redazione il torinese

Università, lezioni al via nelle aule sostitutive

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universitàAl Campus Einaudi, in Rettorato, alla Cavallerizza, a Torino Incontra e in diverse scuole

 

Nei locali messi a disposizione dal Comune e in altre sedi (al Campus Einaudi, in Rettorato, alla Cavallerizza, a Torino Incontra e in diverse scuole) ieri sono ricominciate le lezioni per gli studenti delle facoltà umanistiche dell’università, “orfani” di Palazzo Nuovo chiuso per amianto. Lo aveva  annunciato il magnifico rettore, Gianmaria Ajani, durante l’assemblea con studenti e lavoratori. Palazzo Nuovo, nel pieno dell’inchiesta della Procura di Torino, che vede il rettore indagato per omissione dolosa di cautele, resta per ora chiuso. Prima bisognerà metterlo in sicurezza e si riaprirà a giugno o a luglio.

 

(Foto: il Torinese)

E quel giorno Primo Levi abbandonò la letteratura

LEVI PRIMOL’esperienza nel campo di concentramento lo cambiò profondamente soprattutto da un punto di vista psicologico. Dopo essere tornato a Torino ed essersi ripreso fisicamente, cominciò a dedicarsi quasi febbrilmente alla scrittura di un romanzo che testimoniasse la sua terribile esperienza ad Auschwitz; nel 1947 terminò il manoscritto e lo intitolò “Se questo è un uomo”

 

ALLA SCOPERTA DEI NOMI DI VIE E PIAZZE

 

In memoria del 70° anniversario della Liberazione, quest’oggi, nella rubrica dedicata alle vie di Torino ed ai personaggi da cui hanno preso il nome, parleremo di Via Primo Levi. A differenza di quelle nominate in precedenza, questa via non si trova esattamente a Torino ma in una località limitrofa alla città, più precisamente nel Comune di Collegno. Continuazione di via Domenico Cimarosa, via Primo Levi attraversa perpendicolarmente Viale XXIV Maggio; è composta principalmente da condomini e qualche esercizio commerciale.

 

Primo Levi nacque a Torino il 19 luglio 1919. Figlio di Ester Luzzati e Cesare Levi, appartenenti a famiglie di origine ebraiche, egli visse un’infanzia tormentata a causa di alcune incomprensioni con il padre. Nel 1937 si diplomò al Liceo classico Massimo D’Azeglio e si iscrisse al corso di laurea in chimica presso l’Università di Torino.Le leggi razziali, entrate in vigore in Italia l’11 novembre del 1938, avevano introdotto gravi discriminazioni ai danni di cittadini italiani di religione ebraica o anche solamente (come definito dal regime fascista) di “razza ebraica”. Tali leggi razziali ad esempio impedivano la possibilità agli ebrei di iscriversi all’Università, ma consentivano a coloro che erano già iscritti e che stavano già frequentando gli studi, di poterli portare a termine; Levi, che era in regola con gli esami, nel 1941 riuscì a laurearsi con lode (il suo diploma di laurea riportò la precisazione di “razza ebraica”).

 

Poco tempo dopo la laurea, suo padre si ammalò di tumore e le conseguenti difficoltà economiche unite alla sempre più difficile situazione dovuta alle leggi razziali, resero davvero complicata e ardua la ricerca di un lavoro. Venne assunto da un impresa in maniera “non in regola”, con il compito  di trovare un metodo economicamente conveniente per estrarre le tracce di nichel contenute nel materiale di scarto di una cava d’amianto; a questo periodo risalgono i primi scritti letterari che verranno pubblicati molti anni dopo all’interno della raccolta “Il Sistema Periodico”. Nel 1942 si trasferì a Milano dove, dopo essere venuto in contatto con alcuni ambienti antifascisti militanti, entrò a far parte del Partito d’Azione clandestino.

 

Dopo l’8 settembre 1943 (armistizio di Cassibile), si rifugiò in montagna e si unì a un nucleo di partigiani operante in Val d’Aosta, ma il 13 dicembre venne arrestato dalla milizia fascista; durante l’interrogatorio preferì dichiararsi ebreo piuttosto che partigiano e per questo venne spedito nel campo di prigionia e concentramento di Fossoli (Emilia-Romagna). Il 22 febbraio 1944 Primo Levi e altre 650 persone ebree, vennero destinati al campo di sterminio di Auschwitz in Polonia: Levi fu registrato con il numero 174.517 e fu subito trasferito al campo di Buna-Monowitz, allora conosciuto comeAuschwitz III, dove rimase fino alla liberazione da parte dell’Armata Rossa, avvenuta il 27 gennaio 1945. Levi attribuì la propria sopravvivenza ad una serie di incontri e di coincidenze fortunate, come ad esempio l’incontro con Lorenzo Perrone (civile occupato come muratore), il quale nonostante il grande rischio personale, riuscì a fargli avere regolarmente del cibo. Altro evento rilevante fu il suo reclutamento come chimico(verso la fine del 1944) presso la Bruna, una fabbrica per la produzione di gomma sintetica; qui Levi ebbe la possibilità di svolgere mansioni meno faticose e di barattare del materiale in cambio di cibo. Probabilmente però, l’evento che gli salvò definitivamente la vita, fu il suo ricovero nel gennaio del 1945 dopo aver contratto la scarlattina. Poco prima della liberazione da parte dell’Armata Rossa, Levi si ammalò di scarlattina e venne ricoverato nel Ka-Be (infermeria del campo), scampando così miracolosamente alla marcia di evacuazione da Auschwitz (definita anche la marcia della morte, comprese lo spostamento forzato di circa 80.000 prigionieri da Auschwitz a lager interni alla Germania: durante l’estenuante marcia morirono più di 15.000 persone).

 

L’esperienza nel campo di concentramento lo cambiò profondamente soprattutto da un punto di vista psicologico. Dopo essere tornato a Torino ed essersi ripreso fisicamente, cominciò a dedicarsi quasi febbrilmente alla scrittura di un romanzo che testimoniasse la sua terribile esperienza ad Auschwitz; nel 1947 terminò il manoscritto e lo intitolò “Se questo è un uomo”. L’opera, nonostante fosse uno dei primi memoriali di deportati ebrei nei campi di sterminio nazisti, non ebbe un grosso successo di vendita; Levi abbandonò il mondo della letteratura e si dedicò alla professione di chimico, trovando lavoro presso una ditta di vernici a Settimo Torinese. Nel 1956 però, a una mostra sulla deportazione a Torino, incontrò uno straordinario riscontro di pubblico e dopo aver così ripreso fiducia nei propri mezzi espressivi, ripropose “Se questo è un uomo ad Einaudi, che decise di pubblicarlo;questa nuova edizione incontrò un successo immediato.

 

In seguito, incoraggiato dal successo internazionale del suo libro, nel 1962 incominciò a lavorare a un nuovo romanzo sul viaggio di ritorno da Auschwitz; questo romanzo venne intitolato “La tregua” e, un anno dopo, vinse la prima edizione del Premio Campiello.Nel 1975 decise di andare in pensione e di dedicarsi completamente all’attività di scrittore: nello stesso anno uscì “ Il Sistema Periodo” ed in seguito numerosi altri romanzi come “La chiave a stella” che nel 1978 vinse il Premio Strega.L’11 aprile del 1987 venne trovato morto alla base della tromba delle scale della propria casa di Torino in corso re Umberto 75. Data la difficile situazione psicologica ed emotiva in cui si trovava a causa del terribile ricordo della detenzione ad Auschwitz, rimane il dubbio ancora oggi, se la caduta, che ne ha provocato la morte, sia dovuta a cause accidentali o se sia stato un suicidio.

 

Simona Pili Stella

Scientology: "I diritti umani limitano la libertà di stampa?"

giornaliPresentazione e tavola rotonda in occasione della Giornata Mondiale

 

 Riceviamo e pubblichiamo

 

Torino: lunedì 4 maggio, alle ore 17.30 presso la Chiesa di Scientology di Torino in via Villar, 2 si terrà un incontro ispirato alla Giornata Mondiale della Libertà di Stampa che ricorre il 3 maggio di ogni anno. L’appuntamento è suddiviso in due parti collegate tra loro dal tema della Giornata: la presentazione della rivista “Una Voce per l’Umanità” edita dalla Chiesa di Scientology Internazionale e una tavola rotonda sulla delicata relazione tra Diritti Umani e Libertà di Stampa. Giornalisti, avvocati, cittadini e loro rappresentanti locali verranno invitati a scambiare punti di vista ed informazioni sull’etica del diritto e della libertà, con al centro le sempre più importanti ed attuali problematiche sollevate dall’impatto privato e sociale dei mass media e di internet.

 

affaripubblicitorinoit@yahoo.it

 

 

Derby della Mole, ecco le nostre pagelle granata

toro carosellotoro flagtoro bandieraCommento post-derby

Venti anni. Un lasso di tempo lunghissimo che ha segnato le memorie delle generazioni granata più giovani. Generazioni che per anni non hanno potuto urlare di gioa per una vittoria della loro squadra sui rivali. Per questi tifosi i derby più memorabili erano quelli del 2001/2002, segnati dalla rimonta all’andata da 0-3 a 3-3 e dal 2-2 del ritorno in cui Maresca sbeffeggiò la piazza granata imitando le corna di Ferrante, una leggenda per il Toro, dopo il goal del pareggio. Ma ieri finalmente i giocatori in campo e il loro condottiero, mister Ventura, hanno fatto un regalo bellisimo ai tifosi. Viste il giorno dopo, le azioni salienti del match, danno quasi la sensazione che fosse destino che il Toro portasse finalmente a casa i tre punti nel derby perchè, si sa, la fortuna è cieca, ma per vent’anni aveva simpatizzato solo per “l’altra squadra”. Invece ieri è successo qualcosa di magico, la fortuna ha scambiato i colori bianconeri per quelli granata e ha fatto sì che tre tiri della Juve, al posto che regalare l’ennesima beffa al popolo torinista, sbattessero contro il palo, permettendo così ai ragazzi di Ventura di raggiungere una storica vittoria che, oltre alla gloria, regala ai granata altri due motivi per essere felici. In primo luogo la vittoria dà tre punti al Toro che, approfittando dei passi falsi di Sampdoria e Fiorentina, si porta a -2 dal sesto posto che significherebbe ritorno in Europa League. In secondo luogo, per la società, l’allenatore e i giocatori, la vittoria vale due volte tanto, anzi quattro. Esatto perchè battere una squadra la quale ha quattro volte il tuo monte ingaggi (27 milioni il Toro, 118 la Juve) non può che darti una carica mentale difficile da contenere per i futuri avversari. Quella di ieri dunque è stata una vera impresa che consentirà alla squadra di affrontare il Palermo, mercoledì, con un pieno di autostima e ai tifosi più giovani, dopo venti anni di sonni agitati, di andare a letto tranquilli e soddisfatti perchè il Toro è tornato!

 

(Foto: il Torinese)

Filippo Burdese

 

LE PAGELLE GRANATA

Dopo vent’anni il Toro ritrova il successo nel derby e grazie alle sconfitte di Sampdoria e Fiorentina si porta a -2 dal sesto posto che vale la qualificazione in Europa League. A decidere la partita sono i goal di Darmian e Quagliarella che ribaltano il risultato dopo il vantaggio bianconero firmato da Pirlo su punizione e danno tre punti importantissimi alla squadra di Ventura.

 

Padelli 7: resta immobile sui tre pali colpiti dalla Juve e sul capolavoro di Pirlo, merita un voto alto per il miracolo sul colpo di testa su Sturaro che permette ai granata di mantenere il vantaggio;

 

Maksimovic 6,5: le sue uscite palla al piede permettono spesso al Toro di respirare, per il resto è sempre concentrato e si fa trovare sempre pronto;

 

Glik 7: a inizio partita il suo intervento in anticipo su Matri vale quanto un goal, si carica la difesa sulle spalle e sfoggia la solita grande prestazione. Capitano vero;

 

Moretti 6,5: non sbaglia nulla e mantiene sempre alta la concentrazione annullando spesso Pereyra e chiunque si trovi nella sua zona. E’ costretto a prendere un giallo per un brutto fallo su Tevez;

 

Peres 6,5: lesue accellerazioni sono meno efficaci del solito, ma intimoriscono sempre la retroguardia bianconera. Nella ripresa dopo una bella azione personale si ritrova in area di rigore, ma pecca di egoismo non servendo i compagni meglio posizionati e spreca un occasione;

 

Gazzi 6: il rosso inizia il match in grave difficoltà, prima regalando un pericolosissimo contropiede alla Juve, poi concedendo la punizione da cui nasce il goal di Pirlo. Con il passare dei minuti cresce e torna sui suoi standard abituali;

 

Benassi 6,5: comincia ad accumulare esperienza e si vede. Non si lascia tradire dall’emozione, come più volte successo in passato, non commette errori e corre tantissimo. Esce per crampi (dal 26′ s.t. Vives 6: aiuta il centrocampo a resistere all’assalto finale della Juve, prende un giallo per fallo di mano)

 

El Kaddouri 7: grazie a lui la manovra offensiva granata è più fluida e fantasiosa, sull’azione del 2-1 il suo passaggio smarca Darmian il quale poi confeziona l’assist del 2-1;

Darmian 8: con Quagliarella è lui l’uomo copertina di questo derby. Grazie a un controllo sbagliato riesce a saltare tutta la difesa bianconera e segnare l’1-1 e nella ripresa mette Quagliarella da solo davanti alla porta per il goal del vantaggio ( dal 37 s.t. Molinaro n.g.);

 

Maxi Lopez 6: è il meno incisivo dei suoi, corre tanto e cerca qualche giocata, ma è poco preciso e non entra mai completamente in partita (dal 16′ s.t.Martinez 6: gli viene giustamente annullato il goal del 3-1 per fuorigioco);

 

Quagliarella 8: dribbla Bonucci per poi servire l’assist per il pareggio di Darmian e nel secondo tempo entra nella storia del Toro segnando il goal del definitivo vantaggio. Oltre a questo corre sempre tantissimo e i suoi cambi di gioco sono da 10 e lode;

 

All. Ventura 9: “In questi quattro anni abbiamo costruito una bella torta e questa è la ciliegina”, questa la sua dichiarazione a fine partita che vuole sottolineare il capolavoro creato dal tecnico ligure che ha ridato entusiasmo, onore e risultati a una piazza che senza dubbio lo merita, leggenda.

 

FB

 

Ecco i nuovi manager della sanità regionale

dottori

Tutti i nuovi direttori aziende sanitarie

 

La Giunta, come proposto dall’assessore Antonio Saitta, ha nominato i direttori generali di 16 aziende sanitarie: Giovanni Soro all’Asl TO1, Valerio Fabio Alberti all’Asl TO2, Flavio Boraso all’Asl TO3, Lorenzo Ardissone all’Asl TO4, Massimo Uberti all’Asl TO5, Stefano Manfredi all’azienda ospedaliero-universitaria San Luigi di Orbassano, Silvio Falco all’azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, Giovanna Baraldi all’azienda ospedaliera SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria, Gilberto Gentili all’Asl di Alessandria, Ida Grossi all’Asl di Asti, Chiara Serpieri all’Asl di Vercelli, Gianni Bonelli all’Asl di Biella, Adriano Giacoletto all’Asl di Novara, Giovanni Caruso all’Asl VCO, Francesco Magni all’Asl Cuneo1, Corrado Bedogni all’azienda ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo (vedere l’allegato).

 

“E’ stato svolto dall’assessorato un lavoro eccellente come metodo e contenuti – ha commentato il presidente Chiamparino al termine della seduta – Si era detto che la politica non avrebbe influito sulla scelta degli idonei, e così è stato, tra l’altro applicando per la prima volta la legge Balduzzi sulla composizione delle commissioni giudicatrici. In una seconda fase l’assessore Saitta ha effettuato verifiche ed approfondimento, anche sentendo i territori interessati”. “Vogliamo costruire – ha proseguito Chiamparino – una squadra compatta, con tutti i direttori che partono dai medesimi blocchi di partenza per arrivare a tagliare traguardi come l’uscita dal piano di rientro, il riordino della rete ospedaliera e la realizzazione della rete di assistenza territoriale. Potremo così vincere la sfida di far tornare la sanità piemontese un modello a livello nazionale e contrastare l’esodo verso altre regioni. Ogni direttore dovrà dimostrare capacità di leadership, e il primo esercizio di autonomia e indipendenza sarà la nomina dei direttori sanitari ed amministrativi delle rispettive aziende”. L’assessore Saitta ha voluto evidenziare che “dopo un lavoro utile ad individuare il tecnico più adeguato per risolvere i problemi delle singole aziende, si avvia un percorso di grande novità. Nel contempo inizia la fase di riorganizzazione dell’assessorato alla Sanità, dove verrà costruita una struttura in grado di verificare il raggiungimento degli obiettivi assegnati ai nuovi manager”.

 

(www.regione.piemonte.it)

Il Salone delle Meraviglie non guarda all'Expo ed è sfida aperta tra cartaceo e digitale

SALONE LIBRO 22SALONE LIBRO FOTOSalone-del-Libro.“In Italia si legge sempre meno, qui aumenta il numero degli editori – dice il presidente del Salone, Rolando Picchioni – e passa sempre più per il Salone di Torino il confine futuro fra libro cartaceo e tecnologie digitali”

 

Le Meraviglie d’Italia sono il tema conduttore del Salone Internazionale del Libro 2015, anno dell’Expo di Milano. la kermesse del libro sarà occasione, dicono i promotori ” di ripercorrere e ripensare il nostro rapporto con l’immenso patrimonio che abbiamo ereditato. Un tesoro artistico, architettonico, letterario, musicale, linguistico, paesaggistico, che comprende le tecniche materiali, il design, la moda, il cinema, la fotografia e che, nella sua stessa varietà, ha concorso a definire quello che viene riconosciuto come il carattere, l’identità, lo stile italiano”. Con l’Expo, però, è stata cassata per motivi organizzativi l’ipotesi di allestire a Milano uno stand del Salone: troppe spese a carico di Torino e spazi limitati, mentre sarà attivato il pacchetto agevolato Salone Libro + Expo 2015.

 

La 28/edizione del Salone,  che verrà inaugurata dal presidente della repubblica Sergio Mattarella, è stata presentata oggi presso l’Aula Magna Università di Torino. è in programma al Lingotto dal 14 al 18 maggio.  Sono invertenuti alla presentazione: Rolando Picchioni (Presidente Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura , Ernesto Ferrero (Direttore editoriale Salone Internazionale del Libro ), Piero Fassino (Sindaco di Torino), Antonella Parigi (Assessore alla Cultura, Regione Piemonte), Bärbel Becker (direttrice Progetti Internazionali Buchmesse di Francoforte), Gabriele Kreuter-Lenz (direttrice generale del Goethe-Institut in Italia), Lidia Ravera (Assessore alla Cultura, Regione Lazio), Giuseppe Culicchia (Curatore Programma Officina), Amalia Bosia (Comitato di Gestione, Compagnia di San Paolo), Cristina Giovando (Consigliere d’Amministrazione Fondazione Crt).

 

Sono 80 le new entry fra gli espositori. Il paese ospite è la Germania, iniziativa nata dalla stretta collaborazione con la Buchmesse di Francoforte e il Goethe Institut, che festeggia il sessantesimo della fondazione della sede torinese. Si tratta di un riconoscimento dell’autorevolezza raggiunta dal Salone torinese da parte di chi organizza la più prestigiosa fiera mondiale del settore. E’ una partecipazione che cade in un momento cruciale nelle relazioni tra i due Paesi, e nell’intera vicenda europea, travagliata da tensioni e incomprensioni.

 

“In Italia si legge sempre meno, qui aumenta il numero degli editori – dice il presidente del Salone, Rolando Picchioni – e passa sempre più per il Salone di Torino il confine futuro fra libro cartaceo e tecnologie digitali. Altre 10 nuove Startup hanno vinto il bando lanciato dal Salone per i progetti più innovativi. Fra le idee, quelle per lo storytelling collaborativo, o la piattaforma di servizi online per librai: ma tutte paiono essere bussole sorprendenti. Con 31 giovani editori l’Incubatore totalizza uno fra i risultati migliori di sempre. Sold out anche alla Collettiva ragazzi, con 16 spazi venduti e 5 new entry. Successo crescente anche per Casa CookBook: 29 espositori presenti, più del doppio rispetto al 2014.

 

Tra le centinaia di ospiti ed eventi, da segnalare Emmanuel Carrère che al Salone ritira il Premio Mondello Internazionale dalle mani di Antonio Scurati; molto atteso al Lingotto l’archimandrita Tikhon Shevkunov; Catherine Dunne presenta in anteprima il suo nuovo romanzo, Un terribile amore; l’americana Vanessa Diffenbaugh torna al Lingotto con il suo nuovo romanzo, Le ali della vita. Molto nutrita come sempre la presenza degli autori italiani. Sono attesi al Lingotto, fra gli altri: Antonia Arslan, Corrado Augias, Alessandro Baricco, Stefano Benni, Daria Bignardi, Isabella Bossi Fedrigotti, Paola Capriolo.

Bimbi di due anni come schiavi, tre romeni arrestati

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I piccoli erano costretti a lavorare ore e ore al semaforo di piazza Rebaudengo

 

Erano piccolissimi, due/tre anni di età ma chiedevano l’elemosina ai passanti per strada. Il nucleo nomadi della polizia municipale di Torino ha così arrestato tre cittadini romeni accusandoli di organzzare e gestire il lavoro dei bimbi, ridotti in schiavitù. I tre  sono stati condannati con pene dai 6 anni ai 5 anni e 4 mesi, con l’accusa di riduzione in stato di schiavitù e maltrattamento di minori. I piccoli venivano costretti a sostare per ore e ore ai semafori in piazza Rebaudengo, coperti di stracci. I bambini dovevano lavare i vetri delle auto e se non incassavano abbastanza denaro venivano picchiati. I due minorenni  più grandi sono stati ricoverati in una comunità protetta, il più piccolo, invece, di due anni circa, è in attesa di adozione.

 

(Foto: il Torinese)

Le Poste in montagna e il gioco delle tre carte

poste italianeI Comuni sono pronti a scendere sul piede di guerra, nuovamente, contro il nuovo documento nel quale l’azienda prevede il recapito a giorni alterni della corrispondenza in oltre 900 enti piemontesi, senza peraltro elencarli

 

Poste Italiane fanno il gioco delle tre carte ? La risposta parrebbe affermativa, almeno stando alla lettura elle carte. Dopo il congelamento, annunciato in gennaio, del piano che prevedeva la chiusura degli uffici e la riduzione degli orari di apertura adesso i Comuni sono pronti a scendere sul piede di guerra, nuovamente, contro il nuovo documento nel quale l’azienda prevede il recapito a giorni alterni della corrispondenza in oltre 900 enti piemontesi, senza peraltro elencarli. Un piano di fatto avvallato da AgCom, l’Autorità garante per le Comunicazioni, che a luglio dello scorso anno aveva invece preso posizione difendendo i servizi postali nei Comuni montani e nelle aree marginali del Paese, zone “a domanda debole”.

 

Contro questa posizione si sono schierati l’Uncem e l’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna guidato dall’on. Enrico Borghi che  ha inviato a tutti Comuni montani del Paese una lettera con i quali si invita a partecipare alla consultazione segnalando le distorsioni di un sistema che determinerebbe una grave discriminazione in particolare per i Comuni montani. “Non possiamo accettare questa nuova presa di posizione di Poste – evidenzia Borghi – Ancora una volta le scelte aziendali non vengono concertate con le istituzioni, con i rappresentanti dei Comuni. I tagli vengono calati dall’alto in nome di una razionalizzazione che è l’anticamera dello smantellamento del servizio in centinaia di Comuni. Lo trovo molto grave”.

 

Uncem ha chiesto alla Giunta regionale, in particolare al vicepresidente Aldo Reschigna, e al Consiglio attraverso l’Intergruppo Amici della Montagna guidato da Antonio Ferrentino, una presa di posizione immediata contro questa nuova forzatura di Poste. Positivi in questa direzione gli incontri territoriali avviati da Giunta e Consiglio regionale dove i Comuni ribadiscono – ancora venerdì scorso a Torino – la massima contrarietà ai piani di riduzione di Poste”. E sull’argomento si schiera anche il Movimento Progetto Piemonte che ricorda come “sia necessario avere da Poste Italiane l’assicurazione quanto meno di una moratoria sulla chiusura degli uffici o riduzione del servizio, che venga messa nero su bianco”.

Massimo Iaretti

(Foto: il Torinese)

Toro arrembante e la Vecchia Signora si arrende

toro bandieratoro juve juve toroSTADIO OLIMPICO NUBIIl derby della Mole è appannaggio del Torino che dopo venti anni si aggiudica la stracittadina. La rete della vittoria, ironia della sorte, la realizza l’ex bianconero Fabio Quagliarella. La gara è stata preceduta da episodi violenti che nulla hanno a che fare con lo sport. Onorata fino alla fine dai giocatori di entrambe le squadre, la Vecchia Signora ha dovuto arrendersi ad un Toro arrembante, accompagnata anche da una buona dose di sfortuna, tre i pali colpiti durante l’incontro

 

 La Juventus ha dovuto rimandare la festa scudetto probabilmente ancora per un paio di partite grazie ad un Torino arrembante sin dal primo minuto di gioco. Si è conclusa così, la lunga astinenza da parte dei tifosi granata che non riuscivano più a sconfiggere i cugini bianconeri. I granata se lo sono aggiudicato meritatamente chiudendo la partita con il punteggio di 2 a 1. E’ stato senza dubbio, uno dei derby più emozionanti degli ultimi anni. Molto meno emozionante il pre partita che ha fatto registrare una sassaiola contro un vetro del pullman bianconero. Successivamente, una manciata di minuti dopo l’inizio della gara, una esplosione all’interno dell’Olimpico che ha ferito una decina di tifosi. Scene da condannare in maniera ferma e decisa, tutto l’opposto di ciò che si è visto sul terreno di gioco. Vantaggio di Pirlo e pareggio di Darmian nel primo tempo. Nella ripresa la rete-vittoria di Quagliarella. Juve anche sfortunata con tre legni colpiti. In classifica non cambia nulla per Madama: la Lazio ha pareggiato in casa col Chievo e i punti di vantaggio sui biancocelesti, secondi in classifica, sono 14. Per i granata continua la lotta per accedere all’Europa League. Ventura ha schierato un 3-5-2 con Bruno Peres e Darmian esterni. A centrocampo Benassi, preferito a Vives. In attacco chance dal 1° minuto per Maxi Lopez. Al suo fianco Quagliarella. Allegri risponde con il 4-3-1-2 con Pereyra dietro le punte che sono state Matri e Morata. Al posto di Marchisio, squalificato, ha giocato Sturaro che ha completato il centrocampo con Vidal e Pirlo. In difesa Ogbonna e Padoin terzino sinistro. Parte forte il Toro con un pressing alto che non fa ragionare la Juve. Ma è Matri ad avere le occasioni migliori: al 12°, smarcato alla grande da Pirlo, calcia sopra la traversa. Subito dopo sbaglia una girata al volo mentre in un’altra circostanza lo ferma Glik. Sul fronte opposto ci prova Quagliarella, ma senza fortuna. Gazzi non è in giornata, sbaglia tanto e al 34° stende Matri al limite dell’area. Punizione di Pirlo che insacca con un tocco magico di destro che tocca la traversa ede entra nella porta di Padelli. Il Torino accusa il colpo e sembra smarrirsi. La Juventus gestire la palla a centrocampo. Si giunge al 44°: Quagliarella sorprende Bonucci, va sul fondo, servendo l’accorrente Darmian che controlla male ma riesce a correre verso la palla con la difesa bianconera immobile e la conclusione, da pochi passi, termina in gol per l’1-1. Il secondo tempo si apriva con un’altra punizione per Pirlo che batteva ancora in modo sublime ma coglieva il palo con Padelli impotente. Il Torino non si scomponeva e al 12° passava in vantaggio: El Kaddouri attaccava l’area, servendo a sinistra Darmian che crossava radente nell’area piccola dove Quagliarella con una zampata anticipava Ogbonna e insaccava. Tredicesimo gol in campionato per l’attaccante campano. Iniziavano i cambi dei tecnici e se Ventura levava Maxi Lopez per Martinez, Allegri faceva entrare Tevez al posto di Morata. Al 25° grossa chance bianconera per Vidal: traversone di Pereyra e colpo di testa del cileno che non trovava lo specchio della porta. La Juventus premeva e nel Toro entrava Vives al posto di Benassi. Al 32°, secondo legno per i Campioni d’Italia: cross di Lichtsteiner e colpo di testa di Matri che scheggiava il legno alla destra del portiere. Allegri faceva subentrare Pepe per Pereyra e Llorente per Padoin nel finale. Ma la sfortuna si accaniva con i bianconeri, come al 36°: tiro-cross dalla sinistra e terzo palo ad opera di Matri. La sfera tornava in gioco, Vidal concludeva e Padelli respingeva. Padelli risultava decisivo anche poco dopo quando volava a negare il 2-2 a Sturaro che colpiva di testa da distanza ravvicinata. Gli ultimi minuti era un arrembaggio bianconero ma i granata stringevano i denti, resistevano e dopo cinque minuti di recupero potevano festeggiare uno storico successo nel derby della Mole.

 

Dario Barattin

Comitato diritti umani, Leo: "Impegno contro la violenza di genere"

Leo33Nasce in Piemonte un nuovo Comitato per i diritti umani voluto dal Presidente del Consiglio regionale  Laus. Tra i componenti del Comitato, Giampiero Leo è uno dei più impegnati nella lotta  alle discriminazioni e  violenze contro le donne

 

Nasce in Piemonte un nuovo organismo estremamente prezioso per le donne, che si occuperà specificatamente delle tematiche femminili e delle problematiche relative a stalking,  violenze e discriminazioni subite dalle donne nella quotidianità.  È il Comitato per i diritti umani, che si insiedera’ il 7 maggio prossimo, in seguito alla votazione da parte del Consiglio regionale, avvenuta il 14 aprile scorso. Il Comitato si occuperà del vasto tema della violazione dei diritti umani, nell’ambito del quale la più diffusa e tragica è quella esercitata ai danni delle donne, spesso in seno allo stesso ambiente domestico.

 

“Sì tratta di discriminazioni – spiega Giampiero Leo, uno dei componenti  del Comitato e ex assessore e consigliere regionale in Piemonte –  che vanno da vere e proprie privazioni dei diritti, come accade nei Paesi a fede islamica, fino a violenze fisiche e morali, che si insidiano negli ambienti più vicini alle donne. Oggi in Occidente non si può parlare più di discriminazioni politiche, in quanto le donne ormai, da decenni, hanno conquistato il diritto di voto, ma serpeggiano, invece, ancora violenze e discriminazioni molto più subdole, sia nel mondo del lavoro, dove la maternità è ancora considerata discriminante per il progresso lavorativo della donna, vista come un soggetto debole, sia in ambito domestico, dove spesso le violenze fisiche e psicologiche vengono subite quotidianamente tra le mura domestiche, o subito dopo la decisione di separazione dal coniuge”.

 

“Stalking e femminicidio –  prosegue Leo – dimostrano una profonda arretratezza culturale e civile, presente in Italia ancora in molti strati della società”.  Il tema delle discriminazioni femminili costituirà  il cardine dell’attività del Comitato, nato anche grazie alla sensibilità e operatività del presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Laus.  Sarà composto da sette membri politici e dieci esperti; dei sette politici il presidente del Comitato coincide con il presidente del Consiglio regionale Laus, che può nominare due vicepresidenti. Dei sette membri due vengono eletti dai membri dell’Ufficio di Presidenza e quattro sono votati dal Consiglio regionale, scelti tra consiglieri regionali in carica o ex consiglieri. Sono stati eletti nell’ordine dal Consiglio regionale Giampiero Leo con 35 voti, Eleonora Artesio con 30 voti, Enrica Baricco con 26 voti e Gianna Gancia con 11 voti.

 

Giampiero Leo,  già assessore regionale alla Cultura, parteciperà,  sempre sul tema a lui caro della discriminazione contro le donne, a un interessante convegno, il 30 aprile prossimo, promosso da “Civico 20 News”, in collaborazione con l’associazione “Borgo Dora- i residenti in torino”, dal titolo “Vittime di genere. Dove, cosa, come prevenire e contrastare la violenza sulle donne”. Si terrà il 30 aprile alle 20.45, a ingresso libero,  presso il Circolo dei Lettori, in via Bogino 9. A moderare sarà Rodolfo Alessandro Neri e primo tra i relatori Vittorio Nessi, Procuratore Aggiunto di Torino, che interverrà sul tema “Analisi di una strage silenziosa”. Seguiranno gli interventi del Sostituto Procuratore della Repubblica,  Saverio Pelosi sul tema “Non chiamatelo amore”, del medico Elena Cerutti, autrice del libro “Lo sconosciuto”, e del Neuro Counselor relazionale Sergio Audasso.

Mara Martellotta

 

Per informazioni: 3201861523.     3485175758