redazione il torinese

Praga e Terezìn, l'Europa di mezzo e il "secolo breve"

praga1

Reportage di Marco Travaglini

Praga è una città magica che si specchia da più di dieci secoli nelle acque della Moldava, dominata dal Castello(Pražský hrad), la più grande fortezza medievale esistente, oltre che simbolo emblematico del grande passato storico, culturale e sociale della capitale. Terezìn  si trova ad una sessantina di chilometri a nordovest di Praga. Con l’autobus, dalla stazione praghese di Florenc, s’impiega quasi un’ora per arrivare. Fa abbastanza freddo e le nuvole grigio ferro lasciano trapelare solo qualche timido e intirizzito raggio di sole

 

Una città che per fama toccherà le stelle

 

Vedo una città che per fama toccherà le stelle”. Si racconta, a Praga, che la principessa Libuše, leggendaria fondatrice della dinastia boema dei Premyslide, pronunciò questa frase dal castello di Vyšehrad, adagiato su uno sperone roccioso sulla riva destra della Moldava. Da lì, dal “castello alto”,  lo sguardo  domina la città e la tradizione lega questa rupe a molte leggende, delle quali la  più nota racconta che appunto qui iniziò la storia di Praga. Decisamente profetica la principessa del popolo ceco se si pensa che oggi è da molti considerata la più bella tra le capitali d’Europa. Praga ricorda una delle “città invisibili” di Calvino:contiene, come in un gioco di scatole cinesi,  tante città, aprendosi di volta in volta su una e sull’altra.

 

Mai uguale a se stessa

Praga è una città magica che si specchia da più di dieci secoli nelle acque della Moldava, dominata dal Castello(Pražský hrad), la più grande fortezza medievale esistente, oltre che simbolo emblematico del grande passato storico, culturale e sociale della capitale. Il centro storico della città è formato da sei quartieriche in passato erano città indipendenti e che poi vennero unificate nel Settecento:Staré Mesto, cioè la Città Vecchia, Josefov, il quartiere ebraico che attualmente fa parte della Città Vecchia, Nové Mesto, cioè la Città Nuova, Malá Strana, cioè la Parte Piccola,Hradcany, ossia il quartiere Novy Svet, e Vysehrad.

 

Il triangolo della magia bianca

Si dice che Praga con Torino e Lione formi il triangolo della magia bianca, e che si creda o no va ricordato che l’alone di mistero che avvolge la città ha fornito spunti per un’infinità di leggende. La capitale boemaesercita un fascino del tutto particolare, ed è facile rimanere colpiti dalla sua atmosfera, dalle vie strette e dai ponti, da palazzi e chiese, dalle statue. Dal Ponte Carlo, vecchio ormai di quasi sette secoli e lungo mezzo chilometro tra la città vecchia e Malá Strana, con i suoi “protettori di pietra”, fino alla Torre dell’Orologio, all’isola di Kampa, alla via dell’Oro (Zlatá ulička)  dove vivevano all’epoca di Rodolfo II gli alchimisti segregati nelle piccole casette (Puppenhaus). La leggenda più nota è quella del Rabbino Loew e del suo Golem: dove si racconta che Rabbi Jehuda Löw ben Bezalel , nel ’500,  creò il gigante d’argilla, destinato a difendere gli ebrei dalle persecuzioni. Praga è così: mai uguale a se stessa, sfuggendo a qualsiasi definizione ed etichetta, si presenta con i suoi volti immobile, vorticosa e originale.

 

Le tombe all’ombra dei sambuchi

Il vecchio cimitero ebraico di Praga (in ceco Starý Židovský Hřbitov), fondato nel 1439, è uno dei più celebri in Europa. Per oltre tre secoli, a partire dal Quattrocento, a fianco della vecchia sinagoga è stato l’unico luogo dove gli ebrei di Praga potevano seppellire i loro morti. Le dimensioni sono rimaste all’incirca quelle medievali e nel tempo si è sopperito alla mancanza di spazio sovrapponendo le tombe, perché il cimitero non poteva espandersi fuori dal perimetro esistente. In alcuni punti si sono sovrapposti fino a nove strati di diverse sepolture. L’affastellarsi delle lapidi, tardogotiche, rinascimentali, barocche, l’una contro l’altra, il silenzio assoluto del luogo la penombra creata dalle fronde degli alti sambuchi che crescono nel cimitero, danno a questo luogo un’aura spettrale.Le tombe consistono in lapidi di arenaria o di marmo, piantate nella terra. Solo dai disegni simbolici si può intuire la professione o le qualità del defunto: forbici per sarti, pinzette per i medici, mani che benedicono per i sacerdoti e così via. Si contano circa dodicimila lapidi, ma si ritiene che vi siano sepolti oltre centomila ebrei. La più antica è quella di Avigdor Kara e risale al 1439, mentre l’ultima è quella di Moses Beck del 1787.Durante l’occupazione tedesca, il cimitero fu risparmiato: le autorità occupanti del Terzo Reich decisero che sarebbe rimasto “a testimonianza di un popolo estinto”.

 

Le pietre del Tempio di Salomone

Il nome della Sinagoga Vecchianuova di Praga (Staronovà Sinagoga) non deve trarre in inganno : ha più di ottocento  anni ed è chiamata così solo perché fu la seconda in ordine di tempo ad essere costruita. La prima sinagoga di Praga,infatti,  venne distrutta nel 1867 e sostituita dalla Sinagoga spagnola, in stile moresco. Costruita verso la fine del 1200 in uno stile a metà tra il romanico e il gotico. Secondo la leggenda per edificarla vennero usate le pietre provenienti dal Tempio di Salomone e , si dice che quando tornerà il tempo di ricostruire il Tempio, la sinagoga sarà distrutta e le pietre riportate a Gerusalemme. Tra le altre sei sinagoghe praghesi del Josefov , il quartiere ebraico della città, l’edificio  che ospita la sinagoga Pinkas, risalente al 1535, ospita il Monumento agli Ebrei Boemi e Moravi, vittime delle persecuzioni naziste. Furono 80.000 quelli trucidati nei campi di sterminio i cui nomi sono stati scritti tutti a mano lungo le pareti del museo. La Pinkasova è la seconda più antica del ghetto  e oggi è un luogo aperto al pubblico dedicato ai 77.297 ebrei di Boemia e Moravia, vittime dell’Olocausto. Al primo piano della sinagoga si può visitare  l’esposizione dei Disegni dei bambini di Terezín 1942–44. Ed è qualcosa di veramente tremendo. Ma di questo se ne parlerà andando a Terezìn.

 

Terezìn, la “città di Teresa

Terezìn  si trova ad una sessantina di chilometri a nordovest di Praga. Con l’autobus, dalla stazione praghese di Florenc, s’impiega quasi un’ora per arrivare. Fa abbastanza freddo e le nuvole grigio ferro lasciano trapelare solo qualche timido e intirizzito raggio di sole. Per il calendario è primavera ma il vento porta con sé un’aria ancora invernale. Nell’arco di un decennio, tra il 1780 ed il 1790,  l’imperatore d’Austria Giuseppe II fece edificare questa “città di guerra” proprio al centro della Boemia. La città prese il nome di Theresienstadt (in ceco, appunto, Terezìn), ovvero la “città di Teresa“,  in onore  della madre, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Il profilo era quello di una città militare, divisa in due parti ( la “piccola” e la “grande” fortezza), progettata allo scopo di difendere Praga da attacchi provenienti da nord, edificata alla confluenza dell’Ohře (Eger in tedesco) con l’Elba, uno dei fiumi più lunghi dell’Europa centrale. Il punto prescelto era all’altezza della divisione in due rami dell’ Ohře.

 

Le due fortezze

Lungo il ramo più a occidente venne costruita la fortezza più grande e più munita. Lungo il ramo orientale, quella più piccola. La distanza tra le due è di circa un chilometro. Questo sistema difensivo poteva ospitare una popolazione di sei-settemila persone, compresa la guarnigione. Il ruolo militare di Terezìn era in funzione antiprussiana. Le lotte tra l’Austria e la Prussia di Federico II avevano insegnato che era cosa saggia oltre che prudente proteggere adeguatamente la capitale della Boemia. Però, nonostante la minaccia prussiana, rimase una città militare per meno di un secolo e non fu mai al centro di combattimenti. Così, nel 1882, venne abbandonata come sede di guarnigione e la piccola fortezza ad oriente venne adibita a carcere per prigionieri particolarmente pericolosi. Come Gavrilo Princip, che uccise  l’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e sua moglie il 28 giugno 1914 a Sarajevo, accendendo la scintilla che portò allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

 

Chi era Gavrilo Princip?

Nato il 27 luglio del 1894 a Oblaj, in Bosnia, quarto di nove figli di un postino, sin da piccolo si ammalò di tubercolosi che gli compromise a vita la salute. Frequentò la scuola commerciale a Sarajevo, e dopo s’iscrisse al ginnasio, dal quale venne espulso nel 1912 per le sue idee politiche. Nel maggio dello stesso anno si trasferì a Belgrado, dove continuò i suoi studi. Verso la fine dei suoi studi, nel 1914, partì alla volta di Sarajevo, in compagnia di altri due  giovani (Nedjeljko Čabrinović e Trifko Grabež), con l’obiettivo di assassinare Francesco Ferdinando. L’attentato riesce, ma i tre ragazzi vengono immediatamente catturati. Vennero condotti nella fortezza-prigione di Terezin, processati e condannati a vent’ anni di carcere. Evitarono la pena di morte poiché per la legge erano minorenni all’epoca dell’assassinio (avevano tutti sotto i 21 anni).

 

“Lo trovo rassegnato,come sempre”

In quella tetra prigione Gavrilo attese la fine. Lo psichiatra viennese Martin Pappenheim, che a Terezin studiava i soldati sofferenti da traumi di guerra, lo visitò quattro volte, nel 1916. Il 5 giugno di quell’anno, dopo l’ultimo incontro, scrisse una breve nota: “Lo trovo rassegnato, come sempre. Quando da Vienna  arriverà il permesso, il braccio dovrà essergli amputato”. L’arto sinistro, compromesso dalla tubercolosi ossea era tenuto insieme dal filo d’argento che sostituiva l’articolazione del gomito. E, infatti, lo amputarono nel novembre del 1917.  Gli ultimi mesi di vita furono un calvario. Si disse che Princip era ormai un cadavere vivente che riempiva d’orrore e di pietà gli stessi carcerieri. Non parlava quasi mai e quelle rare volte che lo fece si limitò a chiedere la data e l’ora. Morì alle 18 del pomeriggio del 28 aprile 1918, nella stanza numero 33 dell’ospedale militare. Gli altri congiurati arrestati erano morti prima di lui, uno dopo l’altro. Ed anche il Kaiser, Francesco Giuseppe I d’Austria,  aveva esalato l’ultimo respiro il 21 novembre del 1916, nella reggia imperiale del castello di Schönbrunn.

 

“Emigreranno a Vienna i nostri spettri..”

Gavrilo Princip, in una bara di assi grezze con una nera croce disegnata sul coperchio, vene seppellito in modo anonimo da una piccola squadra di soldati, composta da un boemo e quattro austriaci. Le autorità asburgiche, presero questa decisione, impaurite all’idea che il nazionalismo jugoslavo potesse fare del luogo una meta di pellegrinaggio.Le sue spoglie non sarebbero mai state ritrovate se il soldato boemo non si fosse annotato con esattezza il luogo e non avesse, finita la guerra, scritto al fratello di Gavrilo, Jovo Princip. Trovarono in quel luogo lo scheletro e il riconoscimento fu attestato da un certificato medico: “Individuo di sesso mascolino, di statura inferiore alla media, che ha subito l’amputazione del braccio sinistro”. Sul muro della cella numero 1 della “piccola fortezza” di Terezìn , tracciati sull’intonaco, trovarono anche gli ultimi versi di Gavrilo: “Emigreranno a Vienna i nostri spettri e là si aggireranno nel Palazzo a incutere sgomento nei sovrani”.

 

(continua)

Marco Travaglini

 

Non più da Soli, dai giovani per gli anziani

anziani vecchi

Il fine del progetto è duplice, da un lato andare incontro allesigenza di molti studenti di trovare un posto letto, dall’altro fornire compagnia all’anziano

 

Le iniziative dell’associazione si rivolgono a a studenti universitari la cui residenza è lontano dalla città dove ha sede la propria facoltà e agli anziani, completamente autosufficienti, che vivono soli e hanno una camera vuota nel proprio alloggio. Il fine del progetto è duplice, da un lato andare incontro all’esigenza di molti studenti di trovare un posto letto, dall’altro fornire compagnia allanziano soprattutto nelle ore notturne oltre ad aiutarlo nelle piccole commissioni della vita quotidiana.

 

L’Associazione Non più da Soli  Edera, nasce nel 2000 dalla consapevolezza da parte di alcuni studenti universitari dell’importanza dellattività sociale nei territori di vita, con l’obiettivo di sviluppare, attraverso la cooperazione sociale, partecipazione e protagonismo in progetti che favoriscano il mantenimento del maggior grado di autonomia possibile per gli anziani in difficoltà. Obiettivo primario è creare e sostenere rapporti privilegiati e importanti tra persone che vengono tradizionalmente considerate distanti e dagli interessi inconciliabili.

 

Aiuto Intergenerazionale
Associazione Non più da Soli  Edera è impegnata nelle seguenti attività di sostegno agli anziani:

accompagnamento per la spesa
 accompagnamento presso le strutture sanitarie
 accompagnamento e disbrigo di pratiche burocratiche e da parenti
 accompagnamento presso le strutture del tempo libero
 compagnia a persone sole o a coppie di anziani rimasti soli con una scarsa rete parentale e amicale

 

Organizza, inoltre, attività ricreative e per il tempo libero, come gite, corsi di ginnastica dolce per anziani, laboratori manuali, cineforum.

 

Dove:

Circoscrizione 3:
Spazio Anziani  Via Osasco 80
Lunedì, martedì e venerdì 15.30 / 18.30
Giovedì 9,00 / 12,00 e 15.30 / 18,30

 

CST Via Asinari di Bernezzo 98
Martedì dalle 16.30 alle 18.30
Spazio Anziani Strada del Lionetto 15b
Mercoledì dalle 15,00 alle 17,00

 

Circoscrizione 5, 7, 8 e Circoscrizione 10:
Allinterno delle iniziative della Domiciliarità Leggera

 

Circoscrizione 8:
Via Menabrea, 8
Martedì e Giovedì dalle 15,30 alle 17,30
CST Via Cellini
Mercoledì dalle 15,30 alle 17,30

 

Associazione Non più da soli  Edera

Sede legale: Via Canova 5
10126 Torino
Tel 3472542955

L'arcivescovo: "Il senso della Pasqua riscaldi i nostri cuori"

nosiglia e giovani

L’augurio di Cesare Nosiglia è indirizzato soprattutto  “alle famiglie che soffrono a causa di divisioni o problemi materiali e morali”

 

L’augurio pasquale dell’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia è indirizzato soprattutto  “alle famiglie che soffrono a causa di divisioni o problemi materiali e morali” .”La benedizione del Signore risorto, la sua gioia e la sua pace inondino i cuori di tutti di forza, consolazione e speranza. L’annuncio pasquale – aggiunge Nosiglia – risuoni nelle nostre coscienze e riscaldi il nostro cuore”.

Sul minibus elettrico alla scoperta delle bellezze di Torino

ecobus

A lanciare il servizio è Cavourese in collaborazione con BookingPiemonte.it, il portale per le prenotazioni turistiche della Regione Piemonte, sul quale sarà possibile acquistare i biglietti on line

 

Sarà il weekend pasquale a inaugurare il nuovo Turin Eco City Tour, il modo più “green” per scoprire le bellezze di Torino a bordo di un minibus ecologico che funziona a propulsione esclusivamente elettrica. 15 tappe, con passaggio vicino ai principali punti di interesse storico ed artistico, accompagnati dal racconto di audioguide multilingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, cinese e russo) da ascoltare lungo il tragitto. A lanciare il servizio è Cavourese in collaborazione con BookingPiemonte.it, il portale per le prenotazioni turistiche della Regione Piemonte, sul quale sarà possibile acquistare i biglietti on line. Il minibus ha 17 posti a sedere (compresa la postazione di guida dell’autista) e una batteria che garantisce 120 km di autonomia. La durata del tour è di un’ora e saranno operate sei corse tutti i giorni dalle 10 alle 18 con capolinea in Piazza Solferino (fermata Gtt 2069). Il costo del biglietto (con prenotazione obbligatoria) è di 14 euro per gli adulti e di 10 euro dai 4 ai 14 anni (non pagano i bambini sotto i 4 anni). In occasione del lancio per il weekend di Pasqua, nelle giornate dal 4 al 6 aprile, il giro a bordo sarà gratuito per tutti fino a esaurimento posti e senza necessità di prenotazione. Il capolinea di partenza, solo per queste giornate, sarà in Piazza Castello davanti al Teatro Regio, con tre corse al mattino (una all’ora) dalle 10 alle 12, e tre corse al pomeriggio dalle 15 alle 17.

 

Per info e prenotazioni: www.ecocitytour.it www.bookingpiemonte.it

Occhio a colombe e uova di Pasqua, la procura apre un'inchiesta su frodi e tarocchi

PASQUA

A Torino Guariniello apre un fascicolo su una pasticceria e a Biella la GdF scopre sorprese non a norma nelle uova di cioccolato

 

Magari saranno state eccellenti al gusto, ma non erano “originali” come invece venivano proposte al pubblico. E così le colombe mandorlate e al cioccolato che  erano esposte per la vendita in una nota pasticceria del centro storico non riportavano la dicitura – come la legge prevede –  secondo la quale  erano state prodotte in un altro laboratorio. I carabinieri del Nas hanno provveduto a sequestrare una decina di confezioni  del prelibato dolce pasquale e hanno presentato una denuncia in procura. Il  pm Raffaele Guariniello ha poi aperto un fascicolo per frode in commercio: indagato il responsabile del negozio. L’etichetta che riportava le indicazioni del luogo di produzione era stata rimossa. Invece – sorpresa nella sorpresa –  le sorprese all’interno delle uova di Pasqua, non erano a norma. La guardia di finanza ne ha così  sequestrate circa duecento in quattro esercizi commerciali di Biella. Anche in questo caso la scoperta è stata fatta nell’ambito dei controlli relativi alla corretta etichettatura dei prodotti. I negozianti sono stati segnalati alla Camera di Commercio, per verificare le sanzioni del caso, mentre i prodotti verranno  dissequestrati e messi in vendita solo dopo adeguata etichettatura.

 

Tra le sorprese nelle uova pasquali nessun oggetto del desiderio per i politici piemontesi

CAFFE TORINO PASQUAIL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Se avete già aperto il vostro uovo, con più fortuna dei nostri beneamati politici, allora a Ghinotto non resta che augurare a voi e famiglie una felice Pasqua!

 

Oggi è Pasqua per tutti… e anche i politici e vip torinesi si dedicano al rito dello spacchettamento dell’uovo di cioccolata ricevuto in omaggio, alla ricerca affannosa della sorpresa, dell’oggetto più desiderato. Noblesse obblige, cominciamo a spiare in casa del sindaco: il primo uovo a essere aperto è stato quello di casa Fassino, dove lo si attendeva da tempo. Quando si è visto recapitare un pacco direttamente dalle Nazioni Unite, Piero ha pensato al sospirato regalo: una prestigiosa nomina internazionale, che gli eviti di candidarsi fra un anno a succedere a sé stesso, infliggendo a lui (e a noi) altri cinque anni di sindacatura controvoglia. E in effetti, nell’uovo avvolto in carta blu, c’era un decreto del segretario generale Ban Ki-moon – ospitato in pompa magna proprio pochi giorni fa a Torino – che designa il nostro Piero quale inviato speciale per … gli sconfinamenti dei pescatori russi del Mar Baltico verso il territorio della Finlandia! Una bella grana, ma poteva rifiutare una così rilevate carica? No, e infatti Filura ha cominciato ad attrezzarsi con pellicce e colbacchi per raggiungere il Polo Artico.

 

A casa Chiamparino, che affaccia su Piazza Vittorio, è arrivato direttamente un tir carico di scatoloni, provenienti da Alba, con migliaia di ovetti Kinder, per la precisione 2.260. Il buon Sergio si è precipitato a scartarli tutti, perché gli avevano promesso che dentro ci sarebbero state le firme vere per le liste elettorali. Tutto inutile: il governatore si è trovato la casa invasa da puffi e macchinine, ma di firme autentiche neppure l’ombra.La Ferrero, si sa, è bipartisan per definizione, e naturalmente un bell’uovo speciale l’ha fatto recapitare anche a Gilberto Pichetto, leader di Forza Italia a Palazzo Lascaris. Nell’uovo il pragmatico commercialista biellese cercava la formula magica di una colla per rimettere insieme i cocci del centrodestra piemontese, ma è rimasto deluso perchè neanche una multinazionale come quella albese è riuscita a scovare un simile prodotto. Si è dovuto consolare con l’ottimo cioccolato al gusto di tartufo.

 

Pasqua prodiga di dolci ovetti anche per il capogruppo pentastellato in Comune, Vittorio Bertola, che aspettava dalla premiata Casaleggio & Associati l’agognato via libera alla ricandidatura per le comunali del prossimo anno, dopo i molti contrasti con l’establishment grillino e con Davide Bono. E in effetti un uovo da Milano è arrivato, l’ha aperto con cura e vi ha trovato però, con grande stupore, una lozione per la rapida crescita dei capelli (che lui ha già folti di suo). Si è poi scoperto che quel pasticcione del corriere aveva confuso un Bertola per un altro, scambiando l’uovo di Vittorio con quello per Giorgio, l’omonimo capogruppo regionale. Che però si è ben guardato, a quel punto, di rivelare allo scornato collega comunale qual fosse la sorpresa che vi ha trovato…Se avete già aperto il vostro uovo, con più fortuna dei nostri beneamati politici, allora a Ghinotto non resta che augurare a voi e famiglie una felice Pasqua!

 

Ghinotto

(Foto: il Torinese)

Torino batte Atalanta 2-1 e resta nella corsa europea

VENTURA

Ventura: “La cosa importante è aver dato continuità ai risultati con questo secondo successo consecutivo in trasferta”

 

Il Toro vince 2-1 a Bergamo contro l’Atalanta e rimane in corsa per l’Europa League. Quello del Torino è l’11/o centro stagionale in campionato di Quagliarella he segna il vantaggio e poi 2-0 con il 7/o gol di Glik, di piede. Pinilla nella ripresa in rovesciata riapre il match ma viene espulso con Basha. Il Torino è a quota 42 e si avvicina al Napoli, battuto dalla Roma che domenica prossima sarà sotto la Mole. Il tecnico granata Giampiero Ventura commenta così ai microfoni di Mediaset Premium la vittoria ottenuta: “Non guardiamo la classifica. La cosa importante è aver dato continuità ai risultati con questo secondo successo consecutivo in trasferta. Ora giochiamoci queste ultime nove partite per capire chi siamo. Anche quest’anno abbiamo confermato che con lavoro e serietà si può proporre calcio, e anche calciatori visti quanti elementi della rosa sono andati con le rispettive nazionali.

Santini storici in mostra alla Sacra

MONTAGNA PIEMONTE

A Sant’Ambrogio esposte 200 immagini sacre

 

E’ aperta fino al 6 aprile la mostra “ Santini, fede e arte” allestita nella foresteria della Sacra di San Michele. In mostra è la collezione privata di 200 immagini sacre di don Pino Santoro, vice rettore dei Padri Rosminiani. I preziosi santini, prodotti per un numero ristretto di persone dal settecento fino ad oggi, ripercorrono la lunga storia nel tempo di questi articoli: dalle stampe rudimentali da matrici di legno, alle acqueforti fino ad arrivare ai ricercati canivet intagliati o con applicazioni di pizzo, antichissima produzione per opera di monache e marnaci, e ancora pregiate litografie con lustrini e cromolitografie. La mostra è aperta con orario 9.30-12.30, 14.30-17; domenica e festivi 9.30-12 e14.30-17. Info 0011939130

 

(www.regione.piemonte.it)

Su "Amica" la purezza preziosa è firmata GC CANTONI

Cantoni Gioielli AMICA

Giovanna Cantoni , attraverso la sua linea di preziosi, celebra l’essenza della donna vincente , colei che si sente perfetta e a proprio agio in ogni stagione della vita

 

Le gocce realizzate in oro e platino puro, 999,9 della maison torinese GC CANTONI sono protagoniste assolute anche per la primavera 2015. AMICA di aprile le propone come must di stagione per tutte coloro che sono sempre alla ricerca di purezza, perfezione ed essenza da indossare in ogni occasione, per un eleganza da vivere e comunicare e per illuminare la propria personalità . Solare esuberante e dinamica , per una donna vitale, moderna e multitasking è’ stata creata la linea Easy , che trova la sua esaltazione tra le proposte per una primavera all’insegna del glamour ; il rigido bangle e la sua goccia in oro puro 999,9 diventano un dettaglio a cui non rinunciare, un gioiello indispensabile per rendere i propri momenti contemporanei e senza tempo, e brillare in ogni istante . Giovanna Cantoni , attraverso la sua linea di preziosi, celebra così l’essenza della donna vincente , colei che si sente perfetta e a proprio agio in ogni stagione della vita.

Fiori tra botanica, bellezza e storia a Castellamonte

iris

A cura del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino 

 

Al  Centro Congressi Piero Martinetti di Castellamonte, dall’8 marzo, vi segnaliamo la mostra del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino , “ Le Iris tra botanica e storia”,aperta fino al 25 aprile 2015.L’esposizione racconta i segreti delle iris, famose per la loro bellezza, rusticità e capacità di generare ibridi con tutti i colori dell’arcobaleno: l’elevata capacità di incrociarsi e di scambiarsi risorse genetiche permette inoltre a queste piante di diffondersi e resistere alle difficoltà ambientali. La mostra si inserisce all’interno del progetto “Le Società di Mutuo Soccorso tra cultura, territorio, cooperazione e solidarietà”, promosso dalla Consulta delle Società di Mutuo Soccorso del Canavese, il cui obiettivo è quello di perpetuare il concetto di unione delle forzeper raggiungere l’obiettivo di promozione della solidarietà, anche tra le piante.