redazione il torinese

Stazioni e treni "blindati" a Pasqua per l'allarme terrorismo

TRENO MILANOtreno frecciarossa mille

Potenziata la vigilanza negli scali passeggeri e merci

La Polizia Ferroviaria, dopo gli attentati di Bruxelles ha intensificato al massimo prevenzione e vigilanza nelle stazioni e sui treni del Piemonte e della Valle d’Aosta, come da disposizioni ministeriali. Potenziata la vigilanza negli scali passeggeri e merci, il pattugliamento nei luoghi pubblici e le scorte a bordo dei treni passeggeri, compresa la tratta Torino-Bardonecchia del TGV, la Torino-Milano-Roma, l’alta velocità Frecciarossa. Intervengono anche le Unità Cinofile. L’operazione sicurezza, proseguirà  fino alla fine della prossima settimana, al termine delle vacanze pasquali.

(foto: il Torinese)

La città è in lutto, centinaia di torinesi alla Gran Madre per l'ultimo saluto a Serena

Questa mattina, nella Chiesa della Gran Madre -dove la ragazza era stata battezzata 22 anni fa- Serena è diventata figlia, amica, allieva di tutti; simbolo di terribili tragedie che non dovrebbero capitare

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serena 8serena 1serena2 serena 5Celebrati questa mattina i funerali di Serena Saracino, la giovane studentessa di Farmacia che, insieme ad altre sei ragazze italiane, ha perso la vita nel tragico schianto del bus, avvenuto in Catalogna all’alba di domenica 20 marzo. La cerimonia funebre nella Chiesa della Gran Madre, celebrata dall’arcivescovo Cesare Nosiglia, insieme al parroco don Alessandro Menzio. Ad attendere il feretro, con i familiari della ragazza c’era il sindaco Piero Fassino. Una chiesa gremita di persone per dareserena 4
serena 3 l’ultimo saluto a Serena; un’intera città che, in silenzio, ha avvolto in un enorme e commovente abbraccio, quei due genitori straziati e lacerati dal più grande dolore che si possa provare.  Chi invece non ha potutoserena 6 essere presente al funerale è Annalisa Riba, l’altra ragazza torinese rimasta, fortunatamente, solo ferita nel terribile incidente del bus . La ragazza è ancora ricoverata nell’ospedale catalano a causa delle sue delicate condizioni di salute; è cosciente ma i genitori non se la sono sentita ancora di dirle la verità su quanto è accaduto alla sua amica Serena e alle altre ragazze sedute vicino a lei.

A Torino è stato proclamato il lutto cittadino, voluto dal sindaco come segno di vicinanza e rispetto per quella vita spezzata troppo in fretta e così improvvisamente. Oggi la città piange Serena e si rammarica per la tragica e prematura scomparsa di sette giovani studentesse, partite per un comune Erasmus e non tornate più. Questa mattina, nella Chiesa della Gran Madre -dove la ragazza era stata battezzata 22 anni fa- Serena è diventata figlia, amica, allieva di tutti; simbolo di terribili tragedie che non dovrebbero capitare.

Simona Pili Stella

(Fotoservizio Essepiesse – il Torinese)

INTITOLATA A FRANCO MELLANO LA PASSERELLA SULLA DORA

Urbanista, consulente tecnico di Intesa Sanpaolo per la costruzione del centro direzionale ideato da Renzo Piano, contribuì alla fase progettuale di alcuni interventi nell’ambito di Torino 2006. E’ stato autore di progetti architettonici che hanno dato un volto nuovo ad alcune aree industriali dismesse della città

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La passerella pedonale che unisce le due sponde della Dora, di fronte al Campus universitario “Luigi Einaudi”, da questa mattina porta il nome dell’architetto e ingegnere Franco Mellano, scomparso nel 2011, all’età di 68 anni.
Urbanista, consulente tecnico di Intesa Sanpaolo per la costruzione del centro direzionale ideato da Renzo Piano, contribuì alla fase progettuale di alcuni interventi nell’ambito di Torino 2006. E’ stato autore di progetti architettonici che hanno dato un volto nuovo ad alcune aree industriali dismesse della città, e si è occupato del primo intervento di social housing a Torino, in via Ivrea.
Prima dello scoprimento della targa, Mellano è stato ricordato nell’aula magna del Campusmellano2 universitario, al quale egli stesso aveva contribuito, segnando la trasformazione dell’area in passato occupata da impianti dell’Italgas.
Michele Paolino, in rappresentanza del Consiglio Comunale, ha evidenziato come la decisione della toponomastica relativa a questa intitolazione sia stata assunta con decisione unanime, “perché Franco Mellano ha lasciato un segno nella trasformazione della città, avvenuta anche grazie alle sue grandi intuizioni e alle sue piccole genialità quotidiane”.
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“Franco Mellano, ha aggiunto il sindaco Piero Fassino, è stato uno dei protagonisti della trasformazione della città. L’intitolazione consente di trasmettere memoria, rappresenta un dovere che ciascuno di noi ha verso le generazioni future. E trasmettere memoria degli uomini che hanno costruito la città è un modo per rendere evidente quanto siano state importanti queste trasformazioni. Torino negli ultimi 20 anni è stata ridisegnata nel profilo e nell’identità. La trasformazione urbana è stata uno dei motori del cambiamento con 10 milioni di metri quadri di aree industriali che si mellano4svuotarono di produzione e di lavoro, all’inizio letti come manifestazione di un declino irreversibile, poi rivelatisi una disponibilità di territorio straordinaria con cui ripensare la città. Mellano è stato uno degli uomini che con la sua passione civica e competenza ha dato moltissimo alla città ed è stato uno dei protagonisti della Torino in cui viviamo”.
Mellano è stato anche ricordato dal rettore dell’Università di Torino, Gianmaria Ajani che ha sottolineato come intitolare la passerella sia stata la scelta migliore avendo l’architetto torinese lavorato su quest’area, e dal rettore del Politecnico, Marco Gilli, che ne ha ricordato l’approccio moderno ed interdisciplinare, la grande apertura al territorio e la dimensione internazionale.
F.D’A. – Ufficio stampa Consiglio Comunale – Foto:  FMB Sniper – il Torinese

Tutti al cinema, i film a Torino

Le trame dei film nelle sale di Torino 
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Attacco al potere 2 – Azione. Regia di Babak Najafi con Gerald Butler, Aaron Eckhart e Angela Bassett. Mentre il capo della sicurezza personale del Presidente americano decide di dare le proprie dimissioni visto che sta per diventare padre, il premier britannico muore all’improvviso. Con il convergere a Londra dei più importanti capi di stato, l’Internazionale Terroristica di radice islamica ha programmato un attentato. All’insegna sfrontata del “déjà vu”, con Gerald Butler produttore e protagonista in vena di sparacchiate e imprese eroiche negate con un po’ di naturale giudizio a ogni altro essere umano. Consigliatissimo agli amanti del genere. Durata 99 minuti. (The Space, Uci)

 

CLOONEY FILMAve, Cesare! – Commedia nera. Regia di Ethan e Joel Coen, con George Clooney, Josh Brolin, Scarlett Johansson e Ralph Finnies. Nella Hollywood degli anni Cinquanta, per conto dei grandi studios giorno e notte si muove Eddie Mannix a proteggere tutti quegli attori che per un motivo o per l’altro egli debba nascondere agli occhi dei divoratori di gossip: il caso più appetitoso e pericoloso diventa il rapimento di un imbranatissimo attore chiamato a ricoprire il ruolo di centurione in un film su Gesù. Durata 106 minuti. (Centrale v.o., F.lli Marx sala Harpo, Reposi, Romano sala 1, The Space)

 

Batman V Superman – Fantastico. Regia di Zack Snyder, con Henry Cavill e Ben Affleck. Come si batman superman filmpuò mettere in cattiva luce Superman di fronte all’opinione pubblica? Ci pensa un cattivissimo e filosofeggiante (sul Bene e sul Male) Lex Luthor (Jesse Eisenberg) e Batman per un attimo non stenta a credere che il suo collega eroe potrebbe diventare un giorno in un genio del male, pericoloso per l’umanità. Molta avventura che lascia spazio agli attimi dolci tra Superman e Lois Lane, e poi inseguimenti, esplosioni, il pericolo e il terrore che serpeggiano tra la gente. Durata 151 minuti. ( Ideal, Lux, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Brooklyn – Drammatico. Regia di John Crowley, con Saoirse Ronan, Emory Cohen e Domhnall Gleeson. All’inizio degli anni Cinquanta, Eilis lascia la propria terra, l’Irlanda, per andare in cerca di fortuna a New York, dove conosce la nostalgia e l’amore di un giovane italoamericano. Quando sarà costretta a tornare nel proprio paese dopo la morte della sorella, riconoscerà gli affetti per i luoghi e le persone con cui era vissuta e allora sarà difficile prendere la decisione se restare o ripartire per sempre. Dal romanzo di Colm Toìbin, la sceneggiatura e firmata da Nick Nornby. Durata 113 minuti. (Ambrosio sala 2, Classico, F.lli Marx sala Groucho)

 

spotlight3Il caso Spotlight – Drammatico. Regia di Thomas McCarthy, con Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Michael Keaton e Lev Schreiber. Una serie d’articoli, un’inchiesta e un premio Pulitzer per un gruppo di giornalisti del “Globe” di Boston – a seguito dell’arrivo di un nuovo direttore, Marty Baron, pronto ad affrontare tematiche importanti e certo non comode – che tra il 2001 e il 2002 misero allo scoperto, dopo i tanti tentativi di insabbiamento da parte del clero e in primis delle alte gerarchie ecclesiastiche, i casi di pedofilia consumatisi in quella città e non soltanto. Oscar per il miglior film. Assolutamente consigliato. Durata 128 minuti. (Eliseo rosso, Romano sala 3)

 

condominio filmIl condominio dei cuori infranti – Commedia. Regia di Samuel Benchetrit, con Isabelle Huppert, Michael Pitt e Valeria Bruni Tedeschi. Un caseggiato della periferia parigina, bizzarri personaggi ed i loro incontri, un uomo su una sedia a rotelle, un’infermiera del turno di notte, un’attrice avvilita e un giovanotte che può farle ritrovare la gioia di vivere, un’immigrata del Maghreb e un astronauta americana la cui navicella spaziale atterra inaspettata sul terrazzo del condominio. Durata 100 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Nazionale sala 1)

 

FILM CORTELa corte – Comedia. Regia di Christian Vincent, con Fabrice Luchini e Sidse Babett Knudsen. Xavier Racine è definito il giudice “a due cifre” poiché non condanna mai a meno di dieci anni di reclusione. E’ chiamato a presiedere in tribunale un processo contro un uomo accusato di aver ucciso la figlia di sei mesi: è lì che rivede tra i giudici popolari Ditte, un’anestesista di origini danesi conosciuta anni prima. Miglior sceneggiatura e Coppa Volpi per l’interpretazione maschile alla Mostra di Venezia. Durata 98 minuti. (Centrale v.o., Eliseo grande, Massimo 1, Uci)

 

 

Forever young – Commedia. Regia di Fausto Brizzi, con Sabrina Ferilli, Fabrizio Bentivoglio, Teo Teocoli e Lillo. Un gruppo di amici “finti giovani” nell’Italia di oggi che non voglioni invecchiare, dall’avvocato che non rinuncia alla maratona nonostante i problemi di cuore all’estetista divorziata che si ritrova coinvolta in una relazione con Luca, di vent’anni più giovane, da Diego dj ultracinquantenne che deve combattere con un agguerrito rivale a Giorgio, anche lui ha superato i cinquanta, fidanzato con una ventenne ma pronto a tradirla con una donna della sua età. Durata 95 minuti. (The Space)

 

Fuocoammare – Documentario. Regia di Gianfranco Rosi. Gli sbarchi di Lampedusa visti con gli occhi del dodicenne Samuele. Orso d’oro al FilmFest di Berlino. Durata 107 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

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Il grosso grasso matrimonio greco 2 – Commedia. Regia di Kirk Jones, con Nia Vardalos e John Corbett. Chi nel 2002 ha fatto la conoscenza della folcloristica famiglia Portokalos può benissimo oggi rinfrescarsi la memoria. Sono tutti un po’ invecchiati, e mentre Toula e Ian sono alle prese con una figlia adolescente e con i suoi primi problemi di vita e di cuore, gli anziani nonni danno ancora un po’ di filo da torcere. Durata 94 minuti. (Ideal, Lux, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Heidi – Commedia. Regia di Alain Gsponer, con Anuk Steffen e Bruno Ganz. Orfana, Heidi viene affidata alle cure del nonno e ama davvero enormemente la sua vita tra i monti svizzeri e la compagnia delle caprette. Però un giorno l’arrivo della zia Dete significherà andare a Francoforte per iniziare un’istruzione e far compagnia alla piccola Klara costretta in sedia a rotella. (Greenwich sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

jegg filmLo chiamavano Jeeg Robot – Fantasy. Regia di Gabriele Mainetti, con Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli. Enzo è un ladruncolo romano che vive di espedienti. Una sera, inseguito dalla polizia, nelle acque del Tevere viene a contatto con un materiale radioattivo che gli conferisce sconosciuti ultrapoteri. Ad Alessia, appassionata di fumetti, piacerà considerarlo come un eroe dei suoi prediletti Manga nella lotta al male sempre in agguato, che questa volta ha le sembianze allucinate dello Zingaro. Opera prima. Durata 112 minuti. (Massimo 2, Reposi)

 

Kung Fu Panda 3 – Animazione. Regia di Jennifer Yuh Nelson e Alessandro Carloni. Po e suo padre raggiungono il paradiso segreto dei panda, facendo la conoscenza di nuovi personaggi. Ma il super-cattivo Kai minaccia e sconfigge tutti i maestri di kung fu. Dovrà essere Po a prendere in mano la disastrosa situazione e a passare al contrattacco. Durata 95 minuti. (Ideal, Lux sala 2, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Land of mine – Drammatico. Regia di Martin Zansvliet, con Roland Moller. Alla fine del secondo conflitto mondiale, sulle coste dello Jutland, i prigionieri tedeschi furono impegnati a disinnescare tutte quelle mine che i nazisti vi avevano posto. Drammi, mutilazioni e morti. Durata 100 minuti. (Eliseo blu, Greenwich sala 3, Uci)

 

La macchinazione – Regia di David Grieco, con Massimo Ranieri, Libero De Rienzo e Milena Vukotic. L’ultima estate nella vita di Pasolini, il montaggio di “Salò” e le pagine di “Petrolio” con i legami tra potere politico e potere economico, l’incontro con Pino Pelosi, il furto dei negativi del film, un tranello una sera nei dintorni di Fiumicino. Durata 100 minuti. (F.lli Marx sale Groucho e Chico, Uci)

 

Peggy Guggenheim: Art Addict – Documentario. Regia di Lisa Immordino Vreeland, con Peggy Guggenheim, Marina Abramovic. Vissuta tra gli States e l’Europa, Peggy ha rivelato e frequentato artisti di fama mondiale (Pollock, Dalì, Picasso, Jean Cocteau, Mondrian, Calder, Samuel Beckett), tutti esempi grandi della cultura del ventesimo secolo. Durata 80 minuti. (Centrale v.o.)

 

sconosciuti cinemaPerfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Eliseo rosso, Greenwich sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Room – Drammatico. Regia di Lenny Abrahamson con Brie Larson. Jacob Tremblay e William H. Macy. Tratto dal libro di Emma Donoghue (anche sceneggiatrice) incentrato sulla recente storia dell’austriaco Josef Fritzl, condannato al carcere a vita, è la storia di Ma’ e Jack, madre e figlio segregate per anni in una stanza, senza alcun contatto con il mondo esterno. Una vita sotterranea, che Ma’ ha cercato d’inventare giorno dopo giorno, tra affetti e protezione. Un giorno gli rivelerà che al di là di quelle pareti esiste la vita, quella vera. Premio Oscar alla Larson come migliore interprete femminile. Durata 118 minuti. (Nazionale 2)

 

suffragette23Suffragette – Drammatico. Regia di Sarah Gavron con Carey Mulligan, Helena Bonham Carter e Meryl Streep. Nella Londra di inizio Novecento, sono gli anni della Women’s Social and Political Union, la giovane Maud, fin da bambina al lavoro in una lavanderia, vittima di maltrattamenti e abusi, trovandosi un giorno a perorare la giusta causa dinanzi a Lloyd George in persona, prende coscienza della reale situazione in cui versano le donne e partecipa a scioperi e boicottaggi. Manganellate e arresti, nonché l’allontanamento dalla figlia che un marito insensibile e prepotente darà in adozione ad una coppia, non la distolgono dalla certezza di essere sulla strada giusta. Durata 106 minuti. (Romano sala 2)

 

The divergent series: Allegiant – Fantascienza. Regia di Robert Schwentke, con Theo James e Shailene Woodley. Terzo capitolo della saga in una Chicago da incubo e postapocalittica. Tobias e Beatrice si avventurano in una parte di mondo a loro sconosciuta, dove molti segreti restano ancora da decifrare e dove sono presi in custodia da un misterioso Dipartimento di Sanità Genetica. In attesa del capitolo finale, “Ascendant”, previsto per l’aprile del prossimo anno. Durata 110 minuti. (The Space, Uci)

 

FILM TRUTHTruth – Il prezzo della verità – Drammatico. Regia di James Vanderbilt, con Robert Redford, Cate Blanchett e Bruce Greenwood. Ancora un film di denuncia, come “Spotlight”, ancora un film a salvaguardare la voglia a raddrizzare i torti da parte di certo giornalismo americano. Mary Maper è la produttrice del programma “Sixty Minutes” per la Cbs e al suo fianco ha il celebre anchorman Dan Rather: insieme metteranno allo scoperto il passato di George W. Bush, allora (siamo nel 2005) presidente Usa, colpevole di essersi “rifugiato” anni prima nella Guardia Nazionale al fine di evitare la guerra in Vietnam. Bush venne rieletto e l’indagine, forse condotta in maniera non troppo approfondita, fece colare a picco chi l’aveva voluta e seguita. Durata 121 minuti. (Ambrosio sala 3, Reposi)

 

cassel filmUn momento di follia – Commedia. Regia di Jean-François Richet, con Vincent Cassel e François Cluzet. Antoine e Laurent, amici di vecchia data, trascorreranno le vacanze in Corsica con le figlie. Ma che succede se Louna decide di sedurre il vecchio amico di papà? Pruriti generazionali, remake di un successo di quarant’anni fa firmato da Claude Berri. Durata 105 minuti. (Greenwich sala 2)

 

Un paese quasi perfetto – Commedia. Regia di Massimo Gaudioso, con Fabio Volo, Silvio Orlando e Miriam Leone. Paesino sperduto in terra di Lucania, Pietramezzana e i pochi abitanti che ancora lo abitano tentano di dar vita ad una nuova azienda. Ma ci vuole un medico: e se fosse un chirurgo estetico meneghino, obbligato con mezzi vari e anche poco leciti a stabilirsi lì? Opera prima. Durata 92 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Urge – Spettacolo teatrale. Di e con Alessandro Bergonzoni. La ripresa del monologo con cui l’autore e attore bolognese si scaglia contro tutto il vuoto che riempie la società di massa. Durata 100 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Weekend – Drammatico. Regia di Andrew Haigh, con Tom Cullen e Chris New. Un film datato 2011, precedente al successo di “45 anni”. Due trentenni, omosessuali, si conoscono in un locale di Nottingham e, fisicamente attratti l’uno dall’altro, passano la notte insieme. Un rapporto occasionale si trasforma in qualcosa di più profondo, sebbene esistano caratteri diversi, un diverso modo di intendere il rapporto con la propria omosessualità e la certezza che uno dei due dovrà partire di lì a pochi giorni per gli Stati Uniti e restarvi per un paio d’anni. Durata 97 minuti. (Nazionale 1)

Zootropolis – Animazione. Regia di Byron Howard, Rich Moore e Jared Bush. Le avventure della coniglietta Judy nella capitale del mondo animale, nelle vesti di fresca poliziotta. Con la volpe Nick, fino a quel momento disposta a campare di espedienti, dovrà affrontare chi ha sequestrato i 14 animali che tutta la città sta cercando. Durata 108 minuti. (Ideal, Massaua, Reposi, Uci)

 

 

 
 
 

Iran tra diritti e nucleare

IranTerzi ha ribadito l’importanza  di considerare il ruolo dell’Iran nella stabilità dell’intera regione e ha posto l’accento sulla necessità di uno sforzo comune nella lotta al terrorismo

L’accordo sul nucleare iraniano ha rotto il ghiaccio e l’Iran è tornato un interlocutore importante. Dopo l’annullamento delle sanzioni, ha riscoperto un ruolo fondamentale nello scacchiere geopolitico. Tuttavia, a Teheran è ancora di primissima attualità la violazione dei diritti umani. Il Comitato regionale per i diritti umani  del Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con “Iran Libero e Democratico” – il  movimento che in clandestinità o in esilio si oppone al governo di Rouhani, raccogliendo esponenti di tutte le etnie e confessioni religiose – e il Centro studi “Calamandrei” mercoledì 23 marzo ha proposto il convegno dal titolo “Iran: un paese chiave nella geopolitica mediorientale. Società, politica, religione, diritti umani, diritti delle donne”.  Nel suo intervento introduttivo, il presidente dell’Assemblea piemontese e del Comitato regionale per i diritti umani, si è chiesto se Hassan Rouhani sia un riformatore e un moderato. Ha quindi sottolineato come lo stesso Iran auspichi un avvicinamento all’Unione europea, che sarà però possibile solo dopo il pieno riconoscimento dei diritti fondamentali. Stimolato da Giampiero Leo, che è ritornato sull’accordo tra Stati Uniti e Iran sul nucleare, sul rapporto di Teheran con le potenze occidentali e sul ruolo dell’Iran nelle vicende mediorientali, si è poi sviluppato il dibattito. Tra gli interventi quelli dell’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi e del politologo Valter Coralluzzo (Università di Torino). In particolare Terzi ha ribadito l’importanza  di considerare il ruolo dell’Iran nella stabilità dell’intera regione e ha posto l’accento sulla necessità di uno sforzo comune nella lotta al terrorismo. Ci sono poi stati gli interventi di Tullio Monti (direttore del Centro “Calamandrei”) e di Yoosef Lesani (esule iraniano). I dati diffusi dal nuovo Rapporto Iran Human Rights, presentato anche a Roma, raccontano un record di esecuzioni capitali nel 2015 in Iran: 969 persone messe a morte, con un aumento del 29% rispetto all’anno precedente. Tra i giustiziati, sono 638 le persone messe a morte per reati di droga, 207 per omicidio. I detenuti impiccati in pubblico sono stati 57, e al patibolo sono finiti anche tre minorenni e diciannove donne. Al convegno avrebbe dovuto partecipare anche un rappresentante della Commissione Esteri del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana, ma non ha potuto raggiungere Torino da Bruxelles dopo i noti attentati terroristici.

www.cr.piemonte.it

Bilancio Regione, Giorgio Bertola (M5S): “respinti i nostri emendamenti, siamo molto delusi”

 

Sarà discusso oggi il bilancio di previsione 2016-18 della Regione Piemonte, Giorgio Bertola capogruppo M5S a Palazzo Lascaris, dichiara in anteprima a Il Torinese: “è un bilancio nel quale non ci riconosciamo per nulla”

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LM5S è riuscito a ottenere qualche vittoria in Regione, pur stando all’opposizione?

I nostri progetti sono a medio lungo termine quindi è più difficile ottenere risultati immediati, tuttavia in questi anni qualche risultato lo abbiamo portato a casa sia concretamente, sia in astratto: abbiamo influenzato il quadro politico-culturale, ad esempio in ciò che concerne i costi della politica. Per noi non era accettabile che un consigliere regionale guadagnasse 12, anche 16 mila euro con rimborsi farlocchi: anche se le nostre richieste non sono state accettate, dal 2010 ad oggi i costi della politica sono diminuiti indice forse della nostra influenza. Adesso ci proponiamo per amministrare la città perché pensiamo di poterlo fare bene. Lo dimostra anche il fatto che Fassino pur avendo a disposizione una campagna elettorale da 1 milione di euro (e noi da 40.000), stia proponendo obiettivi e messaggi che noi abbiamo già lanciato prima, come sul tema periferie: sta facendo una campagna che non gli appartiene molto, ma ciò significa che ha l’esigenza di contrastare il nostro lavoro e che quindi siamo un avversario degno, che fa paura.

consiglio lascarisLe maggiori critiche mosse dalle forze politiche avversarie alla vostra candidata, Chiara Appendino, sono state proprio queste: “non ha abbastanza esperienza”, “ non ci convince la classe dirigente che ha alle spalle, non sappiamo chi sono”. Cosa risponde a queste critiche?

L’affermazione “non sappiamo chi sono” ha un’accezione positiva a mio avviso, proprio perché espressa dalle forze politiche: rappresentiamo una rottura con i volti della politica che hanno fallito in termini di amministrazione. I cittadini che li hanno votati, hanno visto cosa hanno fatto e cosa no, se io voto qualcuno e poi lui delude le mie aspettative, non lo voto più. Chiara è una candidata molto preparata, ha alle spalle cinque anni in consiglio comunale, quindi ha potuto conoscere il funzionamento della burocrazia cittadina e la sua amministrazione. Certo è che se non fai o non hai la possibilità di fare, non imparerai mai nulla.

 

Il nuovo comporta sempre un duplice aspetto e fa paura. Aldilà di chi sarà eletto sindaco di Torino, quali saranno, secondo la sua esperienza, le priorità che dovrà affrontare?

 

Io non m’innamoro degli slogan, ma mi piacciono quelli che sono stati scelti: vogliamo una città solidale, sicura e sana. Tre aggettivi che descrivono bene ciò che si dovrebbe fare a Torino, tutto legato al nuovo concetto che si vorrebbe avere di città: in questi anni ci hanno raccontato una Torino più bella, più smart. Questo è vero solo in parte, perché riguarda solo il centro. La periferia invece è vittima dell’incuria dell’amministrazione vigente e della crisi, non a caso Chiara ha svolto la sua presentazione a Falchera, perché la città è anche periferia. Questo poi è connesso con tutto il resto, un quartiere più bello è più sicuro e ha più mobilità: Torino conta 63 auto ogni 100 abitanti, Berlino 35, Madrid 32; probabilmente lì c’è meno bisogno dell’auto.

 

In quelle città i trasporti sono efficienti. Io, come penso qualsiasi cittadino, prendereiconsiglio X 1 volentieri i mezzi pubblici, se non ci si mettesse, ad esempio, un’ora e mezza /due per andare da Barriera di Milano a Mirafiori. Lo stesso nuovo Campus Einaudi risente di queste criticità.

 

Certo. Di questo ne risente anche la qualità dell’aria: a tal proposito, l’amministrazione corrente non ha fatto nulla, basta dare uno sguardo ai risultati. Indire lo stop delle auto o il viaggio in metro con un solo biglietto e aspettare un po’ d’aria e pioggia, non ha risolto la situazione. Non si è fatto nulla di recente, per non risultare impopolare agli occhi dei cittadini bloccando il traffico, cosa che non accadrebbe se avessimo mezzi di trasporto efficienti: la stessa linea 1 della metro è ancora da finire: la zona di piazza Bengasi e via Nizza è in ginocchio. Quello che doveva essere un servizio in più per i cittadini è divenuto invece una nuova ferita.

 

Oggi si discuterà il bilancio della regione 2016-2018, puoi darci un’anteprima?

 

E’ stato licenziato l’altro ieri dalla commissione, con nostro voto contrario e oggi ci sarà la discussione generale in aula. Siamo molto delusi, abbiamo proposto una serie di emendamenti puntuali e non solo per rappresentare qualche situazione, ma per migliorare davvero qualcosa. La risposta è stata contraria da subito: nessuna delle nostre proposte sarebbe stata presa in considerazione, un muro eretto da parte della maggioranza.

Una risposta poco democratica…

Abbiamo grossi problemi di bilancio e risorse, è molto difficile poter spostare le cifre e questo lo sappiamo, ma lo scorso anno ad esempio, per dimostrare un ascolto all’opposizione qualche intervento è stato approvato, sulle bonifiche amianto e sulle politiche sociali per citarne un paio. Quest’anno l’assessore ci ha detto da subito che non sarebbe passato nulla.

Questo è imputabile alla sola carenza di risorse o anche ad altre ragioni, magari politiche?

Secondo noi anche alla non volontà di farlo, perché si sentono in campagna elettorale e vogliono un po’ autolegittimarsi, secondo la filosofia del “va già tutto bene così”. Se ne parlerà magari, durante la fase di assestamento del bilancio, quindi in estate.

Quindi a dopo le elezioni…

Sì. Un bilancio nel quale non ci riconosciamo per nulla. L’oftalmico ad esempio è per noi molto importante, ma registriamo un atteggiamento dilatorio da parte della Giunta, hanno fatto questa scelta, si sono accorti dell’errore ma non vogliono ammetterlo. Di conseguenza non fanno passi indietro, ma nemmeno in avanti. Si rimanda anche qui, a dopo le elezioni.

Come anche per l’introduzione delle nuove strisce blu.

 Da qui in poi sarà ancora peggio, perché avranno paura di effettuare scelte impopolari. Insomma, ne vedremo delle belle.

 

Romana Allegra Monti

 

Manital Torino torna a vincere con un finale emozionante

Manital Torino – Dolomiti Energia Trentino: 71-69

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Manital Torino torna a vincere al PalaRuffini conquistando due importanti punti in classifica contro unavversaria ottava in classifica e reduce da un grande successo infrasettimanale contro Olimpia Milano in Eurocup, nonostante cinque sconfitte in campionato.

Una partita mozzafiato che si è conclusa soltanto negli ultimi secondi con due tiri liberi conquistati e realizzati da Dyson (2).

manitalcantu5manitalcantu6La squadra di casa ha saputo rispondere allappello del capitano Fantoni (8) che qualche giorno fa aveva sottolineato quanto fosse importante tornare a giocare di squadra, cambiare mentalità e mettere davanti il gruppo al singolo. Io sono certo che possiamo ancora salvarci ma ènecessario un cambio di atteggiamento. E così è stato. I magnifici 11 della squadra locale, sostenuti da un tifoseria caldissima, hanno saputo cogliere loccasione e dare una buona prova di carattere. Partita equilibrata e molto dura. Un risultato meritato  che consente al coach Viticci di rimanere in corsa per la salvezza a meno quattro dalle penultime squadre.

Nel primo quarto, Manital Torino ha sofferto una partenza molto aggressiva della squadra ospite che si è portata sul 21-13, grazie ad una serie di triple ed una difesa torinese poco pronta.

Nei secondi dieci minuti Torino ha affrontato con più grinta la sfida e sotto la guida carismatica di Giacchetti (5) è riuscitaanche a salire a più quattro, per tornare a meno sette e chiudere il secondo quarto sul punteggio di 36-37 nuovamente per Trento.

Il terzo quarto si è giocato in perfetta parità, ma sono stati i cinque punti finali di Wright (30) e qualche distrazione di troppo in fase offensiva di Manital a regalare ancora a Trento il più quattro (52-56).

Nell’ultimo quarto, la partita è diventata emozionantissima ed è culminata al fotofinish con i tre tiri liberi di Dyson che, nonostante una breve sospensione per la prova tv, ha saputo mantenere la concentrazione e realizzare due punti su tre. Quanto è bastato per portare a casa una bella e sofferta vittoria di squadra per 71-69.

Per Manital Torino: straordinario Ebi (53) con 24 punti e 10 rimbalzi, 14 punti di White (3) e 12 di Eyenga (31) che ha saputo scaldare il pubblico nellultimo quarto con una serie di schiacciate entusiasmanti.

Per Trento: 20 punti di Lockett (24), 14 di Sutton (23), 13 di Wright (30) e 10 di Pascolo (7).

Manuela Savini

Queste le formazioni:

Auxilium Cus Manital Torino

Dyson (2), White (3), Giachetti (5), Mancinelli (6), Rosselli (7), Fantoni (8), Kloof (9), Bottiglieri (12), Eyenga (31), Goulding(43), Ebi (53); all. Vitucci

Dolomiti Energia Trentino

Poeta (3), Pascolo (7), Forray (10), Lofberg (11), Flaccadori(12), Sutton (23), Lockett (24), Lechthaler (25), Wright (30), Berggren (40); all. Buscaglia

SOLIDALI CON BRUXELLES: LA MOLE ILLUMINATA CON IL TRICOLORE BELGA

mole belgio1

Dall’imbrunire fino a mezzanotte

mole belgio3mole belgio4In segno di vicinanza ai familiari delle vittime degli attentati che hanno colpito la capitale belga e ai cittadini di Bruxelles, la cupola della Mole Antonelliana – lato via Po -, dall’imbrunire fino a mezzanotte viene illuminata con i colori della bandiera del Belgio: nero, giallo e rosso.

(Foto: il Torinese)

www.comune.torino.it

 

Msi- Dn: "Ipocrita minuto di silenzio per le vittime di Bruxelles"

BRUXELLES SICUREZZA TERRORISMOLa domanda angosciante di molti torinesi cosi come di molti italiani è una sola: ” Quando toccherà a noi?”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In occasione degli attentai di Bruxelles, cosi come dopo i 130 morti di Parigi, il sindaco di Torino Piero Fassino trova il modo di organizzare una “manifestazione di piazza” e il consueto minuto di silenzio.

A prescindere dall’utilità della stessa che certamente non fa ritornare in vita i 31 morti della capitale belga, il nostro primo cittadino si dimentica forse che egli stesso appartiene ad una forza politica che da anni attua l’accoglienza senza controlli lasciando che dalle nostre frontiere penetrino nel Paese individui portatori di fondamentalismo e di morte.

La domanda angosciante di molti torinesi cosi come di molti italiani è una sola: ” Quando toccherà a noi?” Non serve il minuto di silenzio, serve un’azione vera e decisa e la chiusura immediata delle frontiere, che il Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale sollecita da tempo. La linea dell’accoglienza ha fallito anche laddove l’integrazione sembrava esistere ormai da anni.

Il Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale nel dolore per la tragica perdita di vite umane manifesta la propria solidarietà al popolo belga ed esprime invece, sconcerto e sdegno per l’atteggiamento ipocrita dell’amministrazione comunale di Torino responsabile del proliferare in città di clandestini e soggetti che, ormai senza alcun controllo, possono essere liberi di portare anche da noi distruzione e morte.

Daniel COMPRI

Walter CANTA

Coordinatori M.S.I.-D.N. TORINO

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