Il movimento No Tav si appella al governo affinché intervenga con provvedimenti concreti per fermare la costruzione della Torino-Lione. Hanno inviato una lettera al premier Conte e al ministro delle Infrastrutture Toninelli, indicando le ragioni del no nei confronti di un’opera considerata “inutile, devastante e antieconomica”. I No Tav chiedono al governo perché non sospende l’efficacia delle delibere del Cipe che consentono il via libera ai lavori dell’alta velocità in territorio italiano. Chiedono inoltre l’azzeramento dei vertici di Telt, la società che si occupa della tav. (Foto archivio il Torinese)
Basket: We Got Game 9
L’associazione We Got Game promuove We Got Game 9, torneo di basket 3 contro 3 con una doppia location.
Sabato 15 settembre si gioca il torneo maschile al Playground We Got Game di Nichelino; domenica 16 al parco Ruffini di Torino il torneo femminile, in concomitanza con l’evento Ciao Sù organizzato al PalaRuffini.
Info su We Got Game 9:
https://www.facebook.com/events/1655102057932642/
La corrente del Selvaspessa
Il Selvaspessa nasce dal Mottarone. Lì, dalla “montagna dei milanesi“, da rigagnolo si fa torrente mano a mano che scende a valle. Per un bel po’ della sua strada è un lungo, stretto e tortuoso filo d’acqua corrente che prende forza per caduta fino a spegnersi nel lago a Baveno, tra il Lido e il parco della Villa Fedora . Questa villa fu acquistata nel 1904 da Umberto Giordano, autore dell’Andrea Chènier, della Cena delle Beffe e – appunto – di Fedora. E’ lì che per vent’anni, fino al 1924, il compositore visse e lavorò nella pace di questa villa che s’affaccia sul lago Maggiore. Ma a quella villa non sono legati solo ricordi gioiosi. Resta anche l’ombra dei “portatori di morte” dell’Obersturmführer delle SS Herbert Schnelle . A villa Fedora, nel settembre del 1943, era alloggiata la famiglia israelita dei Serman. Era il 17 settembre quando le SS fecero irruzione nella villa , uccidendo quattro dei componenti della famiglia (solo Sofia, assente, si salvò, scampando al massacro). Prima di allontanarsi, le SS fecero razzia di ogni oggetto di valore. I Serman furono tra le prime vittime dell’odio razziale nazista che, dopo aver colpito all’albergo Sempione di Arona ( ad opera del “cacciatore di teste” nazista Krüger , “il biondo capitano dagli occhi azzurri e gelidi” ), continuò nei giorni successivi a Baveno e sul lago Maggiore fino alla strage degli ebrei dell’Hotel Meina.Difficile scordarsi i racconti di chi visse in quei luoghi a quel tempo, riannodando i ricordi dei mesi che seguirono le stragi, quando affiorarono dall’acqua del lago i cadaveri con i piedi e le mani legati con il filo spinato.
Tornando al Selvaspessa, a far da cornice al corso d’acqua, da una parte e dall’altra del torrente,scendono dalla vetta del Mottarone fitti boschi cedui di latifoglie. Castagno, faggio, betulla, rovere, cerro, frassino, acero, ontano, sorbo, robinia si alternano nei boschi misti che arrivavano a lambire le ultime case della Tranquilla, a Oltrefiume. della via Fraccaroli, dietro al cimitero, e ai margini del Bertarello. Al tempo in cui si era ragazzini era quello il nostro campo di gioco e di battaglia. Pietre scagliate nelle pozze, per schizzarci l’acqua addosso; arrampicate sui sassi , spesso verdi di scivolosissima “lita”, attorno ai quali la corrente disegnava dei piccoli gorghi; scorribande d’inverno quando l’acqua era assente e larghe e più o meno spesse lastre di ghiaccio livellavano gli anfratti, collegando i sassi uno con l’altro. Anche la pesca sul fiume era ben diversa da quella di lago. Qui si trattava di misurarsi con le trote di fiume che, a parità di prestazioni, sono più scaltre e smaliziate delle loro consorelle lacustri. Si nascondono sotto i sassi, sospettose. Scovarle è un bell’impegno.
La lenza, senza galleggianti e bilanciata con il giusto peso dei piombi, va fatta scorrere nella corrente, mettendo in bella mostra l’esca: un grasso lombrico, infilato sull’amo a regola d’arte. I lombrichi li trovavamo scavando nella fossa del letame che stava pochi passi dietro la grande cascina dove il Guerra teneva le vacche e qualche animale da cortile. Ai vermi s’associavano anche le camole del miele, fornite dal vecchio Brambilla, un milanese che – dopo la guerra – aveva scelto di vivere sul lago dopo esservi arrivato per sfuggire ai bombardamenti alleati. Aveva due dozzine di arnie e produceva un miele dolcissimo e denso. Nel far sparire quelle larve dai bozzoli biancastri e robusti gli facevamo un piacere perché la “galleria mellonella“, la tarma maggiore della cera, più comunemente chiamata camola del miele, è un lepidottero infestante degli alveari.
E al Brambilla davano un sacco di noie. Così, riempiti i barattoli di lombrichi o di camole, pescavamo a striscio nelle pozze, seguendo il filo della corrente, fino a quando uno strappo secco ci comunicava la soddisfazione della cattura della preda. Sgusciavano tra la mani, vivaci e ribelli, le “fario” grigio-olivastre sul dorso, argenteo-giallastre sui fianchi e più bianche sul ventre. Le macchioline nere e rosso-aranciate che punteggiavano la parte superiore del corpo le distinguevano da quelle di lago, dove le macchie erano nere e irregolari. Eravamo espertissimi in questo tipo di pesca dove la scelta del piombo era importante quanto la scelta dell’amo, perché lungo il torrente dove l’acqua corre veloce è fondamentale riuscire a far lavorare bene l’esca. Al Selvaspessa non si andava solo a “bagnare” la lenza ma anche a prendere il sole, srotolando gli asciugamani sui sassi più larghi e piani , allungandoci sopra come lucertole al sole. Oppure, come facevo io d’estate, a leggere. Passavo lì le mie vacanze, da luglio a settembre. Il rumore dell’acqua corrente rappresentava il sottofondo ideale per estraniarsi dal mondo. Non disturbava affatto, aiutando la concentrazione, favorendo la riflessione, stimolando la fantasia. E’ lì che ho letto i
racconti avventurosi di Emilio Salgari, immaginandomi a Mompracem , nel mar di Malesia, attraversando il Riff, gli oceani o le praterie del West. Ho conosciuto nei romanzi di Cesare Pavese le langhe, Santo Stefano Belbo, il mare di Varigotti e il rigore livido dei viali di Torino. Con l’immaginazione ho viaggiato nell’ America di John Steinbeck grazie alle pagine di Furore, Uomini e Topi, la Valle dell’Eden o tra il Vicolo Cannery e Pian della Tortilla . Ho incontrato i moschettieri di Dumas, attraversato le foreste al confine con il Canada insieme all’ultimo dei Mohicani, frequentato pirati e
bucanieri all’isola della Tortuga e sognato con Giulio Verne di scendere nel ventre della terra, fuggire con Michele Strogoff, viaggiare verso la luna e navigare ventimila leghe sotto i mari insieme al capitano Nemo. Il fiume – perché definirlo torrente ci pareva riduttivo – mi faceva dimenticare la predilezione che avevo per gli alberi. Era sui rami bassi di un albero, infatti, che passavo ore e ore a leggere libri e fumetti quand’ero da mia nonna, lontano dall’acqua del Selvaspessa. Ora di quel mondo fantastico e misterioso resta solo un ricordo. La parte bassa del fiume è completamente stravolta e mai nessuno s’avvia in quella direzione con un asciugamano e un libro sottobraccio. E’ un peccato perché la parte a nord del Selvaspessa, merita ancora. Ma oggi, si sa, il divertimento è meno semplice e l’acqua che scorre non accompagna più la fantasia dei ragazzi.
Marco Travaglini
Borgata contadina, un piccolo mondo a Pinerolo
Dal 7 al 9 settembre, la Confederazione italiana agricoltori di Torino allestisce nel cuore della città la borgata contadina per svelare i segreti della filiera agroalimentare sostenibile
Una borgata di campagna nel cuore di Pinerolo. Un quartiere che diventa luogo di incontro con agricoltori, animali e cibo garantito dal produttore al consumatore e organizzato dalla Confederazione italiana agricoltori di Torino. Per tre giorni, da venerdì 7 a domenica 9 settembre, via Principi d’Acaja a Pinerolo diventerà il quartiere dei contadini, dove sarà possibile non solo passeggiare nella natura, ma assaporarne in tutti i sensi le colture e la cultura attraverso il dialogo diretto con gli agricoltori. Salumi, formaggi, frutta, marmellate e specialità della migliore tradizione contadina saranno a disposizione del pubblico, che le potrà scegliere con cura e acquistare, ma, soprattutto, consumare sul posto, insieme agli stessi contadini che ne sveleranno i segreti e le particolarità nelle lunghe tavolate della “merenda sinoira” appositamente allestite alle Terrazze Acaja. E poi, largo agli spazi innovativi, come le aree didattiche su fattorie 2.0, vertical e indoor farming, workshop interattivi di economia circolare, sistemi di produzione acquaponici, coltivazioni di basilico, esperimenti di stampa di oggetti tridimensionali per l’agricoltura… Verrà riprodotta la camera da letto di un tradizionale agriturismo di Turismo Verde, con racconti di storie e piccolo teatro per bambini, spaventapasseri, animali in libertà e animazioni di strada. «L’obiettivo è di rendere visibile e tangibile la filiera agroalimentare – spiega Pierangelo Cena, vicepresidente della Confederazione italiana agricoltori di Torino -, perché conoscere il cibo e la sua lavorazione aiuta a capire la necessità di favorire l’agricoltura sostenibile, nell’interesse di tutti. Il futuro della terra è nelle mani del consumatore, oltre che dell’agricoltore».
Maserati, stop dal 6 al 14 settembre
Tutti i lavoratori, 2.700, di cui 1.100 erano stati trasferiti nei mesi scorsi da MIrafiori, saranno posti in solidarietà
La Maserati di Grugliasco sarà ferma dal 6 al 14 settembre. Tutti i lavoratori, 2.700, di cui 1.100 erano stati trasferiti nei mesi scorsi da MIrafiori, saranno posti in solidarietà. Il blocco produttivo viene attivato dopo tre settimane di ferie effettuate nel mese di agosto. C’è preoccupazione da parte del sindacato Fismic, secondo il quale la chiusura avviene per problemi di mercato. Alla Comau di Grugliasco, che conta 1.200 addetti è stata invece firmata un’intesa che anticipa a lunedì 3 settembre la chiusura dei contratti di solidarietà, che era prevista a fine anno e potrebbero arrivare nuove assunzioni.
(foto: il Torinese)
Sui mezzi Gtt 40 mila controlli l’anno
Sono oltre 40mila le persone controllate ogni anno sui mezzi di trasporto pubblico del Gruppo torinese trasporti e più di 400 gli interventi effettuati. I dati riguardano Linea sicura, il servizio che riunisce il lavoro di assistenti alla clientela e agenti della Polizia Municipale. Il progetto è operativo dal 2003 con l’obiettivo di contrastare l’evasione, aumentare la percezione di sicurezza e prevenire reati e aggressioni al personale Gtt: 10 i casi da inizio 2018. Da rimarcare i controlli sui biglietti, oltre 3,5mln nel 2017 e 100mila verbali compilati, di questi il 30% con pagamento a bordo della multa da 25 euro. Altri controlli sono compiuti da vigili in borghese per contrastare borseggi e molestie agli utenti.
(foto: il Torinese)
Il tour dei portoni
Passeggiare per le vie di Torino è un vero piacere, strade eleganti, edifici storici con meravigliose corti, il verde dei parchi, la signorilità di un passato carico di storia e cultura. Ogni scorcio, ogni particolare rappresenta una ricchezza che non può sfuggire all’occhio del visitatore ma anche al torinese innamorato della propria città.
Camminando per Torino ci si appassiona, ci si ferma ad osservare i particolari e la passeggiata diventa una vera a propria scoperta.Una attrazione del capoluogo piemontese che affascina e incuriosisce sono i suoi raffinati portoni: non solo entrate di palazzi più o meno noti, ma vere e proprie opere d’arte.
Alcuni sono molto famosi come il Portone del Diavolo di Palazzo Trucchi di Levaldigi risalente alla fine del 1600, decorato con fiori, frutta e naturalmente il diavolo in centro, legato a leggende di magia nera, il Portone del Melograno a San Salvario, bellissimo con le sue foglie verdi e frutti rossi e magnifico esempio di stile liberty, quello neogotico di Palazzo dei Draghi, nel quartiere di Cit Turin, decorato con incredibili particolari come i draghi alati simbolicamente legati al ruolo dell’Italia dopo il conflitto mondiale.
Questi appena citati sono quelli più celebri ma a Torino ve ne sono ancora moltissimi da vedere e ammirare: a Piazza Solferino 11, Via Sacchi 54, Corso Vittorio Emanuele 46bis alcuni portoni di Aureliano Dughera per esempio e ancora tanti altri girando per il centro, Cit Turin, Crocetta.Non solo monumenti da guida turistica ma capolavori che si intrecciano con la vita di tutti i giorni, gente che esce e che entra, vite comuni, amore per una città incantata dove la magia, il fascino e la meraviglia appartengono a tutti.
Maria La Barbera
La Regione e i centri per le famiglie
La decisione della Regione Piemonte di proseguire l’azione di consolidamento ed ampliamento delle attività svolte negli ultimi anni dai Centri per le famiglie rappresenta per l’assessore alle Politiche sociali, Augusto Ferrari, “un altro tassello per perseguire la promozione delle politiche familiari in linea con quanto previsto dalla strategia programmatica denominata “Patto di sviluppo di comunità solidali”: favorire la famiglia nello svolgimento delle sue funzioni sociali, programmare e valorizzare le risorse di solidarietà della rete parentale, delle funzioni educative e della corresponsabilità dei genitori negli impegni di cura e di educazione dei figli, prevenire il disagio minorile”. “Il nostro obiettivo strategico – puntualizza Ferrari – è potenziare e promuovere i Centri per le famiglie integrati con i servizi alla prima infanzia, e costruire così luoghi aperti di partecipazione della cittadinanza tutta, per incoraggiare la progettualità e la capacità di intercettare nuovi bisogni. Gli interventi a favore delle famiglie e delle responsabilità genitoriali devono essere realizzati nell’ambito di reti territoriali, formate dagli enti titolari dei Centri per le famiglie e delle funzioni socio-assistenziali presenti sul territorio di riferimento, i consultori pediatrici e familiari, gli altri servizi socio-sanitari ed educativi, le associazioni e le realtà del terzo settore presenti sul territorio presenti ed impegnate nel settore specifico di intervento”.
GG – www.regione.piemonte.it
(foto: il Torinese)
Burger King raddoppia a Torino
BURGER KING® ha aperto oggi il suo secondo ristorante torinese, in Corso Novara 5, che va ad aggiungersi a quello già presente all’interno del Parco Commerciale Dora di Via Treviso.
Il nuovo punto vendita si sviluppa su una superficie di 600mq e dispone di 120 posti a sedere e numerosi servizi dedicati alla clientela tra cui wi-fi gratuito, e i nuovissimi kiosk digitali per effettuare l’ordinazione in completa autonomia scegliendo tra le varie combinazioni possibili di tutte le proposte dei menu BURGER KING®. A questi si aggiungono anche tutti i servizi specificamente pensati per le famiglie e i più piccoli, come l’area giochi Playking interattiva e la possibilità di organizzare feste di compleanno. Con l’apertura sono stati creati 19 nuovi posti di lavoro, dipendenti tutti giovanissimi con un’età media di circa 26 anni, oltre a due manager e un direttore. Il nuovo ristorante di Torino rappresenta un’ulteriore occasione irresistibile per provare il gusto superiore delle proposte dei menù dei ristoranti Burger King®, che si distinguono per la carne cotta rigorosamente alla griglia, le porzioni sempre abbondanti, la freschezza delle verdure provenienti dai mercati locali e salse che rendono il sapore unico e inimitabile. Inoltre, l’alta formazione del personalegarantisce ai clienti del ristorante di usufruire di un servizio di qualità e di assaporare cibi preparati e cucinati al momentonel rispetto dei più alti standard sul controllo degli alimenti www.burgerking.it. Orari al pubblico – Burger King Torino, Corso Novara: Lunedì – Domenica: dalle ore 11.00 alle ore 24.00
In anticipo di qualche giorno rispetto al cronoprogramma iniziale dei lavori, Terna annuncia, per il prossimo 13 settembre, la riapertura del transito, in entrambe le direzioni, nelle gallerie Monte Cuneo e Antica di Francia, lungo la SP589. Per ultimare i lavori di scavo e la posa dei cavi dell’Interconessione Italia–Francia, l’elettrodotto “invisibile” che collegherà le stazioni elettriche di Piossasco e Grand’Ilepassando per il secondo tunnel del Frejus, sono necessarie ulteriori attività nell’area compresa tra le gallerie, l’adiacenterotatoria di corso Europa e gli svincoli di entrata/uscita dalla A32. Pertanto dal 17 al 21 settembre sarà chiuso al traffico il tratto della rotatoria sul lato del viadotto, mentre dal 24 al 28 settembre sarà interdetto il transito sul lato della rotatoria prospiciente le gallerie. Le nuove limitazioni del traffico coinvolgeranno anche lo svincolo autostradale “Avigliana Centro” dell’A32: interdetto in direzione Torino dai primi di agosto, dallo scorso 3 settembre al 6 sarà chiuso per chi proviene da Susa. Per entrare in Avigliana, quindi, gli utenti dovranno avvalersi dell’uscita “Avigliana Ovest”. Dal 17 settembre, inoltre, sarà riaperta l’immissione in autostrada, verso Torino, dallo svincolo “Avigliana Centro”.
La stretta collaborazione di questi mesi con il sindaco di Avigliana Andrea Archinà e la Polizia Municipale ha consentito di studiare soluzioni utili a ridurre al minimo l’impatto del cantiere sul territorio. I lavori sono infatti stati realizzati nel periodo di chiusura delle scuole, caratterizzato da minori flussi di traffico. Per agevolare gli spostamenti Terna ha messo a disposizione un servizio navetta gratuito tra Avigliana e la zona dei laghi per tutti i fine settimana. E’ stato inoltre attivato un servizio di geolocalizzazione che, in tempo reale, ha comunicato all’utenza le limitazioni del traffico nell’area interessata dai cantieri.