redazione il torinese

Stangata dal Comune: aumentano tariffe, rette e canoni. Più care Ztl e raccolta rifiuti

Quasi un fulmine a ciel sereno: la giunta comunale  ha approvato una serie di rincari per tributi locali, tariffe, rette e canoni, raccolta rifiuti e suolo pubblico, compresi i permessi della Ztl. Le delibere con  le linee di indirizzo per il potenziamento delle attività di riscossione delle entrate non lasciano dubbi.
Sono previsti anche alcuni sgravi per determinate categorie, e si tratta di decisioni  preliminari all’approvazione del bilancio preventivo che sarà esaminato dalla giunta in una delle prossime sedute.
“Cara sindaca Appendino giù la maschera – scrive su Facebook il consigliere Pd Domenico Carretta – il suo sogno si sta trasformando in un incubo per tanti torinesi che hanno creduto davvero al riscatto degli ultimi”. Non meno tenero il centrodestra: “E’ troppo comodo per la Giunta non fare altro che  aumentare tasse e balzelli per fare cassa. Non bastavano le multe: se rispondono al vero le notizie dei giornali, nelle prossime settimane una raffica di aumenti colpirà i torinesi. Anziché individuare soluzioni per contrastare il periodo di crisi, il Comune non trova di meglio che mettere le mani nelle tasche dei torinesi”. E’ il commento di Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Civico “Come se non bastasse, per  i titolari di bar e ristoranti che sono stati presi di mira di recente per la questione dei dehors, sarebbe anche in arrivo un aumento dei   costi per l’occupazione del suolo pubblico. E, a quanto pare, l’amministrazione comunale avrebbe anche intenzione  di tartassare i comuni cittadini, triplicando il permesso di sosta per i residenti. Ma la Giunta Appendino non aveva promesso che si sarebbe distinta dalle passate amministrazioni? Forse i torinesi se la ricorderanno proprio per avere aumentato le tasse”, aggiunge il capogruppo azzurro in Sala Rossa. Sul piede di guerra anche la sinistra “doc”: “Stamani la Giunta Appendino ha approvato il provvedimento  sulla applicazione della tassa comunale Tari per il 2017, approvando contestualmente il piano finanziario per il costo di esercizio sulla raccolta rifiuti. Il piano tariffario distingue tra rifiuti non domestici (ad es. aree mercatali) e rifiuti domestici, prevedendo la compartecipazione degli utenti, gli sgravi, le riduzioni premianti per la raccolta differenziata. Spicca il seguente paragrafo: “Non sono previste per il 2017 le riduzioni di cui all’art.14 punto 1 comma c del Regolamento Tari”.  Lo afferma la consigliera di Torino in Comune Eleonora Artesio. “Erano riduzioni applicate per i titolari di abitazioni principali in condizioni economiche disagiate da certificare secondo presentazione Isee. In sintesi tutte le utenze domestiche subiranno un incremento fino a un massimo dello 0,9/00 e saranno escluse da agevolazioni, a eccezione dalle zone interessate dal sistema premiante del porta a porta, il cui avvio però non dipende dalla volontà delle famiglie, ma della predisposizione organizzativa del Comune e di Amiat. In campagna elettorale l’attuale Sindaca faceva selfie con due cartelli, uno sulle code agli ingressi ad eventi e uno sulle file davanti agli sportelli sociali: quale Torino aveva in mente quando ha votato in Giunta questa delibera? Glielo chiederemo durante la discussione in Consiglio comunale”, conclude Artesio.

LA REPLICA DELLA GIUNTA

Scrive in una nota l’assessore al Bilancio della Città di Torino, Sergio Rolando: “La Giunta Comunale  non ha approvato alcuna stangata. Restano inalterate gran parte delle tariffe, con aumenti sulla Tari contenuti allo 0.9%, in linea con l’inflazione programmata. E ci sono anche alcune diminuzioni relative ad esempio alle tariffe cimiteriali e per gli operatori dei mercati. Particolare rilievo hanno le tariffe relative alla ZTL e ai posteggi nelle strisce blu, poiché questa amministrazione intende utilizzare la leva tariffaria per incentivare nel centro cittadino l’uso dei mezzi pubblici e pertanto le tariffe sono state adeguate a quelle delle principali città italiane ed europee.

 

Tutti gli amori di Cristiana Maffucci

Anche Luciana Littizzetto ha condiviso il divertente video dell’attrice: https://youtu.be/UKDfDufROns

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La torinese Cristiana Maffucci, attrice e psicologa, è stata l’unica tra i comici, a superare le audizioni di “Italia’s got Talent”, sorprendendo pubblico e giuria con la sua freschezza e con la sua spontaneità. Vincitrice di prestigiosi riconoscimenti come il “Premio Alberto Sordi” nel 2011 e il “Premio Walter Chiari” nel 2012, la Maffucci brilla per intelligenza e autoironia e ci insegna che per riuscire ad amare gli altri dobbiamo, innanzitutto, imparare ad amare noi stessi, una lezione che molto spesso dimentichiamo. La incontriamo per parlare della sua carriera, dei suoi successi, del video “Non è mai troppo tardi per amare se stessa” e di una collaborazione iniziata tre anni fa con il mondo del pattinaggio artistico, grazie all’intuizione dell’Ice Club Torino di far dialogare sport e recitazione.

Cristiana Maffucci, attrice e psicologa. Quale delle due passioni è nata per prima?

“Sarebbe come cercare di stabilire se sia nato prima l’uovo o la gallina! Direi che sono nate insieme e sono proseguite parallelamente: l’una ha aiutato l’altra a crescere e a rafforzarsi. Fin da bambina ho sempre avuto una passione per la comicità. Ero la “buffoncella” di casa, mi piaceva fare le imitazioni, le battute nascevano spontanee e amavo il teatro. A 17 anni ho deciso di iscrivermi a Teatranza e ho seguito corsi di recitazione. Durante quegli anni il mio direttore artistico mi ha spinta a sviluppare il mio lato comico. Nel frattempo, proseguivo gli studi, mi diplomavo e decidevo di iscrivermi alla Facoltà di Psicologia, dedicandomi ad una disciplina che mi aveva colpita e interessata. Ho continuato a studiare recitazione e a frequentare l’Università. Nel 2003 sono entrata in una compagnia teatrale amatoriale e, successivamente, ho fatto un provino e ho iniziato a lavorare con la Compagnia Comica di Giorgio Molino, proseguendo la collaborazione per 10 anni. Spinta da un’amica, quasi per caso, ho iniziato a scrivere testi comici e ho vinto il Premio “Aquilegia Blu” nel 2004 e sono arrivata in finale al Festival della Comicità femminile. Nel corso degli anni ho imparato a differenziare teatro e cabaret e a sfruttare la psicologia nei miei spettacoli”.

E, oltre a cabaret, teatro e televisione, hai ricoperto un ruolo in un film di un grande maestro del cinema italiano, Dario Argento. Un’esperienza diversa dalle altre…

“Sì un’esperienza formativa, legata ad un momento particolarmente doloroso della mia vita. Avevo perso mia madre da qualche giorno quando sono stata contattata dall’agenzia per ricoprire un ruolo in “Giallo” di Dario Argento. In quel momento drammatico il mio primo impulso è stato quello di chiedere qualche giorno per pensarci. E’ stato mio padre a spingermi ad accettare, dicendomi che mia madre avrebbe voluto che cogliessi l’occasione e proseguissi la mia carriera. Lavorare con Dario Argento, con Adrien Brody, sia pure in un ruolo minore, è stato importante per me”.

Arriviamo a qualche giorno fa e ad “Italia’s got Talent. Hai superato le audizioni e hai conquistato pubblico e giuria.

“Da 17 anni sono un’attrice e da 10 anni faccio cabaret. Quando, a maggio dello scorso anno, sono stata contattata dalla redazione di “Italia’s got Talent” ho espresso qualche dubbio sulla possibilità di riuscire ad esprimere me stessa in un monologo di pochi minuti. Mi sembrava difficile riuscire a comunicare in un tempo tanto limitato. Devo confessare che il risultato ottenuto con i giusti tagli mi ha sorpresa, come mi sorprendono le visualizzazioni (quasi 2 milioni), le persone che mi scrivono, che mi cercano, che mi fanno i complimenti. Io vengo da un mondo circoscritto, da un’atmosfera solipsistica come quella del teatro e questo successo inaspettato, a prescindere da come andrà la gara, mi ha colpita. L’affetto del pubblico è stato travolgente, incredibile. Il messaggio che ho cercato di trasmettere è molto semplice, ma, al tempo stesso, estremamente importante: dobbiamo imparare ad amarci perché soltanto partendo da noi stessi riusciremo ad amare veramente gli altri”.

Teatro, cabaret, cinema, televisione e pattinaggio… Da tre anni ha iniziato una collaborazione con l’Ice Club Torino. Com’è nato questo rapporto?

“Il rapporto con il mondo del pattinaggio è nato grazie a mio marito che è un allenatore dell’Ice Club Torino. Edoardo De Bernardis, allenatore e coreografo, mi ha proposto di tenere stage ai loro ragazzi per aiutarli ad interpretare i programmi anche attraverso le espressioni del viso, i movimenti delle braccia. Da circa tre anni tengo due stage di recitazione: uno in inverno e uno durante l’estate e quest’anno parteciperò anche al ritiro estivo. Mi hanno chiesto di entrare a far parte del loro gruppo e mi ha fatto un immenso piacere”.

Lavora soltanto con la squadra agonistica o anche con i bambini e i ragazzi dei corsi?

“Lavoro a più livelli. Sia con i gruppi amatoriali, sia con i bambini e naturalmente anche con la squadra agonistica e gli atleti della Nazionale. Con i piccoli è più facile perché non si vergognano e si lasciano andare. Con i ragazzi più grandi è stato un processo in divenire. All’inizio, per esempio, Giada Russo che è una splendida pattinatrice, mi diceva: “Non ce la farò mai”. Lasciarsi andare è difficile. Con il tempo tutti hanno fatto grandi progressi. Una pattinatrice molto talentuosa che, proprio per la sua giovane età, è riuscita a seguirmi con una facilità maggiore è Lucrezia Beccari. Si vergogna meno e trova più semplice abbandonarsi ai miei insegnamenti e alla mia guida”.

Come si inserisce un’attrice in un mondo di allenatori, coreografi, sportivi come quello dell’Ice Club Torino?

“Sono stata accolta in modo meraviglioso. Tra tutti i membri dello staff dell’Ice Club c’è un incredibile rispetto. Ciascuno contribuisce a creare qualcosa ed è responsabile del proprio pezzettino. Io lavoro sull’espressione e metto a disposizione la mia professionalità, esattamente come fanno allenatori, coreografi, insegnanti di danza, preparatori e tutti coloro che fanno parte del gruppo. Penso che Claudia Masoero e Edoardo De Bernardis abbiano cercato di creare un team che possa preparare al meglio, sotto tutti gli aspetti, i pattinatori. E’ un’enorme soddisfazione poterne fare parte”.

 

Barbara Castellaro

Per tre giorni riapre il Parlamento Subalpino

Da venerdì 17 a domenica 19 marzo, in occasione della Giornata dell’Unità nazionale, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano riaprirà alla visita del pubblico, dopo circa 30 anni, la Camera dei deputati del Parlamento Subalpino.

Si tratta dell’unica aula parlamentare rimasta integra in Europa tra quelle nate con le rivoluzioni del 1848 ed è riconosciuta monumento nazionale dal 1898. Qui si svolse l’attività legislativa del regno sardo tra l’8 maggio 1848 e il 28 dicembre 1860. Dal 1938, anno del trasferimento del Museo a Palazzo Carignano, la Camera Subalpina divenne parte integrante dell’esposizione. Dopo gli importanti interventi di restauro del 1988 e del 2011, che ne hanno garantito la conservazione, non è più stata accessibile. I visitatori normalmente possono ammirarla da un ampio affaccio esterno che ne consente la visione di insieme.

Perché dunque questa decisione di riaprire anche se solo per pochi giorni e in occasioni particolari la Camera Subalpina? Oltreché consentire l’accesso diretto a uno dei luoghi in cui si svolse una parte fondamentale dell’unificazione italiana, l’impegno quotidiano del Museo è quello di stimolare la cultura alla cittadinanza attiva e la condivisone dei valori collettivi. Offrire al pubblico questa opportunità vuole dire adempiere anche a tale obiettivo e cogliere le radici delle dinamiche che regolano la nostra identità di oggi. L’evento rientra nell’ambito del progetto Il Museo alla luce che si propone di sviluppare una più moderna e competitiva offerta culturale, al centro della quale è prioritaria una sempre maggiore attenzione per il visitatore. In tal senso valorizzare tale importante bene culturale significa favorire un senso di affezione e familiarità verso l’istituzione museo, come uno dei luoghi di eccellenza dove imparare e sperimentare davvero l’appartenenza ad un territorio e alla sua storia. L’iniziativa si realizza con il patrocinio e il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte: “Abbiamo sostenuto con entusiasmo la riapertura al pubblico di questo meraviglioso gioiello, cuore pulsante della vita politica del nostro paese dichiara il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus – I piemontesi, visitando l’aula, avranno la possibilità di ricordare il percorso che ci ha resi italiani. Mi emoziona sempre molto pensare che le prime tappe di tale percorso siano state compiute qui a Torino, in Piemonte.”

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Breve storia della Camera dei deputati del Parlamento Subalpino

L’aula della Camera dei deputati subalpina è l’unica rimasta integra in Europa tra i parlamenti nati dopo le rivoluzioni del 1848, e monumento nazionale dal 1898. In origine era il salone d’onore al piano nobile del palazzo dei principi di Carignano, progettato da Guarino Guarini ed edificato tra il 1679 e il 1683. Qui si svolse l’attività legislativa del regno sardo tra l’8 maggio 1848 e il 28 dicembre 1860. Promulgato lo Statuto albertino si pose infatti il problema di dove collocare in tempi strettissimi le due aule parlamentari. Per il Senato fu scelto Palazzo Madama, per la Camera il vasto spazio ellittico del salone di Palazzo Carignano. A due settimane di distanza dalla proclamazione dello Statuto, la stesura del progetto fu affidata, il 18 marzo 1848, a Carlo Sada. In cinquanta giorni fu realizzata la trasformazione dell’antico salone ovale in una sala ad anfiteatro con i seggi dei deputati posti a semicerchio dinanzi al banco del presidente e dei segretari. La prima seduta, con l’inaugurazione della prima legislatura, avvenne l’8 maggio intorno alle 13. Dal giorno seguente le sedute proseguirono regolarmente e furono aperte a pubblico, mentre erano in corso le ultime rifiniture. Rimaneggiamenti dell’aula si resero necessari quando aumentarono i deputati con le annessioni, tra il 1859 e il 1860, prima della Lombardia, poi dell’Emilia e della Toscana, fino a quando col progredire dell’unificazione al Centro e al Sud, l’antico salone d’onore dei principi di Carignano divenne troppo piccolo. All’architetto Peyron fu affidato l’incarico di realizzare un’aula provvisoria nel cortile, mentre veniva avviato l’ampliamento del Palazzo verso piazza Carlo Alberto, per collocarvi l’aula definitiva del Regno d’Italia.L’aula della Camera ellittica fu chiusa, ma non smantellata; subito le si riconobbe il carattere di monumento nazionale, ratificato poi da un decreto del 4 marzo 1898 in occasione del cinquantenario dello Statuto. Nel 1911 per i cinquant’anni del Regno vi si tenne una seduta straordinaria. Dal 1938, anno del trasferimento a Palazzo Carignano, l’aula della Camera entrò a fare parte dell’allestimento del Museo Nazionale del Risorgimento, che ne preservò negli anni la conservazione e manutenzione. In tale prospettiva dall’importante operazione di restauro, svolta nel 1988, l’aula della Camera non è più stata accessibile al pubblico. Un nuovo restauro venne compiuto nel 2010-2011 in occasione del riallestimento del Museo, con un ampio affaccio da un soppalco, per permettere ai visitatori di ammirare la Camera subalpina al centro del percorso museale.

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Informazioni pratiche

Nelle giornate del 17, 18 e 19 marzo il Museo Nazionale del Risorgimento sarà aperto come di consueto dalle ore 10 alle ore 18. Dopo aver visitato le prime quindici sale, il pubblico sarà accolto davanti alla Camera dei deputati del Parlamento Subalpino e accompagnato al suo interno a piccoli gruppi da una guida. Potrà poi proseguire la visita alle rimanenti sale dell’esposizione. Non sono previste maggiorazioni sul prezzo del biglietto di ingresso: varranno le consuete

Un minuto di silenzio per le vittime del Bardo

Davanti a Palazzo Civico, oggi alle 12, un minuto di silenzio è stato osservato in memoria delle vittime dell’attentato terroristico al Museo del Bardo, avvenuto due anni fa in Tunisia, nel quale furono coinvolti alcuni dipendenti comunali. Con la fascia tricolore la sindaca Chiara Appendino spingeva la carrozzella di Carolina Bottari, la dipendente rimasta gravemente ferita nell’attentato in cui  morì il marito Orazio Conte. Per osservare il silenzio i dipendenti del municipio sono usciti dagli uffici scendendo in piazza Palazzo di Città. Nell’attentato del 18 marzo 2015, morì oltre a Conte anche un’altra dipendente, Antonella Sesino, presente la mamma, e rimasero  gravemente ferite Bottari e la collega Anna Abbagnale.

(foto: il Torinese/ archivio)

“Coraggio…musica”, le canzoni partigiane della Band Del Pian Cavallone

S’intitola “Coraggio..musica!” il Cd della Band Del Pian Cavallone che propone testi e canzoni della lotat di Liberazione. La Band Del Pian Cavallone (il nome del gruppo è un omaggio alla “banda” del comandante partigiano Nino Chiovini che fu tra i primi a iniziare la resistenza sui monti del Verbano) è composta da Flavio Maglio (Voce),Renato Pompilio (Chitarra), Giancarlo Ellena (Sax),Fabio De March (Basso),Andrea Cocco (Batteria) e si avvale dell’attrice Silva Cristofari come voce recitante. I musicisti, tutti della zone della sponda piemontese del lago Maggiore, sono diplomati di conservatorio e docenti in scuole statali  e private a indirizzo musicale. “Il nostro è un omaggio a musicisti, poeticantori noti e meno noti che hanno sfidato l’oppressione, con responsabilità hanno scelto di ascoltare la propria coscienza e si sono ribellati “, spiega Flavio Maglio. “ Una selezione di brani composti da grandi musicisti storici, da partigiani e da giovani autori nostrani contemporanei riarrangiati facendo riferimento a generi, ritmi, sonorità ed esperienze che ci hanno accompagnato nella nostra vita professionale. L’impronta dominante appartiene al jazz e allo swing con sconfinamenti alla bossa nova e al pop-rock anni ’60”. Tutti i brani di questo progetto – che gode del sostegno dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – sono presentati e arricchiti da brevi introduzioni e da pieces recitate. L’opera si persta anche per dei veri e propri recital e, tra gli autori illustri delle quattordici canzoni che compongono il Cd,  ci sono Ella Fitzgerald, Dario Fo, Gianni Rodari, Sergio Liberovici, Sergio Endrigo, Trilussa.  “La parte centrale del nostro lavoroè dedicata ai canti che riguardano le vicende partigiane  appartenenti al Piemonte nord orientale e alla Lombardia nord occidentale, attorno al bacino del Lago Maggiore, alle Prealpi e alle Alpi, le montagne che furono teatro della lotta di liberazione”, afferma Maglio. La musica , del resto, è da sempre la voce dei territori e – come sostengono quelli della “Band del Pian Cavallone”  serve a dare testimonianza di un percorso di ricerca e di esperienze storico  musicali vissute per soddisfare il bisogno di ‘fare memoria’, con l’intento di mantenere vivi i principi ed i valori che hanno animato e animano ancor oggi i ‘resistenti’ cercando di attualizzarli attraverso un linguaggio musicale contemporaneo. La “Band” il prossimo 21 aprile ( alle ore 21) salirà sul palco del centro Sant’Anna a Pallanza (Vb) per il primo appuntamento di “Coraggio…Musica!” che nei prossimi mesi li porterà a percorrere diverse tappe con il loro  spettacolo di narrazione musicale.

Marco Travaglini

Successioni e non solo

Il 20 marzo alle 18, presso l’Nh Santo Stefano in via Porta Palatina 19, si terrà un appuntamento che affronterà il tema delle successioni e non solo, frutto della collaborazione tra Finanza e Futuro e Zurich. Interverrà lo studio Value & Stretagies, uno dei più rinomati del settore, che affronterà tutte quelle tematiche inerenti alla protezione dei patrimoni di famiglia da aggressioni fiscali e non. Sarà anche presente come relatore Alessandro Gallo, uno dei massimi esperti del settore.

Una sfilata per i talenti femminili

Il Circolo dei Ronchi Verdi sarà la suggestiva cornice della sfilata in programma giovedì 23 marzo alle 21, tutta al femminile, dal titolo emblematico “I talenti delle donne”, promossa dalla Fidapa Bpw Italia, sezione Torino Est e sezione Torino San Giovanni.

Sfileranno gli abiti e accessori di Maria Aleci per la maglieria, di Fabio Cavallo, le pellicce e la pelletteria di El Ren, le creazioni della stilista Francesca Fasano, quelle di Annamaria Masino, i bijoux dj Enny Monaco, gli occhiali dell’ottica Nazzaro & Bassi e le calzature Savore’. I trucchi sono curati da Cristiana Gallo e Giorgia di Maggio. I profumi artistici sono delle Sorelle Novembre. La sfilata, dopo l’accoglienza alle 20.30, avrà inizio alle 21. Il circolo deo Ronchi Verdi è in corso Moncalieri 466. FIDAPA è una federazione che vanta un passato storico di prestigio, dalla sua lontana fondazione, avvenuta nel 1930 a Ginevra per iniziativa di una donna americana, Lena Madesin Phillips, e poi sviluppatasi in Austria, Canada, Francia, Gran Bretagna, Italia, Paesi fondatori insieme agli Stati Uniti d’America. È presente in molte Consulte femminili e Commissioni Pari opportunità e rappresenta la Federazione italiana Donne Arti Professioni Affari.

Mara Martellotta

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Segreteria Fidapa: Luciana Robresti 3493208031. Mail: lucianarobresticonti@gmail.com

Il motto dell’Artiglieria Italiana: “Sempre e Dovunque”

“Mi chiedo: nel 2018 ricorre il centenario della Vittoria della Grande Guerra. Con quale faccia noi Artiglieri d’Italia celebreremo sul Piave la Battaglia del Solstizio, al cospetto dei nostri Cauti ed Eroi? col motto sbagliato?”

Gent.mo Direttore,

già lo scorso anno pubblicai un’accurata ricerca su l’origine del motto dell’Artiglieria Italiana che, ripeto, è Sempre e Dovunque e che risale al R.D. 13 luglio 1849 di Vittorio Emanuele II. Tutte le altre versioni, Sempre ed Ovunque e Sempre e Ovunque, sono frutto di errate trascrizioni successive, che possono essere avvenute anche in buona fede. Quando però oggi si insiste a ripeterlo, perde tale aspetto di buona fede per assumere quello di caparbietà di parte.

Quindi, per quegli “ultimi giapponesi” dell’ A.N.Art.I. – per la verità assai pochi – che non si arrendono all’evidenza e rimangono arroccati sulle loro posizioni per non doversi smentire, invio le foto di alcuni reperti storici (medaglie, lapidi, monumenti, etc.) che i nostri “accurati”predecessori – come ebbe a chiamarli il nostro Presidente Nazionale per confutare il mio dire – ci hanno lasciato.

Le fotografie (qui ne pubblichiamo solo alcune) riportano scritto il motto. Ma andiamo per ordine.

reperti associativi A.N.Art.I.nastro A.P.A.I. – 1927, custodito dalla Sez. Provinc. di Torino;medaglia commemorativa del Raduno Interregionale Torino – Vercelli del ‘936;

medaglia commemorativa del 7° Raduno Nazionale di Palermo del 1939;

medaglia commemorativa dell’inaugurazione del Monumento all’Artigliere da Montagna in Torino;

monumenti, lapidi, altro.

monumento all’Artiglieria corazzata – Caserma Scalise VC;lapide bronzea – Caserma Tukory di Palermo;

francobollo commemorativo del 5°Regg.to Artiglieria.

Già lo scorso anno ebbi a dimostrare come il motto in argomento Sempre e Dovunque sia a larga maggioranza ripetuto sui vari decreti di conferimento della decorazioni alla Bandiera dell’Arma di Artiglieria. Solo una volta invece compare l’Ovunque, ma è da precisare che trattasi di un duplicato di decreto – datato 25 luglio 1914 – che riporta però ben evidente in alto a destra il timbro DUPLICATO.

Pubblicai inoltre la foto dell’ingresso principale del Comando della Scuola di Artiglieria di Bracciano, con sopra il solito motto ed infine evidenziai come anche il giornale Associativo L’ Artigliere, riportasse – fino a fine anni settanta, allorquando assunse l’attuale formato di rivista – il sottotitolo SEMPRE E DOVUNQUE, sia in epoca monarchica che repubblicana.

 

Oggi però, a parte tutte le disquisizioni, l’autorevole conferma del vero motto dell’Artiglieria Italiana lo si apprende da due alte Istituzioni dell’Esercito Italiano: l’Accademia Militare di Modena, primo istituto di formazione dei futuri Ufficiali- sia dell’Esercito Italiano sia dei Carabinieri- e il Comando Artiglieria e Ispettorato dell’Arma:

la prima custodisce, nel “Tempio della Gloria” di Palazzo Ducale la lapide bronzea della Medaglia d’oro al V.M. concessa all’Arma di Artiglieria per il suo valore, la sua perizia, il suo sangue prodigati nella 1^ Guerra Mondiale;il secondo con i decreti di conferimento delle decorazioni alla Bandiera relativi alla 1^ Guerra Mondiale e alla Guerra d’Etiopia del 1935, mostrati al seminario di Artiglieria del maggio 2016.

Ad abundantiam, nel frattempo è giunta la risposta della Segreteria della Reale Casa di Savoia ad una mia richiesta- sempre in merito al motto- che avevo inoltrato il 29 set. 2016 a S.A.R. Amedeo di Savoia, 5° Duca d’Aosta, nella considerazione che la tradizione sabauda prevedeva che il primogenito del Duca fosse Artigliere, come lo furono S.A.R. Emanuele Filiberto, il Comandante dell’Invitta 3^ Armata, che da Colonnello aveva comandato il 5° Reggimento Artiglieria e Suo figlio S.A.R. Amedeo II di Savoia, l’Eroe dell’Amba Alagi, che si arruolò a 16 anni volontario nella 1^ Guerra Mondiale come Artigliere e successivamente, nel 1931, comandò il 23° Reggimento da Campagna con sede a Trieste.

Per la verità Sua Altezza Reale, con biglietto a Sua firma, mi aveva già risposto l’8 ottobre da San Rocco dicendo di non potere, al momento, essermi d’aiuto per vari motivi di trasloco, essendo il suo archivio depositato in casse a Firenze, al momento di difficile consultazione. Pur tuttavia la ricerca non e stata messa da parte e il 12 febbraio ho avuto la bella sorpresa di avere altra autorevole risposta circa il motto, come riportato nella lettera sottostante.

Concludo auspicando che la Presidenza Nazionale A.N.Art.I. torni, senza indugiare oltre, alle origini. E poi mi chiedo: nel 2018 ricorre il centenario della Vittoria della Grande Guerra. Con quale faccia noi Artiglieri d’Italia celebreremo sul Piave la Battaglia del Solstizio, al cospetto dei nostri Cauti ed Eroi? col motto sbagliato? Il Decreto riproposto dal Comando Artiglieria, la Lapide dell’Accademia Militare e la risposta della segreteria del Duca d’Aosta docent.

Gen. Luigi Ghezzi

Delegato. A.N.Art.I. Piemonte e Valle d’Aosta

 

San Giuseppe, vetrina del Monferrato

Quest’anno l’entrata della settantunesima edizione della Mostra regionale di San Giuseppe sarà contraddistinta da una bellissima esplosione floreale, simbolo della primavera imminente. Nei giorni scorsi i Vivai Varallo e Coniolo Fiori hanno curato un bellissimo ingresso che accoglierà i visitatori dalle 18 di venerdì 17 marzo quando come tradizione sarà tagliato il nastro della principale manifestazione casalese (e non solo9 sino a domenica 26 marzo.

L’evento sarà ancora una volta l’occasione per “mettere in vetrina” Casale, il Monferrato, il suo tessuto socio – economico, le tante peculiarità di un territorio che è a cavallo tra più province e due Regioni, Piemonte e Lombardia, ricche di potenzialità per il futuro e di ricordi del passato”, sottolinea Carlo Manazza, della Manazza Gefra di Cassolnovo (Pavia), società specializzata in allestimenti fieristici, che organizza da anni la Mostra, evidenziando che “anche per questa edizione il tutto esaurito degli espositori è stato raggiunto con un ampio anticipo, come in passato.

Un ringraziamento, infine, all’Amministrazione Comunale per avere rinnovato la fiducia alla nostra impresa nell’organizzare l’evento. Un ringraziamento anche ad Amc Energia ed al suo Presidente Anselmo Villata, per avere creduto nuovamente nelle potenzialità della Fiera, confermandone la sponsorizzazione”. Invece il sindaco Titti Palazzetti commenta: Anche quest’anno gli stand sono numerosissimi e questo, in un’epoca sempre più caratterizzata dagli acquisti online e dalle transazioni a distanza, significa che c’è ancora un grande bisogno di relazionarsi tra le persone, di quei rapporti basati su rispetto, condivisione e stima tipici della provincia che rappresentano la vera forza della San Giuseppe, oggi come ieri”. L’edizione 2017, al PalaFiere nel Quartiere Fieristico della Cittadella vedrà l’ingresso gratuito per tutti i visitatori ed il percorso obbligato a giorni alterni. Quest’ultimo accorgimento consentirà a tutti i visitatori di prestare la necessaria attenzione a tutte le proposte innovative che verranno presentate dagli espositori nei vari settori merceologici. Un punto “catalizzatore” nell’arco del percorso mostra, sarà la Piazzetta del Gusto, attorno alla quale ci saranno un nutrito numero di alimentaristi con un’offerta enogastronomica da tutta Italia.. E poi c’è il ritorno di un “unicum” nell’ambito delle manifestazioni fieristiche. Si tratta di “Arteinfiera”, esposizione di arte ed artisti contemporanei in uno spazio appositamente dedicato, momento nato 23 anni orsono da un’idea dell’artista e critico d’arte Piergiorgio Panelli, che ancora oggi ne tira la fila Il ricco calendario di momenti collaterali prevede ogni sera un appuntamento, a partire da stasera con l’iniziativa a cura della Croce Rossa Italiana, alle 21. Domenica, giorno di San Giuseppe, il programma è piuttosto ricco ed inizia con la Santa Messa in fiera, alle ore 11.30, che vorrà essere un momento di riflessione e di celebrazione eucaristica. Alle 15, invece, si terrà la sesta edizione del “Festival Canoro di San Giuseppe” a cura della Pro Loco Casale e, dalle 19, l’esibizione del Fantasy Circus. Lunedì 20 prevede, alle ore 18, una Conferenza a cura della Misericordia di Casale Monferrato e, alle 21, una Conferenza a cura delle Consulte.

Massimo Iaretti

La mostra rimarrà aperta con il seguente orario

Feriali: dalle ore 18 alle 23

Sabato: dalle 15 alle 23

Domenica 19 marzo: dalle 11 alle 23

Domenica 26 marzo: dalle 11 alle 21

 

 

“Omaggio a Franca Rame” all’Auditorium di Rivalta


Il nuovo Auditorium di Rivalta (To), intitolato a Franca Rame, prende vita: domenica 19 Marzo, alle 16.00 nella sala di viale Cadore, l’inaugurazione.
E la scelta dello spettacolo – promosso da Assemblea Teatro –  per celebrare l’evento non poteva essere che quello dedicato alla grande attrice, indimenticabile compagna d’arte e di vita del “sommo giullare”, Dario Fo. “Franca. Omaggio a Franca Rame” del Collettivo Artistico “Realisti Visionari”,raccoglie tre storici monologhi quali “Una donna sola”, “Abbiamo tutti la stessa storia”, “Lo stupro”, ed è uno spettacolo che rivolge lo sguardo verso il cuore e l’anima della grande interprete e autrice, esempio di donna combattiva sul fronte delle battaglie per i diritti civili. Si tratta di uno studio portato avanti per anni da Roberta La Guardia, su una delle figure più importanti e carismatiche del panorama teatrale del ‘900. Il tutto si è concretizzato in una messa in scena forte, delicata e sensibile, su di un tema quanto mai attuale quale la violenza sulle donne. Lo spettacolo giunge a Rivalta dopo i successi in Italia e all’estero, dove è stato rappresentato,tra l’altro,  a Liverpool e Manchester. Uno spettacolo dal sapore internazione quindi, per inaugurare la nuova sala di Viale Cadore, intitolata ad una figura di spicco dell’universo teatrale, in Italia e nel Mondo. Roberta La Guardia, giovane interprete e regista è reduce da numerose esperienze, in Italia e all’estero. Nel 2014 l’incontro con Dario Fo e Iacopo Fo, che autorizzarono ufficialmente la realizzazione dello spettacolo.

M.Tr.