redazione il torinese

Il Natale è un’isola che respira: ascoltate la vostra voce interiore

portici nataleTorino… il primo luogo in cui sono possibile! / di Francesca Petrone

 

 

 Le luminarie, abbaglianti e seducenti, vi ammalieranno, ma vi suggerirei di farvi condurre unicamente dalla vostra luce

 

Dicembre, da noi, è il primo mese dell’anno freddo nei fatti e caldo nelle intenzioni.

 

Ci vestiamo di lana e attendiamo il planetario momento in cui essere più inclini ai festeggiamenti, perché così vuole la tradizione, perché così ci viene riconosciuto di diritto e da calendario.

 

Per strada, capita di ascoltare voci nostalgiche – Vorrei che fosse sempre Natale –

 

Perché? – Perché tutto sembra essere più vivo –

 

La città è il caleidoscopio nelle nostre mani, dove ogni frammento colorato riflette un desiderio per l’avvenire.

 

Mi piacerebbe distrarvi dalle usanze e dai riti più pagani che spirituali e proporvi di farmi compagnia in una passeggiata sotto i portici sabaudi, non per osservare le vetrine, piuttosto spinti dall’idea di calpestare una linea immaginaria che metta in connessione tutto il Globo.

 

Sarà una fredda partenza, ma vi chiederei di spogliarvi di tutto il superfluo per tornare all’essenza.

 

Le luminarie, abbaglianti e seducenti, vi ammalieranno, ma vi suggerirei di farvi condurre unicamente dalla vostra luce.

 

Il rumore straniero di sottofondo vi incuriosirà, ma vi inviterei ad ascoltare solo la vostra voce interiore.

 

L’orologio scandirà la notte più magica dell’anno, quella del Solstizio d’inverno dove tutto in superficie, in natura, è ancora fermo, ma in profondità promettenti semi si preparano ad uscire allo scoperto.

 

L’incantesimo che rende tutto più vitale aleggia nell’atmosfera e a renderlo possibile sono le persone.

 

Il Natale siete voi, un’isola che respira, una terra emersa che ospita restituendo doni meravigliosi.

 

Inspirate ed espirate, inspirate ed espirate ancora, ancora e ancora…….

 

 

BORIELLO ILLUDE IL CARPI E LA JUVENTUS CALA IL TRIS

CARPI JUVECARPI-JUVENTUS 2-3 

 

RETI: Borriello (C) al 15′, Mandzukic (J) al 18′ e al 41′ p.t.; Pogba (J) al 5′, Bonucci (J) autorete al 47′ s.t.

 

CARPI (5-3-2): Belec; Letizia, Zaccardo, Romagnoli, Gagliolo, Gabriel Silva; Cofie (dal 25′ s.t. Bianco), Marrone, Lollo; Borriello (21′ s.t. Mbakogu), Di Gaudio ( 9′ s.t. Lasagna).  A disp. Brkic, Spolli, Lazzari, Pasciuti, Matos. All. Castori.

 

JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli (12′ s.t. Rugani), Bonucci, Chiellini; Cuadrado (37′ s.t. Lichtsteiner), Khedira, Marchisio, Pogba, Evra; Mandzukic, Dybala (23′ s.t. Morata). A disp. Neto, Rubinho, Caceres, Alex Sandro, Padoin, Sturaro, Hernanes, Asamoah, Zaza). All. Allegri.

 

L’inizio di stagione burrascoso dei bianconeri è ormai un ricordo lontano, e prima della pausa natalizia la squadra di Allegri non sbaglia il colpo e riesce a espugnare anche il Carpi di Castori. Ancora una volta, Mandzukic si rivela decisivo con le sue due reti, insieme alla firma di Pogba. I ritmi sono subito alti e non passano molti minuti, che l’attaccante del Carpi lancia un primo squillo: al 14′, appena entrato in area, Boriello fa partire un rasoterra che fredda Buffon. La Juve non resta con le mani in mano e, quattro minuti più tardi, arriva il pareggio: splendido gioco di squadra, cross di Cuadrado e tocco di  Khedira, ma c’è il miracolo di Belec che respinge il tiro. La palla arriva al volo a Mandzukic e via verso il gol. La Vecchia Signora prende in mano le redini del gioco e tocca a Belec salvare più volte la porta dagli attacchi di Khedira e Marchisio. Al 40′ Letizia lascia andar via Evra, che crossa a destra per Mandzukic e via altra doccia fredda per Belec. Nella ripresa la Juventus non cambia il copione e in 5 minuti anche Pogba mette la sua firma: lancio lungo di Marchisio e il francese non perde tempo, aggancia il pallone e batte Belec in uscita. I bianconeri senza difficoltà conducono il gioco ma il Carpi sembra reagire e nei minuti finali i la Juve inizia a soffrire. La squadra di casa ci prova: Bianco, ostacolato da Rugani, si deve accontentare dell’angolo. Il Carpi continua a spingere e i bianconeri si devono difendere dall’ incursione di Letizia e dal tiro dal limite di Gabriel Silva, che però non trova la porta. Al 90′ Bonucci fa il regalo di Natale al Carpi accorciando le distanze con un’autorete e, poco prima del fischio finale, c’è il rischio del pareggio, ma per fortuna della squadra di Allegri, Lollo conclude debolmente e lascia tirare un sospiro di sollievo ai bianconeri. La Juventus ora è sempre più presente per la lotta scudetto, con sole tre lunghezze di distacco dall’Inter. 

 

Roberta Perna

L'autunno più caldo e senza pioggia da 58 anni

torino pioggiaIl giorno più caldo è stato il 10 novembre: 22.2 gradi di media delle temperature massime

 

Quello da poco trascorso è stato il novembre più caldo degli ultimi 58 anni. L’ anomalia termica è stata infatti di +3.8 gradi, con un deficit dell’89% di pioggia. Si è registrato uno scarto di +1.2 gradi rispetto alla media stagionale, e  del -21% di precipitazioni. Lo rende noto l’Arpa, secondo la quale il giorno più caldo è stato il 10 novembre: 22.2 gradi di media delle temperature massime in pianura, e record di 26.5 a Basaluzzo nell’Alessandrino.

 

(Foto: il Torinese)
   

#bastabuche sulle strade: arrivano 5 milioni di euro

bucheLe imprese dovranno presentare le loro offerte entro il 26 gennaio

 

Anas pubblica  sulla Gazzetta Ufficiale la gara d’appalto relativa alla manutenzione ordinaria della pavimentazione e della segnaletica orizzontale sulle strade statali del Piemonte. Nei prossimi tre anni l’investimento è di 5 milioni di euro nell’ambito dell’ operazione Anas “#bastabuche sulle strade”. Le imprese dovranno presentare le loro offerte ad Anas entro il 26 gennaio.

 

(Foto: il Torinese)

Si riunisce il tavolo dei sindaci di Fassino contro lo smog

cielo nuvole tempoAperto ai Comuni dell’area metropolitana

 

Piero Fassino, sindaco della Città metropolitana di Torino riunisce mercoledì  il tavolo di coordinamento sulla qualità dell’aria. Il momento di confronto, reso necessario dai dati record relativi allo smog,  è aperto ai Comuni dell’area metropolitana coinvolti nell’adozione dei provvedimenti per contrastare l’inquinamento atmosferico. Parteciperanno sindaci e assessori di Beinasco, Borgaro, Carmagnola, Chieri, Chivasso, Collegno, Grugliasco, Ivrea, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pecetto, Pinerolo, Pino, Rivoli, San Mauro, Settimo, Torino, Venaria

Progetto sperimentale per un migliore utilizzo dei farmaci

Una corretta alimentazione e il movimento non sono semplici raccomandazioni, spesso avvertite solo come slogan,  ma due medicine più potenti di molti farmaci

 

anziani vecchiOVADA – Parte da Ovada il progetto sperimentale dell’Asl Al per aiutare i cittadini a seguire con maggiore costanza le terapie farmacologiche e, al contempo, aiutarli a ridurre almeno alcune pastiglie sfruttando il cibo, quello sano, e  l’attività fisica. Una corretta alimentazione e il movimento non sono semplici raccomandazioni, spesso avvertite solo come slogan,  ma due medicine più potenti di molti farmaci. A dimostrarlo, ha spiegato Paola Varese, Primario della Medicina dell’Ospedale di Ovada, sono anche i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per il cancro al seno, ad esempio, la chemioterapia riduce del 10% il rischio di recidiva, con dieta e ginnastica la percentuale sale a 40%. In alcuni casi, ovviamente, i farmaci sono veri e propri salvavita anche se i dati, ancora una volta, dimostrano come i malati cronici tendano ad abbandonare discrezionalmente le terapie.

 

In questo contesto l’Asl di Alessandria, “la provincia più anziana del Piemonte”, ha ricordato il Direttore Generale Gilberto Gentili ha ideato e avviato a Ovada il “Progetto di Integrazione della Continuità e Appropriatezza Socio-Sanitaria e Ospedaliera”, più semplicemente detto “P.I.C.A.S.S.O.”. Il progetto, che ha già ottenuto, tra gli altri, il patrocinio del Ministero della Salute, di Cittadinanza Attiva, dell’Ordine dei Medici della Provincia di Alessandria e della Fondazione Serono, si muove su tre vettori tutti strettamente legati: il Centro di Accoglienza delle Fragilità (C.A.F.), l’Osservazione Breve Territoriale  (O.B.T.) e il progetto di ricerca “Primavengoio  – per un migliore uso dei farmaci”.

 

Grazie alla rete creata anche con i medici e gli infermieri di famiglia e con i farmacisti, l’Asl Al monitorerà l’adesione alla terapia dei pazienti ovadesi che potenzialmente potrebbero scordare di assumere i farmaci. “Non pensate solo agli anziani” ha precisato il dottor Gentili, perché tra i più “distratti” ci sono spesso persone tra i 45/50 anni che, forse prese dal lavoro o dalla frenesia della vita quotidiana, dimenticano di prendere le medicine, esponendosi così al rischio di un evento acuto. Aderendo spontaneamente al Centro di Accoglienza delle Fragilità nei locali della struttura sanitaria di Ovada  i pazienti avranno quindi la garanzia di essere seguiti  da un team di esperti nel loro percorso di cura. 

 

Forse ancora più innovativo e unico nel panorama regionale è poi il modello assistenziale dell’Osservazione Breve Territoriale (O.B.T.). L’Asl Al ha infatti deciso di mettere a disposizione 4 posti letto all’interno dell’Ospedale di Ovada dove  i medici di assistenza primaria e gli infermieri di famiglia potranno tenere in osservazione, per massimo 24 ore, cittadini anziani o pazienti che magari vivono soli e sottoporli ad esami e consulenze specialistiche, fondamentali per valutare un eventuale ricovero in ospedale evitando accessi impropri. Nei quattro posti letto, però, potranno essere tenuti sotto osservazione anche i pazienti obbligati a interrompere le terapie per sottoporsi a determinati esami, come ad esempio i diabetici che devono effettuare una tac. 

 

Ultimo tassello del progetto è poi lo studio scientifico rivolto ai malati cronici che devono seguire terapie che prevedono l’assunzione di più medicine. Grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato Vela, Fondazione Cigno e Adia sono già stati organizzati i primi incontri di educazione alimentare e le prime attività per mantenersi in forma. Un percorso verso uno stile di vita sano che si spera possa aiutare i pazienti ad eliminare almeno alcuni medicine, tenendo però sempre a mente i “codici di colore” che verranno allegati alla terapia farmacologica: “rosso” per la terapia salvavita che non va assolutamente sospesa, “giallo” per i farmaci che si potranno sospendere solo su prescrizione medica, “verde” per le medicine che permettono di migliorare l’esito della malattia e “bianco” in caso di terapie di supporto.

 

Lo studio, che sarà seguito dalla dottoressa Viola Amprino, specializzanda in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Torino, in primavera sarà poi oggetto di un convegno nazionale ad Alessandria e se i risultati confermeranno le ottimistiche previsioni del Direttore Generale del Asl, Gilberto Gentili, il progetto “P.I.C.A.S.S.O.” sarà poi esportato anche negli altri distretti territoriali dell’azienda sanitaria, “magari a partire da quella di Valenza“.

 

 
Tatiana Gagliano

www.radiogold.it

Cent’anni a Nordest, viaggio tra i fantasmi della “guera granda”

ming guerraRiflessione sui confini, le identità e la memoria che ci riguarda da vicino e che collega i conflitti di oggi a quelli di ieri. In un Nordest messo a dura prova dalla crisi, sono iniziate le commemorazioni dell’entrata in guerra dell’Italia, cent’anni fa. Nello stesso tempo ci sono ancora discorsi, vecchi di un secolo, che non si sono sopiti

 

Alpini ming guerraQuali sono le ferite della grande guerra che il territorio e la gente del Nordest si porta ancora addosso? E quanto fanno male cento anni dopo? Quali fantasmi si aggirano ancora sui campi di battaglia? Di questi argomenti narra il libro di Wu Ming 1 “Cent’anni a Nordest. Viaggio tra i fantasmi della guera granda”(Rizzoli, 2015), proponendo una bella riflessione sui confini, le identità e la memoria che ci riguarda da vicino e che collega i conflitti di oggi a quelli di ieri. In un Nordest messo a dura prova dalla crisi, sono iniziate le commemorazioni dell’entrata in guerra dell’Italia, cent’anni fa. Nello stesso tempo ci sono ancora discorsi, vecchi di un secolo, che non si sono sopiti, mescolati ad atteggiamenti xenofobi e neoindipendentismi che, quasi ciclicamente, riaffiorano. In questo cortocircuito tra passato e presente, Wu Ming 1, pseudonimo di Roberto Bui, scrittore e traduttore italiano, membro del collettivo omonimo di scrittori con base a Bologna, accompagna il lettore per il Nordest del Paese, mettendo in luce le tare di ieri che ancora ci portiamo addosso. Nel racconto su queste terre che sono state di frontiera, confine tra mondi e culture, e che oggi sono patria della Lega (e non solo), ci si addentra in “tensioni culturali, incertezze identitarie ed eredità inconfessate”. Il libro, ben documentato e altrettanto ben scritto, offre  interessanti spunti sulla prima guerra mondiale, sui suoi retroscena più imbarazzanti e tutt’ora rimossi dalla foga retorica e patriottarda. Così, partendo da Trieste, Wu Ming 1 si è messo in cammino lungo il territorio che una volta veniva chiamato Tre Venezie o Triveneto e che oggi viene identificato con un più generico e geografico Nordest. Un viaggio pieno di sorprese che  lo ha portato anche in Trentino e in Sudtirolo, costruendo come un puzzle le sue riflessioniguerra ming che,  partendo e ritornando dalla Prima guerra mondiale, intesa  come evento fondamentale e fondante dell’Italia stessa, ci offrono spunti per capire il passato e il presente in cui viviamo. “Cent’anni a Nordest” non è esattamente un reportage né un libro storiografico, ma ha diversi riferimenti di questo tipo . È un testo ibrido, dove si passa continuamente dalla narrativa alla saggistica, dal giornalismo alla storia, dal diario di viaggio all’inchiesta. Tratta temi urticanti, svela retroscena che la “narrazione Patria” ha nascosto e tende a celare se non addirittura a rimuovere, riabilita i soldati italiani fucilati per disobbedienza o decimati negli anni dal 1915 al 1918 dal sadismo criminale e dall’inettitudine di ufficiali e generali. E’ un libro che fa parecchio discutere ma che offre, al tempo stesso, la possibilità di gettare uno sguardo sincero sulla storia d’Italia e su noi stessi.

 

Marco Travaglini

 

Mai più tagli sbagliati! Scegli quello più adatto a te

I consigli dell’esperto sulle lunghezze adatte alle varie form del viso e su quello che è proprio out

 

capelli 3Difficile non farsi tentare dai tagli alla moda, specialmente quando ci vengono proposti in continuazione sulle riviste e in tv. Osare va bene, ma non dimentichiamoci che ci sono acconciature che si sposano alla perfezione con un determinato volto, con altri meno e con altri ancora creano un effetto disastroso.

 

Come scegliere al meglio il taglio che più ci dona, allora? Ce lo spiega Sergio Carlucci, managing director di Toni&Guy Italia.

Che consigli dai a chi ha un viso tondo?
Il viso tondo è uno dei visi più difficili. Se la sfortuna vuole che abbia dei capelli lisci e con poco volume siamo nei guai. A quel punto bisogna fare di tutto per volumizzare, attraverso taglio, styling o ondulazione. Un viso tondo con capelli piatti, attaccati al viso, non fa altro che enfatizzare la rotondità. Il taglio più sconsigliato è un taglio pari. Il consiglio migliore è scegliere forme che volumizzino i capelli e che tendano ad allungare le proporzioni: quindi una bella scalatura o capelli medio-lunghi.


Per volti squadrati, dai lineamenti marcati?
E per i visi magri?
Non vanno bene tagli troppo severi. Un viso magro di solito mette in evidenza l’ossatura. Meglio non sottolinearla con linee geometriche e dure. Assolutamente no al corto dietro e lungo davanti, che mette in risalto il mento, scopre il collo e quindi allunga ancora di più le proporzioni. Solitamente si suggeriscono frange, mai nette ma piuttosto soffici, per addolcire il viso. O un taglio leggermente scalato davanti, dalla forma morbida. Inoltre si dovrebbero sempre lasciare un po’ di capelli sul collo. Anche in questo caso tagli scalati e soft, forme che tendono a volumizzare e rendere meno severa la linea. Va benissimo un taglio senza linee pari, non perfettamente regolare.

Frangia: consigliata o no sui visi tondi?
Di base direi che è sconsigliata. Quando il viso è tondo in genere è piccolo nelle sue proporzioni, corto, quindi non andrebbe accorciato ulteriormente. È più indicato un ciuffo, una frangia lunga sfilata che cade su un lato e lascia un’apertura sulla fronte, ma allo stesso tempo può nascondere imperfezioni o mettere in risalto gli occhi.

Extension: si o no?
Sono brutte. Sono belle ma solo per poco. Almeno, questo è il mio parere. Come la frangia sono un accessorio, servono se hai capelli sottili e vuoi infoltirli, o se hai capelli corti e li vuoi lunghi. Normalmente sono brutte, perché anche se sono vendute come capelli veri, sempre di capelli morti si tratta, che dopo un po’ si rovinano. Se voglio bene a qualcuno non gli consiglio mai di farlo, anche se è un servizio che facciamo. Laddove una donna ha i capelli mediamente belli, e quindi non ha la reale necessità di farlo, ma cede ugualmente alla tentazione, dopo un po’ se ne pente.

Come riconoscere un bravo parrucchiere?
Alla base di tutto c’è una grande capacità di ascoltare, perché ottenere un bel taglio, un bello stile, da una qualcuno che non ti conosce e ti vede per la prima volta, vuol dire che questa persona ha voglia di ascoltare le tue reali necessità. Direi che è in primis la cosa più importante. E poi deve essere in qualche modo una persona che esprime un po’ di buongusto, che abbia un modo di vestire e uno stile rappresentativo.

Magari dovrebbe anche saperti dire “questo le starebbe male”?
Assolutamente sì, ma dovrebbe avvenire tramite una buona capacità di ascoltare. Perché se una persona è in grado di sentire ciò che tu hai in mente, successivamente deve essere in grado di dirti: “Magari per questo ti consiglierei un’altra cosa”, e indirizzarti al meglio.

 

www.dilei.it

Anziano lasciò valigia alla fermata del 4: allarme bomba

tram 4Oggi i Carabinieri sono riusciti a identificarlo

 

Il 21 novembre aveva lasciato incautamente incustodita una valigia, con all’interno alcuni effetti personali, nei pressi di una fermata del tram della linea 4 vicino alla Fiat Mirafiori. Fu immediato l’allarme bomba. Oggi i Carabinieri sono riusciti a identificarlo grazie alle telecamere di sorveglianza del tram.Si tratta di un pensionato di 76 anni che abita a Settimo Torinese. Per lui è scattata la denuncia per procurato allarme. Gli autisti dei mezzi pubblici lo hanno riconosciuto come un passeggero abituale.

Le “trame sensibili” di Sissi Sardone

SARDONE 2L’evento, in calendario per la rassegna “Appuntamenti con la Grafica d’ Autore” è promosso dall’ associazione “Il Brunitoio”

 

E’ stata inaugurata sabato 12 dicembre, alla Sala Esposizioni Panizza (corso Belvedere 114) a Ghiffa, sul Lago Maggiore, la mostra “Trame sensibili” di Sissi Sardone. L’evento, in calendario per la rassegna “Appuntamenti con la Grafica d’ Autore” è promosso dall’ associazione “Il Brunitoio”. Sissi Sardone , tra i fondatori dell’Officina di Incisione e Stampa in Ghiffa “Il Brunitoio”, ha collaborato nel corso di dodici anni di attività dell’associazione all’allestimento di numerose mostre, partecipando all’attività dei laboratori e ai corsi di grafica che hanno costituito la sua formazione artistica. Ha esposto in alcune mostre collettive ed è alla sua seconda mostra personale, dopo quella allestita in estate sul lago d’Orta,  presso l’Aglaia Arts And Crafts di Omegna. Protagoniste delle sue “trame sensibili” sono le bustine di tè che Sissi riutilizza in modo del tutto insolito. Nelle sue opere le bustine di tè verde, bianco o nero non esauriscono  le loro proprietà con l’infusione nelle tazze ma riscoprono una seconda vita  che consente loro di farci “esplorare segni e  reticoli di sensazioni”, costruendo originalissimi “percorsi di relazioni”, come ha detto Francesco Pagliari  nella sua presentazione.SARDONE 1

 

Queste bustine, simbolo di momenti conviviali, sono il punto di partenza della riflessione dell’artista, che – con estrema delicatezza – le utilizza per creare tenue ed eteree matrici idonee al suo lavoro calcografico. Crea quindi composizioni astratte, dai motivi geometrici, sulle quali interviene con delicati tocchi e accenni di colore. Scelte cromatiche raffinate, dove il colore o le scale dei grigi non “ dominano” ma “accompagnano” le forme delle bustine, con sfumature che ricordano l’acqua del lago (  l’ambiente dove Sissi Sardone è sempre vissuta ) ed i colori della stessa bevanda che, presumibilmente venne introdotta in Europa dai portoghesi anche se la prima importazione della quale si ha traccia rimanda alla famosa Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Ubaldo Rodari, che ha curato la mostra, ha scritto: “L’età contemporanea si esprime soprattutto per la capacità di produrre al suo interno una quantità di immagini prima impensabili. Molti artisti contemporanei da tempo stanno ripensando al loro rapporto con le immagini e ai modi con cui crearle”. E Sissi Sardone, con la sua ricerca originale e l’uso alternativo delle sue bustine del tè, rispecchia questa tendenza con garbo e stile. La mostra è visitabile fino al 29 febbraio 2015. Orari: da giovedì a domenica,16.00/19.00 (dal primo gennaio visite scolastiche e/o su appuntamento).

 

Marco Travaglini