La minaccia di morte. In carcere l'ex marito violento
Bambino trascurato, arrestato il padre
Nell’ Aula Magna del Liceo Classico Massimo d’Azeglio – Via Parini, 8
Imparare ad alimentarsi in modo corretto è il tema dell’incontro, organizzato dall’ Università della Terza Età, “Benessere, Cibo, Salute”, che si terrà venerdì 15 marzo alle ore 15.30, nell’Aula Magna del Liceo Classico Massimo d’Azeglio, in via Parini 8 a Torino. Interverranno Serafina Petrocca, docente del corso Unitre “Cibo e salute” e Biagio Incignoli, docente del corso Unitre “Medicina: per la salute del cuore”.
L’incontro affronterà i seguenti argomenti:
- Un’alimentazione deve essere corretta “non per rispondere ad un canone estetico ma per salvaguardare la nostra salute”.
- Alimentarsi in modo sano deve essere la base per una prevenzione primaria e secondaria di numerose patologie cardiovascolari.
- Anche i ragazzi hanno purtroppo, modificato il loro stile di vita con il risultato di un aumento del sovrappeso e dell’obesità.
Un aiuto nel mangiare sano si avrà con la presentazione delle ricette della nutrizionista Serafina Petrocca.
Ingresso libero sino ad esaurimento posti
Per info:
UNITRE TORINO
Corso Trento, 13, Torino
Tel. 011/4342450
e-mail: info@unitretorino.net
Torino-Bologna, i precedenti tra i due tecnici
Il Torino-Bologna di sabato sera (ore 20:30), oltre a consistere nel ritorno (da avversario) di Sinisa Mihajlovic al “Grande Torino”, sarà il confronto numero nove tra l’attuale allenatore granata Walter Mazzarri e il suo predecessore sulla panchina torinista. Il primo “incrocio” tra i due tecnici risale all’ormai lontana stagione 2008-2009, per la precisione alla ventisettesima giornata (8 marzo 2009), con “WM” alla guida della Sampdoria ed il suo omologo serbo subentrato a Daniele Arrigoni sulla panchina del Bologna: netto 3-0 per gli emiliani. Passato al Napoli (subentrando a Roberto Donadoni), Mazzarri ha la meglio la stagione successiva, nella quale Mihajlovic è alla guida del Catania: alla trentunesima giornata (28 marzo 2010), gli azzurri “mazzarriani” la spuntano per 1-0, grazie ad una rete di Paolo Cannavaro al 51′. Perfetta parità nel 2010-’11, con Mazzarri ben saldo al comando dell’ambizioso sodalizio partenopeo e Mihajlovic passato alla Fiorentina: all’1-1 dell’andata in Toscana (prima giornata, 28 agosto 2010) fa seguito lo 0-0 del ritorno in Campania (ventesima, 15 gennaio 2011). Un solo confronto nel 2011-’12: alla quinta giornata (24 settembre 2011), il Napoli di “WM” viene fermato in casa sullo 0-0 dai viola sempre allenati dal tecnico serbo (poi esonerato dopo la decima giornata e sostituito da Delio Rossi). La stagione 2013-’14 vede
Mazzarri sulla panchina dell’Inter e Mihajlovic su quella della Sampdoria: dopo l’1-1 dell’andata a Milano (quattordicesima giornata, 1° dicembre 2012), i meneghini hanno la meglio nella gara di ritorno (trentatreesima, 13 aprile 2014), espugnando la Genova blucerchiata con un perentorio 4-0. Un solo confronto nell’annata 2014-’15, con entrambi gli allenatori confermati sulle rispettive panchine: alla nona giornata (29 ottobre 2014), Inter-Sampdoria termina col successo dei nero-azzurri per 1-0, grazie ad un calcio di rigore realizzato da Mauro Icardi al 90′. Il successo sull’omologo serbo è, tuttavia, una delle poche gioie di quella stagione per “WM”, in quanto successivamente esonerato e sostituito con Roberto Mancini. Quindi, Mazzarri e Mihajlovic torneranno ad affrontarsi a più di quattro anni dall’ultimo “incrocio”: il bilancio degli otto precedenti vede avanti “WM”, con 3 vittorie contro l’unica (quella dell’esordio) dell’attuale tecnico dei felsinei (4, invece, i pareggi).
Giuseppe Livraghi
Jump back in the future
Di Fabrizio Bellanca. Inaugurazione Giovedì 14 Marzo 2019 dalle 18 alle 20,30 Fino al 6 Aprile 2019 Presente l’artista
Paola Meliga Gallery inaugura la stagione espositiva 2019 con Fabrizio Bellanca e le sue Virtualoid
“A volte basta un nome per evocare sensazioni e ricordi…: il titolo di questa serie di Bellanca ci riporta agli anni ’70, stagione di sperimentazioni e di rapide trasformazioni e capovolgimenti. La fotografia diventa non solo ricerca e lunghi tempi passati nelle camere oscure per vedere finalmente il risultato di ciò che si era fissato sulla pellicola, ma si fa istante, momento vissuto e subito fermato. È la Polaroid: immagini a portata di tutti, da fruire al momento. Non si parlava di selfie ma di foto di gruppo o paesaggi che subito diventavano realtà sulla carta in piccolo formato. L’artista ci vuole riportare sullo stesso terreno, proiettato nel futuro come indica il sottotitolo della serie “jump back in the future”, un salto indietro nel futuro. Qui i soggetti di Bellanca sono lavorati in miniatura mediante un intervento diretto con i suoi tipici materiali e le tecniche più sperimentali, dal Dremel, per incidere la cornice, ai colori per vetro, utilizzati per coprire una sezione dello scatto oppure esaltarne un’altra, e gli inchiostri da stampa rullati a mano sulla superficie dell’alluminio.Il formato rimane lo stesso, 11 x 9 cm, e in quella piccola finestra quadrata ritroviamo l’anima urbana di Bellanca: a volte sono i disegni finali di opere realizzate in grande formato, spesso idee e bozzetti di opere future, dall’architettura razionalista di Como, la sua città, a scorci urbani di metropoli, quali New York ,Londra, Milano.
In esposizione alla Paola Meliga Gallery ci saranno una quarantina di Virtualoid in rappresentanza di generi diversi: dal ritratto di personaggi famosi a scorci urbani di metropoli quali New York, Londra, Milano, Parigi, e anche un omaggio alla nostra Torino, per proseguire con il tema del paesaggio. Le Virtualoid di Bellanca, secondo la definizione data dall’autore, nascono dall’idea di applicare e adattare la polaroid, intesa come formato e come oggetto unico, e il vintage anni ’70 al mondo virtuale di oggi, in cui la polaroid viene riprodotta abitualmente in tutti i suoi modi e sensazioni nelle cornici dei vari programmi com Instagram.
Tre virtualoid sono inoltre dedicate alle due principali squadre calcistiche subalpine, Torino e Juventus, in una esplosione di tecnica grafica e pittorica.
Durante la serata inaugurale, chi avesse desiderio di una virtualoid personalizzata potrà portare con sè una foto o un’immagine che si desidera riproporre.
Paola Meliga Art Gallery
Via Maria Vittoria 46/D | 10123 Torino
Tel. Fax.: 0112079983
Orario apertura al pubblico dal martedì al venerdì dalle 15,30-19,00
Il sabato dalle 10,30/12,30-15,30/18,30
Lunedì e Festivi chiuso
RICORDANDO BRUNO POY A DUE ANNI DALLA SCOMPARSA
Riceviamo e pubblichiamo la lettera del giornalista, benefattore e imprenditore Maurizio Scandurra, amico fraterno del legale e politico torinese di nascita, ma vercellese d’adozione da sempre
.
“Ogni volta che il calendario chiama all’appello la voce dei ricordi, mi sembra che tu sia ancora qui. Che nulla sia mai accaduto, né tantomeno mai cambiato. Perché la forza di un legame supera e valica il confine della materia e della storia. In due anni, insieme ai tuoi amati familiari e agli amici più cari – Monica, tua moglie, Caio Attilio, tuo figlio, l’amico altrettanto fraterno, imprenditore e mecenate Cristiano Bilucaglia, Gianni Vizia, Carlo Sarrica, Gian Pomati e Paola Della Rossa, la tua affezionata e storica segretaria e il caro sacerdote di San Giuseppe Benedetto Cottolengo Don Adriano Gennari che ti ha accompagnato fra le braccia del Signore con le sue gradite preghiere di intercessione senza mai farti provare dolore – abbiamo voluto ricordarti con opere buone e di fede. Regalando un candelabro in tua memoria per l’altare maggiore della Basilica di Maria Ausiliatrice fondata da San Giovanni Bosco a Torino, sostenendo con donazioni la ‘Mensa dei Poveri’ di Torino fondata proprio da Don Gennari. E inaugurando presso il Monastero Abbaziale Cistercense di Casanova di Carmagnola, nel torinese, una biblioteca giuridica con tutti i volumi che gelosamente serbavi nel tuo studio legale a Vercelli, tra soffitti dipinti impregnati del fascino del tempo che fu e scaffali immensi ricchi di cultura giuridica: proprio come quella, finissima come la mente altrettanto brillante, illuminata e generosa, che avevi tu. Celebrare la tua persona, la tua buona fama, il tuo buon cuore sempre al servizio anche di poveri e indigenti per cui sei stato, in più di un’occasione, vitale benefattore patrocinando a favore loro molteplici cause gratuitamente nei tribunali di ogni dove d’Italia, afferma il valore della frase per cui ‘il ricordo è la testimonianza di un esempio da seguire’. Nei prossimi mesi, finalmente, dopo averlo fatto in lungo e in largo per il Piemonte, grazie a un’importante iniziativa che ti vedrà protagonista, potremo rimembrarti anche a Vercelli, città che amavi e alla quale hai dato tanto: come uomo, professionista, politico e assessore. Ti abbraccio, caro Bruno. Salutaci Gesù anche da Lassù”.
Oggi al cinema
Le trame dei film nelle sale di Torino
A cura di Elio Rabbione
10 giorni senza mamma – Commedia. Regia di Alessandro Genovesi, con Fabio De Luigi e Valentina Ludovini. Papà Carlo, mamma Giulia e tre figli, due dieci e tredici anni, una famiglia normale, felicità ed esasperazioni quotidiane, piccole ribellioni, un lavoro. E la vita continua: fino a quando mamma, che finora ha svolto il proprio lavoro di far quadrare ogni cosa, non decide di prendersi una vacanza, dieci giorni a Cuba con la sorella. Toccherà a “lui”, a Carlo, prima padre assente e sempre indaffarato, un po’ troppo perso nella professione, assaggiare il piacere di trasformarsi in “mammo”. Durata 112 minuti. (The Space, Uci)
Asterix e il segreto della pozione magica – Animazione. Regia di Louis Clichy e Alexandre Astier. Asterix e Obelix corrono in aiuto del vecchio Panoramix per trovare la persona cui tramandare il segreto della pozione magica. Sarà Pectin, una giovane ragazza. Ma nel frattempo il rude romano Tomcrus attacca con le sue truppe il villaggio mentre il perfido Sulfurix tenta di impadronirsi della ricetta segreta. Durata 105 minuti. (Ideal, Lux sala 1, The Space, Uci)
Boy erased – Drammatico. Regia di Joel Edgerton, con Nicole Kidman, Russell Crowe, Lucas Edges, Xavier Dolan e Joel Edgerton. Tratto dal libro autobiografico del giornalista Garrard Conley. Jared ha diciannove anni, è il figlio di un pastore battista in un piccola città dell’Arkansas e un giorno svela agli increduli e imbarazzati genitori la propria omosessualità. Il giovane dovrà scegliere, se abbandonare per far prevalere le proprie scelte di vita la famiglia e il rispetto e la fede in Dio o se affidarsi al programma “di cura” portato avanti in un centro chiamato “Love in Action”, un programma di rieducazione eterosessuale. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 1, Cinema Massimo – Museo del Cinema sala Rondolino V.O., Uci)
Captain Marvel – Fantasy. Regia di Anna Boden e Ryan Fleck, con Brie Larson, Jude Law, Samuel L. Jackson e Annette Bening. Carole Denvers, nell’America di metà anni Novanta, è una giovane ragazza con un passato confuso, arruolata nell’esercito dei Kree, ricca di emozioni e di un’aggressività che a stento riesce a tenere a freno. In una Terra su cui è stata catapultata, incontrerà l’agente Fury, che le starà al fianco nella lotta e nella comprensione del proprio passato, dove tra l’altro spicca un periodo di esercitazione in un campo militare agli ordini di una misteriosa donna. Successo certo per gli appassionati, in previsione del prossimo “Avengers: Endgame”, in arrivo a primavera. Durata 126 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)
La casa di Jack – Thriller. Regia di Lars von Trier, con Matt Dillon, Uma Thurman e Bruno Ganz. America, gli anni Settanta. Seguiamo l’astuto Jack – ingegnere con velleità di architetto – attraverso cinque “incidenti”, e cioè gli omicidi (del primo è vittima la Thurman) che definiscono il suo sviluppo come serial killer. Viviamo la storia dal punto di vista di Jack che vede ogni omicidio come un’opera d’arte in sé, anche se la disfunzione gli dà problemi nel mondo esterno. Nonostante l’inevitabile intervento della polizia (cosa che provoca pressioni su Jack) si stia avvicinando, contrariamente a ogni logica, questo lo spinge a rischiare sempre di più. Lungo il cammino scopriamo le sue condizioni personali, i suoi problemi e i suoi pensieri attraverso conversazioni ricorrenti con lo sconosciuto Virgilio (l’ultima prova di Bruno Ganz), una miscela grottesca di sofismi mescolata con un’auto-pietà quasi infantile e con spiegazioni approfondite di azioni difficili e pericolose. Per il mensile “Ciak” un’occasione per affidare a due voci critiche il giudizio del film, la prima lo ha definito “capolavoro”, l’altra una “boiata pazzesca”, confermando appeno l’iniziativa che von Trier è uno di quei registi che da sempre o si ama o si butta alle ortiche, in maniera definitiva. Il film è vietato ai minori di 18 anni. Durata 155 minuti. (Nazionale sala 2)
C’è tempo – Commedia. Regia di Walter Veltroni, con Stefano Fresi, Giovanni Fuoco e Simona Molinari. Il tredicenne Giovanni conosce per caso il fratellastro Stefano, alla morte del padre comune, cui è stata affidata la sua tutela. Un viaggio in comune attraverso le bellezze e i panorami italiani, lungo il quale e due impareranno a conoscersi, l’incontro con una cantante e sua figlia, la passione del regista che sperimenta la sua opera prima per il cinema, attraverso citazioni, ricordi, sensazioni. Durata 107 minuti. (Reposi)
Cocaine – La vera storia di White Boy Rick – Drammatico. Regia di Yann Demange, con Matthew McConaughey, Richie Merritt e Jennifer Jason Leigh. Nella Detroit degli anni Ottanta, il giovane Rick vive con il padre, un trafficante di armi, che sogna di poter aprire una videoteca. Presto il ragazzo entra in contatto con la vita violenta della città e quando viene ricattato dall’FBI, che afferma di avere delle prove concrete contro il padre, accetta di divenire un informatore sotto copertura, per smascherare delinquenti, spacciatori e poliziotti corrotti. Ma un giorno il ragazzo inizia a spacciare droga per conto proprio. Durata 111 minuti. (Uci)
Copia originale – Drammatico. Regia di Marielle Heller, con Melissa McCarthy e Richard E. Grant. Nella New York di inizio anni Novanta, Lee Israel, vittima dell’alcolismo e di un’eccessiva misantropia, scrittrice di un certo talento, vittima dell’insuccesso del suo libro su Estée Lauder, viene licenziata e dove trovare al più presto una nuova occupazione per pagare l’affitto, le bollette e accudire soprattutto al suo adorato gatto. Frequenta le biblioteche ed in un libro preso a caso ritrova due lettere di Fanny Brice (ricordate la Streisand e “Funny Girl”?): venderle a 75 dollari e immaginare un nuovo lavoro è tutt’uno. Perché allora non “inventare” altre lettere, prendere di mira autori famosi, Noel Coward ad esempio, e “rifarsi” ad essi? La aiuterà con amicizia e dedizione un alcolizzato al pari suo. Tre statuette Oscar forse in arrivo, ai due attori e agli sceneggiatori. Vedremo. Durata 106 minuti. (Greenwich Village sala 3, Nazionale sala 2)
Il colpevole – The Guilty – Thriller. Regia di Gustav Möller, con Jakob Cedergren. Asger Holm è un agente di polizia che si è messo nei guai e per questo è stato confinato a rispondere ad un numero di emergenza insieme a più anziani colleghi. Vive questo lavoro con insofferenza e agitazione, anche perché l’indomani lo aspetta il processo che deciderà della sua carriera. Quando riceve la telefonata disperata di una donna che dice di essere stata rapita, Asger decide di mettersi in gioco e fare il possibile, fino a scavalcare le regole, per non tralasciare alcuna possibilità. Il suo desiderio di redenzione si incaglia però in un caso che è molto più complesso di quello che sembra e le sue buone intenzioni rischiano di avere effetti controproducenti per sé e per gli altri. Un film perfetto, teso, con una sceneggiatura e una regia senza una sbavatura, ottimamente interpretato: assolutamente da vedere. Grande successo all’ultimo TFF. Durata 85 minuti. (Greenwich Village sala 1)
Il coraggio della verità – Drammatico. Regia di George Tillman jr, con Amandla Stenberg, Anthony Mackie e Regina Hall. Starr è una giovanissima afroamericana, abita in un quartiere abitato da neri e governato da pericolose gang: ma frequenta per volere della madre, che per lei sogna un avvenire diverso, una scuola di bianchi in un prestigioso quartiere di bianchi. Un giorno Starr vede ucciso dalla polizia il suo migliore amico Khalil, i giornali tutti riportano la notizia ma nessuno ha voglia di indagare per comprendere che cosa sia esattamente successo. La protesta dei giovani di colore riempie il quartiere e la guerriglia invade le strade. Soltanto la ragazza conosce la verità ma questo vorrà dire per lei uscire allo scoperto, anche con il pericolo della propria vita. Durata 132 minuti. (Uci)
Il corriere – The mule – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Bradley Cooper, Diane Wiest e Clint Eastwood. La storia vera, apparsa su “New York Times Magazine” nel giugno del 2014, di Leo Sharp, veterano della guerra di Corea, un matrimonio alle spalle, che superati gli ottanta (Eastwood con grande immedesimazione ha girato il film a 88 anni), non supportandolo più la sua passione per l’orticoltura, si era messo in tutta tranquillità a trasportare droga con il suo bianco pick-up attraverso l’Illinois per il Cartello di Sinaloa. Incensurato, uomo tranquillo, lontanissimo dal destare sospetti, vede allungarsi le occasioni di trasporto: ma gli agenti del Drug Enforcement Administration (DEA) gli stanno alle costole e la notizia che la moglie è malata terminale lo costringerà a prendere una decisione immediata sul suo futuro. Durata 116 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico, Greenwich Village sala 3)
Croce e delizia – Commedia. Regia di Simone Godano, con Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Jasmine Trinca e Filippo Scicchitano. Il regista di “Moglie e marito” (lui nel corpo di lei, lei in quello di lui) confonde anche questa volta i generi, prende due uomini, lontanissimi tra loro, un pescivendolo rimasto vedovo e padre legatissimo al figlio e un gallerista, anche lui padre, fa nascere una grande confusione nel momento in cui i due annunciano alle rispettive famiglie la decisione del loro matrimonio. In uno scontro di idee e di comportamenti, in un forzato avvicinamento di radical chic e di rappresentanti di estrazione sociale assai più umile, i figli cercano in tutti i modi di ostacolare il progetto. Durata 100 minuti. (Lux sala 1, Reposi, Uci)
Domani è un altro giorno – Commedia. Regia di Simone Spada, con Marco Giallini e Valerio Mastandrea. Giuliano e Tommaso sono amici da trent’anni, il primo vive da tempo in Canada e insegna robotica, l’altro è rimasto a Roma e fa l’attore. Entrambi sono romani “dentro”, seppur con caratteri molto diversi: Giuliano estremamente estroverso, seduttore e innamorato della vita: tuttavia, condannato da una diagnosi terminale e ormai deciso, dopo un anno di lotta, ad abbandonare le cure. Tommaso, riservato e taciturno, lo raggiunge a Roma, soltanto quattro giorni per tirare le somme di una vita intera. L’incontro fa ritrovare di nuova quella complicità che li ha sempre uniti, quella capacità di scherzare su tutto che è fondamentare per esorcizzare l’inevitabile. C’è qualche conto da chiudere, soprattutto un luogo antico e ricco da ritrovare, da ripercorrere, da riconoscere come qualcosa per cui ne è valsa la pena: lo spazio intatto e inattaccabile della loro amicizia. Con loro un terzo incomodo, Pato, un bovaro bearnese che per Giuliano è praticamente un figlio. Remake di quel piccolo capolavoro che è stato lo spagnolo “Truman – un vero amico è per sempre” di Cesc Gay, cinque premi Goya all’attivo. Durata 98 minuti. (Eliseo Blu, Reposi)
Escape Room – Thriller. Regia di Adam Robitel, con Taylor Russell, Tyler Labine e Deborah Ann Woll. Un gioco, pare un gioco con il suo bel milione di dollari come premio in palio. Una sequenza di stanze, la ricerca di una compatta unione da parte dei contendenti, le difficolta, il tempo a disposizione per risolvere gli enigmi (o i tranelli), la paura somministrata a piccole o grandi dosi e da trasmettere allo spettatore. Durata 98 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci anche V.O.)
La favorita – Drammatico. Regia di Yorgos Lanthimos, con Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz. Primi anni del secolo XVIII: una fragile regina Anna siede sul trono mentre l’amica intima Lady Sarah Churchill governa il paese in sua vece e al tempo stesso si prende cura della cattiva salute e del temperamento volubile della sovrana. Quando l’affascinante Abigail Masham arriva a corte, viene accolta con benevolenza da Sarah (appartiene al ramo povero della sua famiglia), che la prende sotto la sua protezione. Per Abigail è l’occasione di tornare alle radici aristocratiche da cui discende. Mentre gli impegni politici legati alla guerra con la Francia richiedono a Sarah un maggiore dispendio di tempo, Abigail ne approfitta per diventare la confidente della regina. Grazie all’amicizia sempre più stretta con Anna, Abigail ha la possibilità di realizzare tutte le sue ambizioni e non permetterà a niente e a nessuno di intralciarle la strada. Dal contrastato regista di “The lobster” e del “Sacrificio del cervo”, il film ha ricevuto dieci nomination agli Oscar 2019, conquistando soltanto la statuetta per la miglior attrice protagonista. Durata 120 minuti. (Greenwich Village sala 3)
Gloria Bell – Drammatico. Regia di Sebastiàn Lelio, con Julianne Moore e John Turturro. Il regista cileno, premio Oscar per il migliore film straniero con “Una donna fantastica”, trasporta a Los Angeles il suo “Gloria” ambientato a Santiago sei anni fa. Nel riproporre la vicenda che lo aveva già fatto apprezzare, ci racconta ancora di Gloria che ama i suoi figli ormai adulti ma che si sente ancora una donna desiderabile, che ama ballare nei club per single e, tra un’avventura e l’altra, non smette di credere all’amore. Proprio in una di quelle serata, sulla pista da ballo, incontra Arnold, fresco di divorzio, e tra i due nasce una passione travolgente che farà riscoprire a entrambi una felicità quasi dimenticata. Tuttavia la ex moglie e le figlie di Arnold sono ancora presenti, il suo cellulare squilla incessantemente e lui non sembra sapersi staccare dal passato. Durata 102 minuti. (Centrale V.O., Eliseo Rosso, Romano sala 1)
Green Book – Drammatico. Regia di Peter Farrelly, con Viggo Mortersen e Mahershala Ali. All’inizio degli anni Sessanta, dopo la chiusura del locale di New York in cui lavora come buttafuori, l’italoamericano Tony Vallelonga detto Lip dovrà cercarsi un nuovo lavoro. Lo assolda come chauffeur un pianista raffinato, tranquillo e omosessuale, Don Shirley, dal momento che lo vede menar le mani in maniera rassicurativa e nonostante i pregiudizi razziali che riempiono i discorsi dell’uomo: Don deve andarsene nel Sud per lavoro e in quegli anni nessun uomo di colore osava avventurarsi là senza l’aiuto del “Greenbook”, vademecum necessario a conoscere gli hotel, i ristoranti, i luoghi pubblici in cui i neri erano ammessi. Tuttavia nel lungo viaggio qualcosa cambia, i due uomini imparano a conoscersi. Tratto da una storia vera, il film poggia sull’enorme bravura di Mortensen, tralasciando lo spettatore tutta la prevedibilità della storia (vera) e certi momenti (la cena di Natale nel finale) troppo zuccherosi; ha tra gli sceneggiatori Nick Vallelonga, il figlio di Tony: all’attivo cinque Golden Globe, tre Oscar conquistati, tra cui quello inatteso e certo azzardato per il miglior film. Durata 130 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Greenwich Village sala 2, Romano sala 3, The Space, Uci)
Momenti di trascurabile felicità – Commedia. Regia di Daniele Luchetti, con Pif, Thony e Renato Carpentieri. Alla base del film del regista del “Portaborse” sono i due libri di Francesco Piccoli (qui anche cosceneggiatore) pubblicati da Einaudi, “Momenti di trascurabile felicità” e “Momenti di trascurabile infelicità”. Momenti che coinvolgono la vita di ognuno: questa volta potrà approfittarne Paolo che, passato a miglior vita per un incidente in motorino – un furgone l’ha messo sotto mentre lui passava con il rosso -, riuscendo a convincere Qualcuno che quella non era assolutamente ancora la sua ora – una sorta di “Il paradiso può attendere” in chiave nostrana -, avrà a disposizione un surplus di 92 minuti (che è poi la durata del film) per intavolare un bilancio della propria esistenza. Durata 92 minuti. (Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Romano sala 2, The Space, Uci)
Non sposate le mie figlie 2 – Commedia. Regia di Philippe de Chauveron, con Christian Clavier e Chantal Lauby. Necessario seguito alle “tragicomiche” peripezie della prima puntata: ora i coniugi Verneuil debbono affrontare quattro nuovi casi, dal momento che gli altrettanti mariti delle loro figlie hanno deciso di lasciare la Francia per vari motivi. Che succederà questa volta? Durata 90 minuti. (Centrale V.O., Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)
La promessa dell’alba – Drammatico. Regia di Eric Barbier, con Charlotte Gainsbourg e Pierre Niney. Già circa quarant’anni fa Jules Dassin aveva affrontato il romanzo di Romain Gary avendo come interpreti Melina Mercouri e Assaf Dayan, aveva portato sullo schermo quello che è stato definito “uno dei più straordinari tributi mai scritti da un uomo alla propria madre”. La storia avventurosa dello scrittore, l’infanzia in Polonia e l’adolescenza e la successiva vita di studente tra la Costa Azzurra e Parigi, la sua partecipazione al secondo conflitto mondiale come intrepido pilota, le sue tante avventure femminili, il proprio rapporto con la madre Nina, che lo ha allevato da sola, il folle amore di una madre possessiva ed eccentrica, indomabile negli sforzi di vedere il figlio affermarsi come scrittore, un rapporto che ha sempre unito due forti personalità ma che è stato altresì un faticoso peso per tutta la vita. Romain Gary morì suicida a Parigi nel 1980. Durata 131 minuti. (Nazionale sala 1)
I villeggianti – Commedia. Regia di Valeria Bruni Tedeschi, con Riccardo Scamarcio, Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi. Anna alla fine di un amore (è lui a lasciarla), Anna sollecitata da un produttore a presentarsi al Centro di cinematografia per convincere la commissione a finanziare il suo prossimo film, Anna che vive con la sua “corte”, con le debolezze e gli slanci che le conoscono e che lei stessa si riconosce, Anna con sua figlia tra familiari e amici durante le vacanze estive nella villa in Costa Azzurra. La vita della regista/interprete che si mescola tra realtà e finzione cinematografica, Valeria in perfetta sovrapposizione personaggio/interprete che mette ancora una volta il suo presente e il suo passato dentro un suo film, i volti della madre e della figlia adottata con Louis Garrel, la sceneggiatrice del film da fare che è l’autentica sceneggiatrice del film che vediamo oggi sullo schermo. Durata 128 minuti. (Classico, Museo del Cinema – Massimo Sala Cabiria V.O., Reposi)
La polizia locale di Novara si allea con Trecate
“La formalizzazione di questo accordo consentirà la futura gestione di costanti azioni congiunte finalizzate alla sicurezza della città e del territorio, con un riguardo particolare alla lotta contro lo spaccio di sostanze stupefacenti grazie all’utilizzo dell’unità cinofila”.
L’assessore alla Sicurezza e Polizia locale Mario Paganini, il sindaco di Trecate Federico Binatti e l’assessore alla Polizia locale di Trecate Alessandro Pasca hanno introdotto con queste parole il senso dell’accordo tra i due Enti siglato nella mattinata di mercoledì 13 marzo, dai due comandanti delle Polizie locali Pietro Di Troia e Pier Zanatto. “L’atto – ricordano l’assessore Paganini, il sindaco Binatti e l’assessore Pasca – segue un primo esperimento di controllo coordinato organizzato dai due Comandi che ha avuto luogo a fine gennaio e che ha riguardato il quartiere di Sant’Agabio. Si era trattato di un’iniziativa che era arrivata in risposta ai solleciti dei cittadini e che aveva avuto un positivo riscontro nel suo svolgimento. Questa operazione aveva confermato l’importanza del lavoro in rete nelle azioni di presidio del territorio. Proprio alla luce di ciò abbiamo concordato sulla possibilità di rendere più stretta la collaborazione con una vera e propria formalizzazione, fatto che ci consentirà di programmare gli interventi congiunti da parte del personale dei due Comandi, che renderanno reciprocamente disponibili le proprie competenze, professionalità e risorse, tra le quali, ad esempio, l’utilizzo delle pattuglie motociclistiche”. Il tutto a dimostrazione che la lotta agli atti criminosi non ha confini.
M.Iar.
Non riesce a nascondere arnese da scasso: arrestato
Personale della Squadra Volante di Torino ha sorpreso durante la notte un cittadino nigeriano di 29 anni intento a trascinare uno scooter a motore spento lungo via Pasquale Paoli. All’atto del controllo, il ventinovenne, regolarmente residente in Italia, tentava maldestramente di disfarsi di un arnese che aveva utilizzato per forzare il nottolino dello stesso, ma non vi riusciva. L’uomo, allora, si giustificava dicendo che lo scooter apparteneva ad un suo caro amico che glielo aveva prestato, ma quando capiva che i poliziotti avrebbero proceduto ad arrestarlo per tentato furto tentava in ogni modo di dissuaderli, asserendo anche di lavorare presso una carrozzeria che provvede alla manutenzione delle autovetture della Polizia di Stato. L’uomo è stato arrestato.
M.Iar.