redazione il torinese

“Tempesta 1944-45. Nino racconta la Resistenza di Mario Costa”

Sabato 9 luglio  andrà in scena a Oulx

gobetti costa 2

Sabato 9 luglio, alle 16.00, al Jardin d’la Tour di Oulx andrà in scena lo spettacolo teatrale “ Tempesta 1944-45. Nino racconta la Resistenza di Mario Costa”. La pièce teatrale è un libero adattamento di Marco Gobetti e Beppe Turletti dal volume “Tempesta – (1939-1945) – Poesie Piemonteise” e da altre opere di Nino Costa, con riferimenti a testimonianze e dichiarazioni rilasciate da Cesare Alvazzi Del Frate, comandante partigiano nella 41° Divisione Val Chisone Brigata Assetta al quale, in occasione del suo novantesimo compleanno, sarà dedicata la replica. Larecitazione sarà di Marco Gobetti, con musica e canto dal vivo di Beppe Turletti , l’allestimento di Simona Gallo  che Gobetti e  Turletti dirige alo spettacolo. Mario Costa, partigiano in Val Chisone e il 2 agosto 1944 assaltò, armato di bombe a mano, un fortino occupato dal nemico durante la tremenda battaglia sul monte Génévris, nel territorio di Pragelato: colpito alla fronte, morì sul colpo, all’età di 19 anni. Nino Costa, poeta, fra i maggiori esponenti della letteratura piemontese, nell’ultima sua raccolta, “Tempesta”, evocò la seconda guerra mondiale, con l’interruzione della pace, il crollo delle illusioni e le speranze tradite; la paura durante i bombardamenti, la risorsa – per lui preziosa – della fede di fronte al pericolo e alle avversità, l’antifascismo e la nascita della Resistenza. Sino alla morte in combattimento del figlio Mario, che con la sua benedizione era diventato partigiano. Il poeta, con intenso lirismo, esprime il proprio dramma, calandolo però nella tragedia collettiva che aveva colpito milioni di persone. Nel suo essere irreparabilmente sopraffatto dal dolore, trova infatti la forza per raccontare la speranza restituita e la libertà conquistata. Morirà poco dopo suo figlio, nel novembre del ’45, non ancora sessantenne. Nino e Mario Costa sono seppelliti uno accanto all’altro nel cimitero di Ciriè.La drammaturgia dello spettacolo “Tempesta 1944-45 | Nino racconta la Resistenza di Mario Costa” fa leva sull’aspetto “popolare alto” della poesia di Nino Costa, valorizzandone la musicalità originale e non convenzionale della lingua. Si tratta di una ricerca sull’uso contemporaneo della lingua piemontese,  anche tramite il meccanismo della traduzione, variamente declinata attraverso la recitazione, la musica, il canto e l’utilizzo dell’immagine; un mix che favorisce tra l’altro la comprensione anche a chi non conosce il dialetto. I versi del poeta, provenienti soprattutto dalla raccolta “Tempesta”, sono alternati alla narrazione in italiano della guerra e della Resistenza; fondamentale, nella costruzione del testo, la diretta testimonianza del comandante Alvazzi, che fu partigiano in Val Chisone e che conobbe sia Mario che Nino Costa. Lo spettacolo, sulle scene da un paio d’anni con successo, è stato promosso all’epoca dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte  e realizzato dall’Associazione culturale Compagnia Marco Gobetti in collaborazione con l’editore Viglongo , la Fondazione Teatro Ragazzi e la collaborazione del Centro Studi Piemontesi – Ca dë Studi Piemontèis, Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, Savej – Fundassiun Cultüral Piemunteisa.

Marco Travaglini

La Città di Torino e i genitori, il giudice e il baracchino

IL MONDO DEL BIO

di Ignazio Garau

mense 2Ritorna in voga il baracchino? E’ utile che a Torino si apra una riflessione approfondita sulla ristorazione scolastica e collettiva, sul ruolo che questa può giocare in termini di educazione, prevenzione delle patologie e di benessere per i cittadini, senza dimenticare l’impatto che l’alimentazione delle città ha sull’ambiente e i ritorni positivi che un’impostazione sostenibile può avere sull’economia locale.

Il porta pietanza di operaia memoria, denominato baracchino nella parlata torinese, lo si usava perGARAU2 andare all’asilo, per mangiare a scuola e riempiva la borsa di operai e impiegati quando pranzavano in fabbrica. Una volta era rigorosamente in alluminio, poi è subentrato l’acciaio e oggi ci sono contenitori a tenuta termica in grado di conservare caldo il pasto sino al momento del consumo.

E’ un oggetto andato in disuso con l’avvento delle mense scolastiche e aziendali, tanto che se cercate la parola su un motore di ricerca faticherete a trovare il corretto significato.

La mensa un tempo era un privilegio di poche realtà aziendali, l’Olivetti di Ivrea la istituì, ad esempio, tra le prime fabbriche, fin dal 1936. Fu solo con gli anni ’60 che il servizio di ristorazione divenne oggetto di rivendicazione sindacale, nell’ambito della richiesta di un più generale miglioramento delle condizioni di vita in fabbrica. Prima arrivarono i precotti (pasti preconfezionati in una cucina centralizzata, refrigerati e riattivati al momento del consumo), poi arrivò il pasto surgelato (adottato, ad esempio, negli stabilimenti FIAT). Ma la “mensa fresca” era giustamente preferita dai Consigli di Fabbrica. Interessante rileggere oggi il Bollettino mensile di documentazione” della Federazione CGIL-CISL e UIL di Torino del settembre 1980, tutto dedicato al tema della “mensa” nella vertenza FIAT. Anche in quegli anni il “baracchino” diventa il simbolo e lo strumento di rifiuto del “precotto – surgelato” imposto da FIAT. Dal dibattito sulla mensa in fabbrica si passò a ragionare sull’adozione di una piattaforma territoriale per richiedere l’istituzione di “mense di quartiere”, ma le vicende economiche e sociali che seguirono non consentirono di proseguire su quelle riflessioni e proposte, di sicuro interesse.

La scuola da parte sua, con l’introduzione del “tempo pieno” oltre 45 anni fa, sviluppò un suo modello di ristorazione. Torino fu tra le prime grandi città a organizzare la centralizzazione del servizio, con la realizzazione di grandi centri di cottura da parte di società di catering, capaci di soddisfare la domanda di oltre 50.000 pasti giornalieri. Una innovazione per quegli anni, che consentì di introdurre soluzioni e impostazioni che si estesero a altre città italiane.

Negli anni ’90 ci fu l’introduzione di un modello di ristorazione scolastica con l’utilizzo di alimenti biologici, l’esperienza della mensa bio – mediterranea di Grugliasco, a Torino la sperimentazione del bio nell’allora V° Circoscrizione (1.200 pasti giornalieri). In quegli anni il Coordinamento Genitori, Legambiente e altre Associazioni si battevano per migliorare il servizio e per estendere l’utilizzo del bio nella preparazione dei pasti. In quegli anni il nostro paese ha fatto “scuola” in Europa, e non solo, in tema di ristorazione scolastica. I paesi che sono venuti in Italia a studiare le nostre esperienze ne hanno fatto tesoro e sono andati avanti. Noi? Dimenticate le buone esperienze e i buoni propositi, ci siamo fermati!

Oggi sembra ritornare in voga il baracchino, come conferma anche una recente sentenza della Corte di Appello di Torino, con la quale si stabilisce che i genitori devono poter scegliere tra la mensa scolastica e il pranzo al sacco per i figli.

Spending review e tagli alle risorse dei Comuni, perseguimento del massimo ribasso nelle gare d’appalto, nonostante tutto ciò aumento delle tariffe, delineano un quadro in cui la questione della funzione educativa e formativa della refezione scolastica perde rapidamente di interesse per tutti (istituzioni e genitori), così che da posizioni di avanguardia stiamo scivolando in basso nella graduatoria europea per la qualità del servizio di ristorazione scolastica, buttando letteralmente via i buoni risultati raggiunti nel corso degli anni.

I genitori ricorrono al Giudice per ottenere il riconoscimento del diritto a non usufruire del servizio di ristorazione scolastica, quindi non sembrano capaci di elaborare una richiesta di modifica e miglioramento del servizio e delle condizioni di accesso allo stesso, ma semplicemente rivendicano !’accertamento del loro diritto soggettivo di sottrarsi al servizio di refezione. Anche qui non mi sembra che si siano compiuti dei passi in avanti.

E’ necessario aprire un confronto su questi temi, recuperare il ruolo e la funzione educativa del pasto a scuola e, più in generale, l’utilità di adeguati servizi di ristorazione collettiva.

Chissà se la nuova amministrazione torinese saprà farsi portatrice di soluzioni e percorsi innovativi.

Ignazio Garau

Presidente Italiabio

ciao@italiabio.net

Disoccupato sale sul tetto e si cosparge di benzina

carabinieri bloccoUn disoccupato di 40 anni è salito sul tetto di un capannone, a  sei metri di altezza, e si è cosparso di benzina. L’episodio è accaduto a Torino, sul tetto del parcheggio della stazione ferroviaria di Rebaudengo, in via Fossata, in Barriera di Milano. L’uomo dice di non lavorare ormai da tempo, di avere dei debiti e  problemi familiari. Sul posto i carabinieri, i vigili del fuoco e il 118.

Maxi sequestro di cocaina in appartamento

Polizia-Stradale-notteIn tutto 25 kg di cocaina e 35 di procaina, sostanza da taglio, sequestrati dalla polizia di Torino in un appartamento in Barriera di Milano. Lo scorso 16 maggio, l’indagine in corso da un anno aveva fruttato un sequestro di 108mila euro trasportati in auto da un cittadino  albanese. Con le chiavi di casa trovate addosso all’uomo,  arrestato, gli agenti sono riusciti a individuare l’appartamento – laboratorio per la lavorazione della droga. Son 5 gli arresti effettuati.

I turisti danno una mano ai saldi: vendite in crescita fino a + 10%

saldi intimissimi vetrinaSono iniziati piuttosto bene i saldi a Torino, secondo Ascom e Confesercenti che parlano di circa un +5-10% rispetto all’anno precedente: merito anche  del tempo variabile che potrebbe aver trattenuto molti abitanti in città. Sono andate bene le vendite in centro e nella provincia, molto meno nelle periferie, come dicevano le previsioni. Lo scontrino medio si aggira sui 200 euro a famiglia e tra gli articoli preferiti dai consumatori si registrano  l’intimo, gli accessori, l’abbigliamento estivo, in primo luogo i costumi da bagno. Con i saldi estivi i commercianti sperano di recuperare le scarse vendite causate del maltempo che ha caratterizzato la primavera. I venditori manifestano un cauto ottimismo grazie  anche alla buona presenza di visitatori in città con un’occupazione degli alberghi  del 70%

(foto: il Torinese)

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Al Bike Pride la sindaca annuncia la Consulta della bici

bike 13castello biciNelle linee programmatiche presentate dalla Giunta al consiglio comunale ci sarà anche l’istituzione di una Consulta della bici, per  accogliere la richiesta delle associazioni delle 2 ruote. L’iniziativa è stata confermata  dalla sindaca Chiara Appendino sulla sua bici a 5 stelle, regalatale dagli attivisti del Movimento in campagna elettorale. E’ arrivata al Valentino per la 7/a edizione del Bike Pride che ha radunato centinaia di ciclisti. La richiesta  della consulta era stata  avanzata per far sì che i progetti vengano discussi anche con i ciclisti, come chiede da tempo la presidente del Bike Pride, Maria Cristina Caimotto. Per la sdindaca la proposta “è condivisibile perché riguarda il tema della partecipazione e del coinvolgimento nelle decisioni e per la mobilità ciclabile che va sostenuta. Si valuterà il biciplan per renderlo operativo perché la mobilità ciclabile diventi una seria alternativa”.

(foto: il Torinese)

Tav, Appendino a Delrio: “Progetto low cost? Non è una novità”

TUNNEL2Il Movimento 5 Stelle commenta le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture sulla realizzazione di una Torino – Lione “ridotta” (vedi il servizio in altra parte del giornale): “Prendiamo atto delle dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ma il cosiddetto progetto del TAV low cost non è una novità, perché è stato già presentato all’interno dell’Osservatorio alcuni anni fa, dove il M5S aveva sottolineato la necessità di utilizzare la linea storica che lo stesso ministro Delrio ha ammesso non essere satura” ha dichiarato la Sindaca di Torino, Chiara Appendino: “Il problema non è la riduzione del percorso, ma il tunnel di base, il cuore di un’opera inutile e costosissima”. “Non ci interessa aver ragione – ha dichiarato il deputato M5S Ivan Della Valle – servono risposte politiche, attendiamo l’analisi dei costi/benefici del governo Renzi. Siamo pronti a sederci a discutere con chiunque se viene messa in discussione la parte italo-francese e il tunnel di base”.

Et voilà, la poesia è servita (e recitata) a tavola

SALAME PIEMONTE VINO CIBOPare proprio che sia vero che “con la cultura si può mangiare”. Infatti  un gruppo di giovani attori professionisti vestiti da camerieri, accompagnati da un violino, proporrà ‘un menù di poesie’ ai tavoli di molti  ristoranti in giro per l’Italia dal 30 luglio al 16 agosto, anche a Torino. In Italia sono 14  le tappe in programma per il progetto provocatorio de ‘Il Menu della Poesia-Viaggi Diversi’, che intende portare un assaggio di poesia e di recitazione dal vivo a chi non ci è abituato. Sarà lasciato alla clientela uno sfizioso menu di poesie: dai classici ai contemporanei e il commensale sceglierà il componimento che più gli piace e che gli sarà poi ‘servito’, cioè  recitato, gratuitamente e freschissimo al tavolo

Terrorismo, immigrazione, mafie: che fa il Governo?

Caro direttore,

dacca2terroristi e integralisti islamici stanno massacrando persone innocenti 
in tutto il modo, e il Governo Italiano cosa fa? Oltre a recuperare le 
salme, invita gli italiani a rimanere uniti, e di non accettare 
provocazioni che sfociano in atti di terrore!  Nel nostro Paese sono 
arrivati, e continuano arrivare, migliaia di giovani islamici , ma 
nessuno si preoccupa.  In giro per l’Italia ci sono tante moschee 
abusive, con predicatori che diffondono l’odio verso gli infedeli 
cristiani, ma nessuno si preoccupa.  A Roma è presente, vicino al 
Vaticano, la più grande moschea d’Europa, ma neppure la Chiesa si 
preoccupa.  Con l’immigrazione si sono arricchite le mafie e le 
cooperative senza scrupoli, ma nessuno si preoccupa!  A questo punto, 
quando l’invasione si trasformerà in assedio , magari con attentati di 
matrice islamica, forse qualcuno incomincerà a preoccuparsi………ma 
sarà troppo tardi!

M. B.

“Un posto sicuro”, il film a Montecitorio

amianto3“Un posto sicuro”, il film girato ed ambientato a Casale Monferrato sul dramma dell’amianto, approda a Montecitorio martedì 5 luglio. La proiezione è promossa dalla Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Alessandro Bratti. Interverranno il sindaco Titti Palazzetti, una delegazione Afeva ed alcuni sindaci del Casalese. L’iniziativa, finalizzata per sensibilizzare l’emiciclo sui temi dell’amianto verrà preceduta da una degustazione di prodotti tipici del Monferrato, compresi i notissimi Krumiri Rossi.