redazione il torinese

"Ho ammazzato mio cognato": ma non era vero

carabinieri 332L’irruzione nella casa indicata al telefono  dall’uomo, dove sarebbe avvenuto il delitto, ha dato esito negativo

 

I carabinieri hanno rintracciato a Torino l’uomo che ieri ha telefonato ripetutamente ai centralini dell’Arma, dei vigili del fuoco e del 118, dicendo di avere ucciso il proprio cognato a Brandizzo. L’Agenzia ansa informa che si tratta di un italiano di 56 anni. La sua posizione è delicata: potrebbe comportare una denuncia per procurato allarme. Il cognato era  in un bar vicino a Brandizzo. L’irruzione nella casa indicata al telefono  dall’uomo, dove sarebbe avvenuto il delitto, aveva dato esito negativo.

Troppi passerotti morti: colpa della vetrata "killer"?

VETRATA UCCELLI 5FOTOSERVIZIO: IL TORINESE Visto che molto spesso (per ragioni estetiche o anche funzionali come talvolta accade) non si può rinunciare alle vetrate nei luoghi esposti, sarebbe indispensabile ridurne almeno la trasparenza. Applicare sagome nere di rapaci agli angoli dei vetri, sembrerebbe la soluzione più utilizzata. Osservando la sede della facoltà di biotecnologie è possibile notare come solo alcune delle numerose vetrate trasparenti siano munite di sagome o scritte, mentre le altre (quelle maggiormente pericolose poiché situate più in alto) ne sono quasi del tutto sprovviste

 

 

A chi, nel corso degli ultimi mesi, si fosse trovato a passeggiare davanti alla Scuola Universitaria per le Biotecnologie di Torino, situata in via Nizza, sarà capitato con molta probabilità di trovarsi davanti agli occhi uno scenario alquanto macabro e triste. Nell’ultimo periodo purtroppo, soprattutto durante le giornate di sole, è stato possibile vedere esemplari di vari uccelli -per la maggior parte passerotti- abbandonati senza vita sul marciapiede che costeggia lo splendido edificio.

 

VETRATA UCCELLI 1VETRATA UCCELLI 2Uno spettacolo davvero raccapricciante che sembrerebbe non trovare per il momento alcuna giustificazione, se non quella di attribuire le maggiori “responsabilità” alla stessa struttura di biotecnologie, edificio costruito nel 2006 che tra le tante particolarità, riporta quella di avere un’intera facciata composta unicamente da grosse vetrate trasparenti.

 

La maggior parte delle persone pensa che cacciatori, auto, gatti e pali della luce, siano tra le maggiori cause di mortalità non naturale per gli uccelli, sottovalutando completamente e non prendendo in considerazione il problema delle grandi vetrate presenti in molti palazzi delle nostre città. Secondo uno studio statunitense, sono infatti circa 4 milioni gli uccelli che ogni anno, solo in Italia, perdono la vita a causa dell’urto contro una vetrata di un edificio.

 

Secondo questo studio, il problema cominciò ad emergere intorno agli anni ’40, quando le costruzioni che contenevano pareti a specchio, vetri VETRATA UCCELLI6o plexiglass trasparente, iniziarono a moltiplicarsi a dismisura, dando pian pian vita ad una nuova struttura urbanistica presente ancora oggi in molte città del mondo. I grandi e piccoli vetri o i palazzi moderni con ampie pareti a vetrate, sono gli elementi che danno vita alle situazioni più pericolose per gli uccelli di ogni specie, poiché la maggior parte dei volatili non riesce a percepire tali strutture come pericolo. Provate ad immaginare quanti di noi andrebbero a sbattere contro le porte a vetri dei locali o dei bar se esse non fossero munite di maniglia o dell’apposito bollino rosso; la stessa cosa accade agli uccelli che, non distinguendo la vetrata del resto dell’ambiente che li circonda vi vanno a sbattere mentre sono in volo.

 

Visto che molto spesso (per ragioni estetiche o anche funzionali come talvolta accade) non si può rinunciare alle vetrate nei luoghi esposti, sarebbe indispensabile ridurne almeno la trasparenza. Applicare sagome nere di rapaci agli angoli dei vetri, sembrerebbe la soluzione più utilizzata; in realtà la loro efficacia non sarebbe così assoluta poiché nella maggior parte delle volte, queste sagome non verrebbero riconosciute come nemici dagli uccelli che vi si avvicinano in volo e, inoltre, soprattutto in periodi del giorno con poca luce, non presenterebbero un sufficiente effetto di contrasto.La mascheratura parziale mediante materiali opachi, ad esempio, rappresenterebbe a differenza della precedente, una delle soluzioni più efficaci e che fino ad oggi ha dato maggiori risultati positivi .

 

VETRATA UCCELLI3Nel 2008 la Stazione Ornitologica svizzera di Semphac ha pubblicato in collaborazione con alcuni esperti e alcune associazioni che si occupano della salvaguardia dei volatili, la brochure “Costruire con vetro e luce rispettando gli uccelli” una sorta di piccolo <<manuale>> che ha trovato vasta diffusione ed applicazione in tutto il mondo. Grazie alla continua collaborazione con utenti e rappresentanti dei prodotti di vetro, è stato possibile apportare alcuni piccoli cambiamenti così da ottenere ottimi risultati per quanto riguarda il rispetto e la salvaguardia di tutte le specie di volatili.

 

 

Osservando la sede della facoltà di biotecnologie è possibile notare come solo alcune delle numerose vetrate trasparenti siano munite di sagome o scritte, mentre le altre (quelle maggiormente pericolose poiché situate più in alto) ne sono quasi del tutto sprovviste. Provando a chiedere un po’ in giro a studenti e ad affezionati della zona, è emerso -ammettiamo con un certo stupore – che dal 2006 (anno in cui venne ultimato l’edificio) fino a oggi, in pochi si siano accorti di questo triste fenomeno.

 

Se la morte di quei passerotti rinvenuti davanti alla facoltà, sia dovuta all’urto contro le vetrate dell’edificio, non ci è possibile saperlo e né tanto meno possiamo arrogarci il diritto di affermarlo. L’unica cosa che può saltare all’attenzione di tutti è che sicuramente non siano state applicate nel modo corretto tutte quelle misure precauzionali che servirebbero ad evitare a qualsiasi tipo di uccello eventuali “incidenti” in volo.VETRATA UCCELLI4

 

 

Ci auguriamo che, anche solo ipotizzando una remota possibilità che questo sia avvenuto, d’ora in avanti si faccia maggiore attenzione a problematiche come questa e che la sede della facoltà di biotecnologie (che paradossalmente prima della ristrutturazione ospitava la facoltà di Veterinaria) non costituisca più, nel modo più assoluto, un effettivo pericolo per le tantissime specie di volatili che abitano la nostra città.

 

Simona Pili Stella

Happy birthday, Museo del Cinema! Domenica Open day

Al Cinema Massimo verrà proiettato in anteprima “Il ponte delle spie” di Steven Spielberg

 

museocinema2Buon compleanno, Museo Nazionale del Cinema! la sede alla Mole Antonelliana compie 15 anni e si festeggia con un Open Day, domenica, dedicato alla città, con ingresso sarà libero e attività gratuite per i più piccoli. Inoltre, al Cinema Massimo verrà proiettato in anteprima “Il ponte delle spie” di Steven Spielberg, in versione originale con sottotitoli in italiano. “Quella del Museo Nazionale del Cinema è una storia di scommesse vinte, di promesse mantenute, di successi crescenti”, dice all’Ansa il direttore Alberto Barbera.

"Todo cambia", l'importanza dei diritti e della libertà nella vita

diritti umani laus

 Il link per vedere il docufilm:

 http://www.crpiemonte.tv/cms/organismi-consultivi/item/1887-todo-cambia

 

Il Comitato dei Diritti Umani del Consiglio regionale del Piemonte ha promosso un documentario del regista Avataneo

 

Dall’inizio di quest’anno sono più di 700 i bambini morti in mare nel corso delle migrazioni in cerca di salvezza. Ma sono anche i bambini i paladini della difesa dei diritti umani nel documentario intitolato “Todo cambia”, realizzato dal Comitato Diritti umani del Consiglio regionale del Piemonte,  presieduto da Mauro Laus. Il docufilm è stato presentato in anteprima nella sala Viglione,  a Palazzo Lascaris, in occasione della giornata di celebrazione internazionale dei diritti umani dell’11 dicembre. Un trailer di 30 secondi in questi giorni era già visibile in piazza Castello, in tutte le stazioni della metropolitana, all’interno del Museo del Cinema e del Politecnico di Torino, oltre che presso il Centro Internazionale di formazione Cif-Oil e sullo schermo dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Consiglio regionale, in via Alfieri.

 

Il cortometraggio,  realizzato dal regista Alessandro Avataneo,  ha una durata di sei minuti e coinvolge persone di ogni età, da una ragazzina di dieci anni al decano degli avvocati del Foro torinese, Bruno Segre, già partigiano, di ogni razza, ceto sociale, mestiere e provenienza,  incontrate per strada, sui luoghi di lavoro o di ritrovo, come la bocciofila, o semplicemente in piazza.

 

A tutte è stato rivolto lo stesso quesito: ” Che cosa sono i diritti umani?”. Molto varie sono risultate le risposte. C’è chi, come l’avvocato Segre, ha sottolineato la coincidenza dei diritti umani con la libertà, che ne costituisce il perno. Diversi bambini che fanno parte del coro diretto da Sabina Colonna Preti, cui si deve la colonna sonora del documentario, hanno spiegato che i diritti umani significano per loro anche la possibilità di giocare, studiare e esprimersi. Secondo Daniela Ruffino, del Comitato regionale dei Diritti umani, essi dovrebbero coincidere con la felicità. Sicuramente perno dei diritti umani rimane ancora oggi la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo varata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea delle Nazioni Unite, a Parigi, città oggi emblematicamente al centro della battaglia internazionale contro il terrorismo e la violazione dei diritti umani. “Todo cambia”, che da domani verrà proiettato nei vari istituti scolastici torinesi, vuole essere un modo per sensibilizzare sia gli studenti sia i cittadini a capire il valore dei diritti umani, tutelati dalla Costituzione italiana, unitamente ai doveri civici a essi collegati.

 

Mara Martellotta

Le Alpi al cinema

 Il pubblico torinese avrà la possibilità di vedere i migliori film di montagna, di incontrare i grandi personaggi e di ascoltare i più interessanti punti di vista

MONTAGNA PIEMONTECinemAmbiente porta al Cinema Massimo un nuovo ciclo di proiezioni dedicato alla montagna. In tre serate, 30 novembre, 14 dicembre e 18 gennaio 2016, il pubblico torinese avrà la possibilità di vedere i migliori film di montagna, di incontrare i grandi personaggi e di ascoltare i più interessanti punti di vista. La rassegna si apre con una serata dedicata al Cervino per celebrare, anche in città, i 150 anni dalla prima scalata, in anteprima torinese “Cervino, la montagna del mondo (Italia, 2015 – 52’) di Nicolò Buongiorno. La serata sarà l’occasione per presentare anche il libro “Guide del Cervino, una lunga storia di tradizione e passione”, alla presenza del presidente delle Guide, Gérard Ottavio. Secondo appuntamento della rassegna per una serata all’insegna dell’arrampicata con la proiezione dello spettacolare film Valley Uprising (Stati Uniti, 2014 – 98’) di Nick Rosen, Peter Mortimer, Josh Lowell. Nel mese di gennaio, appuntamento con una serata dedicata al rapporto fra uomini e alberi a partire dalle parole e dalle riflessioni dello scrittore Erri De Luca, protagonista del film Alberi che camminano (Italia, 2014, 58’). Interverrà il regista Mattia Colombo. Coordina l’incontro Tiziano Fratus. L’ingresso a tutte le proiezioni sarà gratuito, con inizio alle ore 21.00. Tutti i film verranno proiettati in versione originale con sottotitoli in Italiano.

 

Info: www.fmcinema.it/2015/11/21/festival/cinemambiente-festival/cinemambiente-presenta-torino-e-le-alpi-301115-180116-torino/

40 anni di condanne per la 'Ndrangheta piemontese

tribunale Processo legato all’inchiesta “San Michele”

 

Sono undici le condanne per un totale di circa quarant’anni di carcere e cinque le  assoluzioni  a Torino, a chiusura di un processo un processo legato all’inchiesta “San Michele” sulla  ‘ndrangheta in Piemonte.  Riguardava il rito abbreviato e la pena più elevata, di sette anni e quattro mesi, è stata inflitta ad Angelo Greco, ritenuto personaggio di spicco nel Torinese. della cosca Greco di San Mauro Marchesato in Calabria.

 

(Foto: il Torinese)

Babbi Natale a "Un Po di corsa" per aiutare i bimbi di Forma onlus

babbo natale po corsaLa novità assoluta di quest’anno è il percorso della 21 km, che offre l’opportunità di correre una mezza maratona completamente inedita e a giro unico nel suggestivo scenario del Fiume Po


domenica 13 dicembre alle ore 10 è in programma la sesta edizione di “Un Po di Corsa”, la manifestazione podistica organizzata da Base Running A.S.D. con partenza e arrivo nella cornice olimpica del Palavela sulle distanze di 10km e 21km, a cui si aggiunge la corsa/camminata di 3 km dei Babbi Natale con arrivo di fronte all’Ospedale Infantile Regina Margherita. Nata nel 2010, la gara è diventata negli anni un appuntamento fisso per tutti i runner e gli amanti dello sport e dalla scorsa edizione anche un grande evento di solidarietà che ha fatto registrare oltre 3.500 partecipanti. Quest’anno gli iscritti alle gare di 10km e 21km sono già 2500 e oltre 1000 alla corsa/camminata di 3 km, con l’obiettivo di raggiungere e superare le 4000 presenze totali.

 

La novità assoluta di quest’anno è il percorso della 21 km, che offre l’opportunità di correre una mezza maratona completamente inedita e a giro unico nel suggestivo scenario del Fiume Po. Si rinnova inoltre l’importante collaborazione tra Base Running A.S.D. e la Fondazione Forma Onlus per portare un sorriso ai bambini malati dell’Ospedale Infantile Regina Margherita: anche quest’anno il ricavato della corsa/camminata di 3 km, realizzata nell’ambito di “Un Babbo Natale in Forma”, sarà infatti interamente devoluto alla Fondazione.

 

Il più grande raduno dei Babbi Natale sarà l’occasione per bambini e famiglie di vivere in maniera solidale il clima natalizio, sostenendo le attività a favore dei piccoli pazienti. Quest’anno il progetto della Fondazione Forma prevede l’acquisto di un simulatore di risonanze magnetiche e tac per bambini e il rinnovamento delle stanze con nuovi colori e disegni per vivere un momento di svago e di gioco.

 

Alì Paşë Tepelena, una storia albanese

ali pascia albania

Conquistò l’Albania, l’Epiro e parte della Tessaglia, creando un regno semi-indipendente da quello turco. Nel 1819 dichiarò unilateralmente la sua totale indipendenza dall’Impero Ottomano, dopo che quest’ultimo gli aveva dichiarato guerra

 

L’archivio degli articoli sull’Albania cliccando su link VETRINA 1 sopra il titolo

 

Alì Paşë Tepelena, conosciuto anche come Alì Pascià di Tepeleni, (in turco Ali Paşe Tepedelenli) (Tepeleni, 1741 – Giannina, 24 gennaio 1822), fu governatore di gran parte dei territori europei dell’Impero Ottomano. Noto anche come Il Leone di Giannina, è celebre per la spinta autonomista che diede all’Albania e alla Grecia, allora vissuta principalmente da popoli sempre di origine albanese, ma anche per esser stato un despota crudele e sanguinario. Ancora oggi si cerca il suo immenso tesoro nalla zona di Tepelena in Albania , che sottrasse agli ottomani e per questo motivo fu decapitato e prima non svelo’ mai dove fosse sepolto.

 

Alì Pascià agì per contrastare il potere ottomano in Albania, intrecciò alleanze prima con i Francesi ed in seguito con gli Inglesi, arrivando alla conquista della città più florida dell’Albania meridionale nel 1788: Giannina. Conquistò l’Albania, l’Epiro e parte della Tessaglia, creando un regno semi-indipendente da quello turco. Nel 1819 dichiarò unilateralmente la sua totale indipendenza dall’Impero Ottomano, dopo che quest’ultimo gli aveva dichiarato guerra, costringendolo ad asserragliarsi nella città di Giannina, che fu comunque espugnata dalle truppe ottomane, sotto il comando del sultano Mahmud II, dopo due anni di assedio (1821). Alì Pascià venne qui giustiziato e la sua testa, insieme a quelle dei suoi figli, fu portata a Costantinopoli ed esposta all’ingresso del Serraglio.

 

Lord Byron fece visita ad Alì Pascià nel 1809 a Giannina e scrisse le sue memorie dell’incontro nell’opera Childe Harold’s Pilgrimage (Il pellegrinaggio del giovane Aroldo), mostrando sentimenti contrastati nei confronti del tiranno: da un lato l’ammirazione per lo splendore della corte, e per l’aver incoraggiato il risveglio della cultura albanese a Giannina, dall’altro il biasimo per la sua crudeltà. Nel libro Il conte di Montecristo Dumas descrive in modo estremamente romanzato la fine di Ali Pascià per bocca di uno dei personaggi del romanzo, che sarebbe una delle sue figlie.

P. Mastropaolo

 

La comunità albanese a Torino e in Piemonte è molto forte e integrata pienamente da anni. Inizia sul TORINESE – attraverso il nuovo link IL TIRANESE – la pubblicazione di notizie, opinioni e servizi giornalistici incentrati sui rapporti tra il Piemonte e il Paese delle Aquile, nello spirito di amicizia e interscambio culturale e sociale.

 

Rotary Club Torino Lagrange: Un sorriso per i bambini del Regina Margherita

rotary l3regina_margheritaSolidarietà e azioni concrete sul territorio

 

Il Rotary Club Torino Lagrange, la nuova realtà rotariana della zona Torinese nata lo scorso luglio dalla volontà di 30 giovani Soci Fondatori ha deciso di impegnarsi in una nuova iniziativa – “Un sorriso per i bambini del Regina Margherita“. Nella giornata di sabato 12 dicembre una delegazione del Club consegnerà dei doni ai bambini del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, alla presenza di alcuni importanti esponenti della struttura.

 

L’ospedale Regina Margherita, con la presenza di tutte le specialità mediche, chirurgiche e diagnostiche è centro di riferimento per neonati, bambini e adolescenti per le patologie più complesse, rare e croniche. Fornisce prestazioni di alta specializzazione pediatrica, in considerazione della presenza delle specialità quali l’onco-ematologia e il centro trapianti cellule staminali, la cardiologia interventistica e la cardiochirurgia, la neurochirurgia, il centro trapianti di rene e cuore, il centro grandi ustionati, la chirurgia neonatale.

 

 Jonathan Bessone, Presidente del Rotary Club Torino Lagrange: “il nostro Club vuole essere vicino, in questo periodo di festa, ai bambini che soffrono e che purtroppo dovranno trascorrere il Natale in ospedale. Speriamo di regalare loro, assieme all’augurio di una pronta guarigione, un sorriso e qualche momento di gioia”.

 

Per ulteriori informazioni: www.rotarytorinolagrange

Un libro per Natale al Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis

Anche quest’anno è allestita in sede, via Ottavio Revel 15 – Torino, l’esposizione delle pubblicazioni realizzate dal Centro Studi Piemontesi insieme ad altri libri sul Piemonte di non facile reperibilità nelle librerie

 

CENTRO STUDIUn libro per Natale è l’invito che da anni il Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis rivolge ai Soci e agli amici perché pensino per i loro regali di Natale ai libri: silenziosi preziosi discreti “doni” che accompagneranno tutto l’anno la persona che li riceve.

 

Anche quest’anno è allestita in sede, via Ottavio Revel 15 – Torino, l’esposizione delle pubblicazioni realizzate dal Centro Studi Piemontesi insieme ad altri libri sul Piemonte di non facile reperibilità nelle librerie.  Si inaugura sabato 12 dicembre dalle ore 11 alle ore 18. Proseguirà fino al 22 dicembre con orario 9-12; 15-18; Sabato 19 dicembre apertura con orario continuato 10-18. Chiuso la domenica.

Tra le novità 2015:

 

il “REP-Repertorio Etimologico Piemontese” (pagg. CLXXXII-814; € 110): Dopo quindici anni di lavoro di una équipe di studiosi sotto la Direzione scientifica di Anna Cornagliotti, il Centro Studi Piemontesi ha pubblicato questo “vocabolario” di grande formato di oltre 1.000 pagine che documenta la storia delle parole piemontesi dalla loro prima apparizione, con la ricerca dell’etimo, la registrazione delle varianti fonetiche e morfologiche e l’indicazione dei significati registrati fino a oggi; redattori: Luca Bellone, Anna Cerutti Garlanda, Anna Cornagliotti, Marisa Falconi, Laura Parnigoni, Giovanni Ronco, Consolina Vigliero; prefazione di Max Pfister, dell’Università di Saarbrücken, Direttore del “Lessico Etimologico Italiano”. 

 

il volumetto di poesie piemontesi di Giovanni Tesio, “Stantesèt Sonèt”, prefazione di Lorenzo Mondo, postfazione di Albina Malerba (pagg. X-110).

 

Per gli appassionati di Storia: Gustavo Mola di Nomaglio, “Famiglie nella storia di Demonte. I-Ceti urbani e notabilato”, in collaborazione con il Comune di Demonte e l’Associazione Culturale “Amici di Demonte” (pagg. X-166);

 

Franco Contaretti, “Al servizio dello Stato. Giuseppe Govone (1825-1872)”, prefazione di Rosanna Roccia (pagg.VI-182).

E centinaia di altri titoli di arte, cucina, storia, letteratura, paesaggio, civiltà del Piemonte, recenti e antichi.

 

Nell’occasione, solo per il 12 dicembre, saranno eccezionalmente esposte al pubblico alcune rarissime edizioni della Biblioteca Storica di cui è in corso la catalogazione nel Servizio Bibliotecario Nazionale.

 

La mostra proseguirà fino al 22 dicembre, con orari 9-12; 15-18. Sabato 12 dicembre e sabato 20 dicembre apertura con orario continuato 10-18Chiuso la domenica

 

Info: tel. 011/537486; info@studipiemontesi.itwww.studipiemontesi.it