redazione il torinese

Ritrovati i migranti dispersi tra Italia e Francia

Squadre di vigili del fuoco e operatori del soccorso alpino hanno ritrovato i migranti che, provando ad attraversare a piedi il confine fra l’Italia e la Francia nei pressi del Monginevro, hanno dovuto fare i conti con  il territorio impervio, la nebbia e le basse temperature e ieri si erano persi. Avevano chiamato dalla zona di Claviere, ma a causa del maltempo l’elisoccorso non poteva alzarsi in volo. Verso la mezzanotte i soccorritori li hanno raggiunti e messi in salvo.

 

(foto archivio)

Due morti nello scontro frontale. Ferita una donna

DAL PIEMONTE Due morti e  una terza persona gravemente ferita nell’ incidente stradale avvenuto oggi nel Vercellese sulla provinciale 594, tra i paesi di Oldenico e Albano. In un violento frontale hanno perso la vita un uomo di 59 anni e un altro cinquantenne. Una donna di 50 anni è stata portata in codice rosso all’ospedale di Vercelli. Una squadra di  vigili del fuoco ha estratto i corpi dalle lamiere. Gli accertamenti sono affidati alla polizia stradale.

 

(foto archivio)

UNA STELE PER ANDREA FILIPPA, CARABINIERE CADUTO A NASSIRYA

Forte e commossa la partecipazione di tutta la comunità rivaltese che, domenica 11 novembre, si è ritrovata a Tetti Francesi per ricordare il concittadino Andrea Filippa, appuntato dei carabinieri caduto il 12 novembre del 2003 nell’attentato alla base “Maestrale” di Nassiriya in Iraq durante la Seconda guerra del Golfo

In occasione del 15° anniversario della strage, l’amministrazione comunale ha voluto donare alla città una nuova stele dedicata alla memoria di Andrea. La cerimonia si è svolta in piazza Filippa a Tetti Francesi. La stele, coperta dal Tricolore, è stata scoperta dal sindaco Nicola de Ruggiero, dal comandante della stazione dei Carabinieri di Orbassano Luogotenente Antonio Vitale, dal presidente del Consiglio comunale Giuseppe Tommasino e della moglie di Andrea, Monica Cabiddu. Alla cerimonia ha partecipato anche il Maggiore Antonio De Siena, comandante della Compagnia di Moncalieri. Prima di scoprire il monumento un momento di preghiera con don Paolo Alesso, parroco di Tetti Francesi. Andrea Filippa era entrato nell’Arma giovanissimo, appena compiuti 19 anni. Faceva parte del Tredicesimo Battaglione del Friuli Venezia-Giulia e tra i suoi commilitoni era uno dei più esperti di missioni all’estero. Dopo un periodo al Battaglione di Moncalieri e dopo la scuola allievi di Campobasso, aveva infatti passato gli ultimi otto anni fuori dall’Italia. E sempre in missioni ad alto rischio: la Bosnia, il Kosovo, il Guatemala. E poi l’Iraq. Significativa la presenza di molti bambini che hanno voluto portare un fiore sotto il nuovo monumento e di tante associazioni che con i loro labari hanno voluto rendere omaggio ad Andrea Filippa. «La Città di Rivalta tutta e Tetti Francesi in particolare non hanno mai dimenticato quanto successo 15 anni fa. Il ricordo che oggi tributiamo ad Andrea Filippa – ha detto il sindaco di Rivalta Nicola de Ruggiero – lo estendiamo a tutti i militari che sono caduti in questi anni nei diversi teatri di guerra a cui l’Italia ha partecipato. Ringraziamo l’Arma dei Carabinieri per la sua presenza accanto a noi oggi e per il prezioso lavoro che svolge quotidianamente a difesa delle istituzioni democratiche e per garantire la pace e la serenità della nostra comunità. Sono orgoglioso della comunità rivaltese che oggi, con la partecipazione delle associazioni e di molti cittadini, ha contribuito a rendere questo momento denso di significato. La memoria va custodita e alimentata».

I portici del Risorgimento

portici-carlo-albertoNella foto di Ivan II Kryme tutta l’imponenza dei portici di piazza Carlo Alberto sul lato ottocentesco di Palazzo Carignano, all’ingresso del Museo nazionale del Risorgimento.

Trofeo Nico Sapio, sette medaglie piemontesi nella seconda giornata

Dopo la splendida qualificazione ai Mondiali in vasca corta conquistata venerdì pomeriggio nei 400 stile libero da Erica Musso, il Trofeo Nico Sapio è continuato ieri con diverse ottime prestazioni per i nuotatori piemontesi impegnati, che hanno conquistato complessivamente sette medaglie e parecchie finali. Tra gli Assoluti Luisa Trombetti (Fiamme Oro/Rari Nantes Torino) ha vinto l’argento negli 800 stile libero – prima gara del pomeriggio – in 8’29″36 alle spalle della pluricampionessa europea Simona Quadarella. Pochi minuti più tardi Erica Musso (Fiamme Oro) è salita sul podio per la seconda volta in due giorni, chiudendo al terzo posto i 200 stile libero in 1’56″45 – personale eguagliato – dopo la vittoria di ieri sulla doppia distanza. Davanti a lei si sono piazzate Federica Pellegrini e l’americana Lia Neal. La terza medaglia tra gli Assoluti per il nostro Comitato Regionale è arrivata grazie a Alessandro Fusco (Swimming Club Alessandria), secondo nei 200 rana dietro all’azzurro Luca Pizzini con il record personale di 2’07″73; sei decimi esatti meno del precedente, a confermare l’ottimo stato di forma dopo il personale di ieri sui 100 rana, distanza di cui Alessandro è vicecampione europeo Junior.

www.federnuoto.piemonte.it

TAV: 1000 FIRME RACCOLTE DA +EUROPA TORINO PER REFERENDUM CONSULTIVO COMUNALE

+Europa Torino e Associazione Radicale Adelaide Aglietta sfidano la Sindaca Appendino e il Consiglio Comunale: “Convochino un referendum consultivo sul TAV!”

Anche noi sabato 10 novembre eravamo in Piazza Castello, con le sole bandiere dell’Unione Europea, per dire basta alle politiche della Sindaca Appendino e per raccogliere le firme su un’istanza di referendum consultivo comunale sul TAV.

Secondo lo Statuto cittadino sarebbero bastate 300 firme, ma la risposta dei torinesi è andata al di là della soglia necessaria. Ben 1000 cittadini residenti a Torino hanno infatti firmato la nostra istanza, che consegneremo in Comune martedì 13 novembre. A questa si aggiunge quella già presentata in Città Metropolitana lo scorso 8 novembre.

I primi firmatari di entrambe le istanze Silvio Viale (Radicali Italiani), Daniele De Giorgis (Coordinatore Associazione Radicale Aglietta) e Andrea Maccagno (Direttivo +Europa Torino) dichiarano: “la Sindaca è riuscita a incanalare un eterogeneo malcontento in un’azione politica che da tempo la città aspettava. Da parte nostra consegniamo ad Appendino la possibilità concreta di consultare i suoi cittadini, nella piena tradizione della democrazia diretta solo all’apparenza tanto cara al Movimento 5 Stelle. La Sindaca può scegliere la strada del referendum consultivo tanto comunale quanto della Città Metropolitana: noi le abbiamo fatto un assist per entrambi. Martedì consegneremo all’URP le firme richieste: sta a lei e al Consiglio Comunale dire SI’ o NO al referendum. La piazza di sabato è stata la risposta dei cittadini alla provocazione NoTav dei 5stelle in Consiglio Comunale. Ora li sfidiamo noi con il referendum”.

Appendino commenta il sole 24 Ore: “a Torino calo dei reati”

La sindaca Appendino, dopo la manifestazione di piazza di ieri critica (anche) nei suoi confronti, posta su Facebook un commento all’indagine sulla sicurezza nelle città pubblicata dal Sole 24 Ore: ” Prefetto, Questore e Sindaco devono confrontarsi ogni giorno con uno dei problemi maggiormente percepiti in ogni grande città: la sicurezza. Condivido con voi queste statistiche, – scrive Appendino – non per sostenere chissà quale tesi ma perché lo ritengo un argomento importante sul quale è bene essere informati. Da una veloce analisi, Torino, pur attestandosi nella parte alta della classifica generale, vede un significativo calo dei reati, migliore della media nazionale”. Prosegue la prima cittadina: “Su tutti, i furti risultano numerosi ma in netto calo, mentre reati più gravi come omicidi e violenze sessuali, ci vedono in parti più basse della classifica ma con dati in aumento. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le Forze di Polizia che lavorano ogni giorno proprio per garantire la nostra sicurezza”.

Tutti a scuola di gemmologia

DAL PIEMONTE    Valenza, da sempre, vuole dire oro e gioielli, in Piemonte, in Italia e nel mondo. E non è stato infrequente il caso che, anche negli anni passati da Torino e provincia ci si sia rivolti agli artigiani orafi valenzani per acquistare dei manufatti o per apprendere l’arte

Si tratta di un’arte che si tramanda ormai da generazioni e di un sapere che è famoso in tutto il mondo. Di qui la necessità di tramandarlo. In questo ambito è nato, sin dagli anni Settanta, il corso di gemmologia che tiene il professor Luciano Orsini e che partirà il 20 novembre prossimo al Laboratorio Speranza Cavenago dell’Istituto Cellini in strada Pontecurone, grazie alla disponibilità della dirigente Maria Teresa Barisio ed al sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria che, con il presidente Pierangelo Taverna, ha sempre creduto nell’iniziativa. Il corso, completamente gratuito, si ‘snoda’ in ottanta ore settimanali che si svolgono in orario serale, dalle 20.30 alle 22.30, e si concluderà entro l’anno scolastico. Si rivolge ad operatori del settore o amanti della materia – forze dell’ordine, artigiani, commercianti, appassionati della materia – ma anche a persone che si vogliano avvicinare per la prima volta a questo mondo, non avendone una preparazione specifica e si suddivide in lezioni teoriche e pratiche. E, i partecipanti, sono circa una trentina tutti gli anni, molti dei quali non sono soltanto valenzani, ma vengono anche dalle province e delle regioni vicine. Il docente, Luciano Orsini, è molto conosciuto e non soltanto in ambito valenzano ed il suo curriculum parla chiaro: docente per 40 anni di analisi gemmologica al Cellini, docente a contratto al Politecnico di Torino nel master di Ingegneria del gioiello, perito della Camera di Commercio e presso il Tribunale di Alessandria, consultore della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa, nonché autore di diverse pubblicazioni di carattere scientifico, storico ed artisticom da sempre appassionato della materia, pur non essendo ‘figlio d’arte’. “Il corso è nato – spiega – da molteplici richieste degli operatori e dalla necessità di conoscenze specifiche” e si collega con un altro, sulla conoscenza e la tutela dei beni culturali, che Orsini organizza ogni anno in collaborazione con il comando provinciale dell’Arma dei carabinieri, anch’esso prossimo alla partenza. Le lezioni affrontano diversi aspetti della gemmologia, dall’analisi, alla valutazione, alla storia e simbologia delle gemme a esercitazioni rese possibili grazie alla dotazione scientifica del laboratorio. “Certamente i problemi di oggi – dice ancora Luciano Orsini – non sono quelli di quaranta anni orsono: allora la peggior realtà truffaldina potevano essere le sintesi, oggi sono gli abbellimenti artificiali”.

Massimo Iaretti

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Per informazioni ed iscrizioni, tel. Dalle 9 alle 20 ai numeri 340/1280335 o 0131/940163.

 

 

Torna a teatro il poetico “Elisir”

Ritorna in scena dopo cinque anni al Regio di Torino, martedì 13 novembre alle 20, l’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, con Michele Gamba sul podio dell’ Orchestra e Coro del Teatro Regio, in una delle partiture più leggere, comiche e sentimentali del compositore bergamasco, per la regia di Fabio Sparvoli.L’allestimento è ambientato in un piccolo centro dei Paesi Baschi negli anni Cinquanta e ne è protagonista Nemorino, impersonato da Santiago Ballerini, innamorato dalle ricca e capricciosa Adina, della quale non riesce ad attirare le attenzioni.
Salvifico risulta in paese l’arrivo del medico ciarlatano Dulcamara, la cui parte è interpretata da Simon Orfila, che venderà a Nemorino del vino di Bordeaux, spacciandolo per un potente filtro d’amore. Gaetano Donizetti compose quest’opera in un tempo relativamente breve, anche se forse potrebbe essere una leggenda la voce secondo cui impiego’ soltanto quindici giorni. Gli fu commissionata dall’impresario del Teatro della Cannobiana di Milano, Alessandro Lanari, che aveva ricevuto il forfait da parte di un altro compositore, che gli avrebbe dovuto scrivere l’opera per la stagione della primavera 1832. Donizetti ricorse ad uno dei più celebri librettisti dell’epoca, Felice Romani, che compose un libretto tratto da “Le Philtre” di Scribe e già musicato da Daniel Auber. Gavazzeni definì l’Elisir un “idillio lombardo”; alcuni critici giudicarono l’opera una sorta di “Barbiere di Siviglia” di Donizetti. In realtà la sua peculiarità rimane la commistione tra buffo e lirico, tra il registro del divertimento e quello del sentimento.
La celebre aria cantata da Nemorino, “Una furtiva lagrima”, è toccante e tutt’altro che comica. L’Elisir d’amore è risultato un capolavoro prodigioso non tanto perché nato sulla misura di interpreti eccezionali, ma in virtù della geniale intuizione del suo compositore, capace di dare all’opera un colore poetico assolutamente straordinario, assunto dai timbri strumentali, in primo luogo i fiati. A volte capita che l’orchestra si apra ai toni chiassosi e travolgenti della farsa, come nel caso della famosa banda nella scena del fidanzamento di Adina e Belcore, ma, in realtà, tutta l’opera è percorsa da poetiche sottolineature di flauti e clarinetti, capaci di trovare un culmine nella pagina giustamente più famosa dell’opera, la celebre romanza di Nemorino, “Una furtiva lagrima”, con l’assolo incantato del fagotto, che pare diventare quasi una voce umana, un’eco nostalgica della parola, non meno eloquente di quest’ultima.
 
Mara Martellotta 

Villadeati: dal 1300 alla Resistenza

Villadeati è un comune della Valcerrina, al confine con la Provincia di Asti, situato all’estremità occidentale del Monferrato Casalese, quindi in Provincia di Alessandria. L’insediamento si trova sulla sommità di uno dei rilievi più alti della zona, esposto a mezzogiorno ed affacciato sulle colline astigiane. Il paese prende il nome dalla famiglia Deati che ottenne il territorio in feudo nel XIV secolo. Al 1341 risale il primo documento che attesta l’esistenza di De Villa De Deatis. FU a lungo parte dell’astigiano (con il quale permangono ancora oggi dei rapporti socio – economici stantae la vicinanza con la Città del Palio e con il territorio circostante) dopo rientrò in un sistema militare che poggiava su due castelli che dominavano le valli dello Stura e della Versa. Villadeati fu al centro di un tragico episodio durante la guerra civile. Nell’autunno del 1944 si formò un gruppo di partigiani aggregati alla Divisione ‘Monferrato’. In seguito ad un attacco partigiano ad una colonna armata tedesca nei pressi di Cavagnolo venne ucciso un militare germanico ed un altro venne fatto prigioniero. Quest’ultimo, dopo aver conquistato la fiducia dei partigiani riuscì a fuggire e a denunciare la presenza partigiana nei pressi di Villadeati. Il 9 ottobre del 1944 arrivò la risposta tedesca e fu terribile. Sotto il comando del maggiore Mayer, 24 autocarri e 200 soldati tedeschi, provenienti da Casale e da Valenza raggiungero il paese, entrarono nelle case che furono messe sottosopra, i viveri portati via con prepotenza, i vitelli e le mucche prelevati dalle stalle ed alcune bestie uccise e caricate sugli autocarri. Il peggio, però, doveva ancora venire: Gli abitanti vennero radunati nella piazza del paese ed il comandante scelse quattordici capifamiglia minacciando loro la fucilazione se non si fossero presentati spontaneamente i capi partigiani ricercati. Va detto che due vennero salvati per un intervento del generale Ernesto Botto, pilota mutilato in combattimento e medaglia d’oro al valor militare, già sottosegretario e capo di stato maggiore del ministero dell’Aviazione Nazionale Repubblicana della Rsi. ella Repubblica sociale. Al gruppo dei capifamiglia si aggiunse anche il parroco don Ernesto Camurati che venne considerato dal maggiore Mayer un ‘ribelle’ al pari degli altri partigiani. Il sacerdote chiese al comandante tedesco di essere ucciso lui solo in cambio degli altri che avevano tutti moglie e figli, ma tale richiesta, coraggiosa ed eroica, venne respinta. Don Camurati benedisse, aprì il breviario e una lunga scarica di fucili ruppe il terribile silenzio che era caduto. Erano le 12 del 9 ottobre 1944. Tutti vennero poi passati con il colpo alla nuca. Questo l’elenco delle vittime di Villadeati: don Ernesto Camurati, anni 46; Angelo Caprioglio, anni 50 e tre figli; Carlo Dorato, anni 44, con un figlio; Giuseppe, Dorato anni 50, due figli; Clemente Gippa, anni 60, due figli; Felice Lanfranco, anni 44, due figli; Carlo Odisio, anni 45; Luigi Odisio, anni 49, quattro figli; Giuseppe Odisio, anni 52; Luigi Pietro Quarello, anni 57; Ernesto Vallone, anni 49, quattro figli. Caprioglio fu catturato mentre stava lavorando in cantina. Il 23 ottobre del 1944 il paese su teatro di una nuova incursione dei nazisti che causò una fuga generalizzata degli abitanti ed una nuova uccisione. All’indomani della Liberazione, il 9 maggio 1945, il maggiore Mayer, che nel frattempo si era arreso, rintracciato in campo ad Asti, venne portato nello stesso luogo dove si era verificato l’eccidio ed ucciso. Le vittime delle rappresaglie sono ricordate da un monumento nella piazza principale, che si chiama appunto piazza IX Ottobre, in quanto qui avvenne la barbara esecuzione, e a loro sacrario è stata dedicata la chiesa di San Remigio, recentemente ristrutturata. Ma di questa e di altri beni che si trovano nel Comune di Villadeati, a partire da quello che tutti chiamano ‘Castello Feltrinelli’ si parlerà nelle prossime tappe del viaggio. Infine va ricordato che a Casale Monferrato, in via Mameli (la stessa via dove si trova il palazzo del Municipio), a poca distanza dalla residenza del Vescovo e dalla Curia Vescovile, è stata posta una lapide che ricorda il sacrificio del sacerdote.
Massimo Iaretti