redazione il torinese

Comune, equilibrio di bilancio garantito

ARCHITETTURA

Ampia maggioranza in Sala Rossa

 

Ventuno voti favorevoli e tre contrari. Con un’ampia maggioranza l’amministrazione di Piero Fassino “incassa” dal consiglio comunale l’approvazione della delibera che garantisce e preserva gli equilibri di bilancio nel corso dell’esercizio provvisorio 2015. Il consiglio comunale di Torino che dovrà approvare il bilancio preventivo 2015 ha dunque votato una delibera per razionalizzare e contenere le spese. La delibera, che è stata presentata in aula dall’assessore al bilancio Gianguido Passoni prevede, oltre al limite di un dodicesimo mensile, uno ulteriore costituito dalla misura massima del 70% su base mensile delle Somme stanziate a bilancio 2014
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Massimo Iaretti

Senzatomica è anche un festival

verrua

Gli ultimi appuntamenti sono previsti venerdì 1 maggio, alle ore 20,  con le “Passioni rock” e la musica degli Zona Rock (Angela Caramellino, Livio Piermaria, Davide Vinci, Werther Ferrari, Giorgio Debernardi), sabato 2 maggio con le “Canzoni di pace”

 

All’ombra della storica rocca, Verrua Savoia ha promosso,  oltre alla esposizione Senzatomica (di cui Il Torinese ha recentemente scritto) anche un Senzatomica Festival, tanta musica nel nome della pace a partire dal 19 aprile. Gli ultimi appuntamenti sono previsti venerdì 1 maggio, alle ore 20,  con le “Passioni rock” e la musica degli Zona Rock (Angela Caramellino, Livio Piermaria, Davide Vinci, Werther Ferrari, Giorgio Debernardi), sabato 2 maggio con le “Canzoni di pace” a cura di Fabrizio Zanotti, voce e chitarra. Il festival chiude i battenti domenica 3 maggio, sempre alle ore 18,con l’Offerta al Maestro (si tratta nientemeno che di un omaggio a Bach).

Massimo Iaretti

La Grande Guerra raccontata dai fotografi al fronte

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La mostra è ospitata dal Museo Nazionale del Cinema di  Torino

 

Al Fronte. Cineoperatori e fotografi raccontano la Grande Guerra è la mostra  che fino al 3 maggio sarà ospitata dal Museo Nazionale del Cinema di  Torino per celebrare il centenario della Grande Guerra. All’inaugurazione le curatrici Sarah Pesenti Campagnoni e Roberta Basano, hanno illustrato il percorso che si snoderà sulla scala elicoidale e che attraverso 160 fotografie racconta una guerra invasiva e piena di contraddizioni, combattuta in trincea e documentata attraverso fotografie e documentari da cineoperatori e da soldati che hanno combattuto in prima linea. Luis Bogino, fotografo dell’Esercito Regio Italiano, è il principale autore della maggior parte di fotografie che compongono la mostra e che fanno parte del fondo fotografico del Museo Nazionale del Cinema che Maria Adriana Prolo, fondatrice del Museo, ha acquisito nel corso della sua vita.

 

Per la prima volta cinema e fotografia dialogano insieme per documentare, seppure con un linguaggio di propaganda, un evento bellico che mai prima di allora era stato registrato dai due media.Accanto alle fotografie sarà possibile visionare filmati d’epoca, grazie agli schermi dislocati lungo il percorso, e filmati di finzione che hanno avuto per oggetto la Grande Guerra. Completano il percorso le video installazioni degli artisti Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e le fotografie scattate oggi nei luoghi di guerra da Paola De Pietri per riflettere su come la natura abbia trasformato il paesaggio bellico. Oltre alla mostra, al catalogo che ripropone la maggior parte delle fotografie esposte, e ai percorsi dedicate alle scuole, nel corso delle prossime settimane saranno proiettati al cinema Massimo molti film sulla Grande Guerra, tra i quali l’ultimo restauro del Museo Nazionale del Cinema, presentato nella scorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Maciste Alpino (di L.Maggi e L.Borgnetto,1917).

 

Cristina Colet

P. Tosetto: "Resistere e testimoniare pensando a Voltaire"

VOLTAIRE“Non ho la velleità di parlare per altri. Di rappresentare. No, in questa sede desidero solo testimoniare. Saranno piccole verità di parte. Piccole verità che vorranno contribuire, non essere il tutto”

 

Da oggi collaboro fattivamente con “il Torinese”. Scriverò riprendendo il vecchio “vizio” di scrivere. Cercherò d’assolvere a questo compito d’osservazione, d’analisi ed in alcuni casi di critica verso chi ci amministra. Sapendo che questo è un compito difficilissimo, sopratutto in questi tempi che forse passeranno alla Storia come il “medio Evo” della nostra epoca. Ero indeciso. Preoccupato di cadere nella piaggeria. Ma mi sono convinto che tra i nostri “doveri morali” c’è anche quello di resistere. Resistere per un futuro possibile. E il Futuro riguarda in particolare i nostri figli, anche nella sua accezione collettiva. Solo piccole verità: non ho la velleità di parlare per altri. Di rappresentare. No, in questa sede desidero solo testimoniare. Saranno piccole verità di parte. Piccole verità che vorranno contribuire, non essere il tutto. Cercare di contribuire innanzitutto nel capire. E difenderò queste mie idee sempre pronto a cambiarle quando i fatti dovessero contraddire le mie ipotesi. Ma determinato e testardo quando i fatti  le confermeranno. Cercando di partire da ciò che vediamo, da ciò che capiamo, da ciò che elaboriamo. Viviamo in un mondo globalizzato. Dove è esponenziale l’aumento della popolazione. Quasi impossibile ridurre e controllare flussi migratori. Dove la soluzione, o il semplice controllo di problemi risulta talmente difficile che rasenta l’impossibilità. Eppure, mentre scrivo penso alla famosa frase di Voltaire : non sono assolutamente d’accordo con quello che voi dite, ma darei la vita affinché lo possiate dire. Tolleranza: 250 anni fa ed è ancora un precetto valido. Questa convinzione ci aiuta nel resistere. A chi avrà compiacenza di leggere l’ultimo giudizio. Per il sottoscritto sarà il tentativo d’essere all’altezza del compito assegnatomi.

Patrizio Tosetto

(Nel dipinto: lo scrittore e filosofo Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet)

 

Genitori e figli senza dignità e rispetto

 

Vi racconto una piccola storia di questa nostra città. Ero a pranzo con colleghi di lavoro. Un commensale ha raccontato d’aver passato il sabato notte al pronto soccorso. Il figlio era stato malmenato uscendo da una discoteca. Ho fatto l’ovvia domanda: perché? Le risposte mi hanno “portato” all’interno di una dimensione assurdamente metafisica. Non credevo possibile nella nostra civilissima Torino. Gli aggressori erano giovanissimi, probabilmente minorenni. Lo fanno per gioco. Scusate, non ho capito. Come, non sai? E’ una moda che arriva dagli Stati Uniti! No, non sapevo. Ma ora arriva il “bello”.L’aggredito si rifiuta di sporgere denuncia. Risolve a modo suo. Ricerca su Facebook e riesce a mettersi in contatto con un aggressore. E fissa un appuntamento. Del resto l’aggressore ha ripetutamente chiesto scusa, giustificandosi: eravamo ubriachi e drogati. Oggi l’incontro non c’è stato, complicato da paure di possibili, e quasi ovvie ritorsioni. Lascio a chi legge le valutazioni, anche di ordine morale, del caso. Io mi limito ad una considerazione. Chi sono le famiglie, le famiglie degli aggressori? Penso alla società abbrutita, forse ad una classe politica imbelle. Forse alla povertà, forse al lavoro perso o mai trovato, forse all’inedia. C’è anche, se non soprattutto, la totale perdita di dignità. Questi genitori non avendo dignità non hanno insegnato ai figli il rispetto.

Patrizio Tosetto

30 aprile 1975, quando l'ultimo elicottero americano lasciò Saigon

L’ultimo atto della guerra: la caduta di Saigon e la presa del potere da parte del regime comunista del Vietnam del Nord, che unificò il paese dando vita, il 2 luglio del 1976, alla Repubblica Socialista del Vietnam. Si concluse così uno dei conflitti più feroci del XX° secolo, nel corso del quale vennero usati esplosivi in un numero superiore a quelli utilizzati su tutti i fronti della Seconda guerra mondiale

 

 

vietnam33Il 30 aprile del 1975, quarant’anni fa, cadeva di mercoledì e con il ritiro degli americani da quel paese del Sud-est asiatico, finiva la guerra  in Vietnam. Quando l’ultimo elicottero americano lasciò Saigonsi avvicinava la fine di unodei più sanguinosi conflitti del Novecento, che avrebbe lasciato sul terreno i corpi straziati di tanti innocenti e di giovani soldati mandati a morire senza un perché. Iniziata ufficialmente nel 1955, la guerra in Vietnam aveva visto intensificarsi l’intervento statunitense nel 1964, con bombardamenti a tappeto e attacchi via terra. Teatro degli scontri era stato in prevalenza il territorio del Vietnam del Sud, dove le forze insurrezionali filo-comuniste ( i Viet cong) si opponevano al regime sostenuto dagli USA.La svolta decisiva avvenne nellaprimavera del 1975, con la campagna di Ho Chi Minh (in vietnamita: Chiến dịch Hồ Chí Minh) ,nome in codice assegnato (in onore del leader storico della lotta per l’indipendenza del Vietnam) all’ultima e decisiva offensiva scatenata dall’Esercito regolare del Vietnam del Nord e dalle forze viet cong del Fronte di Liberazione Nazionale.

 

Il 30 aprile, l’ultimo atto della guerra: la caduta di Saigon e la presa del potere da parte del regime comunista del Vietnam del Nord, che unificò il paese dando vita, il 2 luglio del 1976, alla Repubblica Socialista del Vietnam. Si concluse così uno dei conflitti più feroci del XX° secolo, nel corso del quale vennero usati esplosivi in un numero superiore a quelli utilizzati su tutti i fronti della Seconda guerra mondiale. In più, le forze statunitensi, utilizzarono un nuovo tipo di bombe al napalm, contenenti fosforo bianco e per questo in grado di amplificare gli effetti distruttivi sugli esseri umani e sull’ambiente naturale. Il bilancio finale dei morti consegnò numeri drammatici su entrambi i fronti: 4 milioni di civili e un milione di soldati tra i vietnamiti, 58.226 tra i soldati USA. A tutto ciò si aggiunse un numero imprecisato di feriti, in molti casi rimasti mutilati e invalidi per ilvietnam resto della vita. Sul piano economico le operazioni belliche costarono alle casse di Washington circa 165 miliardi di dollari. I racconti dal fronte dei soldati, scioccati dai massacri di civili e dalla violenza dei combattimenti, colpirono profondamente l’opinione pubblica americana (e non solo), alimentando un ampio movimento pacifista e di contestazione alla politica estera aggressiva degli Stati Uniti, che alla fine influì sul corso degli eventi e portò a cambiamenti epocali nella società; su tutti l’abolizione della leva obbligatoria nel 1973. Nell’ottica della “guerra fredda”, l’esito finale del conflitto sancì una sconfitta bruciante per la superpotenza americana e segnò profondamente la politica estera successiva, vincolando i poteri del Presidente di impegnare truppe su un fronte di guerra all’assenso del Congresso.

 

Quarant’anni dopo, all’indomani dell’ultimo attacco aereo, precedente il ritiro statunitense, le ferite sono ancora aperte. L’impiego del napalm passato alla storia per lo scatto da Pulitzer del fotografo vietnamita NickÚt (una bambina di nove anni nuda e gravemente ustionata, in fuga dal suo villaggio che era stato attaccato da un bombardamento)  e la pioggia di bombe sganciate sul paese hanno lasciato tracce indelebili. Da una parte gli ordigni inesplosi: quasi 800.000 tonnellate in tutto il paese, che ancora oggi mietono vittime fra curiosi e cercatori di ferraglie. Dall’altra l’esercito di vittime che, con le loro deformità,  hanno pagato il prezzo del barbaro impiego del cosiddetto “agente arancio”, il terribile “Agent Orange”, nome in codice che indica il diserbante che gli americani utilizzarono per stanare dalla giungla i Viet cong. In un solo decennio, tra il 1961 e il 1971, l’aviazione militare americana scaricò oltre 43 milioni di litri di “agent orange” e 30 milioni di litri di altri erbicidi sulle giungle del Vietnam del Sud per stanare i Viet cong, privandoli del manto vegetale, e distruggere i raccolti. La Croce rossa vietnamita calcola che fino a 3 milioni di persone sono state colpite, tra i quali 150 mila bambini con malformazioni congenite. Quattro decenni dopo la fine della guerra, l’ong Green Cross  – che sostiene il Vietcot (Vietnamese Training Centre for Orthopaedic Technologists), un centro di formazione in ortopedica ad vietnam2Hanoi, dove vengono curati e seguiti bambini colpiti da queste malformazioni – ha stimato che circa 3.500 bambini all’anno nascono ancora oggi in Vietnam con menomazioni ascrivibili alla contaminazione con l’agente arancio. Un’eredità pesantissima del conflitto, che si traduce anche in altre forme come il disagio psichico, la depressione,il panico come quello che  – nel 1973 – aveva indotto un piccolo e suo padre a fuggire a bombe e raid, per rifugiarsi sugli alberi della giungla, vivendo da eremiti per quarant’anni. Un’incredibile storia che fece il giro del mondo ma che, insieme alle altre, ci parla ancora di questa storia tremenda che il Vietnam non potrà forse mai dimenticare.

 

Marco Travaglini

Tumore rarissimo, bimba di sei anni operata: sta bene

regina_margheritaL’intervento, realizzato all’infantile Regina Margherita, è uno dei pochi eseguiti finora al mondo

 

Un intervento  chirurgico davvero eccezionale, effettuato per la prima volta in Italia. E’ stato asportato ad una bimba di  6 anni un nefroblastoma renale destro,  tumore molto raro e ad altissima mortalità, con infiltrazione nell’arteria polmonare. L’intervento, realizzato all’infantile Regina Margherita, è uno dei pochi eseguiti finora al mondo. la bambina ha superato brillantemente l’operazione durata 8 ore e tra pochi giorni potrà tornare alla vita normale.

Tensioni al cantiere della Torino-Lione

notav ovunqueTrenta  le persone  identificate e  poi rilasciate

 

Ancora tensioni ieri sera al cantiere di Chiomonte. Circa 30 gli antagonisti No Tav che hanno dapprima cercato di forzare i cancelli dell’area ma senza riuscirci, Sono poi stati respinti con il getto d’acqua degli idranti dalle forze dell’ordine. I manifestanti hanno anche fatto esplodere petardi, ai quali la polizia ha risposto col lancio di lacrimogeni. Trenta  le persone  identificate e  poi rilasciate.

 

(Foto: il Torinese)

Da Schumann a Beethoven, il trionfo della musica romantica

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Eccezionale concerto in Germania della Filarmonica del Teatro Regio di Torino che accompagna il pianista Kit Armstrong

 

 

Concerto d’eccezione mercoledì 29 e giovedì 30 aprile, in Germania a Ludwigshafen al Festival BASF,  in occasione del quale la Filarmonica del Teatro Regio  accompagnerà il pianista Kit Armstrong, nell’ambito del Festival Basf-Ludwigshafen. Da oltre novanta anni  Basf presenta, nella sua città natale di Ludwigshafen, artisti di fama internazionale e giovani promesse internazionali. Il programma dei concerti Basf è composto da una sessantina di eventi l’anno, nei settori della musica classica, jazz, rock e pop, e risulta uno dei più interessanti progetti musicali della regione del Reno. Dal lontano 1921 musicisti di livello internazionale si sono esibiti in Ludwigshafen e, nel novembre del 1929, anche Richard Strass partecipò all’inaugurazione della sala Feierabendhaus dell’azienda.

 

Per due serate la Filarmonica del Regio accompagnerà Kit Armstrong nell’esecuzione  del concerto per pianoforte e orchestra di Robert Schumann, sotto la direzione di Yang Yang, che interpreterà anche la Sinfonia n. 6 di Ludwig van Beethoven,  la Pastorale.Il Concerto in la minore per  pianoforte e orchestra di Schumann nasce in un periodo creativo che si colloca tra il 1841 e il 1845, uno dei meno drammatici e tormentati della vita del musicista, che aveva potuto sposare Clara Wieck,  pianista di notevole talento e sua preziosa collaboratrice.  Nel 1841 Schumann scrisse l’Allegro per pianoforte e orchestra con il titolo Fantasia, che di lì a poco sarebbe diventato il primo tempo; quindi, sul consiglio entusiastico della stessa Clara, compose anche un Intermezzo e un Finale, completando il più romantico di tutti i concerti della letteratura pianistica. Il concerto, dedicato a Ferdinand Hiller,  fu presentato per la prima volta a Lipsia nel gennaio 1846 nella interpretazione di Clara Schumann, sotto la direzione dell’orchestra di Mendelssohn,  e fu lo stesso Schumann a dirigere poi a  Vienna e a Praga, suscitando maggiori consensi tra il pubblico che tra i critici.

 

La Sinfonia n. 6 in fa maggiore di Beethoven, meglio conosciuta come Pastorale, fu concepita probabilmente nel 1802, anno in cui era stato eseguito, per la prima volta, l’Oratorio di Haydn.  Beethoven, amante della natura, non si lasciò sfuggire l’occasione di comporre un lavoro a sfondo pastorale, ma alla forma dell’Oratorio preferì invece quella sinfonica, capace di non subire imposizioni dal testo letterario. Beethoven in questa Sinfonia non si limitò a una semplice descrizione della natura, ma si propose di manifestare, grazie alla magia degli strumenti musicali, l’intensità dei sentimenti. Dedicata al principe Lobkowitz e al conte Rasumovsky,  iniziata nell’estate del 1807, ebbe termine nel mese di maggio del 1808. Alcuni ascoltatori lamentarono la lunghezza del concerto, che si spingeva fino a un nono pezzo, una Sinfonia, e al decimo, un Sanctus, preceduti dal gran finale, la Fantasia per pianoforte, coro e orchestra.

 

Mara Martellotta

Colpivano su Fb, 10 arresti per la truffa del "principe azzurro"

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I sedicenti “principi azzurri” spiegavano di avere problemi di salute o di affari e si facevano consegnare le somme di denaro dalle vittime innamorate e impietosite

 

 

Le loro vittime su Facebook erano donne sole e infelici. Loro si fingevano facoltosi e affascinanti  professionisti. Carpivano la fiducia delle malcapitate e dopo averle sedotte riuscivano a farsi dare decine di migliaia di euro, per poi sparire nel nulla. I sedicenti “principi azzurri” spiegavano di avere problemi di salute o di affari e si facevano consegnare le somme di denaro dalle vittime innamorate e impietosite. Ma oggi ben 130 militari del Nucleo polizia tributaria della Guardia di finanza di Torino  stanno eseguendo una serie di arresti legati a questi episodi. Le misure cautelari sono 10: nove persone in carcere, uno ai domiciliari. Le accuse, informa il quotidiano la Repubblica di Torino sono di “una ramificata organizzazione criminale a carattere transnazionale costituita da 20 soggetti, principalmente di nazionalità nigeriana” dedita al riciclaggio di denaro proveniente da truffe on line e frodi informatiche – per un valore di almeno 2,6 milioni di euro – “a danno di cittadini e aziende italiani, ma anche statunitensi e di altri Paesi europei”.  

 

Vi riproponiamo l’articolo della nostra Simona Pili Stella, dedicato alla vicenda e pubblicato nei giorni scorsi dal Torinese.

   
Comitato vittime cybercrime Piemonte

Con l’illusione del “vero amore” vengono raggirate da truffatori      

Un uomo colto e di bell’aspetto che in maniera apparentemente casuale era entrato a far parte dei suoi amici di Facebook. Francese, ingegnere, simpatico e dall’ affascinante oratoria; per Jolanda Bonino, signora torinese di mezz’età, sembrava essere arrivato finalmente “l’uomo dei sogni”. Purtroppo però, invece dell’ affascinante dolce metà con cui era pronta a coronare il suo sogno d’amore, la signora Jolanda si è trovata davanti un vero e proprio truffatore. L’uomo né francese né tanto meno ingegnere, si è rivelato essere un impostore proveniente dal centro Africa che dopo aver raggiunto l’obbiettivo di farla innamorare, è riuscito a raggirare la donna ottenendo una somma di denaro di quasi 800 euro.

 

Tutto è iniziato più di un anno fa quando tra i suoi contatti Facebook arriva la richiesta di amicizia da parte di un uomo più giovane e di bell’aspetto. Dopo poco tempo lui comincia a scriverle in chat, fornendo dettagli della propria vita che la signora Jolanda prudentemente controlla su internet e di cui trova conferma. Dopo un bel po’ di mesi iniziano sentirsi attraverso Skype in modo da potersi vedere : “Era un bell’uomo dalla carnagione bianca”- ha dichiarato la signora Jolanda – probabilmente ha usato uno di quei programmi per modificare la propria immagine durante le conversazioni video, o forse si è avvalso di un complice”. Insomma la storia tra il giovane ingegnere francese e la signora torinese sembra procedere a gonfie vele, fino a quando lui non comincia a tirar fuori un intervento chirurgico a cui si deve sottoporre ma che non viene coperto dalla sua assicurazione sanitaria. Da bravo e furbo truffatore non chiede esplicitamente i soldi ma fa in modo che sia Jolanda (ormai innamorata e pienamente fiduciosa) a imporgli di accettare il prestito. Ecco date le coordinate per la spedizione del denaro, ecco realizzata la truffa.

 

Dopo aver raccontato la sua storia e soprattutto denunciato il fatto in modo che altre donne come lei non finiscano nella rete di simili truffatori, la signora di Torino è stata contattata da centinaia di donne proveniente da tutta l’Italia. Molte non hanno ancora sporto denuncia ma hanno guardato con favore l’iniziativa di Jolanda di creare su Facebook, sulla scia di quanto avviene in Francia e Germania, il Comitato vittime cybercrime Piemonte. La polizia postale che sta indagando sul caso della signora Bonino, ha spiegato che truffe sentimentali di questo tipo sono diventate ormai un fenomeno piuttosto diffuso. Nei mesi scorsi, per esempio, la procura di Torino ha coordinato un’altra inchiesta molto simile a questa, riguardante una signora raggirata da un sedicente soldato statunitense. Non è la prima volta che sentiamo parlare di truffatori e persone disoneste, ma forse questa volta la notizia ci lascia con un po’ più di amaro in bocca perché in fin dei conti quando si parla di sentimenti ci sentiamo tutti un po’ più vulnerabili; forse in ognuno di noi rivive una piccola parte della signora Jolanda e di tutte quelle donne ingannate dalla speranzosa ricerca del “vero amore”.

 

Simona Pili Stella

“Franco, oh Franco” all'Alfateatro con Neri

neri

<<Eravamo così poveri e la casa era così fredda, che per un po’ di caldo, lasciavamo la porta del frigo aperta>>

 

 

A chiudere la stagione cabarettistica e la scuola di comicità dell’Alfateatro ci pensa… Franco Neri! Uno spettacolo, un racconto in forma ironica che fa “vivere” allo spettatore un viaggio all’insegna della comicità sulle caratterizzazioni dell’Italia meridionale ed in particolare della sua Calabria, rispetto a quelle del nord, Piemontesi. Un genere che per primo Franco Neri ha saputo intercettare, e che ha poi avuto un grande seguito teatrale e cinematografico. Franco, oh Franco (Neri) cattura il pubblico con testi comici di notevole ilarità con una carrellata di battute al “sapore del peperoncino di Soverato”, al “bagno al mare con la camera d’aria al posto del salvagente” o alla “mamma in piedi alle 5 di mattina per cucinare le melanzane” che si contrappone alla rapida preparazione della “minestrina serale piemontese”.

 

E via con un susseguirsi di battute sul cibo, così: <<ancora oggi mia madre dice che un piemontese a tavola si sazia con il coperto! Al nord si guarda il grammo, la linea. Quando mia madre sentiva la parola linea mi rispondeva: il pullman da qui non passa>>. Il comico ricorda quanto sia stato difficile per una modesta famiglia meridionale, carica di speranze e tanta buona volontà, integrarsi in una città industrializzata a tanti chilometri di distanza da casa e dalle proprie radici. Famiglie modeste, come quella di origine di Franco, che come lui stesso in un mix dolce-amaro ricorda : <<Eravamo così poveri e la casa era così fredda, che per un po’ di caldo, lasciavamo la porta del frigo aperta>>.  Uno spettacolo che accomuna tutti in un’unica grande atmosfera di divertimento e risate, senza dimenticare qualche piccolo spunto di riflessione, per 80 minuti da gustare tutti d’un fiato, esaltati da una scenografia essenziale e minimalista, in cui l’unica protagonista e vera mattatrice e’ la  comicità…

 

 

BIOGRAFIA

Torinese d’origine, Franco Neri, inizia frequentando la scuola di recitazione e teatro a cavallo degli anni ’70 e ’80 presso il Teatro Sperimentale di Grugliasco diretto da Marco Obby. Nel 1983 prende parte al film “Al bar dello sport” con Lino Banfi e Jerry Calà. Nell’85 partecipa alla nota trasmissione televisiva “Drive in” su Italia1, mentre nel 1986-87 è protagonista delle trasmissioni “Sub Way” e “Tutti i Frutti” su Quarta Rete TV. Nella stagione 1995-96 entra a far parte del cast di “Scherzi a Parte”. La presenza al noto programma “Zelig Circus” dal 2003 al 2008 lo consacra come beniamino del pubblico italiano. Nel 2005 e nel 2006 conduce “Striscia la Notizia” continuando a portare in tour il proprio spettacolo nei palasport italiani. Dal 2010 interviene, in veste di opinionista comico, nel corso del programma radiofonico “La famiglia giù al nord” in onda sulle frequenze di RTL 102,5.Nel 2011 sorprende il pubblico rivelandosi un grande attore teatrale, con lo spettacolo “Dei 150…non posso raccontarvi tutto”, una rappresentazione comica dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Nel 2014 e 2015: con Margherita Fumero recita la commedia “Franco Cerutti, Sarto per brutti” e “la Vedova Pautasso Antonio in cerca di matrimonio”. INGRESSI EURO 18, RIDOTTO 15, SPECIALE 13 EURO (CRAL, UNIVERSITARI, MILITARI, ASSOCIAZIONI)

 

Alfateatro – v. Casalborgone 16/i

Info e prenotazioni: 334/2617947 – 011/8399929 –  info@alfateatro.it