Capita raramente di vedere riuniti in una sola volta i più importanti capolavori di un artista o di un movimento. Torna in vita, attraverso il revival medievale, un passato favoloso e remoto
La mostra dei Preraffaelliti è certamente una delle più belle dell’ anno per quantità e soprattutto per qualità dei dipinti esposti. Capita raramente di vedere riuniti in una sola volta i più importanti capolavori di un artista o di un movimento. Infatti spesso ne troviamo, tra le tante opere presenti nelle rassegne, solo alcune delle più famose e conosciute che appartengono all’immaginario collettivo tanto da diventare mito.
In questo caso invece abbiamo la fortuna di colloquiare con le massime espressioni di una confraternita di metà ottocento che ha rappresentato un’avanguardia del tutto singolare in quanto, pur figurativa, tradizionale nella stesura del colore e nel trattare temi religiosi, storici, mitologici, ha acceso uno spirito di verità e quotidianità riportando in vita, attraverso il revival medievale, un passato favoloso e remoto come se appartenesse alla propria epoca.
Un viaggio seducente in Palazzo Chiablese ripercorrendo le vicende umane ed artistiche di Dante Gabriel Rossetti, William Hunt, Jon Everet Millais e altri confratelli prestigiosi. Sedotti da “ Proserpina” splendida Jane Burden Morris nel simboleggiare il parallelo tra mito e vita, affascinati da “ Monna Vanna”, commossi da “ Beata Beatrix” diafana Elizabeth Siddal sospesa tra cielo e terra, dalla dimessa Cristina di “ ecce ancilla Domini”, inebriati dal lussureggiante profluvio di vegetazione di “ Ofelia” ce ne torniamo a casa soddisfatti da una mostra che ha ottenuto lo scopo di far comprendere esaurientemente la poetica e la tecnica della P R B attraverso la Bellezza.
Giuliana Romano
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