Ieri in tarda serata è divampato un incendio a Pianezza, nella zona di corso Vercelli. A bruciare un’azienda di smaltimento rifiuti, dove erano presenti grossi quantitativi di materie plastiche e carta. Diverse squadre dei vigili del fuoco sono intervenute per domare le fiamme che rischiavano di toccare le case circostanti. Una gigantesca nube di fumo si è sprigionata dall’incendio.
Il progetto di Stalker Teatro , Metropolitan Art, è realizzato in collaborazione con il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli per avvicinare il pubblico all’arte contemporanea, e giunge alla sua seconda edizione. Dal 10 al 25 giugno il pubblico viene accompagnato, con i bus, attraverso sei percorsi turistico-culturali. La prima tappa è il Castello di Rivoli; la seconda il quartiere Le Vallette, nato negli anni 50 per opera di un pool di grandi architetti, per ospitare gli immigrati venuti dal sud per lavorare in fabbrica, con edifici oggi ‘storici’ simboli dell’architettura dell’epoca; la terza le Officine Caos. Qui, nel teatro di Stalker Teatro i visitatori assistono allo spettacolo ‘Reaction’. L’evento è sostenuto da Intesa Sanpaolo e Regione Piemonte.
Gli schermi saranno attivi fin dal mattino e verranno installati in Piazza San Carlo e al Parco Dora in occasione della finale di Champions fra Juventus e Real Madrid in programma sabato 3 giugno al Millenium Stadium di Cardiff. “Tutti insieme assisteremo a questo grande evento sportivo – dice la sindaca
Chiara Appendino – e prevediamo tantissime persone: sono certa che ognuno di noi farà il massimo per fare di questo appuntamento una grande festa di tifo e civiltà”.
(foto archivio il Torinese)
Le immagini del celebre fotografo sono state messe a disposizione dal Comune di Tricarico e dal Centro di documentazione “Scotellaro” in occasione del Salone del Libro di Torino
Resterà aperta fino al prossimo 2 giugno la mostra fotografica “LA LUCANIA DI HENRI CARTIER-BRESSON. 1951-1952, 1973” inaugurata a Torino lo scorso 18 maggio nell’ambito delle iniziative fuori Salone organizzate dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 per il XXX Salone Internazionale del Libro di Torino. L’esposizione, ospitata presso la Cripta della Chiesa di San Michele Arcangelo in Via Giolitti 44, è promossa dal Centro di documentazione “Rocco Scotellaro” e dal Comune di Tricarico (MT), con il patrocinio della Città di Torino.
Ad inaugurare la mostra – nella quale sono esposte 26 fotografie di Henri Cartier-Bresson, da lui donate al Comune di Tricarico nel 1985 tramite Rocco Mazzarone, nel ricordo del giovane poeta e intellettuale lucano Rocco Scotellaro, che il fotografo aveva conosciuto nel suo primo viaggio in Basilicata – sono stati la dott.ssa Carmela Biscaglia, direttrice del Centro “Scotellaro”, Pancrazio Tedesco, Assessore alla cultura del Comune di Tricarico, Aurelia Sole e Paolo Verri, Presidente e Direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019, Stefano Benedetto e Francesco De Biase della Direzione Cultura, Educazione e Gioventù del Comune di Torino.
Il corpus fotografico si completa con un testo di commento dello stesso Mazzarone, il quale aveva accompagnato il fotoreporter nei suoi due soggiorni in Lucania nel 1951-1952 e nel 1973, corrispondenti alle due fasi cruciali della storia regionale del XX secolo. Fu il geniale imprenditore piemontese Adriano Olivetti, vice presidente dell’Unrra Casas e presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, giunto a Matera nel 1950, ad invitare Cartier-Bresson a collaborare con la “Commissione per lo studio della città e dell’agro di Matera”, a cui aveva dato vita e che dal 1951 al 1952 elaborò analisi complete sulla città in previsione di interventi urbanistici per la popolazione sfollata dai Sassi, di cui resta esemplare il borgo rurale La Martella, progettato da Ludovico Quaroni.
Nel primo reportage fotografico, che si ascrive all’itinerario umano, professionale e artistico di Cartier-Bresson confluito nel volume del 1955 Les Européens, egli coglie, con grande rispetto degli uomini e dei luoghi, la Lucania di Carlo Levi con particolare riferimento alla città di Matera nelle due articolazioni del Piano e dei Sassi, e alle dure condizioni di vita della popolazione lucana specie in Val d’Agri. Tornando in Lucania a vent’anni di distanza, Cartier-Bresson avrebbe ritratto una realtà economica e sociale profondamente cambiata, anche per effetto dei nuovi insediamenti industriali nella valle del Basento, ove erano stati scoperti giacimenti di metano. Con la sua Leika fissò dighe e strade in costruzione, il ponte Musmeci di Potenza (oggi monumento dichiarato di interesse storico dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali), le nuove colture nel Metapontino, il contrasto tra vecchi e nuovi costumi, la mescolanza di miti pagani e tradizioni cristiane, la compresenza di strumenti di lavoro arcaici e l’introduzione degli elettrodomestici. Fissò pure le nuove masse di giovani delusi nelle loro aspirazioni lavorative e pronti ad un rinnovato esodo migratorio verso le regioni industrializzate del Nord, una classe dirigente che continuava a distribuire favori, sindacati deboli e partiti politici che altro non erano che “aggregati di famiglie e di clientele migranti, – come scrive Mazzarone – dal momento che le grandi decisioni continuavano ad essere compiute altrove”.
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FINO AL 2 GIUGNO A TORINO LA MOSTRA “LA LUCANIA DI HENRI CARTIER-BRESSON. 1951-1952, 1973”
La programmazione strategica di Finpiemonte consentirà di sbloccare 100 milioni per le piccole e medie imprese. Le commissioni del Consiglio regionale hanno infatti votato a maggioranza la proposta di deliberazione nel quadro della programmazione regionale per il triennio 2017-2019 in relazione alla qualifica di intermediario finanziario iscritto all’Albo unico di Banca d’Italia.
Una boccata di ossigeno che si traduce in risorse e nuovi strumenti finanziari derivanti dalla funzione di intermediazione della finanziaria regionale .
“La delibera – spiegano in Regione – è stata approvata con alcuni emendamenti che tengono conto delle consultazioni con le associazioni che rappresentano le imprese del territorio. Tra questi anche un emendamento dell’opposizione da parte del gruppo M5s volto a favorire le iniziative a favore dell’ambiente”.
Gli altri emendamenti hanno meglio esplicitato la possibilità di supportare le nuove imprese, quella che tra i beneficiari vi sono anche le microimprese, oltre il ruolo di confidi nella nuova Finpiemonte.
L’arte di conservare il contemporaneo
“L’arte di conservare il contemporaneo: servizi e punti di vista a confronto”. Il 6 giugno alle 21.00 incontro aperto al Circolo dei Lettori Con questo titolo l’innovativo servizio per l’arte “Project MARTA – Monitoring Art Archive” si presenta come organizzatore, al Circolo dei Lettori, di una serata divulgativa che si terrà di fronte al pubblico in Palazzo Graneri della Roccia, il prossimo 6 giugno alle ore 21
Relatori, oltre alla dott.ssa Benedetta Bodo di Albaretto, conservatrice dei beni culturali e fondatrice di Project MARTA, il prof. Francesco Poli, storico dell’arte, docente ed esperto del mercato dell’arte contemporanea, il dott. Antonio Rava, restauratore e docente specializzato in arte contemporanea e l’artista Giorgio Griffa. Dopo l’incontro del 15 marzo a Palazzo Bricherasio, in collaborazione con l’assicurazione per l’arte BROSEL s.p.a., rivolto specificatamente al mondo dei collezionisti, e la presentazione del progetto a Reggio Emilia, lo scorso 20 maggio, promossa dal laboratorio di restauro Vicolo Folletto, Project MARTA torna così alla sua vocazione principale di divulgazione e sensibilizzazione sulla tutela delle opere d’arte contemporanee, spesso di difficile gestione per quanto riguarda la movimentazione, la tutela e gli eventuali interventi manutentivi. Project MARTA – Monitoring Art Archive è infatti un servizio innovativo per la sua impostazione: si tratta di un archivio di schede tecniche sviluppate sulla base di un’intervista diretta all’artista, che accompagnano l’opera nei vari passaggi di proprietà in modo da rendere disponibile costantemente un identikit utile a tutti gli operatori del settore che possano entrarne in contatto. La scheda tecnica viene realizzata sulla base di uno studio specifico sulla linea artistica dell’autore, con un confronto diretto ed il reperimento di tutte le informazioni utili per realizzarne un’approfondita analisi, che viene ulteriormente ampliata con la collaborazione di specifiche figure specializzate in restauro e gestione dei materiali utilizzati, che hanno aderito al progetto in qualità di consulenti.
«La finalità di Project MARTA – dichiara la fondatrice Benedetta Bodo di Albaretto – è quella di rendere accessibile a tutti uno strumento snello ma completo di tutela delle opere nella propria collezione, che per molti sono anche un investimento. Una “best practice” standardizzata ma definita nello specifico sul singolo caso, che costituisce un valore aggiunto come documentazione di un’opera, redatto in un momento in cui non c’è un’emergenza manutentiva ed in cui, quindi, si può operare più serenamente e lucidamente». L’incontro al Circolo dei Lettori, inserito nel calendario del circolo di via Bogino 9, sarà il primo appuntamento principalmente divulgativo. «Abbiamo voluto – spiega Benedetta – che il servizio per realizzare la scheda tecnica fosse legato solo alla consapevolezza dei collezionisti della necessità di dare qualche regola e informazione in più nell’ambito dell’arte contemporanea, spesso molto “fluido”. Non abbiamo quindi stabilito una quotazione minima per gli artisti, o le opere, da prendere in analisi e stiamo portando avanti un discorso che speriamo possa divenire un punto di riferimento per l’intero settore: anche per questo motivo, , abbiamo reso disponibile a tutti un archivio di abstract delle schede vere e proprie, un riassunto delle interviste che svolgiamo con gli artisti “ripulito” di tutti i dati sensibili o eccessivamente tecnici, che rimangono invece a disposizione solo dei diretti interessati». L’invito a partecipare è quindi rivolto a tutti, non solo a collezionisti, galleristi o esperti nel settore.
Alla Partita del Cuore ha vinto la comunità della solidarietà, che ha lanciato un messaggio straordinario. La cosa più bella per me è stata l’emozione dei vincitori del concorso “Un cuore rap”, che hanno avuto la possibilità di esibirsi davanti al pubblico dello Juventus Stadium. Abbiamo saputo coniugare il talento con l’opportunità, ma soprattutto abbiamo dimostrato che la politica e le istituzioni possono mettersi in sintonia con il linguaggio dei giovani, per spiegare insieme che la solidarietà è la base comune e imprescindibile per vivere in una grande comunità. E questa sera la solidarietà si è anche coniugata con l’attività fisica, la ricerca, la prevenzione, temi su cui stiamo lavorando molto come Consiglio regionale attraverso gli Stati Generali dello Sport e del benessere e la Consulta Giovani”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Laus, che il 30 maggio allo Juventus Stadium ha tirato il calcio di inizio alla Partita del Cuore e ha premiato i giovani vincitori del concorso “Un cuore rap”, bandito dagli Stati Generali dello Sport con la Consulta Giovani dell’Assemblea legislativa.“Una bellissima manifestazione – ha commentato Giorgio Bertola, consigliere delegato alla Consulta Giovani – che ha abbinato lo sport e l’attività fisica con la solidarietà, un’iniziativa realizzata in collaborazione con la Consulta giovani e le scuole per veicolare valori della solidarietà, della salute, dell’attività fisica”.Sul prato dello Juventus Stadium si sono esibiti Massimo Pellegrino, dell’istituto comprensivo Beppe Fenoglio di Bagnolo Piemonte (Cn), vincitore del primo premio per le scuole medie con una toccante canzone dedicata a Stefano, un compagno di scuola che quest’anno ha vinto la partita più importante, quella con la vita, e Andrea Colonese, dell’istituto Erasmo da Rotterdam di Nichelino (To), che si è aggiudicato il primo premio per le scuole superiori con una canzone di ottimismo e speranza dal titolo “Tutto può cambiare per un cuore rap”. I giovani vincitori sono stati premiati dal presidente Laus, e da Tommaso dei Perturbazione e Gino Latino, della Nazionale Cantanti, che hanno fatto parte della giuria del concorso.
EM – www.cr.piemonte.it
Bus in fiamme in via Pietro Micca
Questa mattina, a causa di un guasto al motore, un bus della linea 56 è andato in fiamme in via Pietro Micca. L’autista è riuscito a fermare il mezzo e tutti i passeggeri, anche se spaventati, sono riusciti a uscire illesi. L’intervento dei vigili del fuoco ha debellato l’incendio poco dopo.
I campionati italiani di Karate Tradizionale
La Città di Casale Monferrato ospiterà, sabato 10 giugno e domenica 11 giugno prossimi, al Palazzetto dello Sport “Paolo Ferraris”, la fase finale dei campionati italiani di Karate Tradizionale della Federazione Italiana di Karate Tradizionale (FIKTA), che raccoglie nelle sue fila oltre 500 società, 25.000 iscritti e 1.000 tecnici, che fanno riferimento agli insegnamenti del Maestro Hiroshi Shirai, al cui competente ed appassionato insegnamento si deve lo sviluppo del Karate tradizionale in Italia.
L’Associazione Sportiva Yudanshakai Casale, diretta dal Maestro Valerio Polello, dopo aver organizzato due edizioni dei campionati italiani nel 1999 e nel 2002, una edizione dei campionati europei nel 2009, tre edizioni del Trofeo Topolino e la prima edizione nazionale del Trofeo Kenshin Bobo per bambini e ragazzi, per la terza volta ha ricevuto l’incarico di organizzare i campionati italiani, alla cui organizzazione dell’edizione 2017 daranno il loro fattivo apporto le scuole di karate tradizionale Yudanshakai San Salvatore e Sanyukai Valmacca, dirette dagli allievi del maestro Polello, Emanuele Berrone e Andrea Billitteri. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comune di Casale Monferrato, e costituirà, oltre che un avvenimento sportivo di rilievo nazionale, un’importante occasione di promozione della pratica del karate tradizionale ed un importante richiamo turistico per la città ed il Monferrato, quest’anno insignito del prestigioso riconoscimento di European Community of Sport. Si attendono, per i due giorni di manifestazioni, oltre 500 presenze tra atleti, accompagnatori, arbitri, ufficiali di gara e autorità federali, che avranno modo di visitare la città e conoscere l’ospitalità del territorio casalese e della zona.Per tutta la durata della manifestazione, durante la quale si svolgeranno le finali di kata, kumite, fukugo ed enbu, con 50 categorie di gara, individuali e a squadre, l’ingresso al Palasport Paolo Ferraris è libero e gratuito.
La gara sportiva si svolgerà in due giornate, con inizio dalle ore 9,30 di sabato 10 giugno. Nella prima giornata sono previste le gare, maschili e femminili, di Kata individuale, per le categorie cadetti, speranze, juniores e seniores, di kata a squadre, di fukugo, di kumite individuale della categoria cadetti e di enbu. Di particolare richiamo le finali di ciascuna categoria, che si svolgeranno a partire dalle ore 16. La seconda giornata, domenica 11 giugno, sarà dedicata al Kumite, con lo svolgimento delle prove individuali maschili e femminili per le categorie speranze juniores e seniores, a cui faranno seguito le prove di kumite a squadre. Le finali delle prove individuali sono previste per le ore 12 Il supporto in tutte le fasi della manifestazione sarà curato dai volontari del gruppo di genitori Yudanshakai, la cui indispensabile collaborazione ha sempre garantito la perfetta ed apprezzata riuscita delle manifestazioni casalesi. L’appuntamento di giugno assume un ulteriore particolare significato per la Yudanshakai Casale, in quanto rappresenterà l’occasione per salutare e ringraziare Chiara Polello, l’atleta che quest’anno conclude, per raggiunti limiti di età, una carriera agonistica che l’ha vista protagonista a tutti i livelli, vincitrice di una serie ininterrotta di titoli italiani e culminata nel prestigioso titolo di campionessa del mondo a Davos nel 2004, in un’edizione che aveva registrato la partecipazioni di atleti di 25 nazioni di tutti i continenti. Durante tutta la sua attività agonistica Chiara Polello ha sempre gareggiato come rappresentante della scuola casalese, a cui ha regalato tante emozioni, ed ha testimoniato l’esempio da imitare per tutti i praticanti di karate tradizionale.
Massimo Iaretti
Il gene del delitto
La teoria genetica del delitto viene indagata in profondità alla luce delle teorie post lombrosiane dall’avvocato penalista del Foro di Milano Alessandro Continiello
Esiste una teoria genetica del delitto? Effettivamente parrebbe proprio di sì, tanto che è nata una branca della criminologia detta ” criminogenesi”, che studia l’insieme delle tendenze di origine genetica o ambientale che possono indurre un individuo o un gruppo di persone a compiere comportamenti antisociali e violenti. Sul tema è da poco uscito l’affascinante volume scritto dall’avvocato del Foro di Milano Alessandro Continiello, dal titolo “Il gene del delitto. Indagini neuroscientifiche e teorie post lombrosiane”( editore Antonio Stango). L’avvocato Alessandro Continiello, dopo aver frequentato la prestigiosa Scuola Militare Nunziatella di Napoli, ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi in diritto penale. Ha maturato significative esperienze nel settore legale/criminologico, nelle relazioni internazionali e di studio nel settore della sicurezza, intelligence e cyberwarfare. Relatore a corsi sull’analisi della scena del crimine, ha partecipato a programmi radiofonici e televisivi, italiani e esteri nelle materie di sua competenza. È anche autore di pubblicazioni nazionali/internazionali in diritto penale, diritto processuale penale, criminologia, intelligence, terrorismo e sicurezza. Nel 2016 ha pubblicato per Lemma Press “Processo alla legittima difesa. Profili criminoogici e vittimologici” e “L’uso legittimo delle armi. La scriminante per pubblici ufficiali e gli operatori di polizia”.
“Il libro cerca di spiegare il movente – afferma l’autore Alessandro Continiello – ancora ignoto, comune denominatore nella perpetrazione di questi reati. Se esistesse veramente una “mano invisibile”, capace di incidere sulla capacità d’intendere e di volere, sulla imputabilità e colpevolezza, lo stesso concetto di libero arbitrio verrebbe inevitabilmente minato. Il neuro-diritto è la nuova fonte di studio e di ricerca. Nel testo, attraverso un excursus storico della concezione del delitto, vengono passate in rassegna le teorie di Lombroso sino all’analisi delle ultime scoperte neuroscientifiche e genetiche. A corollario una rassegna giurisprudenziale, con un focus su due note sentenze, e l’analisi di casi reali. Ad impreziosire il lavoro sono i contributi e le osservazioni, lasciate nelle lingue madri e contenute in premessa e prefazione, di autorevoli professori italiani e esteri”.
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“Ho voluto scrivere un testo su tale tematica – spiega l’avvocato Continiello – per deformazione professionale ed interesse culturale; mi ha da sempre affascinato scrutare nel profondo dell’essere umano per comprendere o, meglio, cercare di comprendere, qual sia il motivo che spinge un essere umano a perpetrare gravi delitti. Faccio presente che il “motivo” può non combaciare con il cosiddetto movente: una persona può commettere delitti, ad esempio, contro il patrimonio, quali la truffa, l’usura o la ricettazione per mero arricchimento; o “contro la persona”, per vendetta, ovvero come semplice conseguenza o danno collaterale nella commissione dei reati suindicati. Ma mi sono sempre chiesto cosa alberga nell’animo umano quando si uccide, ad esempio, una persona con particolari modalità efferate”.
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“Purtroppo non esiste una risposta univoca a questo dilemma – afferma Continiello -. Nel senso che ogni caso va analizzato nella sua singolarità. Può accadere che l’autore del reato sia incapace di intendere e di volere ad esempio; oppure che nelle indagini o nel corso del processo, si acclari il movente. Ma si può condannare una persona, responsabile del delitto oltre ogni ragionevole dubbio, anche se il movente non è stato scoperto e solo supposto: molti casi giudiziari richiamati dalla cronaca lo hanno evidenziato”. “Nel mio libro, alla luce di quanto evidenziato – prosegue l’autore – ho in primis compiuto un excursus storico del delitto soffermandomi, successivamente, sul concetto (giuridico ovviamente, perché io sono un avvocato e non un medico) della capacità di intendere e di volere. Non potevo esimermi dal citare, in un capitolo, il dottor Lombroso e le sue teorie: questo mi è servito da viatico per giungere al cuore del testo, ossia il richiamo e l’esplicazione degli studi nazionali e internazionali delle neuroscienze e della genetica, che stanno cercando di trovare un comune denominatore nei soggetti inclini alla violenza. Il libro ha una visione di insieme traversale, abbracciando differenti punti di vista (neuro-etica, psicologia, psichiatria, filosofia, diritto) ed è impreziosito da contributi autorevoli di professori italiani e esteri”.
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“Il libro è rivolto – conclude Alessandro Continiello – come si suole dire, “omnibus a tutti. Ritengo, sommessamente, che la divulgazione scientifica e la cultura debbano essere fruibili da tutti e non solo dai c.d. addetti ai lavori. Credo possa essere interessante per chi esercita la professione medica, legale e criminologica o solamente per chi ha desiderio di conoscere meglio questa materia. I libri che ho avuto modo di scrivere hanno sempre avuto questa impronta, anche per l’oggetto degli stessi. Trattando, ad esempio, il tema della legittima difesa, non mi sono limitato all’istituto in esame, ma ho esteso la ricerca agli aspetti criminologici e vittimologici. Medesima cosa compiuta con questo testo: una visione interdisciplinare d’insieme ed un approfondimento di alcune tematiche. Buona lettura a tutti coloro che volessero acquistarlo (su Amazon)”.
Mara Martellotta