redazione il torinese

Un’amicizia crudele, un affetto negato, il desiderio di essere amata: la storia di Deborah

Una donna che ha conosciuto la sofferenza da piccola e da cui non è mai riuscita a scappare

Quando l’affetto diventa possesso, spesso, si trasforma in omicidio. Questa è la storia di una ragazza di appena vent’anni, Deborah. Una storia struggente e straziante, brutale e crudele. È la storia di tanti bambini, più di quanti, purtroppo, se ne immagini: trascurati, maltrattati, lasciati alla deriva. Il corpo di Deborah fu ritrovato senza vita un giorno di settembre, in una casa umile, in un quartiere periferico di Torino. Era l’anno 2006, di lì a pochi giorni, la ragazza avrebbe compiuto gli anni. Affianco al corpo quella che fu ritenuta immediatamente l’arma del delitto: un ferro da stiro. La gola tagliata.

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E insieme a quella giovane vita, l’omicida si portò via anche quella di un bambino che la vita ancora doveva viverla. Deborah era incinta ed era al quinto mese di gravidanza. Pochi istanti d’ira e due anime innocenti svanite. Le mani sporche di sangue, sono le stesse mani che da anni accarezzavano il volto della vittima e che spesso sentivano il bambino calciare; sono le mani di Giulia: la migliore amica di Deborah. Ma cos’è successo la sera del 16 settembre in quell’appartamento tanto da indurre ad un gesto così immorale? La risposta a questa domanda è ancora cupa e nebbiosa nelle menti di chi ha seguito le indagini ed il processo; di sicuro, però, il passato di queste due giovani donne ci fornisce indizi non poco irrilevanti per poterci avvicinare il più possibile ad averla. Nello speciale proposto nel 2010 da “Amore Criminale”, trasmissione di Rai Tre, la ricostruzione dei fatti di quella tragica sera e delle storie di vita dei deborah-rossiprotagonisti, è davvero coinvolgente.

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Una madre/futura nonna distrutta per la perdita di una figlia il cui legame è da sempre stato in bilico, messo a dura prova dalla precarietà della vita e dalle scelte sbagliate, ma sempre forte e tenace. Una madre che racconta sua figlia. E questo racconto squarcerebbe l’animo anche di chi non conosce sensibilità. Chi era Deborah? Deborah è figlia di genitori separati e come spesso succede in questi casi contesa e sballottata. Deborah è una donna che ha conosciuto la sofferenza da piccola e da cui non è mai riuscita a scappare. All’età di quasi sei anni fu affidata al padre e allontanata dall’amore della madre. In questi anni imparerà cos’è la violenza, maltrattata e picchiata ripetutamente dalla compagna del padre fin quando, finalmente la madre riuscirà a riaverla con sé, salvandola da questo primo carnefice. Ma la nuvola grigia le seguirà ancora. In quel periodo la madre aveva cominciato una nuova relazione, dalla quale aveva avuto altre due bambine. Tutta la famiglia, compresa Deborah, decise di trasferirsi a Venaria in una casa fatiscente, ma potenzialmente bellissima, immersa in un giardino enorme in cui le bambine avrebbero potuto crescere a contatto con la natura. L’idea era di ristrutturarla, ma i soldi fin da subito mancavano.

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La casa splendida, era in realtà fredda perché senza riscaldamento, decadente. L’incubo ricominciò. Il compagno della madre trattava Deborah come una schiava; le faceva fare cose umilianti e degradanti, come ad esempio, svuotare la vasca delle anatre con la bocca. Questi soprusi divennero di giorno in giorno più accesi e sadici, tanto da indurre la ragazzina (all’epoca di più o meno 10 anni) a tentare il suicidio. Una bambina che aveva un futuro davanti a sé che non riconosceva, una bambina che a quell’età avrebbe dovuto guardare il mondo con gli occhi sognanti che solo l’infanzia ha, quella bambina decise di svuotare la boccetta di antidepressivi. Per cercare di tutelare la figlia, la madre decise di portarla in una comunità. Con la presenza di educatori esperti e lontana da quelle mura domestiche che le avevano portato solo vittorio piazzadistruzione, sua figlia poteva salvarsi. Ma non fu così. In quella comunità gli abusi diventarono più profondi e lesero ancora di più quell’animo fragile. Quattro ragazze la violentarono, ma Deborah reagì, raccontò tutto. Già allora era chiara la personalità di quella ragazza: una piccola “adulta” fragile, ma con una tenacia interiore che le permetteva di superare ogni ostacolo. Seguirono anni più felici, Deborah andò a vivere dai nonni all’Isola d’Elba, dove trascorse parte della sua adolescenza in tranquillità e serenità. Complice una vacanza estiva con la sua amata madre, a circa 17 anni decise di ritornare in quella casa a Venaria. Voleva essere forte, voleva aiutare la mamma ad emanciparsi da quell’uomo che la teneva stretta a sé in una morsa soffocante. La madre non aveva né un lavoro né tantomeno i soldi per sentirsi libera di scappare con le sue figlie e la sua primogenita decise di darle il suo aiuto. Cercarono entrambe un lavoro. Nel frattempo Deborah cominciò anche la scuola per diventare cuoca ed è proprio tra quei fornelli che conobbe la sua assassina. Giulia, personaggio controverso, manipolatrice, anaffettiva, sadica. Giulia è forte, una ragazza autonoma, proveniente da una famiglia medio borghese, da cui fugge spesso POLIZIA CROCETTAe in cui poi si rintana. Giulia non sa amare, Giulia possiede. È bramosa di emozioni, le cerca negli altri , nelle situazioni, nelle cose perché da sola è incapace di provarne. Deborah, da subito, fu del tutto dipendente da questa personalità così prorompente che l’ammaliava, manipolava la sua mente a suo piacimento. Cominciarono ad avere una vita al limite, si drogavano, frequentavano brutta gente, scomparivano per giorni e giorni. Giulia fu capace di farsi ospitare dall’amica e cominciare una relazione con il compagno della madre della ragazza sotto gli occhi di tutta la famiglia. Giulia usava le persone per sentirsi viva, ma teneva lei le redini di tutti i rapporti e nessuno era in grado di sottrarsi al suo volere.

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Deborah si sentiva però amata da questa donna così energica, così decisa nel prendersi ciò che desiderava. Si sentiva protetta, ma era completamente in balia di una mente perversa. Questa è la storia di due ragazze che a modo loro si volevano davvero bene. Questa è la storia che racconta come un bambino maltrattato continuerà ad esserlo tutta la vita se non si interrompe il ciclo. Questa è la storia di come il degrado della società chiude gli occhi di fronte a ciò che non può cambiare, o che ha paura di cambiare. È un caso di cronaca nera, sì. Abbiamo un corpo senza vita e tante persone che lo piangono, una donna in galera per vent’anni. Ma prima di tutto è “l’ennesimo caso che si ripete”. La storia di chi ha avuto solo calci dalla vita che cercherà conforto solo in chi sarà in grado di darle nuovi calci. Una coazione a ripetere inarrestabile. Perché si sceglie sempre ciò che si conosce. Una madre succube, una figlia bisognosa d’affetto, un carnefice mascherato da messia. Le vite delle due ragazze, nel periodo antecedente il triste giorno del delitto, si stavano pian piano separando. Deborah si era innamorata di un uomo, di cui sapeva ben poco, ma le bastava vedere la tenerezza con cui la trattava. Quell’uomo ben presto diventò suo marito e padre di quel bambino mai nato. Quell’uomo, però, gentile e amorevole, di notte spacciava stupefacenti e in un blitz della polizia venne arrestato, lasciando la giovane moglie incinta a dover badare a se stessa. Ma Deborah era forte e innamorata. Cominciò a lavorare tanto. In quella famiglia vedeva il suo riscatto. Suo figlio sarebbe cresciuto amato, con un padre che presto mole giardini2sarebbe tornato da loro. Giulia, nel frattempo, “possedeva” un ragazzo. Un certo Tony. Ingenuo e completamente inebriato da quella donna che “sa il fatto suo”. Una donna che lo “costringe”, manipolando la sua mente, a picchiare e derubare un fattorino delle pizze. Una coppia strana che si scambia regali d’amore ancora più strani: Tony regalerà a Giulia un coltellino a serramanico e lei regalerà a lui una mazza da baseball con un’incisione che inneggia alla violenza. E fu proprio la presenza di Tony a scatenare quell’ira impetuosa che portò all’uccisione di Deborah. Dai racconti a posteriori di quella sera, Tony dirà che Deborah provò a baciarlo e che probabilmente la vista di quella scena fece infuriare Giulia. Oppure la furia di Giulia nasceva dal fatto che l’amica stava prendendo la sua strada, e questa volta guidava da sola?

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Non si sa ancora cosa sia successo in quelle ore tragiche; i tre ragazzi avrebbero dovuto raggiungere degli amici ad una festa, era una sera tranquilla come tante altre. Giulia e Tony furono incastrati dalla “furbizia” della prima che, dopo aver ucciso con le proprie mani la sua migliore amica, ebbe la lucidità di spegnere e portare via con sé dalla scena del crimine il cellulare della vittima. Lo riaccenderà, poco dopo, nel tentativo di crearsi un alibi, ovvero mandare a quegli amici, che ormai li stavano aspettando da ore, un messaggio dal cellulare di Deborah in cui diceva che non sarebbe andata all’appuntamento, come avrebbe fatto una persona ancora viva. Ma fu proprio quella psicopatica lucidità ad incastrarla in quanto il cellulare della vittima, di nuovo acceso, risultava essere PO VITTORIO LUCIA GRANDEnello stesso luogo del cellulare di Giulia. Per quanto riguarda Tony, dopo una prima condanna di 19 anni e sei mesi, in Cassazione è stato definitivamente scagionato. Ho scelto di voler raccontare questa storia, più che per la lettura criminologica del caso, per la semplice e, allo stesso tempo, dura realtà che si porta dietro. I vissuti abbandonici, di abuso e di maltrattamento lasciano una scia inarrestabile di sofferenza. La vera sfida del nostro secolo deve essere l’interruzione di questa catena di terrore. Se la madre di Deborah avesse avuto più aiuti economici da parte dei Servizi addetti, se ci fosse attiva sul territorio una rete di supporto alle donne in difficoltà, donne fragili e bisognose di affetto , se ci fossero scuole preparate a fronteggiare il drop out scolastico, se ci fosse più informazione, se ci fosse più comprensione, se ci fosse una visione d’insieme…Fortunatamente qualcosa si sta muovendo e giorno dopo giorno questa dura lotta ha sempre più voce. Una voce sempre più acuta, sempre più alta. È la voce di Deborah e di tutte le donne come lei.

Teresa De Magistris

 

Salvata la neo-mamma in coma per arresto cardiaco

pronto-soccorso- soccorsiE’ stata salvata la neo-mamma in coma per arresto cardiaco. Decisivo l’intervento al  pronto soccorso dell’ospedale di Susa. Il marito l’aveva trovata in casa in stato di totale incoscienza. Con due bambini piccoli,  uno di 3 mesi, era in condizioni disperate: è stata portata con l’ambulanza 118 in codice rosso al pronto soccorso, una  situazione molto preoccupante per le possibilità di riuscita nel recupero immediato e per le conseguenze che avrebbe potuto subire dopo il risveglio. La è stata trasferita all’ospedale Giovanni Bosco di Torino, dove  sono intervenuti gli anestesisti, in particolare – informa l’Ansa – il rianimatore di guardia Massimiliano Parlanti. La paziente si è  risvegliata senza danni significativi ed è stata trasferita dalla rianimazione alla cardiologia per le terapie necessarie in vista della successiva dimissione.

Salute in movimento!

E’ stato presentato mercoledì 23 novembre nella Sala conferenze di FederFarma, farmaciaIl progetto “Salute in movimento!” nato dalla collaborazione tra Farmacie Comunali, Federfarma e Uisp Torino. Nelle Farmacie aderenti ognuno potrà trovare un libricino con le istruzioni e i consigli per migliorare la propria salute e qualità della vita praticando sport, un istruttore sarà a disposizione di chi vorrà consigli e di tutti coloro che negli orari e giorni stabiliti vorranno camminare in gruppo. Con il libricino verranno anche consegnati coupon gratuiti per provare altri sport come la danza il nuoto l’acquagym, per un mese, offerti da società e impianti sportivi affiliati Uisp che hanno aderito alla campagna partita a maggio 2016. Le società Uisp che hanno aderito: A.s.d. Giordana Lombardi – A.s.d. Il Gabbiano – A.s.d. Polisportiva Rubino – A.s.d. Cultura del Movimento – A.s.d. Mandala – A.s.d. Centro Ricerca Danza – Gym Fizz – Impianto Piscina Torrazza – Gruppo di ballo Gcc a.s.d. – ASD APS AnMa ArteShiatSu – Bellybutton mammeinmovimento – A.s.d. Sportinacqua – A.s.d. Ginger Company – A.s.d. Marchesa – A.s.d. DAM Danza Arte Movimento – Impianto Sportivo Massari. Altre Associazioni che allora non erano disponibili potranno aggiungersi in una prossima edizione se in linea con i presupposti del progetto. Alla Conferenza sono intervenuti Mauro Laus, Presidente del Consiglio Regionale, Dario Campanale, in rappresentanza dell’Assessore allo sport del Comune, Roberto Finardi, Luciano Platter, Presidente Emerito Federfarma Torino, Roberto Forte, Presidente Farmacie Comunali Torino, Patrizia Alfano, Presidente Uisp Torino.

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Mauro Laus “Secondo i calcoli fatti la sanità costerà 113 miliardi nel 2016 con un incremento dell’1,9% e mentre da una parte il costo sanitario lievita, i cittadini non stanno bene. Plaudo a questo progetto, che rientra nella filosofia delle azioni che la regione Piemonte vuole promuovere attraverso gli Stati Generali dello sport e del benessere, organismo istituito dal Consiglio regionale del Piemonte”. Il presidente ha proseguito sottolineando l’importanza del lavoro che un’istituzione può fare per tutelare la salute dei propri cittadini, ribadendo che far conoscere i vantaggi della promozione dell’attività fisica è un dovere sociale”.

Roberto Forte “Siamo molto soddisfatti del progetto che stiamo realizzando insieme a UISP e FederFarma e l’incontro di oggi pensiamo ne sia lo specchio, è stato un incontro partecipato e utile per fare il punto e soprattutto per rilanciare il nostro impegno. Siamo altrettanto soddisfatti sia della presenza che delle disponibilità delle istituzioni. La Regione Piemonte e il Comune di Torino si sono espressi molto positivamente sul progetto e hanno dato la loro disponibilità a collaborare e a valorizzare questa iniziativa. Dopo questi risultati e con questo quadro istituzionale non possiamo che andare avanti e continuare a lavorare per far sì che lo sport di base diventi parte integrante dell’offerta di benessere e salute delle nostre farmacie.”

Luciano Platter “Ancora una volta il ruolo centrale delle farmacie è di fare prevenzione. Quest’iniziativa si pone proprio in quel solco e rappresenta un primo esperimento per mettere alla portata di tutti i cittadini il bene primario dell’esercizio fisico moderato, utilissimo nel prevenire pericolose malattie, specie cardiovascolari”

Dario Ravinale “Il progetto che vede protagoniste le farmacie e la Uisp è geniale e strategico. Si inserisce perfettamente nelle due grandi categorie: il divanista professionista e l’ultramaratoneta” Patrizia Alfano “Obiettivo quotidiano dell’UISP è diffondere la cultura del movimento vissuto come parte fondamentale e irrinunciabile del proprio vivere quotidiano. Questo è il nostro sport per tutti che mette al centro il soggetto e i cui protagonisti non sono più gli atleti ma i cittadini di ogni età che fanno sport a loro misura. Come scrivono i dirigenti dell’Uisp Bologna che hanno ideato e avviato questo progetto 6 anni fa con grandi risultati: “se trattassimo l’attività fisica come un farmaco avremmo un bugiardino con tante diverse indicazioni, è un antiinfiammatorio, abbassa le pulsazioni del cuore, la pressione e stimola il metabolismo e tanto altro ancora”. Il movimento però non deve essere considerato in nessun modo un farmaco che si prende a periodi e a proprio modo. E’ importante quindi curare bene l’aspetto tecnico ma anche quello socializzante di piacere e divertimento.farmacia, producendo partecipazione all’interno di un processo di crescita che realizza una comunità competente. Lavoriamo capillarmente in tutto il territorio con le nostre società affiliate ed è per questo che siamo molto contenti di lavorare con le farmacie che da sempre rappresentano un presidio territoriale e una rete sociale importante e qualificata di riferimento per i cittadini”.

Festa punk con il Tff

Oggi, 26 novembre, ricorre il quarantesimo anniversario della nascita del movimento Punk. Era infatti il 26 novembre 1976 quando uscì il primo singolo dei Six Pistols, Anarchy in the UK. Ed è proprio a Londra che il punk diventa, oltre che una tendenza musicale, un vero e proprio stile di vita, una moda, una cultura che si prolunga nei decenni successivi.

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Il TFF ha inteso offrire una ricognizione sul cinema punk delle origini, nelle sue diverse coniugazioni attraverso la rassegna: I DID MY WAY , una delle più famose canzoni interpretate da Frank Sinatra, divenuta molto popolare nella cultura punk, soprattutto grazie alla revisione di Sid Vicious e al suo video, che appare anche nel film di Julien Temple “La grande truffa del rock’n’roll”; ed inoltre con la “Serata punk”di venerdì 25 novembre alle 22,30 presso le Lavanderie Ramone di via Berthollet 25 con dj set di Luca De Gennaro, Andrea Pomini e Alfredo cappello aka Kappa. Un’altra festa tutta musicale, organizzata sempre in collaborazione con il TFF, è prevista, a Festival concluso,l’8 dicembre alle 21,30 al Blah Blah di via Po 21, evento che vedrà esibirsi musicisti della scena musicale sperimentale internazionale, introdotti da Ernesto Tomasini, che riproporranno i brani della colonna sonora del film Jubilee di Derek Jarman. L’omaggio ai 40 anni del movimento prevede la proiezione di alcuni film particolarmente significativi venerdì 25 alle 19,30 e sabato 26 alle 12 e alle punk322,15 al Reposi con ” The blank generation” di Ivan Kral, il chitarrista di Patti Smith. Il film ripercorre la nascita della musica punk e New Wave, a metà anni 70 al CBGB, piccolo club sulla Bowery di New York. Sul palco Patti Smith, Iggy Pop, Blondie, i Ramones, i Talking Heads, gli Heartbreakers e molti altri in un documento eccezionale. Sempre venerdì 25 era in programma “Jubilee” di Derek Darman, film del 1977 e primo film punk britannico, che celebra il Giubileo per i 25 anni del regno di Elisabetta II. Sempre venerdì 25 alle ore 22 era in programma al Reposi ” Rock’n’roll high school” di Allan Arkushpunk2 (USA 1979) , che ci mostra un gruppo di insegnanti sull’orlo di una crisi di nervi, perchè gli studenti, invece che allo studio, si dedicano al culto del rock. Un inno alla forza ribelle e incendiaria della musica. Penelope Spheeris firma due film,”The decline of western civilisation” e “Suburbia”; il primo si potrà vedere sabato 26 alle 17,15 al Reposi ; il secondo era in programma venerdì 25 al Cinema Massimo. Sempre sabato 26 novembre alle 22,15 al Massimo 3 un vero e proprio cult: “The return of the living dead” di Dan O’Bannon (USA,1985) , lo sceneggiatore di Alien e Atto di forza esordisce come regista con questo omaggio cinefilo a “La notte dei morti viventi” di Romero, stravolgendone però toni e riflessioni : l’adeguamento agli anni 80 è totale, in un’orgia punk di gore e comicità irriverente.

Helen Alterio

 

Anno accademico al via per l’Esercito

Durante la cerimonia sono stati premiati gli Ufficiali e gli allievi frequentatori, primi classificati per merito complessivo, al termine del 1° anno di corso nei vari Istituti

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Questa mattina a Torino, alla presenza del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, della Ministra della Difesa, Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico, e di numerose altre autorità civili e militari, è stato inaugurato l’Anno Accademico-Scolastico 2016 – 2017, nella storica cornice del Palazzo dell’Arsenale di Torino sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. Il Presidente Renzi, nel suo discorso agli ufficiali e allievi frequentatori di tutti gli Istituti e scuole di formazione dell’Esercito, ha espresso parole di apprezzamento per il lavoro svolto dall’Esercito in supporto alla popolazione nelle ultime calamità naturali che hanno colpito il Paese, sottolineando che la memoria dell’Italia chiede di puntare al meglio e di investire nella qualità attraverso la formazione. La Ministra Pinotti, leggendo una lettera di un giovane Comandante di Brigata che ha appena concluso il suo periodo di comando, ha sottolineato il significato di essere Comandanti, ossia di essere in tutto proprietà d’altri, impegnati da antico giuramento a fare del proprio meglio in ogni atto, per essere degni degli uomini e donne che gli sono affidati. Durante la cerimonia sono stati premiati gli Ufficiali e gli allievi frequentatori, primi classificati per merito complessivo, al termine del 1° anno di corso nei vari Istituti.

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Il Generale Errico, rivolgendosi agli Allievi, ha ricordato che ” Il sistema educativo militare deve prepararvi a nuove e più alte responsabilità, perché, oltre a guidare i vostri uomini e donne in delicate operazioni, a voi in prima persona sarà chiesto di operare efficacemente al fianco delle forze di sicurezza di paesi fragili, di concorrere con le forze dell’ordine alla salvaguardia delle libere Istituzioni, di prestare soccorso e aiuto concreto alle comunità colpite da calamità naturali, di essere capaci di dialogare nei consessi e di partecipare nelle formazioni delle organizzazioni internazionali, con determinazione e autorevolezza”.

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Successivamente, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha dichiarato ufficialmente aperto l’Anno Accademico/Scolastico 2016-2017 in collegamento video con tutti gli Istituti militari dell’Esercito: la Scuola di Applicazione di Torino, l’Accademia Militare di Modena, la Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo, la Scuola di Lingue Estere dell’Esercito di Perugia e le due Scuole militari, “Nunziatella” di Napoli e “Teuliè” di Milano. I suggestivi rintocchi della “Campana del Dovere” hanno suggellato il momento solenne, richiamando a tutti i frequentatori la responsabilità e l’impegno assunto nei confronti dell’Istituzione e quale motivo di deferente ricordo per tutti coloro che, nel rispetto del giuramento prestato e del dovere assunto, hanno sacrificato la propria vita per il bene dell’Italia.

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 Gli Istituti di Formazione dell’Esercito hanno il compito di preparare, accrescere e consolidare, nei frequentatori, i valori che caratterizzano il militare, quali onore, lealtà, coraggio, senso del dovere, fedeltà alle Istituzioni. Ogni anno i corsi svolti negli Istituti di Formazione dell’Esercito sono frequentati da oltre 1000 Ufficiali, 400 Allievi Ufficiali, circa 600 Sottufficiali e 400 studenti Allievi delle Scuole Militari. Ad essi si aggiungono gli oltre 2500 frequentatori dei corsi di lingue straniere presso la Scuola di Lingue Estere.

Foto: Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito

Valentina, addio. Affonda nel Po uno dei due storici battelli torinesi

Il tentativo di recuperare Valentina, uno degli storici battelli sul Po, spinti contro il ponte di Piazza Vittorio, dalla furia delle acque, è fallito. La barca (nella foto di Mihai Bursuc)  si è rovesciata su se stessa, infilandosi tra le arcate del ponte.

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Poi è stata trascinata  dalla corrente verso il ponte di corso Regina Margherita. Riuscita, invece,  la messa in sicurezza dell’altro battello, Valentino. Intanto sui social impazza la polemica nei confronti di Gtt che, secondo molti appartenenti al “popolo della rete”, non avrebbe adeguatamente ancorato le due imbarcazioni.

I vigili del fuoco veneti per i piemontesi alluvionati

vigili fuocoI vigili del fuoco veneti in soccorso della nostra regione. Una sezione operativa dei vigili del fuoco di Venezia, specializzata  nelle alluvioni, ha raggiunto il Piemonte per prestare soccorso alle popolazioni colpite dal maltempo.si tratta di  nove pompieri, personale qualificato Saf (speleo alpino fluviale) e quattro automezzi, tra cui un’idrovora, e due barche. La sezione opererà sotto il comando dei vigili del fuoco di Torino. Allertata  anche la sezione operativa dei vigili del fuoco del comando di Padova, pronti a muoversi in caso di necessità.

 

(foto: archivio)

Non solo referendum: Europa, esercito e maltempo nell’agenda di Matteo Renzi a Torino

Agenda intensa per  il premier Matteo Renzi, oggi a Torino, dopo il rinvio di ieri a causa del maltempo che ha investito il Piemonte. Il presidente del Consiglio si è recato alla Stampa (tutta la zona tra via Lugaro, sede del quotidiano e via Nizza  era praticamente blindata dalle forze dell’ordine, vedi foto piccola).

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Dopo ha preso parte l l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Esercito, presso la Scuola di Applicazione, alla presenza della Ministra della Difesa, Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico. Renzi, nel suo discorso agli ufficiali e allievi frequentatori di tutti gli Istituti e scuole di formazione ha espresso parole di apprezzamento per il lavoro svolto carabinieir-nizzaRENZI22dall’Esercito in supporto alla popolazione nelle ultime calamità naturali che hanno colpito il Paese, sottolineando che la memoria dell’Italia chiede di puntare al meglio e di investire nella qualità attraverso la formazione. A margine dell’evento ha parlato di Europa, affermando che ” il risanamento dei bilanci è sacrosanto, ma la mancanza di politica di crescita rischia di creare maggiori disagi di quelli che venivano immaginati. Ciò vale soprattutto per la visione geopolitica, perché l’Europa non può continuare a fare disegni di strategia salvo poi delegare ad altri gli interventi”. Poi la visita alla centrale della protezione civile piemontese. “L’emergenza non è conclusa, attendiamo la piena dei fiumi ad Asti e Alessandria. Ed è fondamentale che nelle prossime ore il governo si muova immediatamente perché si possa iniziare  il conteggio dei danni e gli aiuti alle popolazioni”, ha detto il capo del governo. Poi gli impegni politici, a sostegno del Sì al referendum del 4 dicembre.

“Curcio? Non ci berrei un caffè. Presenza discutibile ma legittima”

Ospitiamo l’intervento di Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro Pannunzio: “Il fondatore delle BR Renato Curcio sarà ospite sabato, a Torino, di un centro sociale che intende festeggiare così il suo ventennale di attività. Una scelta discutibilissima, ma legittima”

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Il  nuovo Presidente dell’associazione italiana vittime del terrorismo-associazione con cui ho avuto una lunga collaborazione durante la presidenza di Maurizio  Puddu e di  Dante Notaristefano- Roberto Della Rocca ha utilizzato un convegno al liceo d’Azeglio di Torino  su Carlo Casalegno nel centenario della nascita , per  fare dichiarazioni clamorose, valutazioni discutibili e richieste profondamente illiberali.  Per un liberale come me  non è  condivisibile  l’affermazione secondo cui a Torino non ci debba essere” nessuna tribuna per Curcio” e che il sindaco Appendino  debba intervenire, non si sa bene a far cosa. Appendino potrebbe, semmai, sgombrare il centro sociale dove si terrà l’incontro con Curcio, ma ben altri sarebbero gli argomenti da usare per lo sgombero di locali comunali abusivamente occupati da anni. Non certo l’invito a Curcio che tratterà temi che nulla hanno a che vedere con il suo passato di terrorista. Certo nulla va dimenticato, come dice giustamente Piero Fassino, ma il rancore è un’ altra cosa rispetto al ricordo storico e politico.
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L’oblio nei confronti  del terrorismo ha avuto i suoi sostenitori e umanamente capisco anche Della Rocca ,ma sul piano intellettuale non posso non rifiutare le sue posizioni con assoluta fermezza. L’avvocato Dante Notaristefano, uomo mite e colto, mai si sarebbe azzardato a procedere sulla strada un po’  incauta  e in fondo ingenua di chiedere interdizioni di quel tipo.  Il capo delle BR è stato ed è un pessimo maestro, anzi non è affatto un maestro, ma la libertà di opinione, difesa proprio  da Casalegno con il suo sacrificio, deve prevalere su ogni altra valutazione. E ciascuno deve assumersi le sue responsabilità ,nel momento in cui invita Curcio; tuttavia   il diritto di organizzare pacificamente delle iniziative non può essere mai leso. Lo dice la Costituzione della Repubblica.  Ben diverso fu il caso di alcuni  ex  terroristi , la Balzarani in testa,  che vennero invitati in sedi universitarie. In quel caso alzai alta la mia durissima protesta.
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La mia lunga e affettuosa  amicizia con il figlio del Procuratore Generale di Genova Coco selvaggiamente ammazzato dai terroristi sta a testimoniare che io non sono mai stato per il perdono facile  o per  gli sconti di pena ai terroristi. Soprattutto sono stato in prima fila contro il terrorismo durante gli anni di piombo  come professore e come direttore del Centro Pannunzio : il generale Dalla Chiesa mi disse una volta di stare ben attento a quello che facevo.  Lo stesso Aldo Viglione ,presidente della Regione,che combattè duramente quella battaglia contro i terroristi ,mi disse affettuosamente  più volte che molte  mie dichiarazioni ed alcuni miei articoli mi rendevano un bersaglio. Andai avanti fermo per la mia strada,pur insegnando in un luogo in cui circolavano volantini brigatisti. Evitavo di rincasare tardi la sera:era l’unico accorgimento che adottavo,ma era una ingenuità perché i terroristi colpivano di giorno.  Ricordo che, dopo l’omicidio di Casalegno, gente come Luigi Firpo che scriveva articoli per la rubrica “Cattivi pensieri” scelsero vie  assai meno cattive e decisamente più prudenti. E lo posso comprendere, anche se non l’ho mai condiviso.
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La sera del giorno in cui Casalegno venne assalito dai brigatisti ,egli avrebbe dovuto coordinare un incontro su Benedetto Croce a Palazzo Lascaris ,per iniziativa del Centro Pannunzio di cui  Carlo era stato uno dei primissimi associati. Ci eravamo sentiti il giorno prima per gli ultimi accordi. le mie parole quella sera,quando coordinai io l’incontro, furono durissime.  Ripeto, a scanso di equivoci, che può essere un fatto molto triste che si festeggi il ventennale di un centro torinese, come ha giustamente detto al convegno  su Casalegno la Preside del Liceo d’Azeglio Chiara Alpestre, invitando il padre delle Brigate rosse, ma chiedere momenti repressivi è sbagliato ed è fuori tempo . Il valore della democrazia liberale , di cui  Casalegno fu strenuo difensore, lo impedisce. Curcio che ha messo in piedi una macchina omicida non ha ammazzato personalmente nessuno e la nostra Costituzione non prevede il bando  a vita neppure per gli assassini più sanguinari. L’utopia assassina di Curcio è stata sconfitta da tanti anni con la fermezza e il coraggio di pochi , che ha consentito allo Stato repubblicano di difendere sé stesso e la comunità nazionale. Con Curcio non condividerei neppure un caffè, ma ritengo che egli debba essere  libero di parlare, purché non voglia fare, come altri ex terroristi , il” professore”. Ernesto Rossi scriveva tanti anni fa sul “Mondo” che noi non possiamo agire con i comunisti come loro agiscono contro di  noi.Erano gli anni della guerra fredda e degli scontri frontali senza esclusione di colpi.I laici liberali,i democratici senza  illusioni giacobine ,magari inconscio, devono credere  nella libertà di pensiero e  praticarla senza eccezioni per nessuno.

  Pier Franco Quaglieni 

Restructura. Riqualificazione, recupero e ristrutturazione

All’Oval torna Restructura Riqualificazione, recupero e ristrutturazione le parole d’ordine della 29ª edizione All’interno dell’Oval a Torino, al via Restructura, la fiera dedicata a riqualificazione, recupero e ristrutturazione che si svolge da giovedì 24 a domenica 27 novembre. Punto di riferimento per il pubblico del nord ovest, Restructura è organizzata da GL events ItaliaLingotto Fiere ed è l’unica manifestazione che si occupa di riuso degli spazi, tema di grande attualità, collegato al ripensamento funzionale delle aree cittadine e alle nuove visioni urbanistiche rivolte alla valorizzazione e al riutilizzo del costruito esistente.

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L’appuntamento è dedicato sia agli addetti ai lavori (architetti, pianificatori, geometri, operatori del mondo edile) sia al grande pubblico, che qui può trovare le più recenti novità nell’ambito della casa e della sua ristrutturazione, con progetti, materiali, tecniche applicative e importanti approfondimenti su temi rilevanti come il risparmio energetico e i materiali eco compatibili. Sono due i temi su cui si concentra l’edizione 2016: Restructura smart building&home, che punta l’attenzione sull’edificio intelligente, cioè a tutti i nuovi sistemi tecnologici che migliorano la flessibilità di gestione degli ambienti, il comfort, i consumi e la qualità dell’abitare e del lavorare; e Restructura Wood con protagonista l’edificio in legno, a partire dai suoi componenti, sempre più innovativo, tecnologicamente evoluto e richiesto, tanto che l’edilizia sostenibile è unico comparto del settore a registrare un segno positivo negli ultimi anni. Nella quattro giorni di manifestazione, oltre a 20.000mq di area espositiva, sono moltissimi gli appuntamenti in calendario, a partire dal convegno inaugurale dedicato ai 20 anni di incentivi per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio (giovedì 24 novembre, ore 11, Arena Aulenti). Tra le novità di quest’anno gli incontri B2B: sulla terrazza dell’Oval tutti i giorni dalle 18,30, le aziende che partecipano al Salone potranno presentarsi, attraverso brevi speech di 60 secondi, ed entrare in contatto con gli altri espositori con l’obiettivo di far nascere possibili collaborazioni. Tornano poi i corsi di aggiornamento e i convegni per i professionisti con il rilascio di crediti formativi, organizzati da Ordini e Collegi professionali, associazioni artigiane e aziende di rilevanza nazionale, dedicati ai temi della riqualificazione del costruito, intesa come un processo di rigenerazione, che dalla dimensione del singolo intervento si allarga a quella dei condomini e dei quartieri. Uno spazio è dedicato anche alla formazione dei futuri professionisti, con due incontri rivolti agli allievi degli Istituti per Geometri e dedicati al riuso dei contenitori industriali in rapporto allo sviluppo della città, con focus sul Lingotto e Parco Dora. In programma anche numerosi workshop e incontri con buyer internazionali, realizzati in collaborazione con tutte le principali istituzioni del mondo imprenditoriale, dell’artigianato e dei professionisti del territorio. Si confermano poi gli appuntamenti con Incontra l’esperto: incontri gratuiti di 30 minuti su prenotazione (sul sito, oppure presentandosi direttamente agli stand) con geometri, consulenti CasaClima e professionisti dell’Agenzia delle Entrate per avere consigli e indicazioni su interventi di ristrutturazione, riqualificazione, normative e procedure.

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Tornano anche i RestrucTour, tour tecnici che portano Restructura a uscire dagli spazi del Lingotto per raccontare “sul campo”, in maniera curiosa e originale, alcuni temi di approfondimento, visitando edifici di interesse storico e architettonico o cantieri di zone e edifici riqualificati, sulla scia della trasformazione della città. Sono quattro i tour proposti, rivolti sia ai professionisti sia al grande pubblico, che accompagnano a conoscere nei giorni di manifestazione edifici, luoghi e cantieri del panorama torinese: giovedì 24 novembre si va alla scoperta della stagione Liberty di Torino con la visita al Villino Raby nel quartiere Cit Turin e al Villaggio operaio Leumann, situato ai margini occidentali della città; venerdì 25 novembre tour guidato dedicato al sistema abitativo ECO-home, caratterizzato da una forte attenzione all’innovazione del sistema casa attraverso l’utilizzo di componenti edilizi ad alta ecoefficienza e di origine naturale; sabato 26 protagonista l’architettura di Pier Luigi Nervi con la visita al Palazzo del Lavoro e infine domenica 27 visita agli spazi laterali segreti della Mole Antonelliana e a Casa Scaccabarozzi, altro simbolo dell’architettura antonelliana. Tra gli espositori che hanno scelto di essere presenti quest’anno a Restructura spicca il ritorno di Saint-Gobain, leader mondiale nel settore habitat e la collaborazione con CasaClima Network Piemonte e Valle d’Aosta, area dedicata all’edilizia ad alta efficienza energetica e al costruire sostenibile, che coinvolge e raccoglie insieme, in un unico spazio dinamico, tutte le aziende legate al mondo CasaClima. Media partner dell’edizione 2016 il Gruppo 24Ore che porta per la prima volta all’Oval il progetto Village24, contenitore attivo e interattivo di informazioni tecnico-scientifiche per progettisti, esperti, studiosi e cultori della materia, ma anche per gli appassionati del settore. Infine, esposta sulla balconata dell’Oval, si trova la mostra fotografica Torino. Dalle Olimpiadi al futuro che l’Urban Center Metropolitano, associazione autonoma dedicata ai processi di trasformazione di Torino e dell’area metropolitana, porta all’interno della manifestazione: fotografie in grande formato dedicate a quella che, dieci anni fa, fu la Torino olimpica che segnò il cambiamento anche urbanistico della città.