redazione il torinese

Gli U2 con i fan dopo le prove

L’abbraccio del pubblico

 

u2 nuoveu2 nuove1u2 nuove2Anche la scorsa notte gli U2 hanno salutato tra flash e selfie i fan che li attendevano dopo le prove davanti al pala Alpitour (Foto di Angela Barresi). Ora che Bono ha tranquillizzato tutti sulla tenuta della sua voce, per i fortunati possessori di un biglietto non resta che attendere uno dei due concerti torinesi che, nel fine settimana, inaugurano il tour europeo della mitica band.

“Nutrirsi di luce” e raccontarlo

Collettiva in programma sabato 5 e domenica 6 settembre (dalle 13,30 alle 19,30); promossa dall’Associazione Culturale Artmoleto in collaborazione con l’Ecomuseo della Pietra da Cantoni

 

 

moleto pp“Nutrirsi di luce” e raccontarlo in quadri, fotografie, disegni e arte povera. Ecco il tema più che mai attuale (in occasione dell’ “Anno della luce” e del “Nutrimento per il Pianeta” proposto dall’Expo) della mostra collettiva di arte contemporanea en plein air, a Moleto, in programma sabato 5 e domenica 6 settembre (dalle 13,30 alle 19,30); promossa dall’Associazione Culturale Artmoleto in collaborazione con l’Ecomuseo della Pietra da Cantoni.

 

Allora, save the date e nella roadmap bandierina puntata sul Monferrato Casalese, dichiarato Patrimonio dell’Unesco per i suoi storici “Infernot”. Meta del viaggio l’affascinante borgo antico che per due giorni si trasforma in galleria a cielo aperto, in cui scoprirete come 14 artisti (italiani e stranieri) hanno imbrigliato l’idea di “luce – linfa vitale” passeggiando tra le loro opere esposte in cortili, vie e giardini storici.

 

E’ la nona edizione di Artmoleto, rassegna collettiva che coniuga arte e territorio ed ogni anno, sul filo di un tema guida, pone al centro dell’agenda culturale italiana questo pugno di case in pietra da Cantoni (restaurate in modo superbo), immerso nella pace di colline e vigneti, diventato buen retiro di un gruppo di artisti di livello internazionale. E’ stata ideata dalla pittrice tedesca Michelle Hold, artista cosmopolita che dopo anni all’estero qui è approdata ed ha fondato il gruppo Artmoleto insieme ad altri artisti e designer innamorati di questo luogo magico che li ispira.moleto pp2

 

In mostra alcune sue tele informali con applicazioni di carta, tessuto, sabbia, terra ed altri materiali a cui affida la sua creatività. Sensibilità al femminile anche nei lavori di Petra Probst, artista e illustratrice per l’editoria d’infanzia che vive e lavora tra Italia e Germania e della tedesca Bärbel Ricklefs-Bahr che predilige l’informale e i collage per raccontare natura, orizzonti e maree immersi nella luce e nell’immensità. Moleto è da anni appuntamento fisso anche per la pittrice Daniela Vignati e l’artista internazionale Bona Tolotti che (dopo esperienze antropologiche ed etnologiche in centro e sud America) oggi sperimenta varie tecniche, impasti di collage e colori ad acqua in una forma di gouache contemporanea.

 

Nelle vie del borgo si va poi  alla scoperta delle opere di artisti poliedrici come Domenico Cavalli, Teresio Polastro, Alessandro Patrone e del pittore, restauratore e scultore Giò Bonardi. Si nutrono di luce e la immortalano i fotografi Ilenio Celoria, Andrea Massari, Flavio Tiberti e l’artista Piero Ferroglia. Mentre Roberto Pissimiglia, editore, scrittore e giornalista torinese, appena può corre a Moleto per rifugiarsi nel suo atelier dove si diletta a racchiude l’arte povera in cornice. Moderno rabdomante va alla ricerca di antichi utensili di vita contadina: li scova in mercatini, fienili, stalle e cantine, poi li restaura, dipinge, riassembla e reinventa. Regala loro moleto pp3una seconda vita e con la sua fantasia li ammanta di nuova luminosità, tutta da ammirare.

 

Non vi resta che passeggiare tra le opere di questi artisti e nutrirvi di luce. E poiché questa è terra anche di grandi vini potrete gustare quelli  offerti dalla Tenuta la Tenaglia, Tenuta Santa Caterina e Gaudio, insieme al “gourmet food” dello Chef Eugenio Boer che domenica (dalle 17,30 alle 19,30)  riserverà ai soci sostenitori dell’Associazione Artmoleto un aperitivo ispirato dalle opere degli artisti.

 

Per raggiungere Moleto: uscita Casale Monferrato sud, oppure Asti ovest, seguire per Frassinello e poi Cave di Moleto.

Per informazioni: www.artmoleto.com  info 3347864141.

 

 Laura Goria

Giovane di 33 anni si schianta in auto contro muro

soccorsi 118

Sono ancora da chiarire le cause dell’incidente

 

Sono ancora da chiarire le cause per cui  un giovane di 33 anni ha perso il controllo della sua auto e si è schiantato contro un muro ad Alice Castello, nel Vercellese ed è morto sul colpo. La vittima si chiamava Silva Karunanayale Shaine Neomal, originario dello Sri Lanka. I medici del 118  hanno tentato invano di soccorrere l’uomo, la cui moglie e figlio viaggiavano su un’altra macchina e hanno assistito alla tragica scena. Sul posto sono intervenuti anche carabinieri e vigili del fuoco.

 

(Foto: archivio)
    

Giallo della donna caduta dalla nave Costa: il compagno indagato per tentato omicidio

 

AGGIORNAMENTO  La procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta per tentato omicidio e il compagno della donna (i due avevano litigato la sera dell’incidente) è stato iscritto nel registro degli indagati. le indagini sono guidate dai carabinieri di Mirafiori  e coordinate dal pm Marco Sanini. La donna, che ha ripreso a parlare, seppur con fatica, non ha accusato il compagno ma ha detto di non volerlo più vedere.

 

Il 20 luglio scorso, a bordo della nave Costa Fortuna in viaggio tra i fiordi della Norvegia, è precipitata in mare

 

costa-fortunaTorino, 2 settembre 2015 – E’ ancora un mistero la vicenda della torinese caduta dalla nave da crociera, un mese fa circa, in Scandinavia. Il giallo della signora di 53 anni che il 20 luglio scorso, a bordo della nave Costa Fortuna (nella foto) in viaggio tra i fiordi della Norvegia, è precipitata in mare, è al momento senza risposte. Quando venne trasferita alle Molinette, ferita in modo grave,  dopo essersi risvegliata dal coma pare abbia detto: “Io non ho tentato il suicidio”. In procura a Torino è aperto un fascicolo per ‘tentato omicidio a carico di ignoti’, anche se non c’è una precisa pista investigativa.

Ricordi da liceale e riflessioni sui giovani dialogando con il prof Cabrini

cabrini nandoeinstein torino

STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

Non vorrei apparire blasfemo, mi è sembrato quasi…eterno. Possibile? Ma ti ho conosciuto nel 1972!Fondazione del primo Liceo Scientifico in Barriera. “Già, proprio così, sono passati più di 40 anni.  In verità  sono in pensione. Collaboro con il Preside e continuo a far attività sindacale con la Cisl”

 

Settembre è il mese dei ripensamenti sugli anni e l’età….e sull’Estate porta il dono della perplessità. Per noi eterni studenti l’anno inizia a Settembre. Ci pare anche il caso di rubare parole a poeti che ci hanno accompagnato in questi anni. Mia moglie ed io abbiamo deciso di far cambiare liceo scientifico alla figlia. Nel primo c’erano troppi problemi di coordinamento tra i tempi di studio e di sport. Ho proposto di far visita all’Albert Einstein. Lì mi ero diplomato ed anche la primogenita si è diplomata nell’istituto. Scendendo le scale, dopo 38 anni, ho rivisto il professor Nando Cabrini.  Che ci fai qui? “Insegno !” Non vorrei apparire blasfemo, mi è sembrato quasi…eterno. Possibile? Ma ti ho conosciuto nel 1972!. Fondazione del primo Liceo Scientifico in Barriera. “Già, proprio così, sono passati più di 40 anni.  In verità  sono in pensione. Collaboro con il Preside e continuo a far attività sindacale con la Cisl”.

 

Collabori con il Preside? “Sì, in particolare vogliamo rilanciare il liceo scientifico. Dopo un anno, missione conclusa: nuovi iscritti per 12 classi nuove. Di cui 5 del liceo scientifico tradizionale.

 

Che hai fatto in questi ultimi decenni?

“Tante cose. Ho lavorato a Roma per il Ministero dell’Istruzione. Poi Capo di Gabinetto del Presidente della Provincia di Venezia. Poi il passaggio tra la prima e la seconda repubblica mi ha indotto ad un rientro a Torino. Molte le collaborazioni di ricerca sui tempi educativa con l’Università. In Piemonte ho contribuito nel realizzare rete per gli studi Erasmus. Ho appena finito di scrivere un articolo per l’Università di Sofia”.

 

Stai mai fermo? Hai bisogno di essere sempre attivo?

“Stare in mezzo ai giovani mi dà sicuramente linfa vitale. Cercando di rendermi utile”.

 

Per tutto l’anno ci si incontra raccontandoci di un tempo passato. Insiste nell’andare avanti. Lo vado a trovare al Liceo Classico Massimo d’Azeglio. Presidente di commissione d’esame di maturità. Visibilmente soddisfatto precisa: “non è la prima volta”. Mille le domande sulla nostra capacità di selezionare le eccellenze Scientifiche. Mirabile una sua definizione di scienziato. Vede, osserva, analizza, elabora le stesse cose che noi vediamo. Con la capacità di andar oltre spiegandotela.  Anche in Italia, ad alti livelli sappiamo essere meritocratici. Purtroppo la situazione è notevolmente peggiorata negli ultimi 10 anni.

 

Ed all’estero come è la situazione?

“Ancora migliore della nostra, ma anche lì ci sono segni di cedimento verso, ad esempio, l’applicazione delle regole”.

 

La tua maggiore soddisfazione?

“Scusami, non vorrei apparirti presuntuoso: l’aver previsto determinati avvenimenti. L’aver “partorito” idee e ricerche didattiche che anticipavano i tempi”.

 

La tua maggiore delusione?

“Il mondo accademico che non vuole riconoscere. Ancora chiuso nelle proprie baronie”.

 

Tempo scaduto, con la certezza di altri incontri. Lasciandolo ricordo che è stato vsegretario nazionale dei Radicali negli inizi anni 70. Tutti esaltavamo lo scontro di classe, lui, isolatamente la centralità dei diritti civili. Preciso una cosa,  sicuramente ai margini di questo nostro dire: mia figlia (e la mia famiglia) è stata contentissima di cambiare Liceo.

L'appello dell'arcivescovo Nosiglia: "Torinesi, accogliete un profugo nelle vostre case"

sindone nosiglia

Si attendono le repliche (o le strumentalizzazioni, come qualcuno le definisce) da parte della politica che, come sempre, si dividerà un due correnti di pensiero

 

Mentre l’assessore regionale Monica Cerutti dichiara che in Piemonte non si può (ancora) parlare di emergenza profughi, un appello alle famiglie torinesi perché accolgano un rifugiato nelle loro case arriva niente meno che dall’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia. Il prelato si rivolge anche  alle Unità Pastorali affinché individuino parrocchie, case di riposo, istituti ecclesiali, in grado di accoglierne cinque. In una lettera Nosiglia dice: “Si tratterebbe di un’ospitalità non solo notturna, ma completa per alcuni mesi, in base alle necessità e alle indicazioni che le Istituzioni pubbliche potranno fornirci”. Si attendono le repliche ( o le strumentalizzazioni, come qualcuno le definisce) da parte della politica che, come sempre, si dividerà un due correnti di pensiero.
  

DALLA LETTERA DI NOSIGLIA ALLA DIOCESI

 

” In questo periodo estivo è emersa in tutta la sua gravità la problematica dell’accoglienza dei rifugiati che giungono numerosi nella nostra patria come in altre nazioni europee per fuggire da situazioni tragiche di guerre, violenze e povertà estreme. Ne sono derivate polemiche e contrapposizioni aspre. Tutti ci accorgiamo che un clima di tensione incentivato anche dai media non giova ad affrontare con equilibrio e generosità questa emergenza, che invece esige un supplemento di impegno da parte di ogni componente sociale, rifuggendo da cinici populismi o ingenui buonismi.

            Cavalcare le paure e gli allarmismi ingenera atteggiamenti di rifiuto che chiudono il cuore e addormentano la responsabilità di fronte all’obbligo forte consegnatoci dal Signore e che deve risuonare nelle coscienze e nel cuore di credenti e cittadini: “ero forestiero e mi avete ospitato”. Il buonismo ingenuo, a sua volta, rischia di ostacolare una intelligente gestione dei vari problemi che l’accoglienza pone. Sono questioni che vanno affrontate con la volontà di mettere al centro la persona bisognosa e che interpellano ciascuno di noi, non solo le istituzioni, sul senso vero che diamo alle parole “solidarietà” e “giustizia”

Riprendono le visite a Palazzo Lascaris

consiglio lascaris

Scuole, associazioni e singoli cittadini possono prenotare la visita online

 

Da venerdì 4 settembre riprendono a Palazzo Lascaris le visite guidate alla parte aulica dell’edificio barocco e all’aula consiliare. Scuole, associazioni e singoli cittadini possono prenotare la visita online seguendo le indicazioni che si trovano sul sito www.cr.piemonte.it (nell’home page alla sezione “Per il cittadino”, alla voce “visita Palazzo Lascaris”) o telefonando al numero 011.5757.509. Il palazzo è attrezzato per l’accoglienza dei visitatori diversamente abili.

In Piemonte la Giornata della cultura ebraica

L’iniziativa coinvolge 15  centri in tutta la regione

 

sinagoga codaE’ stata presentata la XVI Giornata Europea della Cultura Ebraica, che si svolgerà il 6 dicembre, in Piemonte. L’iniziativa coinvolge 15  centri in tutta la regione: Acqui Terme, Asti, Biella, Carmagnola, Casale Monferrato, Cherasco, Chieri, Cuneo, Ivrea, Moncalvo, Mondovì, Saluzzo, Torino, Trino Vercellese, Vercelli. A Torino si terrà anche l’inaugurazione della mostra “Ponte e Ponti”, presso il Centro sociale della Comunità Ebraica. Invece, due concerti a Casale del “Coro Ghesher” e di “Divertimento Ensemble”. In tutte le località sono in programma mostre e visite alle sinagoghe.

 

(Foto: il Torinese)

Torinodanza è Esuberante e multiforme

Un programma per tanti pubblici diversi e non solo per i fedelissimi della grande danza internazionale

 

torinodanza2015Un programma esuberante e multiforme, per tanti pubblici diversi e non solo per i fedelissimi della grande danza internazionale: Torinodanza 2015 è rivolto a chi ama gli universi più curiosi, originali e appassionanti. Chi vuole scoprire una favola moderna, a metà tra cinema e danza, certo non può perdere Kiss & Cry, un capolavoro al quale dedichiamo cinque sere; oppure il suo speculare e diversissimo gemello Kamp, che illumina invece il lato oscuro dell’uomo, con invenzioni visive altrettanto stupefacenti. Chi ama Platel, trova una nuova e ancor più straordinaria tappa della sua avventura umana e artistica, stavolta sostenuta da una quarantina di musicisti, tra i quali una fanfara piemontese. Torniamo anche al Teatro Regio, per offrire un palcoscenico adeguato all’impetuosa e poetica ispirazione di Sasha Waltz, regina della coreografia contemporanea. Troviamo una danza “danzata”, come potremmo dire per rimarcare la forza dinamica e pura delle linee interpretative di Foniadakis e Di Stefano con Aterballetto; o una danza ibridata con l’acrobazia, nella virtuosistica e misteriosa apparizione dei 22 interpreti di XY. E non mancano quest’anno sorprese e giochi visivi, come nello straordinario incontro di hip hop e proiezioni in 3D dei Kafig, uno dei momenti più spettacolari del festival; o nel piccolo e prezioso Chut di Fanny de Chaillé. Maestra nel mescolare impianto visivo, musica e gesto è anche la giovane Louise Vanneste, a Torino per la prima volta. E indaghiamo la coreografia italiana in prospettiva storica, grazie al progetto RIC.CI, che presenta Valeria Magli e riscopre danze futuriste grazie a Silvana Barbarini, oltre che con una nuova produzione del giovane Daniele Ninarello. Ancora in Italia, ed ecco una partita di pallamano giocata nel buio del deficit visivo da Alessandro Sciarroni, con uno scarto rispetto ai canoni della danza contemporanea, come accade anche per l’immersione nel tango che ci regala Leonardo Cuello. E, per finire, Torinodanza propone una serata che accomuna Benjamin Millepied – celebre per la sua innovativa direzione del ballo all’Opéra di Parigi non meno che per le coreografie cinematografiche de Il cigno nero – e il grandissimo William Forsythe, con uno dei suoi capolavori. Insieme, come tutti gli artisti del 2015, per un festival insolitamente articolato e suggestivo.

 

Gigi Cristoforetti

www.torinodanzafestival.it

 

 

Il vino degli Abissi

vino abissi“I profumi proiettano in un’altra dimensione. In un passato lontano. Nei posti che conservi nel cuore. Gli uomini sono in centinaia di luoghi nel corso della loro vita. Pochi luoghi lasciano il segno. Pochi luoghi si vivono e si amano veramente. Pochi luoghi restano impressi nella memoria. Per sempre. La salsedine e il salmastro sulla banchina del Borgo Saraceno di Varigotti, nelle rare giornate uggiose di agosto. Le onde di burrasca sugli scogli e il grigio scuro del mare e del cielo fusi all’orizzonte…”

 

 

 “Quello che siamo svanisce nel corpo, quello che siamo stati, invece, rimane custodito nei nostri cari…..chissà se un domani anch’io tornerò in superficie grazie a un movimento, un’espressione, un sorriso di mia figlia. E chissà di chi saranno gli occhi che se ne accorgeranno”, le splendide parole del protagonista del libro “La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone. La terra e il vento, la fatica ed il lavoro, la luce del mattino e l’oscurità della notte, le ricerche e le scelte. Tutto custodito in ogni bottiglia. Torneranno in superficie davanti agli occhi che se ne accorgeranno. In una calda serata estiva un piatto di gamberoni alla griglia. Pieni, dolci, intriganti. Sulla tavola il misterioso Abissi. Lo spumante del mare. Lo spumante che riposa e affina per 18 mesi a 60 metri di profondità nei fondali del golfo di Portofino. Torna in superficie segnato da tracce di alghe, di conchiglie, di misteri. Ha vissuto mesi tra le creature delle buie profondità. Ha riposato ed e’ maturato negli abissi più profondi e sconosciuti. Da un blend di bianchetta genovese e vermentino uno spumante dal colore giallo paglierino brillante. Una spuma che ricorda le onde del mare e migliaia di bollicine che lo rendono luminoso e affascinante. I profumi proiettano in un’altra dimensione. In un passato lontano. Nei posti che conservi nel cuore. Gli uomini sono in centinaia di luoghi nel corso della loro vita.

 

Pochi luoghi lasciano il segno. Pochi luoghi si vivono e si amano veramente. Pochi luoghi restano impressi nella memoria. Per sempre. Latuccitto vino bn salsedine e il salmastro sulla banchina del Borgo Saraceno di Varigotti, nelle rare giornate uggiose di agosto. Le onde di burrasca sugli scogli e il grigio scuro del mare e del cielo fusi all’orizzonte. Giornate tristi e malinconiche, in una vita di sole e di giochi. Nostalgia del calore di casa. Nostalgia delle proprie cose. Nostalgia di quotidianità. Torna il sereno. Torna l’infanzia. I profumi di mimose, salsedine, oleandri, palme e creme solari. Il lungomare ligure in un bicchiere di vino. Il profumo della focaccia. Indimenticabile per ogni bambino che abbia passato le sue estati su queste spiagge. Lievito, olio e sale, avvolti in una carta unta e bollente. La lieve punta dolce delle sfogliatelle di mele che ogni pomeriggio invadevano strade e vicoli. Il legno umido e salato degli splendidi gozzi che rientrano all’alba con il loro piccolo tesoro conquistato dopo ore di duro lavoro alla luce della luna. Poi la mente ritrova i mille profumi e colori della rosticceria tra pesto, cime e leccornie di ogni tipo. Le partite a biglie in circuiti tracciati con sederi bruciati dalla sabbia. I primi timidi colpi di fulmine per bambine troppo più grandi. Le infinite partite a calcio per realizzare il gol della vita tra due ciabatte piantate nella sabbia. “Non lo sai mai se certe cose te le ricordi perché sono veramente indimenticabili oppure perché hai dieci anni e tutto sembra possibile. E indimenticabile.” (Radiopirata Francesco Carofiglio). Al gusto il sapore salato e fresco delle lunghe nuotate verso le boe con la soddisfazione di aver raggiunto l’obiettivo. Un vino maturato e cresciuto come noi in quel mare. Il piacere di ritrovarsi oggi davanti ad un piatto di gamberoni. Sono luoghi e anni che non si dimenticano. Luoghi e anni che tornano in superficie. Gli occhi se ne accorgono attraverso un bicchiere che parla di quel mare. Un bicchiere di Abissi.

 

 

 Paolo Tuccitto

 www.winexperience360.com.