redazione il torinese

Violento rogo distrugge parco mezzi comunità terapeutica

Nella notte un violento incendio ha bruciato l’autorimessa della comunità terapeutica “Santa Maria” di Agliè.  Sono andate distrutte due auto e due furgoni, il parco mezzi della struttura. I vigili del fuoco di Ivrea e Rivarolo sono riusciti a domare le fiamme prima che potesse avvolgere una bombola di Gpl e attaccare la sede della comunità. Sono in corso indagini  sulle cause del rogo da parte dei carabinieri di Agliè.

 

(foto: archivio)

Finalista di Miss Italia muore di cancro a 28 anni

DALLA LOMBARDIA

E’ morta a 28 anni, per un tumore al seno, contro il quale lottava dal dicembre 2012, la modella Veronica Sogni. La notizia è stata data dal sito di Miss Italia, concorso al quale la giovane milanese partecipò nel 2009 da finalista, vincendo il titolo di Miss Sasch Modella Domani. La ragazza coltivava le passioni per il canto e la recitazione e dopo Miss Italia partecipò in tv al programma ‘Soliti ignoti’ di Rai1 e  a X Factor su Sky.

La traversata dei tre “buoni consigli”

Osvaldo Torrioni, nato ad Angera, poco distante dalla villetta dove si riuniva clandestinamente, durante il fascismo, l’esecutivo nazionale del Partito Comunista Italiano, era un compagno “tutto d’un pezzo”. Così si autodefiniva e, a riprova della scelta, teneva nel portafoglio una foto ingiallita che ritraeva, attorno ad un tavolo, Palmiro Togliatti, Angelo Tasca, Camilla Ravera e Umberto Terracini, immortalati dall’obiettivo di una delle prime Leica. Guarda qui, che roba. I nostri capi nel mio paese, ad Angera. Siam gente con le balle quadre, altro che storie!”. E pazienza per la compagna Ravera. Osvaldo, giovanissimo, frequentò il convitto scuola Rinascita di Milano, formandosi culturalmente  e politicamente. Nel capoluogo lombardo imparò anche il mestiere di elettricista e, negli anni, conobbe molta gente, rimanendo affascinato da persone un po’ ai margini, balorde.In cima alla lista c’era quel Carlo Torrighelli, meglio noto come C.T , suo conterraneo, essendo di Laveno. Al pari diEttore Gagliano , lo schiaffeggiatore di preti, era una delle leggende viventi della vita milanese. Ogni mattina per tutti gli anni sessanta e settanta  si aggirava per il centro della città con un triciclo da gelataio e i suoi tre cani – La Bella, L’Umanità e L’Amore -, sostando tra il Castello Sforzesco e la stazione di Porta Garibaldi. Lì, con un megafono gridava gli stessi slogan che scriveva con vernice bianca a caratteri maiuscoli, sui: cartelli, sui muri e sull’asfalto. “Sveglia popolo bue“, “Con più conoscete la gente con più amate gli animali“, e giù un fiume di contestazioni al clero, ai russi e agli americani che usavano le onde magnetiche dei ponti radio “per uccidere l’umanità”. Osvaldo, da come s’intuisce, era un irregolare, poco incline alla disciplina se si escludeva quella del partito, alla quale prestava un’obbedienza quasi cieca. Così, pur restando legato al suo lavoro di elettricista, dedicava il tempo libero alla politica. Girava per le sezioni del milanese e del varesotto, con qualche puntata anche sull’altra sponda del lago Maggiore.

Nonostante tutto, per il Pci lombardo, restava un uomo affidabile e un propagandista di prim’ordine, dotato di un certo carisma e di un’invidiabile parlantina. “Osvaldo, se te la senti, sabato sera, potresti andare a fare un comizio a Premosello, in Val d’Ossola. I compagni di lì hanno chiesto uno da fuori, tanto per avere una presenza nuova. Poi, verso sera, il segretario della sezione ti accompagnerà in macchina fino a Intra dove potrai prendere l’ultimo traghetto per Laveno e poi le Ferrovie Nord fino a Milano. Hai voglia?”. Alla richiesta del responsabile dell’organizzazione della Federazione comunista milanese rispose affermativamente, senz’indugio. Quelle “trasferte” gli piacevano molto. Lo “svariavano”, come più volte aveva avuto modo di confessare agli amici. Detto e fatto, partito dalla Centrale in treno verso Domodossola, scese alla stazione di Verbania- Fondotoce e da lì, in autobus, raggiunta la sua meta, s’incontrò con i compagni del posto. Grandi feste e buon successo dell’iniziativa alla Casa del Popolo alla quale fece seguito un’ottima cena, innaffiata con un allegro vinello che proveniva dai grappoli coltivati sulle “toppie” locali. Quando Osvaldo e il segretario locale ripartirono alla volta di Verbania era già tardi, molto tardi. E, giunti all’imbarcadero di Intra, s’accorsero che era ormai troppo tardi. L’ultimo traghetto era già in mezzo al lago. Congedato l’accompagnatore ossolano che non finiva più di chiedere scusa, Osvaldo si stava per rassegnare ad attendere la prima corsa dell’alba per potersi imbarcare.

Sotto un cielo gonfio di stelle la superficie del lago era liscia come l’olio. Nell’aria non c’era un filo di brezza, cosa veramente rara. Osvaldo, appoggiato con i gomiti alla balaustra, guardava l’altra sponda  del Verbano quando vide un uomo vicino ad una barca, sullo scivolo sotto di lui. Un’idea pazza gli frullò in testa. Non esitò un istante e lo chiamò, agitando la mano. Farsi accompagnare in barca fino a Laveno non era una cosetta da nulla, anche per una lancia da lago dotata di motore. E di notte, poi. Tra l’altro si era accorto di avere in tasca pochi spiccioli, appena sufficienti per il biglietto del treno. Sul traghetto , grazie alle amicizie tra il personale della Navigazione, contava di fare il viaggio se non proprio “ a gratis”, almeno con l’impegno di pagare in un’altra occasione. Come convincere il pescatore (perché, nel frattempo, dopo essersi presentato, aveva capito che di un pescatore si trattava) a farlo salire in barca a sbafo? Imbastì una trattativa che si protrasse per quasi mezz’ora, tra i dinieghi dell’uomo – tal Sebastiano Zufoli di Suna – e l’infervorata abilità oratoria di Osvaldo. La riluttanza dell’uomo, a poco a poco, s’affievolì e alla fine, più per curiosità che per convinzione, accettò il patto proposto dal Torrioni. L’intesa era chiara: in cambio del “passaggio”, Osvaldo avrebbe svelato allo Zufoli tre importanti consigli che gli sarebbero stati molto utili nella vita. Il primo a un terzo del viaggio, il secondo oltre la metà e l’ultimo all’arrivo nel porticciolo di Laveno. Acceso il motore, l’imbarcazione puntò la prua verso la sponda lombarda del Verbano. Alla distanza pattuita per il primo “consiglio”, Osvaldo disse: “ Mai mettere la barca in acqua quando soffiano forte l’Inverna o la Tramontana, altrimenti si rischia di finir male”. Apriti cielo! Il pescatore s’arrabbio molto per quello che sentì. “A me lo viene a dire, che faccio questo mestiere da una vita? Ma che razza di consiglio è? “. Osvaldo ci mise un po’ per calmarlo e, procedendo sulla rotta stabilita, in poco tempo arrivarono oltre la metà del tragitto, con le luci di Intra più fioche alle spalle e quelle più vivide del lungolago di Laveno che s’avvicinivano. Il secondo consiglio scatenò il povero Sebastiano come una furia. “Cosa vuol dire che per sentire il vento devo succhiarmi un dito, esponendolo all’aria? Ma sei matto? Mi prendi in giro? Io ti butto in acqua qui in mezzo al lago, sai ?!”. Minacciato dal pescatore che brandiva un remo, preoccupato per il pericoloso ondeggiare della barca, Osvaldo sudò sette camicie per riportare la calma. Ormai, a quel punto, era assurdo tornare indietro e, pur trafiggendo il suo passeggero con sguardi tremendi, lo Zufoli decise di andare fino in fondo. “Ma, attento a cosa mi dirai con l’ultimo consiglio, perché sono incavolato come una bestia, eh?”. Osvaldo, sentendosi minacciato, rassicurò il traghettatore dicendogli che gli avrebbe rivelato il più importante, quello più utile, del quale far tesoro tutta la vita. E infatti, appena la prua della barca tocco la riva, con uno scatto felino, Osvaldo saltò a terra e si mise a correre. Per non venir meno alla parola data, guadagnato un certo vantaggio, rivolto al pescatore, gridò: “ Il terzo consiglio è questo: contratti di questo genere non farne più!”. E sparì nei vicoli bui mentre il pescatore urlava alla luna tutta la sua rabbia. Negli anni a venire non mancarono a Osvaldo Torrioni le occasioni per recarsi in Ossola o nel Verbano. Stette comunque “in campana” perché, dopo quella notte agitata, a scanso d’equivoci, era meglio non rischiare di perdere l’ultima corsa del traghetto, evitando così d’incontrare lo Zufoli.

 
Marco Travaglini

Torino prima città “5G” mobile. Copertura totale nel 2020

La sindaca Chiara Appendino ha dato la notizia che sarà Torino la prima città d’Italia e tra le prime d’Europa ad avere una nuova rete mobile 5G. Il progetto è entrato  nella fase operativa grazie al memorandum of understanding siglato da TIM e dal Comune. 

Entro il 2018 sarà avviata a Torino, dove ha sede il centro di innovazione e sviluppo di TIM, la prima sperimentazione in ambito metropolitano della tecnologia 5G con l’obiettivo di dare impulso alla realizzazione di una rete mobile di nuova generazione, a conferma dell’impegno dell’azienda nell’innovazione mobile, ruolo che esercita anche a livello mondiale contribuendo alla definizione dello standard 5G. Il progetto “Torino 5G” prevede l’estensione progressiva sul territorio urbano comunale della nuova infrastruttura a banda ultralarga mobile con l’obiettivo di coprire l’intera città entro il 2020. 

Grazie a questo memorandum TIM ha in programma, di installare, già entro il 2017, oltre 100 small cell nelle principali aree del centro Città, tra cui via Roma, via Po, via Garibaldi, via Lagrange, piazza Vittorio, nel Quadrilatero Romano, oltre che nelle zone del Politecnico e dell’Università di Torino. 

Queste small cell si aggiungeranno ai 200 siti ultrabroadband mobile con cui TIM garantirà la miglior copertura radio in Città. La nuova rete mobile sarà supportata dall’infrastruttutura in fibra ottica di TIM che già oggi raggiunge la quasi totalità del territorio comunale. 
Con questa iniziativa, Torino sarà candidata da TIM come prima città italiana 5G per diventare sede preferenziale delle attività previste dal 5G Action Plan della Commissione Europea, che ha l’obiettivo di accelerarne lo sviluppo attraverso l’avvio di sperimentazioni e successivamente dell’utilizzo pubblico della nuova tecnologia partendo dalle principali aree metropolitane. Torino, quindi, entrerà a far parte della prima rete paneuropea di città interconnesse 5G. 

La sperimentazione potrà coinvolgere fino a un massimo di tremila utenze che potranno usufruire di prestazioni e velocità di trasmissione estremamente elevate e di servizi e applicazioni sperimentali, forniti all’amministrazione cittadina e resi possibili dalla rete 5G di TIM. 

Nello specifico TIM potrà fornire alla città di Torino i servizi di nuova generazione legati alla Smart City, come quelli relativi alla pubblica sicurezza, alla gestione delle flotte di mezzi pubblici ed erogazione di servizi informativi ad esse connessi, oltre che soluzioni di telesorveglianza in ampie zone del territorio cittadino, di realtà virtuale a supporto del turismo e, attraverso l’introduzione di tecnologie 5G nei processi produttivi dell’industria manifatturiera, anche nuovi servizi per sviluppare l’industria 4.0 sul territorio torinese. 

“È un segnale positivo che TIM abbia scelto Torino quale area urbana per la sperimentazione di una tecnologia innovativa quale quella 5G, legata alla rete mobile. Una decisione – ha sottolineato Chiara Appendino, Sindaca di Torino – che conferma lo storico legame della società telefonica che qui, nella città della Mole, ha radici profonde. I servizi e le applicazioni ad alta velocità non potranno che favorire, in un immediato futuro, il mondo produttivo e la collettività”. 

“La firma di questo accordo dimostra la capacità di TIM di essere leader nel processo di innovazione del Paese – ha dichiarato Giuseppe Recchi, Presidente Esecutivo di TIM – Siamo il primo investitore privato del Paese con un piano industriale che prevede 11 miliardi di euro di investimenti in 3 anni, di cui 5 miliardi dedicati allo sviluppo di nuove reti a banda ultralarga: dentro c’è il futuro, le connessioni veloci e lo sviluppo delle città. Quando parliamo di big data, di digital identiy e di internet of things siamo consapevoli che alla base di tutto questo c’è sempre la qualità e la velocità delle reti. TIM ha il privilegio di essere l’azienda trainante per lo sviluppo della cultura digitale del Paese e oggi questo accordo aggiunge un altro importante tassello alla nostra strategia”. 

 

www.comune.torino.it

Orientamento universitario Scienze Strategiche

Sono un migliaio gli studenti delle scuole secondarie del nord ovest che hanno partecipato alle iniziative di orientamento universitario realizzate in collaborazione fra l’Università degli Studi di Torino e il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. Gli studenti interessati al percorso formativo di Scienze Strategiche si sono recati nella sede di Alba, al Campus Luigi Einaudi di Torino e a Palazzo Arsenale, storica sede della Scuola di Applicazione dell’Esercito per conoscere più da vicino un percorso universitario in piena evoluzione. A fornire chiarimenti sulle modalità di iscrizione e sull’offerta didattica si sono avvicendati docenti universitari, ufficiali dell’Esercito, studenti civili e militari di Scienze Strategiche. Per l’occasione è stato attivato un apposito percorso orientativo sulla Piattaforma Orient@mente (www.orientamente.unito.it) ed è disponibile un’area test di logica matematica e cultura generale utile per la preparazione dei candidati al test di ammissione. A suscitare interesse e decretare il successo del corso di laurea in Scienze Strategiche concorrono fattori quali l’internazionalizzazione degli studi, le modalità di apprendimento e-learning e l’inserimento di tirocini presso realtà istituzionali e imprenditoriali. La laurea in Scienze Strategiche appassiona sempre più giovani per il carattere fortemente innovativo e la spiccata multidisciplinarità di un percorso il cui obiettivo è formare professionisti in grado di affrontare situazioni sempre più complesse in un modo globalizzato. 

Renziana, al Lingotto Matteo dixit: “Hanno cercato di distruggere il Pd. ma qui c’è solidità”

Slogan, sfoghi e suggestioni pronunciati da Matteo Renzi nel corso della tre giorni torinese

HANNO CERCATO DI DISTRUGGERE IL PD

“Nelle scorse settimane qualcuno ha cercato di distruggere il Pd: c’è stato un momento di debolezza innanzitutto mia. Non si sono accorti però che c’è una solidità e una forza che esprime la comunità del Pd, indipendentemente dalla leadership. Si mettano il cuore in pace, c’era prima e ci sarà dopo di noi e ora cammina con noi”.

NO ALLE ALLEANZE VECCHIO STILE

“C’è il tema di come si sta, ma è un tema che affronteremo dopo quello che accadrà sulla legge elettorale. La prima alleanza che vale è quella con i cittadini che credono in noi. Non possiamo replicare i modelli del passato se non è chiaro ciò che vogliamo fare”

LA PARTITA COMINCIA ORA

“La partita inizia ora, la mozione verrà scritta la prossima settimana, c’è il progetto per il Paese e noi non sappiamo se il futuro è maggioritario o proporzionale: abbiamo le nostro idee, ma dopo il 4 dicembre quel disegno di innovazione istituzionale è più debole. La forza delle nostre idee è il confronto con gli altri. Allora vincerà chi sarà più forte con progetti e proposte”.

QUI C’E’ UN POPOLO VERO

“La forza di questa storia è che qui c’è un popolo vero, in carne e ossa, un popolo che non si rassegna a lasciare il futuro al catastrofismo. I giornali si chiedono se è cambiato il mio carattere. O se è cambiato il nostro umore.

I PROCESSI

“I processi si fanno in tribunale, non sui giornali”

 

 

Cavagnolo è in rete!

L’Associazione Senza Fini Senza Confini ha completato l’ultimo punto di erogazione del segnale internet wireless. Pertanto è stato completato l’ampliamento della rete nelle borgate di Cavagnolo. L’intervento era stato previsto in autunno e rinviato sino ad ora per motivi logistici e di visibilità, Adesso sono quattro i punti di erogazione del segnale: “Valminore” per la copertura di Villaggio Maddalena, Praie e Valminore, “Gerbole” per Scallaro, Pontella, Casa Porta (parziale), Montechiaro e Villa, “Ciabottino” per Valentino, Punto Verde, Santa Fede ed, infine, “Casa Ostino” per Are e Casa Ostino.

Massimo Iaretti

 

Attesa per Seong-Jin Cho, vincitore del premio “Chopin”

 
Martedì 14 marzo 2017 ore 20.30 • Sala Cinquecento del Lingotto

Foto. © Bartek Sadowski

Nato a Seul nel 1994, nel 2015 ha vinto il primo premio nel leggendario Concorso «Chopin» di Varsavia, scrivendo il proprio nome nell’albo d’oro della competizione insieme a quello di giganti della tastiera come Martha Argerich, Maurizio Pollini e Krystian Zimerman. Un successo celebrato dai media internazionali e da una carriera che lo sta portando ad esibirsi nella maggiori sale del pianeta a fianco delle massime orchestre e dei più importanti direttori. È con il recital solistico di Seong-Jin Cho che martedì 14 marzo 2017 alle 20.30 la rassegna 2016-2017 di Lingotto Giovani tocca il punto più alto della propria programmazione stagionale. Durante la presente stagione, il giovane pianista sudcoreano è impegnato nei recital di debutto nella sala principale della Carnegie Hall, in occasione della serie Master Pianists del Royal Concertgebouw di Amsterdam, al Chamber Music San Francisco, alla Herkulessaal di Monaco, oltre a tournée in Asia con la Philharmonia Orchestra ed Esa-Pekka Salonen, in Europa con la Russian National Orchestra e Mikhail Pletnev ed esibizioni in concerto con l’Orchestre de Paris alla Philharmonie di Parigi, l’Orchestra Nazionale dell’Accademia di Santa Cecilia e Valery Gergiev, la Liverpool Philharmonic Orchestra e Vassili Petrenko, l’Orchestra Filarmonica di Tokyo e Myun-Whun Chung alla Suntory Hall, il tutto completato da un contratto in esclusiva siglato con l’etichetta Deutsche Grammophon a inizio 2016.Il programma della serata, che si svolge come di consueto presso la Sala Cinquecento del Lingotto, prende le mosse dalla Sonata in fa maggiore KV 332 di Wolfgang Amadeus Mozart, una delle più celebri Sonate del compositore austriaco, che studi del musicologo Alan Tyson collocano nei primi anni successivi al trasferimento a Vienna (1781), contraddicendo la tradizione datazione di Ludwig von Köchel, il primo compilatore del catalogo delle opere mozartiane ancora oggi in uso, che faceva risalire la composizione di questa pagina, insieme a quella delle sue consorelle KV 330 e KV 331, al soggiorno parigino del 1778.Come era lecito aspettarsi dal vincitore Concorso pianistico dedicato a Fryderyk Chopin, è dedicata alla musica del grande compositore polacco la parte restante del programma, che vedrà Cho alle prese con le quattro Ballate, recentemente da lui incise per l’etichetta Deutsche Grammophon. Le Ballate sono forse le composizioni presenti all’interno del catalogo del compositore polacco che meglio rappresentano l’arte di Chopin in ogni suo aspetto: la tecnica non è inferiore a quella degli Studi, la complessità dell’architettura può paragonarsi a quella delle Sonate, la passionalità e la drammaticità non hanno nulla da invidiare agli Scherzi, la potenza epica ricorda quella delle Polacche, ma i temi lirici hanno la delicatezza di quelli delle Mazurche e dei Notturni. Scritte nell’arco di circa dieci anni, tra l’inizio degli anni ’30 e il 1842, le Ballate appartengono al periodo parigino del compositore. 
Grazie all’accordo con l’Università di Torino e il corso di laurea in DAMS il concerto sarà introdotto da una breve guida all’ascolto della studentessa Camilla Chiara
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La biglietteria è aperta nel giorno del concerto, 14 marzo 2017, in via Nizza 280 interno 41, dalle 14.30 alle 19, e un’ora prima del concerto, dalle 19.30 nel foyer della Sala Cinquecento. Vendite on line su www.anyticket.it. Poltrone numerate da 5 a 10 euro. Informazioni: 011.63.13.721 oppure www.lingottomusica.it

La sanità che funziona, record alle Molinette: 5 trapianti di fegato consecutivi in 36 ore

Raggiunto un nuovo record al Centro trapianti di fegato della Città della Salute, grazie all’ equipe del professor Mauro Salizzoni. Sono stati infatti eseguiti alle Molinette cinque trapianti consecutivi in 36 ore: dalle 5 di mattina di venerdì, fino alle 17 di ieri pomeriggio. Tra i trapiantati  anche due giovani: un uomo e una donna, e un’urgenza assoluta. Una ventina, tra medici e infermieri, i sanitari prodigatisi nei trapianti. A loro si aggiungono due o tre persone per ogni prelievo. I trapianti sono tecnicamente riusciti. Salizzoni, trent’anni fa ha fondato il Centro Trapianti di fegato di Torino, diventato punto di riferimento, non solo nazionale.

 

(foto: il Torinese)

Torino e il Mauriziano per la chirurgia epatica

Durante questa settimana Torino e l’ospedale Mauriziano di Torino ritorneranno ad essere la capitale della chirurgia epatica italiana con la Scuola speciale ACOI di Chirurgia epatica “Lorenzo Capussotti” (diretta dal dottor Alessandro Ferrero, Direttore della Chirurgia dell’ospedale Mauriziano di Torino). Arriveranno chirurghi da tutta Italia per imaparare le nuove tecniche. Tra i contributi scientifici quello di maggiore rilievo sarà quello del professor Hauke Lang, esperto di fama internazionale della Chirurgia dell’Università di Mainz (Germania). Al professor Lang si deve l’ideazione di una tecnica innovativa che consente di intervenire su tumori del fegato altrimenti non operabili. Questo intervento, chiamato ALPPS (acronimo di “Associating Liver Partition and Portal Vein Ligation for Staged Hepatectomy”), consiste nella separazione del fegato associata alla legatura della vena porta per epatectomia in due tempi e costituisce l’ultima frontiera nella chirurgia avanzata del fegato, eseguibile solo in centri di eccellenza per la chirurgia epatobiliare e dei trapianti. Durante il Corso, chirurghi provenienti da tutta Italia avranno la possibilità di partecipare attivamente alle lezioni e di assistere in diretta agli interventi chirurgici eseguiti dal dottor Ferrero e dal professor Lang.