposte definitive andranno presentate entro il 15 marzo 2019; seguirà la realizzazione dei progetti in parallelo con l’attività di fundraising.

La Rete Bianca, il futuro del cattolicesimo politico

Il movimento politico e culturale è decollato nei mesi scorsi a Roma con l’obiettivo di favorire la ricomposizione del cattolicesimo politico, sociale e democratico

La Rete Bianca, il futuro del cattolicesimo politico è il titolo della conferenza che si terrà a

Torino sabato 30 giugno alle ore 9.30 presso l’Hotel Genio in Corso Vittorio Emanuele II 47. Il movimento politico e culturale Rete Bianca è decollato nei mesi scorsi a Roma con l’obiettivo di favorire la ricomposizione del cattolicesimo politico, sociale e democratico che oggi non ha più alcuna rappresentanza politica, culturale, parlamentare e istituzionale. In particolare, di ricomporre il vasto e diffuso associazionismo di gruppi, movimenti e realtà di base che hanno manifestato un forte interesse alla politica e all’impegno pubblico nella società. Anche a Torino, come in molte altre località a livello nazionale, è nato recentemente il movimento Rete Bianca.

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Modera l’incontro Luca Rolandi.

Introduce Giorgio Merlo

Intervengono Guido Bodrato, Franco Campia, Giampiero Leo, Ermis Segatti.

Al termine del dibattito le conclusioni di Mauro Carmagnola.

Record di visitatori nei musei. Gli italiani riscoprono l’arte

Parlare di file questa volta ha una connotazione positiva, vedere tante persone in coda per visitare un museo o un sito archeologico diventa un belvedere se pensiamo al rinato interesse per l’arte da parte degli italiani, ad un rinnovato amore in un’era in cui la tecnologia si è appropriata nelle nostre vite, spesso con prepotenza. Gli Italiani stanno rivalutando il loro patrimonio, le loro ricchezze artistiche e dedicano a queste ultime più tempo, molto più tempo. Non è una deduzione o una mera considerazione, sono i dati del Ministero dei Beni Culturali, la riorganizzazione, le domeniche gratuite infatti hanno dato i loro frutti e nel 2017 ci sono stati 50 milioni di visite con un trend del +15,5%. Respirare la cultura, conoscere e ammirare i nostri beni, quelli che ci invidiano in tutto il mondo, sta diventando una attività usuale, uscire di casa per immergersi nella storia, quella storia che ha fatto del nostro paese il luogo della cultura per eccellenza, è di nuovo una consuetudine a cui tanti, grandi e bambini, giovani e meno giovani stanno riservando il loro tempo libero. La tecnologia in questo caso dà il suo buon contributo perché online è possibile trovare musei, mostre, sapere delle giornate di promozione, prenotarsi e perfino pagare, i nostri cellulari, i tablet e i computer sono di supporto nella conoscenza di queste opportunità e nella diffusione di notizie relative agli eventi, quindi al successo delle iniziative. Una cosa non esclude l’altra quindi, modernità e passato sono compatibili e possono dare risultati straordinari, sapere però che gli italiani hanno speso il loro tempo libero persi nella bellezza e nel divino dell’arte mettendo da parte, almeno per un po’, i loro dispositivi ci fa tirare un sospiro di sollievo, e ci dà la speranza che un certo di tipo di cultura fatta di opere meravigliose, scultura, architettura, musica e tutta quella conoscenza che in alcuni momenti abbiamo percepito come superata, retrò, datata stia tornando al centro delle nostre vite Torino è una delle protagoniste di questa tendenza, il Museo Egizio, la Reggia di Venaria e i Musei Reali sono tra i luoghi più visitati della nostra penisola, la visita in musei come il Mao o la Gam a ferragosto costava solo 1 euro e i numeri sono stati da record. Felici di questo risultato e speranzosi che possa migliorare ancora ci auguriamo che i media dedichino sempre più spazio alla pubblicizzazione degli eventi dedicati alla cultura e che attraverso iniziative come le giornate a costo zero l’arte sia più accessibile a tutti.

 

Maria La Barbera

(foto: il Torinese)

I segreti della pizza alla pala

Dopo il successo degli ultimi eventi organizzati in collaborazione con Slow Food al PAV – Padiglione Arte Vivente di Torino, ecco un nuovo appuntamento: sabato 30 giugno, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, i maestri panettieri di Eataly Lingotto mostreranno come preparare una pizza alla pala fatta a regola d’arte. Dalla scelta degli ingredienti alla cottura perfetta, impareremo passo dopo passo a realizzare uno degli impasti più amati della nostra Panetteria. La cottura avverrà presso il “Focolare“, forno collettivo in terra cruda presente all’interno del parco, a cui seguiranno tante degustazioni gratuite.

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Ingresso libero e aperto a tutti gli appassionati

In collaborazione con Slow Food Torino Città

PAV – Parco Arte Vivente, via Giordano Bruno 31 Torino

sabato 30 giugno dalle ore 10.00 alle ore 13.00

Miss Reginetta con “Les Folies”

Non perdete l’ultima tappa di selezione per il Piemonte di Miss reginetta d’Italia Ultima possibilità per poter accedere alla finale regionale!!! Ancora aperte le iscrizioni. Serata in Via delle Orfane 16, zona quadrilatero a “Les Folies” Cocktails & food nel cuore della Movida torinese. L’ampio locale è ricavato all’interno di un  prestigioso   palazzo del ‘700.

Info 3484965668 / prenotazione Apericena 3405749108

Geometria dell’estasi

“Innocenza della materia e conflagrazione del colore” 

Si intitola “Geometria dell’estasi” la mostra personale dell’artista Roberto Demarchi, che si inaugura giovedì 5 luglio prossimo dalle 18.30 nei suoi spazi in corso Rosselli 11. L’esposizione propone oltre venti opere dell’artista torinese realizzate tra il 2001 ed il 2018 e nel titolo riprende la efficace definizione dell’opera data dal poeta Roberto Rossi Precerutti nel dicembre 2003 sulla rivista “Poesia”, recensendo la monografia dal titolo “Perì Physeos”, pubblicata per l’editore Crocetti, in cui venivano presentati 44 suoi dipinti. Rossi Precerutti parlava di “un’energia imbrigliata in una griglia spaziale rigorosissima, di modo che l’innocenza della materia e la conflagrazione del colore diventino disciplina e ragione”, tanto da poter parlare di “una sorta di geometria dell’estasi “. Proprio nel marzo del 2001, appena due anni prima di questo testo critico, prendeva definitivamente corpo quel ciclo fondamentale nel percorso artistico di Roberto Demarchi che assunse il nome di “Perì Physeos “, contraddistinto da un linguaggio pittorico binario ridotto rigorosamente all’uso di quadrati e rettangoli, capace di riflettere sul momento aurorale del pensiero occidentale ed, in particolare, su quello dei filosofi presocratrici. La ricerca di Demarchi, da allora in poi, si sarebbe declinata, oltre che in direzione dell’approfondimento della riflessione sul pensiero presocratrico, anche di quello delle opere del poeta tragico Eschilo e dell’interpretazione di tematiche sacre tratte da Antico e Nuovo Testamento. Antonio Paolucci, già Direttore dei Musei Vaticani, parla, a proposito di Roberto Demarchi, di un’arte capace di partecipare della “linea che altri hanno chiamato della classicità, della linea della ricerca ( e poi della intuizione e della rappresentazione ) dell’ordine, insieme razionale e poetico, che governa il mondo visibile, di una tendenza stilistica riflessiva e speculativa, fondata sulla felicità di rimozione e proporzioni”. Nelle opere di Demarchi il critico d’arte Paolo Levi ha ravvisato la capacità di far sì che il nostro sguardo penetri le ombrosita’ archetipiche, attraverso “spartiti pittorici rivolti alla luminosità dell’inesprimibile”.

Mara Martellotta

 

Giovedì 5 luglio dalle 18.30 in corso Rosselli 11, a Torino.

Tel 3480928218

Mail rb.demarchi@gmail.com

Fantastic Planet. Inferno Purgatorio Paradiso

ANDREA BIANCONI – FINO AL 30 SETTEMBRE La Spezia

Un caldo avviso ai “viaggiatori”. Ovverosia a quanti si avventureranno, armati di immaginazione senza fine, negli spazi del CAMeC (Centro Arte Moderna e Contemporanea) della Spezia, per visitare la suggestiva e coinvolgente mostra di Andrea Bianconi, classe ’74, vicentino di Arzignano, da tempo operante fra New York e Vicenza. Immaginazione, s’è detto. Tanta. Entusiasmo. Anche di più. E, del resto, proprio Andrea è stato di recente definito “ un pusher d’entusiasmo”. E poi, per i “viaggiatori” di cui prima, ecco l’avviso principe: seguire le “frecce”, elemento ricorrente nell’opera di Bianconi e che l’artista, dice bene Vittoria Coen, curatrice della mostra, “cambia a seconda del luogo”. Seguirle virtualmente, ma anche fisicamente. Pedibus calcantibus. Una o più di quelle raccolte nel mazzo che, simbolicamente, lungo le scale del Centro a salire, un uomo nero tiene in mano e che vogliono rappresentare una visione del mondo, in cui–secondo Bianconi– ciascun uomo è artefice del proprio destino, avendo in mano tutte le possibili scelte e direzioni (suggerite dalle “frecce” per l’appunto) che potrà intraprendere. Promossa dal Comune dell’estremo Levante ligure, la rassegna spezzina (che affianca un’altra dell’artista vicentino titolata “alfabeta” in corso a Milano e che fa seguito alla quinta “Biennale” di Mosca con una public performance fra la Piazza Rossa, il Cremlino e il Manege) vuole rappresentare un viaggio allegorico interiore che ciascun visitatore é chiamato a compiere attraverso gli stimoli prodotti dalla creatività dell’artista. Fonte di ispirazione è il viaggio descritto da Dante Alighieri ne “La Divina Commedia” attraverso i tre mondi ultraterreni: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Al pari del viaggio compiuto dal Sommo Poeta – che ha una duplice chiave di lettura, letterale e allegorica – anche questo “viaggio” ha un fine: che se per Dante è la purificazione, per Bianconi ( artista di notevoli capacità grafiche e profonda conoscenza dei materiali abilmente giocati di volta in volta in chiave op art o dada o attraverso singolari spaesamenti surreali) è “la scoperta dell’origine dell’immaginazione, elemento che alimenta e genera proprio la voglia stessa del mettersi in cammino”. Alla fine del percorso, lo spettatore si trova dinanzi a un grande muro con sopra disegnato un paesaggio ipotetico composto da frecce, per indicare che l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso sono un po’ ovunque e immediatamente raggiungibili prendendo una qualunque direzione, visitabili in un attimo o in una giornata. O in un tempo senza limiti. Carta bianca al “viaggiatore”. L’Inferno non è “gridato”: vi sono frecce disegnate su quadri neri, visibili solo da vicino, quasi a ironizzare e a giocare un po’ sulla presenza-assenza di predefinite direzioni. “La gabbia con lo specchio, simbolo di introspezione e riflessione molto caro a Bianconi, non poteva che trovare spazio in questo ‘mondo’, dove le domande, i conflitti e le prese di coscienza sono all’ordine del giorno”. L’artista compie, inoltre, un ulteriore viaggio attraverso un medley di brani sonori che narra tappe e momenti particolari della vita dell’artista, un modo per rivivere i propri ricordi attraverso le musiche ad essi legati, “come in un continuum – che sia armonico o no non è dato saperlo – in grado di generare o risuscitare qualunque tipo di emozione”. Un Inferno di colore nero ma che è, a tutti gli effetti, un Purgatorio e un Paradiso in potenza. Sono invece le gabbie sospese e vuote, il simbolo del Purgatorio, luogo per l’appunto sospeso, di transizione, dove non si sa esattamente cosa accadrà. Questo è l’unico “mondo” in cui sono presenti dei disegni e dove il colore predominante è il grigio. Il Paradiso di Bianconi è infine il luogo della creazione, dove predomina il bianco e l’armonia è riscontrabile su una tela piena di frecce, molte delle quali hanno l’aspetto di un fiore. Se per quest’opera l’artista è stato estremamente meticoloso, per l’altra che l’accosta, sempre raffigurante frecce e presente nella stessa sala, ha scelto invece la casualità, disegnando a occhi chiusi, “per far emergere e ribadire il concetto di perfezione intrinseco e connesso a quello di Paradiso”. La meta finale del viaggio si raggiunge in una stanza molto vicina a quella del Paradiso, completamente nera ed oscurata. Qui il motivo della freccia diventa simbolo di salvezza in un’installazione luminosa, che riporta lo spettatore verso un nuovo viaggio; “un percorso – scrive ancora la curatrice Vittoria Coen – che diventa catartico, verso una simbolica elevazione dello spirito” e che ognuno spera di terminare con la visione delle stelle. Proprio come Dante all’uscita dall’Inferno: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.

Gianni Milani

(Foto di Enrico Amici)

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“Andrea Bianconi. Fantastic Planet”

CAMeC (Centro Arte Moderna e Contemporanea), piazza Cesare Battisti 1, La Spezia; tel. 0187/727530  Fino al 30 settembre – Orari: dal mart. alla dom. 11/18, lunedì chiuso

 

Pizze km zero e “a ruoto”: ricette speciali

Sabato 30 giugno e domenica 1 luglio “Pizza in Langa” ospita gli showcooking dei maestri pizzaioli Paolo De Simone e Salvatore Mugnano, che presenteranno ricette speciali ed esclusive

«Il mio locale si chiama “Da Zero” perché tutti i prodotti che uso e che metto sul disco della pizza provengono dalla mia terra. La mia ricerca è tutta qui, incentrata su questo: la valorizzazione della tradizione culinaria del Cilento»Paolo De Simone racconta così il senso del suo essere pizzaiolo e il suo attaccamento alla Lucania. Sabato 30 giugno dalle ore 12.30 alle 13.30 e dalle 15 alle 16 terrà uno showcooking a “Pizza in Langa”, la manifestazione che si svolge a Mondovicino Outlet Village, l’outlet alle porte di Mondovì (Cuneo).Il suo punto di partenza è la scuola “Classica” della pizza napoletana, a cui aggiunge la tradizione della cultura gastronomica e i sapori della sua terra, in un felice incontro. «Per Pizza in Langa – afferma – ha lavorato a qualche ricetta speciale: farò incontrare i prodotti della mia tradizione con i prodotti tipici delle Langhe e del Piemonte. Sto iniziando ora a studiare le materie prime per creare. Ci sarà da divertirsi». E da gustare.

Il giorno dopo, domenica 1 luglio dalle ore 12.30 alle 13.30 e dalle 15 alle 16, scende in campo con uno showcooking un altro fuoriclasse della pizza, Salvatore Mugnano, che attualmente vive e lavora a Milano, ma che è un genuino figlio della tradizione napoletana. Nato nel capoluogo partenopeo, fin dalla prima giovinezza ha lavorato per impadronirsi dei segreti della tradizione culinaria della sua terra, studiando le ricette più antiche, lavorando gomito a gomito con i maestri dell’impasto per impadronirsi dei loro segreti. Un’expertise che Mugnano ha messo al servizio di importanti realtà di ristorazione in Italia, come Rossopomodoro, di cui è stato a lungo un punto di riferimento. In proprio dal 2013, Mugnano propone una pizza fatta a regola d’arte, l’arte della pizza napoletana nella sua declinazione più genuina e verace. «A Pizza in Langa – dice – presenterò alcune ricette particolari. Ad esempio proporrò una pizza con i cinque cereali nell’impasto e la pizza “al ruoto”, una pizza cotta in teglia secondo un’antichissima ricetta napoletana».Durante il weekend non mancheranno inoltre le attività per i più piccoli con “Piccoli Pizzaioli crescono”: il laboratorio per pizzaioli in erba si terrà sabato e domenica alle ore 11.30 e 17.00 e sarà condotto da Marilena Miccù in collaborazione con l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani.Nel grande villaggio della pizza a Mondovicino Outlet Village si potranno degustare e acquistare le specialità dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani tutti i giorni dalle 10 alle 20.

 

SABATO 30 GIUGNO ANTEPRIMA WAKE UP A MONDOVICINO OUTLET VILLAGE

Alle ore 16.30 saliranno sul palco LaSabri e Klaus

Continuano a Mondovicino Outlet Village le anteprime di Wake Up, il festival di musica e nuove tendenze con artisti di fama internazionale. Per “scaldare l’estate” l’outlet offre pomeriggi con i beniamini dei più giovani, veri fenomeni con milioni di visualizzazioni e fan sui canali social. Sabato 30 giugno a partire dalle ore 16.30 saliranno sul palco LaSabri e Klaus. LaSabri (Sabrina Cereseto), che dialogherà con il giornalista musicale Massimo Cotto, è una vera e propria icona del web. Grazie alla sua simpatia e competenza è diventata la YouTuber più seguita d’Italia con i suoi video, gameplay di videogiochi su computer, domande e risposte, vlog e video con messaggi educativi ai suoi fan. A giugno 2017 ha lanciato la campagna di sensibilizzazione contro il cyberbullismo#Cyberesistance, ottenendo milioni di visualizzazioni. Ha scritto il libro “#Play” (edito da Rizzoli) ed è la protagonista, insieme a Mates e Favij, del vlog documentary “Social Dream” prodotto da Web Stars Channel, Indiana e Sky in uscita nel 2018. A seguire il dj set di Klaus (Tudor Laurini), youtuber Italiano e influencer digitale il cui canale YouTube conta attualmente più di 980 mila iscritti. Klaus è anche dj e ha pubblicato il brano “Vivere” che ha ormai raggiunto più di 3 milioni di visualizzazioni.

Ma, in realtà, chi è il lupo?

 

Il lupo cattivo esiste solo nelle fiabe, nella realtà è un predatore da rispettare che vanta un passato da protagonista delle mitologie di tutto il mondo.

Il ritorno di questo animale in Italia e in Europa – quindi anche in Piemonte –  è un fenomeno spontaneo dovuto prevalentemente alla disponibilità di habitat ricchi di prede naturali.

“Il lupo: realtà e leggenda” è il titolo del convegno promosso dal Garante regionale per i diritti degli animali, che si è tenuto mercoledì 27 giugno in Consiglio regionale. “Tema centrale dell’iniziativa è fornire più conoscenze possibili sul lupo, fornendo un’informazione corretta per cercare di individuare strategie comuni di convivenza”, ha spiegato il Garante Enrico Moriconi. Il consigliere Elvio Rostagno, nel portare il saluto dell’Assemblea, ha sottolineato l’importanza del sostegno che la Regione Piemonte ha fornito al progetto Life Wolf Alps. Ai lavori era presente anche il consigliere Walter Ottria. Gli interventi di Mauro Bruno, medico veterinario Asl To 3, Giuseppe Quaranta e Mitzy Mauthe von Degerfeld dell’ Università di Medicina Veterinaria di Torino, hanno messo in evidenza come la rinnovata presenza del lupo sollevi rilevanti problemi gestionali, principalmente connessi alla predazione sul bestiame domestico, alla percezione di pericolosità della specie e alle cure dei soggetti che sempre più spesso sono vittime di investimenti stradali. Nel grande pubblico, infatti, c’è una percezione del lupo spesso calibrata su conoscenze popolari non “educate”. Spesso poi l’argomento viene sfruttato, soprattutto su scala locale, per veicolare malumori o “scaricare” responsabilità degli ovvi risultati di una gestione del territorio non adeguata. Oggi il lupo è ampiamente presente in Piemonte,  regione che ospita circa il 90 per cento della popolazione totale. La specie è in crescita sull’intero territorio montano. È aumentata in numero, circa 200 capi (31 branchi e 8 coppie), distribuzione e densità, raggiungendo anche le zone più collinari. Questo è quanto emerge dalla pubblicazione dei dati ufficiali del progetto europeo Life WolfAlps, argomento trattato da Giuseppe Canavese, direttore Ente Gestione Parco Alpi Marittime. Cofinanziata dall’Unione europea, l’iniziativa ha avuto l’obiettivo di realizzare azioni coordinate per la conservazione a lungo termine della popolazione alpina del lupo. È intervenuta in sette aree chiave, individuate in quanto particolarmente importanti per la presenza della specie o perché determinanti per la sua diffusione nell’intero ecosistema alpino. Tra gli obiettivi di Life Wolfalps c’è l’individuazione di strategie funzionali per assicurare una convivenza stabile tra il lupo e le attività economiche, in primo luogo la pastorizia. Il progetto è stato realizzato con il lavoro congiunto di dieci partner italiani, due partner sloveni e numerosi enti sostenitori. Vi  sono anche misure di prevenzione degli attacchi del lupo sugli animali domestici, azioni per contrastare il bracconaggio e strategie di controllo dell’ibridazione lupo-cane, necessarie per mantenere a lungo termine la diversità genetica della popolazione alpina del lupo.“Con questo convegno abbiamo voluto dare il nostro fattivo contributo alla comunicazione, necessaria per diffondere la conoscenza della specie, sfatare falsi miti e credenze e incentivare la tolleranza nei confronti del lupo”, ha concluso Moriconi.

 

MB – www.cr.piemonte.it