redazione il torinese

Torino-Bologna, i precedenti

L’incontro di sabato (ore 20:30) sarà il sessantunesimo, in casa del Toro nella Serie A strutturata a girone unico, tra i granata ed il Bologna: nei precedenti 60 confronti si registrano 31 affermazioni toriniste a fronte delle sole 9 degli emiliani (20, invece, i pareggi)
Torino avanti anche nel computo delle reti realizzate: 99-51. Il primo confronto, in terra piemontese, tra i due sodalizi ha luogo nella stagione 1929-’30 (cioè la prima della massima divisione così com’è attualmente strutturata), terminando sullo 0-0 alla sesta giornata (10 novembre 1929). Dopo altri due pareggi, entrambi per 1-1, nelle successive due annate (1930-’31 e 1931-’32), il Toro centra il successo nel 1932-’33 (cioè al quarto tentativo): 3-2 alla ventunesima giornata (12 marzo 1933), con mattatore Gino Rossetti (alias Rossetti II), autore di una tripletta (18′, 40′ su rigore e 46′). La prima affermazione felsinea giunge nell’annata immediatamente successiva, con un 1-0 datato 12 novembre 1933 (decima giornata della stagione 1933-’34) e firmato da Angelo Schiavio (a segno al 4′). Il più largo successo piemontese è il 5-0 del 1964-’65 (trentaduesima giornata, 23 maggio 1965), con reti di Gerry Hitchens (11′ e 73′), Gigi Simoni (34′ e 71′) e del compianto Gigi Meroni (75′), mentre la più larga vittoria bolognese è il 4-2 della stagione seguente (tredicesima giornata, 19 dicembre 1965). L’ultimo pareggio risale al 2008-2009: 1-1 alla trentacinquesima giornata (10 maggio 2009), frutto di due calci di rigore, rispettivamente trasformati da Alessandro Rosina per il vantaggio granata (37′) e da Marco Di Vaio per il pareggio ospite (86′). Meno remoto, invece, l’ultimo “colpaccio” dei rosso-blu, consistente nel 2-1 della ventitreesima giornata della stagione 2013-’14 (9 febbraio 2014, con rete piemontese opera di Ciro Immobile al 5′). Recentissima l’ultima affermazione del Toro, poiché risalente alla scorsa annata: perentorio 3-0 alla ventesima giornata (6 gennaio 2018, prima partita di Walter Mazzarri sulla panchina torinista), con realizzazioni di Lorenzo De Silvestri al 38′, M’Baye Niang al 53′ e Iago Falque all’85’. Oltre alla Serie A strutturata a girone unico, le due compagini si sono affrontate, in Piemonte, anche nella massima divisione “pre 1929” (sei volte), in Coppa Italia (tre), in Serie B (una) e nel campionato 1945-’46. Per quanto riguarda la Serie A ante girone unico, si registrano solo vittorie granata, per 3-0 nel 1919-’20, 4-1 nel 1923-’24, 6-2 nel 1925-’26, 2-1 nel 1926-’27 e per 1-0 sia nel 1927-’28 sia nel 1928-’29, per un totale di sei vittorie a zero, con 17 reti realizzate e solamente 4 incassate. I tre precedenti nella Coppa nazionale risalgono alle stagioni 1967-’68 (edizione vinta dal Toro), 1969-’70 e 1980-’81. I primi due confronti, entrambi relativi al girone finale per l’assegnazione del trofeo, vedono altrettante vittorie granata, rispettivamente per 4-0 il 26 giugno 1968 e per 1-0 il 20 maggio 1970. Pathos alle stelle nella gara di inizio Anni Ottanta (6 giugno 1981), valevole quale semifinale di ritorno: dopo il 2-2 dell’andata in Emilia, il Toro riesce ad aver la meglio per 3-2 dopo i tempi supplementari, accedendo alla finale. Ricapitolando, i tre confronti vedono un altro en plein torinista, con un 8-2 nel conteggio delle reti. L’unico “incrocio” in cadetteria è riferito alla stagione 2005-2006: 0-0 alla nona giornata, il 9 ottobre 2015. Trionfo piemontese, invece, nel campionato di massima divisione 1945-’46 (denominato “Divisione Nazionale” ed ultimo, per motivi contingenti, strutturato su più gironi): netto 4-0 del “Grande Torino” alla ventitreesima giornata (24 marzo 1946) del girone eliminatorio dell’Alta Italia, con reti di capitan Valentino Mazzola (5′ e 63′), Ezio Loik (55′) e Franco Ossola (70′). In totale, tra i vari campionati e la Coppa Italia, si contano, all’ombra della Mole, 71 confronti tra il Torino ed il Bologna, con 41 successi granata, 9 rosso-blu e 21 pareggi. E col Torino avanti nel computo delle reti: 128-57.
 

Giuseppe Livraghi

 
 

MANUTENZIONE STRAORDINARIA EDIFICI: AGGIUDICATI I LAVORI DELLA SCUOLA ROMERO

Il sindaco di Venaria Reale Roberto Falcone nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 11 marzo, ha dato seguito alla comunicazione del settore Lavori Pubblici, ai presenti in aula, dell’aggiudicazione della gara Fase 4 con particolare riferimento ai lavori sulla “Scuola Romero”.A seguito delle verifiche del possesso dei requisiti di ordine generale, sono state infatti accertate le condizioni per poter attestare e dichiarare l’efficacia, ai sensi dell’art. 32, comma 7, del D.Lgs. 50/2016 e s.m.i., dell’aggiudicazione della procedura negoziata a favore dell’impresa “Mastropasqua Costruzioni S.r.l.” per i lavori “Manutenzione straordinaria e di adeguamento prevenzione incendi di edifici scolastici e comunali (Man. Fase 4) -Bando Periferie. Sarà successivamente reso noto il cronoprogramma dei lavori.
  Si ricorda, infine, che oltre alla messa in sicurezza della scuola Romero, gli altri interventi previsti da questo appalto coinvolgeranno anche il nido Banzi (rifacimento della centrale termica), la Lessona (interventi sulle coperture, pavimentazioni e palestra) e poi ancora le scuole Di Vittorio, Rodari, VIII marzo e Don Milani.

Un americano a Torino. "Seeming Confines"

Nel torinese “Spazio Don Chisciotte”, le astratte forme colorate di David Ruff
Forme armoniosamente informi, dal vibrante e intenso tratto coloristico. Giocate, in ampie campiture, su stupendi bagliori di luce e sull’astrazione di un segno che, all’apparenza, “fatica” a prendere corpo. Compiuto e intellegibile. Forme che generano forme, che si frappongono e sovrappongono, che s’inciampano, s’indispettiscono, si spezzano e si ricompongono. Come i sogni alle prime luci del giorno. O le immagini di una natura tanto amata (“una foglia dorata, un ciottolo, una crepa in un muro, una lumaca, la forma dei campi…”) da esaurirsi nel gioco imprevedibile e suggestivo e bastevole di poetiche intime sensazioni. Sospese fra subconscio e realtà. Senza confini di mezzo. Terra libera, dove “parte della mia anima diventa un dipinto con una propria anima, e sono io che la devo nutrire. Ogni dipinto dà vita al successivo. Nasce qualcosa di nuovo, qualcosa che è sempre esistito. Poi non resta che una finitura cosciente. E’ il mio nome, la data e forse un titolo”. Così, meglio d’ogni altro, raccontava –in una personale del ’75 alla “Bergamini” di Milano – la genesi dei suoi dipinti David Ruff (New York, 1925 – Torino, 2007), cui la Fondazione Bottari Lattes dedica oggi nelle sale torinesi del suo “Spazio Don Chisciotte” di via Della Rocca, una coinvolgente retrospettiva comprendente nove lavori su carta (inchiostri e gouache) e venti dipinti, realizzati prevalentemente negli anni Settanta, accanto a diari, appunti scritti a mano e ritratti fotografici, utili a meglio comprendere il contesto storico-culturale presente nella ricerca dell’artista. Curata da Valentina Roselli e dal “David Ruff Archive” (fondato a Torino nel 2017 dalla moglie Susan Finnel), la rassegna s’incentra con saggio acume sugli oltre trent’anni trascorsi in Europa da Ruff, che artisticamente cresciuto fra New York e San Francisco (dove fonda e dirige, fra l’altro, un atelier grafico, producendo opere destinate a diventare testi fondativi della poesia d’avanguardia americana, sotto l’egida e l’amicizia di nomi sacri come Kenneth Patchen o Harold Chumbly o Ferlinghetti) nel ’69, con la moglie e la figlioletta Aleyda, si trasferisce prima ad Amsterdam e, nel ’71, in Piemonte, vivendo per oltre trentacinque anni fra Baldissero, Bagnolo e Torino. Pittore, grafico, poeta e intellettuale nel senso più lato del termine Ruff – che negli States fu anche attivista impegnato nelle grandi campagne politiche per i diritti civili, in Alabama, Mississipi, Upstate New York e Washington D.C. – “porta con sé una ricerca – scrive Valentina Roselli – alimentata dal grande fermento artistico degli Stati Uniti a partire dagli anni Quaranta, studiando dal vivo giganti come de Kooning, Pollock, De Stael, Gorky, Baziotes e Rothko”. La lezione è quella dirompente dell’informale prima e dell’espressionismo astratto poi, cui spesso l’artista viene negli anni associato, pur se il suo percorso di ricerca naviga da sempre per mari assolutamente originali, inconfondibili nella trattazione di cifre stilistiche particolarmente attente ai miracoli del colore e che negli anni europei lo avvicinano fortemente allo studio del Rinascimento italiano, così come alla pittura tonale veneta (dei Giorgione e dei Tiziano) e soprattutto ai modi di certo grande post-impressionismo, che riporta agli intensi gialli mediterranei e ai blu ineguagliabili di un Bonnard. Il tutto arricchito da una sensibilità pittorica e da un modo d’intendere il “mestiere” d’artista assolutamente singolare, come “viaggio dai confini non demarcati, senza l’urgenza di una definizione”. Di qui anche il titolo della mostra “Seeming Confines” (“Confini apparenti”) che coincide con il titolo di un olio su tela di Ruff del ’73, ispirato all’opera “Endymion (IV, 513)” di John Keats, poeta molto amato dall’artista. Un pittore che “ha saputo trasformare in immagini – ancora Roselli – l’avventura esistenziale, scardinando categorie e stereotipi con prontezza e raffinata ironia”. Con colta gioiosità e la pura fantasia di un curioso poeta fanciullo che all’amata natura guarda ogni volta con infinito stupore e un desiderio profondo nel cuore: “Ogni volta che guardo un ciottolo, una conchiglia o le stelle –scriveva Ruff – c’è qualcosa di nuovo da vedere… Spero che i miei quadri stiano nel cosmo come le piante, le stelle, le conchiglie, le persone”.

Gianni Milani

“Seeming Confines”
Spazio Don Chisciotte – Fondazione Bottari Lattes, via Della Rocca 37B, Torino; tel. 011/1977.1755 o www.fondazionebottarilattes.it
Fino al 18 aprile
Orari: dal mart. al sab. 10,30/12,30 e 15/19
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Nelle foto

– David Ruff
– “Seeming Confines”, olio su tela, 1973
– “Untitled”, gouache su carta, 1969
– “The Second Sound”, olio su tela, 1975
– “Come gli uccelli in autunno”, olio su tela, 1974

 

Nuovi progetti per gli "Alumni" del Poli

La rinnovata sinergia tra l’Ateneo e i suoi Alumni permetterà una serie di nuove attività orientate in primo luogo all’innovazione didattica

 

 Felice Vai, classe 1971, è stato eletto oggi Presidente dell’Associazione Alumni del Politecnico di Torino. Con questa elezione si è completato l’iter di rinnovamento dell’Associazione ex allievi: a novembre 2018 sono stati approvati un nuovo statuto e una nuova denominazione, mentre il 27 febbraio 2019 è stato eletto il nuovo Consiglio Direttivo, che è ora composto dagli ingegneri Maria Giulia Ballatore, Giovanni Bertolone, Giorgio Mirone e Carmelo Traina, dagli architetti Sergio Cavallo e Felice De Luca e dai professori Cristian Campagnaro, Flavio Canavero, Giovanni Durbiano,  Emilia Garda e Marco Carlo Masoero.Grazie al nuovo Statuto sono adesso considerati Alumni – con un’accezione più ampia rispetto al passato –  tutti coloro che abbiano conseguito un diploma di laurea, una laurea, una laurea triennale, specialistica, magistrale, un master o un dottorato Presso il Politecnico di Torino, nonché il personale docente e ricercatore che è o è stato in ruolo presso il Politecnico (Art. 4) La rinnovata sinergia tra l’Ateneo e i suoi Alumni permetterà una serie di nuove attività orientate in primo luogo all’innovazione didattica, con seminari e testimonianze di Alumni come portatori di esperienze tecniche e professionali, introduzione di moduli di soft skill, per aiutare a valorizzare adeguatamente le competenze tecnico-scientifiche degli studenti, tutoring in attività didattiche progettuali e mentoring di studenti. Altre iniziative saranno legate al career services e career development, sia per gli studenti che per gli Alumni. Volano per le nuove attività, saranno il potenziamento del database di contatti, un rinnovato sito web(www.alumni.polito.it) che integri le attività dell’Associazione e le iniziative dell’Ateneo per la comunità degli Alumni, e i più moderni canali di comunicazione, primo tra tutti una nuova piattaforma social,PoliNet, che offrirà agli iscritti contenuti dedicati e opportunità privilegiate di formazione continua e networking. Felice Vai, laureato in Ingegneria Chimica con indirizzo Processistico presso il Politecnico di Torino, è titolare della FV s.r.l., società di consulenza del settore energia e Presidente della Compagnia delle Opere del Piemonte, Associazione che rappresenta oltre 500 imprese del Piemonte. “Sono onorato ed entusiasta di servire il Politecnico, quella che considero una delle istituzioni più rilevanti del nostro territorio, una realtà che ha la responsabilità di formare i nostri giovani verso un futuro complesso ed affascinante, contraddistinto da cambiamenti repentini ed estremamente profondi”, commenta il neo Presidente Felice Vai“Come già formalizzato nel Piano Strategico di Ateneo – conclude Carla Chiasserini, Delegata del Rettore per gli Alumni e l’Accompagnamento al Lavoro – gli Alumni costituiscono un patrimonio di esperienze, competenze, prospettive e relazioni di straordinaria importanza che deve essere valorizzato soprattutto per le nuove generazioni di studenti e laureati. In questa prospettiva, l’Ateneo intende potenziare la collaborazione con gli Alumni, che saranno sempre più partner nelle attività del Politecnico, sia nella didattica, che nell’accompagnamento al lavoro, fino ad arrivare alla creazione di occasioni di finanziamento da parte degli Alumni per le attività di ricerca e trasferimento tecnologico dell’Ateneo”.

La Regione Piemonte scende in campo contro il caporalato

La Regione scende in campo contro il caporalato. Il presidente Sergio Chiamparino e gli assessori Gianna Pentenero, Monica Cerutti e Giorgio Ferrero, hanno siglato un accordo sperimentale  contro il fenomeno sociale con l’ Agenzia Piemonte Lavoro, le Prefetture, l’ Ispettorato del lavoro e  Inps, Inail. Hanno inoltre aderito  Anci, i sindacati, le associazioni datoriali, con le cooperative, l’Arcidiocesi di Torino e Diaconia valdese. Per il governatore l’intesa vuole dare “una risposta a uno dei problemi forse più gravi che esistano in Italia: l’ illegalità del lavoro e la mancanza di tutela del lavoro stagionale, in particolare quello agricolo”. L’accordo promuove la diffusione delle buone pratiche per la difesa della filiera agroalimentare contrastando le scorrettezze e lo sfruttamento della manodopera.

Slavika, la quinta edizione del festival delle culture slave

 Torna il festival Slavika a Torino, giunto alla V edizione. Il Festival è organizzato dal circolo culturale Polski Kot, con il sostegno del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano, l’Istituto Polacco di Roma, Klec Blazna e Sovietniko

 Contribuiscono all’ideazione del Festival: l’associazione culturale “Most”, la casa editrice Miraggi, Sottodiciotto Film Festival, libreria Trebisonda, “East Journal”, Unione Culturale Franco Antonicelli, associazione “To je to”, associazione “RetròScena”. I “luoghi” del Festival saranno molti: dal Polski Kot di via Massena allo Jazz Club, Circolo dei Lettori, CineTeatro Baretti,Polo del ‘900 e Unione Cuturale. Concerti, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche, presentazioni di libri, incontri con gli autori, mostre di fotografia e un premio di traduzione letteraria animeranno il fitto calendario della rassegna dedicata all’Europa centro-orientale. Dal concerto di Damir Imamovic, principe della musica “sevdah” di Sarajevo, venerdì 15 marzo, fino al concerto di Babbutzi Orkestar al Jazz Club a chiudere lunedì 25 marzo, passando per una lunga serie di appuntamenti imperdibili: la presentazione del libro Proletkult del collettivo Wu Ming, gli incontri con gli autori polacchi Anna Frajlich, Mariusz Wilk e la celebre Olga Tokarczuk, le proiezioni del documentario Naked Island sull’isola di Goli Otok, e del film polacco Carte blanche alla presenza del regista Jacek Lusinski. Uno spazio di rilievo quest’anno sarà garantito alla fotografia, con ben due mostre in anteprima: quella del fotoreporter di guerra polacco Krzysztof Miller, morto suicida nel 2016 dopo aver coperto tra i più importanti conflitti negli ultimi 25 anni, e dell’artista russa Aleksandr Petrosjan. Per il teatro, il collettivo Patom Theatre inscenerà lo spettacolo I ran and got tired ispirato all’opera di Daniil Charms. Ci sarà una giornata interamente dedicata all’architettura nei Balcani: l’associazione “To je to” affronterà la tematica degli spomenik(monumenti commemorativi per i caduti della Seconda Guerra Mondiale voluti tra gli anni ’60 e ’70 da Tito), mentre Antonio Cunazza e Gianni Galleri parleranno di estetica degli stadi di calcio in quelle zone. Anche quest’anno verrà riproposto il laboratorio di traduzione con i docenti universitari Olja Arsic (letteratura serbo-croata) e Massimo Maurizio (letteratura russa).

IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL: 14-25 MARZO 2019

– giovedì 14/3 ore 18.30 Spazio Eventa, via dei Mille, 42 – Torino. Inaugurazione del Festival.Mostra fotografica: “Krzysztof Miller – Fotografie che non hanno cambiato il mondo. Storia di un fotoreporter polacco”. Ingresso libero.

Krzysztof Miller è stato uno dei fotoreporter polacchi più importanti, prematuramente scomparso a 54 anni nel 2016. Nei suoi scatti i momenti storici legati alla “Tavola rotonda” polacca, la rivoluzione in Romania, le guerre di Bosnia e Cecenia. Prima esposizione in Italia dei suoi lavori. A cura di Tiziana Bonomo (Artphoto). Con il sostegno del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano;

– venerdì 15/3 ore 18. Polo del ‘900, via del Carmine, 14 – Torino. Foto, racconti e video: “Borders – Sul confine. Un viaggio nell’Ucraina di oggi”. Ingresso libero, aperitivo a seguire

Quattro anni dopo le proteste in piazza Maidan, un gruppo di giovani italiani viaggia al confine dell’Unione Europea per incontrare associazioni locali di giovani impegnati a rispondere come società civile alle tensioni e ai conflitti nel paese. La serata di inaugurazione prevede la proiezione del documentario, lettura di estratti del racconto di viaggio a cura di “Nouvelle Plague” e buffet. Nei giorni seguenti la mostra sarà visitabile (fino al 24 marzo)presso la Galleria delle Immagini del Polo del ‘900 (via del Carmine, 13). Un progetto di RetròScena realizzato con Fondazione Nocentini e Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini. Con il sostegno del Polo del ‘900;

– venerdì 15/3 ore 21. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino.Concerto: Damir Imamovic (Bosnia-Erzegovina). Aperitivo e concerto: 12 euro, prima consumazione: 5 euro. Prenotazione obbligatoria per l’aperitivo.

Damir Imamović (nato nel 1978) è un musicista, cantante e compositore della musica tradizionale della Bosnia ed Erzegovina, “sevdah” o “sevdalinka”.

Damir Imamović è nato a Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina, in una famiglia di musicisti. Suo padre Nedžad Imamović (1948), è un bassista, produttore, cantante e autore, mentre suo nonno paterno Zaim Imamović (1920-1994), è stato un musicista leggendario e cantante folk bosniaco tradizionale, famoso negli anni ’40 e ’60. Damir trascorse i suoi anni di formazione (1992-1995) vivendo nella città assediata di Sarajevo. Ha iniziato a suonare la chitarra quando aveva 15 anni;

sabato 16/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino.Presentazione libro di Maksim Gor’kij: “Lenin, un uomo” (Sellerio). Con il curatore Marco Caratozzolo (docente di Lingua e Letteratura russa all’Università di Bari) dialoga Massimo Maurizio (ricercatore di Lingua e Letteratura russa all’Università di Torino). Ingresso libero. Libri in libera vendita.

Ricordi, pieni di affetto e di ammirazione, per un personaggio mitizzato o vituperato nella storia per la propria azione politica. Ma in questo ritratto non è la politica al centro del mirino: è l’uomo Lenin che Gor’kij vuole, riuscendoci meravigliosamente, scolpire nella memoria. E sorprendere;

– sabato 16/3 ore 19.30. Klec Blazna, via sant’Ottavio, 37 – Torino. Festa d’inaugurazione.Musica e cucina.

“East Journal”, “Kiosk” (programma radiofonico di Radio Beckwith) e “Most” associazione presentano la festa d’inaugurazione della V edizione di “Slavika” con tanta buona musica d’oltrecortina e menù tipico balcanico: zuppa Jota (zuppa di fagioli, verza e patate), cevapcici, baklava e mezzo litro di birra a 22 euro. Prenotazione obbligatoria per chi vuole cenare. In collaborazione con: “East Journal”, “Kiosk”, “Most” associazione e Radio Beckwith;

– domenica 17/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Architettura ed ex Yugoslavia: “L’eredità degli Spomenik”. Con Diego Acampora, Eric Gobetti e Chiara Bosco (associazione “to je to”). Ingresso libero, aperitivo a seguire.

Spomenik è una parola serbo-croata, letteralmente significa “monumento”. Riferita al contesto balcanico tuttavia essa si riferisce ad una particolarissima tipologia di opera. Gli Spomenik sono infatti tutti quei manufatti costruiti durante la dittatura socialista di Josip Broz Tito. Sono solitamente memoriali di guerra, enormi totem eretti nei luoghi dove si sono tenute battaglie importanti e ideati per ricreare, in un nuovo stile architettonico a tratti futuristico e spesso indecifrabile, un’identità jugoslava trasversale. Per cui andare alla loro riscoperta equivale alla ricerca di una cultura a volte volutamente dimenticata, dei monumenti religiosi di un culto laico ormai scomparso… Fino a un certo punto. In collaborazione con associazione “to je to”;

– domenica 17/3 ore 21. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Architettura ed estetica degli stadi slavi: “In viaggio da Nova Gorica a Istanbul, tra calcio e architettura”. Con Antonio Cunazza(Archistadia) e Gianni Galleri (Curva Est). Ingresso libero, aperitivo alla fine dell’evento precedente.

Due esperti massimi di architettura (Antonio Cunazza, curatore della pagina FB Archistadia e Gianni Galleri, autore del libro: “curva Est” e curatore della pagina Fb omonima) ci parlano di estetica e meraviglia degli stadi balcanici e di episodi a sfondo sportivo-coreografico che vi sono accaduti;

– lunedì 18/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Incontro con l’autore. Con Anna Frajlich dialoga Giulia Randone (slavista e dottore di ricerca dell’Università di Torino). Ingresso libero, aperitivo a seguire. Libri n libera vendita.

Anna Frajlich è una poetessa polacca di origini ebraiche che da anni vive negli Stati Uniti, dove ha insegnato lingua e letteratura polacca alla Columbia University di New York. È nata nel 1942 a Katta-Taldyk, nella Reppubblica Socialista Sovietica Kirghiza, dove era fuggita sua madre in seguito all’invasione tedesca di Leopoli nel 1941. Dopo la guerra è tornata in Polonia, abitando prima a Stettino e poi a Varsavia, dove si è laureata in lingua e letteratura polacca. Sull’onda della campagna antisemita fomentata dalle autorità comuniste nel 1968 la poetessa ha lasciato la Polonia l’anno successivo, soggiornando per qualche mese in Italia per poi, nel 1970, trasferirsi in pianta stabile a New York. Anna Frajlich è autrice di dodici raccolte di poesia. La Parlesia Editore ha pubblicato quest’anno il suo primo libro in italiano: “Un oceano tra di noi”, che sarà possibile acquistare durante la serata. Con il sostegno dell’Istituto di Cultura Polacca di Roma;

lunedì 18/3 ore 21. Cinema Baretti, via Baretti, 4 – Torino. Docufilm: “Goli Otok/Naked island”. Ingresso: intero 4 euro, ridotto 3 euro (per le riduzioni consultare il sito: www.cineteatrobaretti.it)

Isola Nuda per gli slavi, Isola Calva per gli italiani d’Istria. In croato si chiama Goli Otok, in italiano più raramente isola Golli. È stato il luogo in cui il regime titino, dal 1949 al 1956, ha cercato di rieducare i filosovietici (cominformisti) al socialismo jugoslavo. E per farlo ha utilizzato, oltre all’indottrinamento politico, anche il lavoro forzato e violenze fisiche e psicologiche di ogni tipo. Il documentario di Tiha K. Gudac, (Croazia 2014, col., 75′, v.o. sott. ita./eng)
è un’indagine che la regista svolge sulla sua famiglia. Tiha K. Gudac cerca di capire il segreto del nonno, che sparito per alcuni anni era poi tornato coperto di cicatrici. Un racconto delicato che porta alla luce un segreto familiare e nazionale sulla ex-Jugoslavia: quello di Goli Otok, l’”Isola Calva”, il campo per gli oppositori politici del regime di Tito. Miglior documentario al Sarajevo Film Festival e premio CEI al Trieste International Film Festival;

– martedì 19/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Incontro con l’autore. Con Dunja Badnjevic dialoga Ljiljana Banjanin (professoressa di Lingua e Letteratura Slava all’Università di Torino). Ingresso libero, aperitivo a seguire.

Dunja Badnjević, nata a Belgrado, vive da più di quarant’anni in Italia. Ha lavorato come redattrice e attualmente si occupa di traduzione e promozione della letteratura serba, bosniaca e croata in Italia. Ha tradotto per Adelphi, Editori Riuniti, Guanda, Ponte alle Grazie, Newton Compton, Jaca book e altre case editrici. Per la collana Meridiani della Mondadori ha curato: “Ivo Andrić,Romanzi e racconti”. È vicepresidente dell’associazione interculturale «Lipa». Per Bollati Boringhieri ha pubblicato: “L’isola nuda”, romanzo che mette al centro proprio la realtà di Goli Otok. Lì vi fu rinchiuso per alcuni anni il padre dell’autrice, convinto internazionalista «epurato» da Tito dopo lo strappo con l’Urss nel 1948. Affascinanti le pagine finali sull’apolitudine, su quel senso di perdita e di assenza che molti di coloro che hanno vissuto la Jugoslavia e il suo disfacimento ancora soffrono; – martedì 19/3 ore 21. Circolo dei Lettori, via Bogino, 9 – Torino. Incontro con l’autore. Con Olga Tokarczuk dialoga Andrea Bajani (scrittore). Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Libri in libera vendita.

Olga Tokarczuk (Sulechów, 29 gennaio 1962) è una scrittrice polacca. È una degli scrittori polacchi della sua generazione più acclamati e di grande successo commerciale. Ha studiato psicologia presso l’Università di Varsavia. Ha pubblicato raccolte di poesie, vari romanzi, così come di altri libri con opere più brevi. Il suo libro “Bieguni” (“I vagabondi”, in uscita in questi giorni per Bompiani nella traduzione della “nostra” Barbara Delfino) ha vinto nel 2008 il premio Nike, tra i premi più importanti della letteratura in Polonia, e nel 2018 il Man Booker International Prize (l’edizione in inglese aveva il titolo: “Flights”). Olga Tokarczuk vanta numerose altre traduzioni in italiano. In collaborazione con Bompiani Editore;

– mercoledì 20/3 ore 18. Unione culturale Franco Antonicelli, via Cesare Battisti, 4 – Torino. Presentazione del libro: “Proletkult” (Einaudi). Con gli autori (Wu Ming) dialoga Daniela Steila (professoressa di Storia della Filosofia all’Università di Torino e presidente dell’Unione Cuturale). Ingresso libero, aperitivo a seguire (a cura di Sovietniko). Libri in libera vendita.

Mosca, 1927. Che le proprie storie si mescolino alla realtà fino al punto di prendere vita: non è questo il sogno segreto di ogni narratore? È ciò che accade ad Aleksandr Bogdanov, scrittore di fantascienza, ma anche rivoluzionario, scienziato e filosofo. Mentre fervono i preparativi per celebrare il decennale della Rivoluzione d’Ottobre e si avvicina la resa dei conti tra Stalin e i suoi oppositori, l’autore del celebre Stella Rossa riceve la visita di un personaggio che sembra uscito direttamente dalle pagine del suo romanzo. È l’occasione per ripercorrere le tappe di un’esistenza vissuta sull’orlo del baratro, tra insurrezioni, esilio e guerre, inseguendo lo spettro di un vecchio compagno perduto lungo la strada. Una ricerca che scuoterà a fondo le convinzioni di una vita;

– mercoledì 20/3 ore 21. Unione culturale Franco Antonicelli, via Cesare Battisti, 4 – Torino. Conferenza. Mark Steinberg, professore di storia all’Università dell’Illinois (Urbana-Champaign), parla di: “Ha ancora senso, oggi, studiare la rivoluzione russa? E, se ha un senso, dove lo si trova?” Ingresso libero.

Ha ancora senso, oggi, studiare la rivoluzione russa? E, se ha un senso, dove lo si trova? Ne parliamo con Mark Steinberg, autore del volume The Russian Revolution. 1905-1921 (Oxford U. P., 2017). Dal 2017 Steinberg è intervenuto in giro per il mondo (in Russia, Canada, UK, nelle maggiori università americane…) in occasione del centenario della rivoluzione, proponendo un approccio innovativo incentrato sulle passioni e gli entusiasmi che animavano i protagonisti, anche oscuri, di quella vicenda. Con noi discuterà del senso che può avere per noi quella storia, nei tempi bui che stiamo attraversando, dall’esperienza di insegnamento in luoghi “insoliti” come un carcere americano, alla riflessione sul significato rivoluzionario della ricerca queer (Steinberg è il padre della famosa drag queen Sasha Velour). L’intervento sarà in lingua inglese, con traduzione consecutiva (se richiesto).

– mercoledì 20/3 ore 21. Cinema Baretti, via Baretti, 4 – Torino. Film: “Carte blanche”. Ingresso: intero 4 euro, ridotto 3 euro (per le riduzioni consultare il sito: www.cineteatrobaretti.it). Alla proiezione parteciperà il regista, Jacek Lusinski.

“Carte blanche” (di J. Lusinski, Polonia 2015, 106′). Un professore di liceo molto amato dai suoi allievi, per non perdere il suo posto e preparare bene i suoi studenti alla maturità, nasconde il fatto che sta perdendo la vista. La diagnosi medica non lascia alcuna speranza: il professore è minacciato da una cecità permanente e totale. Ma le sue reazioni avranno un’evoluzione: spaventato all’inizio, non cade nella disperazione. Al contrario, adempie alla sua missione educativa, allaccia un’amicizia vera e aiuta un’allieva ribelle. Ispirato a fatti reali, il racconto del film potrebbe avere un impatto sociale perché testimonia la situazione complicata delle persone handicappate e la loro lotta per vivere nella società. Alla proezione sarà presente il regista, Jacek Lusinski, che aveva esordito nel 2009 come regista e sceneggiatore del film: “Pixels”. Con il sostegno del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano;

– giovedì 21/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Presentazione del libro: “Quando c’era l’URSS. 70 anni di storia culturale sovietica” (Raffaello Cortina Editore) di Gian Piero Piretto. Con l’autore dialoga Elisa Baglioni (dottore di ricerca in Lingua e Letteratura Russa, collettivo Spara Jurji). Ingresso libero, aperitivo a seguire. Libri in libera vendita.

L’universo sovietico ha suscitato per circa settant’anni entusiasmi e avversioni. Attraverso una periodizzazione non scandita dalla banalità dei decenni, in questo libro si analizzano eventi storici, imprese, campagne promozionali e dissuasorie subite dai cittadini del paese dei Soviet, con uno speciale accento sulla percezione dei fatti nella quotidianità della gente comune. Propaganda, retorica, passioni sono prese in esame sulla base della cartellonisti-ca, delle riviste, del cinema, dell’architettura, delle arti, della cronaca. Dai trascinanti investimenti dei primi anni al binomio euforia-terrore che ha segnato l’era staliniana, dalle sottoculture giovanili degli anni Cinquanta e Sessanta ai primi passi del rock nei Settanta, si giungerà alla fatidica notte di Natale del 1991, quando venne ammainata la bandiera rossa sul Cremlino. Tutto documentato da un ricco apparato iconografico tratto dalla straordinaria produzione di grafici e artisti del tempo;

– giovedì 21/3 ore 21. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Spettacolo teatrale: “I ran and got tired” ispirato a Daniil Charms. Di Patom Theatre. Aperitivo e spettacolo: 10 euro, prima consumazione: 5 euro. Prenotazione obbligatoria per l’aperitivo.

Due personaggi sconcertanti e surreali abitano e colmano il palco: sono il Poeta e la Donna, forse sua musa, sua ombra, sua donna, suo amore, figure che impersonano l’Assurdità dell’esistenza, la tragedia di una condizione che vede uno scontro perenne contro la censura e il potere, senza possibilità di resa. La condizione dell’autore cui la pièce “I ran and got tired” fa riferimento è, infatti, quella del surrealista, drammaturgo e poeta russo Daniil Charms (1905-1942), uno degli ultimi rappresentanti dell’avanguardia russa. E lo spettacolo si rivela, dunque, come una rappresentazione multi-linguistica che porta alla luce la lotta di un artista e l’assoluta e ineludibile necessità di combattere per le proprie convinzioni. Durante la sua attività, infatti, Charms poté vedere pubblicati solo i suoi racconti per bambini. Fu arrestato due volte, nel 1931 e nel 1941, mentre le sue opere per adulti furono rilasciate solo nel 1978;

– venerdì 22/3 ore 18. Circolo dei Lettori, via Bogino, 9 – Torino. Incontro con l’autore. Con Mariusz Wilk dialoga Carlo Grande (scrittore sceneggiatore e giornalista). Ingresso libero. Libri in libera vendita.

Mariusz Wilk (1955, Breslavia) è uno scrittore giornalista, saggista, viaggiatore polacco. Dal 1978 attivista dell’opposizione democratica. Co-fondatore delle letture di opposizione “underground”: “Biuletyn Dolnośląski”, “Podaj dalej”, “Tematy”. Dopo la legge marziale rimase nascosto, in qualità di direttore della rivista „Solidarność. Pisma Zarządu Regionu”, fino all’arresto nel dicembre 1982. Fu rilasciato nel 1983 e nuovamente arrestato nel 1986. Negli anni ’90 del XX soggiorna all’estero, negli Stati Uniti e infine in Russia, sulle isole Soloveckie. Durante questo periodo è stato corrispondente russo di “Kultura”, fino all’ultimo numero della rivista nel 2000. Nel 2006, il Presidente della Repubblica di Polonia, Lech Kaczyński, ha premiato lo scrittore con la Croce degli ufficiali dell’Ordine della Rinascita della Polonia. Il 4 giugno 2015, Mariusz Wilk è stato privato del diritto di vivere in Russia per cinque anni. Per la prima volta in Italia viene tradotto e pubblicato un libro di Wilk, “Uomini renna” (La Parlesia editore), grazie al lavoro di Barbara Delfino e Giulia Randone. Con il sostegno del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano;

– venerdì 22/3 ore 20.30. FIAF, via Pietro Santarosa, 7 – Torino.Mostra fotografica di Aleksandr Petrosjan, “Racconti di Pietroburgo”. Ingresso libero.

Aleksandr Petrosjan è considerato il più grande fotografo contemporaneo di tutta la Russia. Nato in Ucraina nel 1965, vive a San Pietroburgo da oltre 40 anni ed i suoi scatti hanno vinto numerosissimi premi in tutto il mondo. Inizia per caso a cimentarsi con la fotografia, immortalando semplicemente il suo quartiere ed i passanti; solo nel 2000 decide di affrontare la sua passione in maniera professionale. Lavora così per giornali come “Newsweek”, “National Geographic”, “GEO”, “Russian Reporter”, “Kommersant”, “Komsomolskaya Pravda”, and “Business Petersburg”. Ha vinto per due anni consecutivi, nel 2006 e nel 2007, il premio come “Fotografo dell’anno” ai St. Petersburg Awards. La mostra sarà visitabile fino al 5 aprile.

Sito di riferimento: http://aleksandrpetrosyan.com/en/;

– sabato 23/3 ore 10. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Seminario di traduzione letteraria (russo, serbo-croato) con Olja Arsic Perisic (professore a contratto di Lingua serbo-croata all’Università di Torino) e Massimo Maurizio (ricercatore di Lingua e Letteratura russa all’Università di Torino). Ingresso libero.

Anche quest’anno una giornata del festival sarà dedicata alla traduzione letteraria. Ci si ritroverà alle 10 del mattino per formare i due gruppi che lavoreranno fino al primo pomeriggio con i due esperti. Il pranzo sarà offerto da Polski Kot. La partecipazione è gratuita, ma occorre segnalare la propria partecipazione entro e non oltre lunedì 18 marzo, così da poter ricevere per tempo il materiale su cui verterà l’incontro;

– sabato 23/3 ore 17. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Assegnazione del premio Polski Kot alla miglior combinazione traduttore-editore riguardante un’opera slava letteraria edita nel 2018 in lingua italiana. Ingresso libero.

Il premio Polski Kot, giunto alla V edizione, vanta quest’anno una long-list di altissima qualità:

1. “Non esistono buone intenzioni” di Katarzyna Bonda. Editore: Piemme, Traduttore: Walter Da Soller e Laura Rescio
2. “Viljevo” di Luka Bekavac, Editore: Mimesis, Traduttrice: Ljiljana Avirović
3. “Toximia” di Margo Rejmer. Editore: La Parlesia, Traduttore: Francesco Annichiarico
4. “La Rivolta” di W.S.Reymont. Editore: Edizioni della sera, Traduttrice: Laura Pillon
5. “L’esercizio della vita. Cronisteria di Nedjeljko Fabrio”. Editore: Oltre, Traduttore: Silvio Ferrari
6. “Nel primo cerchio” di Aleksandr Solzenicyn. Editore: Voland, Traduttrice: Denise Silvestri
7. “La corsa indiana” di Tereza Bouckova. Editore: Miraggi, Traduttrice: Laura Angeloni
8. “Le donne di Lazar’” di Marina Stepnova. Editore: Voland, Traduttore: Corrado Piazzetta
9. “Più silenzioso dell’acqua” di Berislav Blagojević. Editore: Stilo, Traduttore: Danilo Capasso
10. “E dal cielo caddero tre mele” di Narine Abgarjan. Editore: Francesco Brioschi, Traduttrice: Claudia Zonghetti;

– sabato 23/3 ore 18.30. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Presentazione del libro: “Il bruciacadaveri” (Miraggi Editore) di Ladislav Fuks. Intervengono Alessandro De Vito (Miraggi, traduttore e curatore) e Luca Ragagnin (scrittore). Ingresso libero, aperitivo a seguire. Libri in libera vendita.

In una Praga di cattivo umore, il signor Karel Kopfrkingl, creatura pemurosa e ammanierata, impiegato al Crematorio, mette in atto, con soave candore, il suo perfido disegno: l’eutanasia. Campione attardato del Biedermeier praghese sciropposo e idillico, manipolatore di zuccherosi aggettivi che indirizza alla propria moglie, prima, durante e dopo averla fatta fuori, il signor Karel nutre una profonda comprensione per gli infermi e per i derelitti, si rammarica che le bestie soffrano, crede nella reincarnazione e le sue letture preferite sono un libro sul Tibet e un corpus di leggi che regoano le cremazioni. Necroforo attento e puntiglioso, Kopfrkingl offre a chi gli vive intorno una visione della vita seminata di bare e catafalchi, musiche per organo, fuochi purificatori e innumerevoli dolcezze dell’aldilà. Premuroso e untuoso accarezza i suoi cadaveri e li brucia. Aperitivo a seguire;

– sabato 23/3 ore 21.30. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Concerto: AcCello Duo (Polonia). Aperitivo e concerto: 10 euro, prima consumazione: 5 euro.

AcCello Duo è una coppia di strumentisti creata nel 2011 da un fisarmonicista, Konrad Merta, e un violoncellista, Piotr Gach. I musicisti realizzano varie idee artistiche ispirandosi ad accattivanti spettacoli di musica etnica e musica popolare, modificando le proprie composizioni in solenni progetti musicali realizzati con un uso classico senza età. Konrad Merta – nato nel 1989 – fisarmonicista, arrangiatore, compositore. Ha completato i suoi studi di dottorato presso il Dipartimento di Fisarmonica presso l’Accademia di Musica di Katowice. Piotr Gach (violoncello), nato nel 1986 a Słupsk, dove ha iniziato a suonare il violoncello all’età di 6 anni. Durante la scuola elementare e la scuola media, è stato vincitore del I Premio nelle gare di Malbork e Koszalin. Nel 2002 ha iniziato a sviluppare le proprie abilità nella Scuola secondaria di musica a Danzica. Con il sostegno del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano.

– domenica 24/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Incontro con il collettivoVolna Mare“Suto Orizari – L’unico comune in Europa a guida rom”. Ingresso libero.

Volna mare è un giovane collettivo costituito da Simone Benazzo, Marco Carlone e Martina Napolitano, tutti con interessi inerenti la fotografia, la storia e le bellezze del mondo dell’Europa centro-orientale. Hanno all’attivo la pubblicazione di un libro: “Il futuro dopo Lenin. Viaggio in Transnistria” (DOTS edizioni) e molti articoli sui giornali e le riviste più prestigiose d’Italia e oltre. La storia recente di Šuto Orizari inizia nel 1963, quando un terremoto ridisegnò gli equilibri demografici di Skopje. La comunità rom si trovò allora costretta ad abbandonare il proprio feudo tradizionale, il quartiere di Topaana, reso inagibile dal sisma. Il progetto di ricostruzione prevedeva inizialmente l’assimilazione della componente rom, per cui si preventivava di costruire condomini ad hoc in quartieri abitati principalmente dalle comunità maggioritarie della piccola repubblica (al tempo) jugoslava, ovvero albanesi e slavi macedoni. I rom rifiutano. Le autorità decisero allora di assegnare ai rom un intero quartiere, Šuto Orizari, quasi interamente evacuato dalla popolazione originaria e ridotto a un rione fantasma di case pericolanti e fatiscenti. Nel 1996 è stato riconosciuto come uno dei dieci distretti di Skopje, diventando così la prima municipalità al mondo dove il romanì, la lingua dei rom, è lingua ufficiale assieme al macedone. Il censimento del 2002 sancisce che più dell’80% degli abitanti è di nazionalità rom. Aperitivo a seguire;

domenica 24/3 ore 21. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Proiezione del film: “Tito ed io”. Aperitivo e film: 10 euro, prima consumazione 5 euro.

1954, Belgrado. Zoran è un bambino di dieci anni. Cresce in una famiglia borghese che disapprova il sistema comunista. Il bambino racconta la sua vita quotidiana: la scuola, gli amici e il primo amore. Prende parte al concorso che premia il miglior tema in madrelingua “Vuoi bene al compagno Tito e perché?”. Colui che vincerà il concorso avrà l’occasione di partire per la marcia verso Kumrovec, la terra natia del Compagno Tito. Zoran rivela, nella sua poesia, di amare Tito “più che la mamma e il papà…” Il film (di G. Markovic, 1992, 104′, v.o. con sottotitoli IT) tratta le vicissitudini di un bambino che tramite i propri occhi offre uno scorcio sulla Jugoslavia degli anni ’60. I sottotitoli in italiano sono stati curati da Mia Vujovic.

– lunedì 25/3 ore 21.30. Jazz Club, via San Francesco da Paola ang. Via Giolitti – Torino. Concerto : Babbutzi Orkestar. Ingresso con offerta libera.

La BABBUTZI ORKESTAR nasce nel 2007 e ha solcato importanti palchi quali Hidrellez Festival ad Istanbul, I am Art Festival in Umbria, MEI a Faenza, Guca Na krasu a Trieste, Auditorium La Flog a Firenze, Bloom a Mezzago, BalkanbeatsLondon a Londra, Laborbar a Zurigo, Tipi Festival a Bolzano, Balkan Caravan, Magnolia a Milano, End Summer Fest a Varese, e molti altri oltre a tutte le più importanti piazze d’Italia. Ha suonato sugli stessi palchi di Shantel, Modena City Ramblers, Dubioza Collectiv, Boban & Marko Marcovic, Goran Bregovic, Magnifico, Figli di Madre Ignota, Brooklin Funk Essential, Baba Zula, Can Bonomo, Fanfare en Petard, Robert Soko, Kocani Orkestar, Mad Sound System, Ghiaccioli e Branzini, Motel Connection e molti altri. Un appuntamento imperdibile per chi ama la balkan music! Tra ballate melodiche, polke e infuocati ritmi surf, psychobilly, punk, hip-hop, funky, soul, pop e a volte anche balkan, “Vodka, Polka & Vina”, il loro ultimo album, trascinerà il pubblico in una dimensione delirante e folle da cui sarà difficile uscire.

CR7 "Uno per tutti, tutti per uno"

Cr7 è soddisfatto dopo la straordinaria vittoria e posta su Facebook la foto dallo spogliatoio dell’Allianz Stadium, insieme ai compagni, con lo slogan  “Uno per tutti e tutti per uno”. Lo stesso che, in latino – “Unus pro omnibus omnes pro uno” –  aveva pubblicato  sui social il presidente della Juventus Andrea Agnelli  lo scorso 20 settembre.
(foto C. Benedetto www.fotoegrafico.net)

Ultimo bilancio per la Regione

Un bilancio sostenibile con spazio per investimenti e politiche sociali e una messa in sicurezza del debito: questo lo scopo del documento di previsione 2019/21, ultimo della legislatura, presentato per la Giunta guidata da Sergio Chiamparino dal vicepresidente Aldo Reschigna, approvato a maggioranza (31 sì e 10 no) nella seduta odierna del Consiglio regionale

Un documento che vede nell’esercizio finanziario 2019 entrate e spese di competenza per oltre 19 miliardi di euro e 18,5 di cassa (dei quali quasi 11 per la sanità). L’operazione sui derivati dovrebbe comportare un risparmio di 185 milioni di euro spalmati fino al 2036: concordata con il ministero, libera risparmi che consentono anche di allargare sensibilmente la platea degli aventi diritto agli assegni di cura, portando la dotazione degli extraLea da 53 a 73 milioni. Tra gli investimenti si segnala quello di 30 milioni (1 per il 2019, 12 per il 2020 e 17 per il 2021) per il “Manufacturing technology competence center” (Mtcc) dedicato al trasferimento tecnologico e l’innovazione del sistema della ricerca al sistema produttivo. I fondi serviranno anche per la “Piattaforma aerospazio” per analoghe attività rivolte in particolare alle Pmi aerospaziali. Chiamparino ha rivendicato diversi obiettivi raggiunti, tra cui il fatto che il disavanzo certificato ad inizio legislatura di circa 3,3 miliardi è stato diminuito di quasi un miliardo. Secondo Andrea Appiano (Pd), “con l’approvazione del bilancio di previsione 2019-2021, la Regione Piemonte fa un ulteriore passo in avanti nel percorso di risanamento dei conti pubblici avviato a inizio legislatura, garantendo contestualmente nuovi investimenti e salvaguardando i servizi. La sfida di riportare su un binario di sostenibilità il bilancio regionale è stata forse la più complessa della legislatura che si sta per chiudere. E tutto garantendo servizi e investimenti”. “Si rinviano al 2036 i pagamenti di mutui contratti con la Cassa depositi e prestiti per ripianare i disastri causati dalla ‘finanza creativa’ dell’amministrazione Bresso e dall’incompetenza del centrodestra – ha dichiarato Davide Bono (M5s) -. Un contratto derivato verrà parzialmente messo in sicurezza ma a pagarne le conseguenze saranno ancora una volta le generazioni future. Rinviati ancora di un anno gli investimenti su scuole, strade, montagna e Province. Gonfiate oltre misura le entrate del recupero evasione bollo auto fino a sforare la cifra monstre di 200 milioni, quando negli anni passati abbiamo riscosso solo una piccola parte di quanto preteso”.

“Siamo arrivati all’ultimo atto dell’era Chiamparino – ha dichiarato Roberto Ravello (F d’I) –. Con questo bilancio si chiude una legislatura assolutamente inutile. Il Piemonte continua a essere ultima tra le regioni del nord produttivo e risultano in peggioramento le attese su produzione, ordini ed occupazione. In più ricordiamo lo scandalo Finpiemonte, l’incapacità di utilizzo delle risorse europee, il disimpegno su ambiente e sistema montano, il taglio dei posti letto, la chiusura di alcuni presidi ospedalieri e l’incapacità di sognare il futuro”. Maria Carla Chiapello (Moderati) ha affermato che “grazie al risanamento dei conti, senza ricorrere a drastiche sforbiciate abbiamo restituito al Piemonte la possibilità di fare investimenti. Ci sono più risorse per le politiche sociali: più cittadini non autosufficienti riceveranno gli assegni di cura e poi un’importante novità è il buono nidi per le famiglie in difficoltà”.  Secondo Andrea Tronzano (FI), “anche in occasione dell’ultimo bilancio previsionale la Giunta di centrosinistra non riesce a far cambiare passo al Piemonte che arretra in tutte le classifiche, dai dati dell’export a quelli della crescita del Pil, dal livello dei servizi sanitari offerti alla capacità attrattiva di nuove imprese nel nostro territorio. Manca un’adeguata programmazione sanitaria, ostaggio di un approccio ideologico che smonta le eccellenze e premia le rendite di posizione. È assente una politica dello sport, ma soprattutto è molto grave che manchi un adeguato utilizzo dei fondi comunitari”.  “Dopo anni di sacrifici enormi – ha affermato Alfredo Monaco (Scelta civica) – per mettere in sicurezza i servizi e i conti da una devastazione finanziaria, finalmente un bilancio che permette ai piemontesi di guardare al futuro con maggiore fiducia. Gli embrioni di investimento sono strutturali e quindi solidi. Il lavoro è il problema più urgente cui dare risposta e qualche spiraglio per il sostegno alla produzione c’è e ne sono contento”. Secondo Gian Luca Vignale (Mns) “la legge di bilancio approvata non risponde agli interessi del Piemonte, ma sembra più un documento che guarda alle prossime elezioni ma non al futuro. Pochi investimenti, alcune mance elettorali e troppi impegni presi a partire solo dal 2020 lasceranno alla prossima Giunta un bilancio ingessato. Il risanamento non ha lasciato spazio, se non in prossimità della campagna elettorale, al rilancio degli investimenti, al potenziamento dei servizi e al sostegno a impresa e famiglie. I tagli apportati in sanità sono l’esempio più evidente”. Collegati al disegno di legge, sono stati approvati venti atti d’indirizzo prima della votazione finale del disegno di legge.

Il Car-sharing va a sbattere

“Le vetture in quel tratto di strada procedono troppo veloci”

Non dà la precedenza con la vettura del Car-Sharing “Blue Torino” e finisce sul marciapiede, dove fortunatamente non c’era nessuno. L’incidente si è verificato alle 12 in via Salbertrand, angolo via Valentino Carrera:  “le vetture in quel tratto di strada procedono troppo veloci”, dicono i residenti.
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(Da: gruppo Comitato Torinobcps Borgo Campidoglio-Parella-San Donato: