Molte delle aziende sopravvissute, senza un congruo adeguamento del prezzo del latte alla stalla, rischiano di chiudere nei prossimi mesi
La crisi che stanno attraversando le aziende del settore latte è stata al centro della recente manifestazione al mercato del bestiame organizzata dalla Cia, la “La marcia delle Vacche”, che si è svolta il 7 marzo a Carmagnola e ha registrato la partecipazione di un migliaio di persone. E’ un drammatico dato di fatto che molte delle aziende sopravvissute, senza un congruo adeguamento del prezzo del latte alla stalla, rischiano di chiudere nei prossimi mesi. I compensi agli allevatori hanno subito una riduzione fino al 30% rispetto allo scorso anno e si attestano su valori addirittura inferiori a quelli di venti anni fa. Inoltre, incidono il blocco delle esportazioni verso la Russia, la fluttuazione degli acquisti dall’Oriente, l’aumento della produzione di latte in Europa e le logiche commerciali che, dal prossimo mese, puntano ad un ulteriore ribasso del 10% prezzo del latte alla stalla.Al momento di incontro e dibattito successivo al corteo sono intervenuti, accanto al presidente nazionale della Cia Dino Scanavino, l’Assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, il Vice Ministro dell’agricoltura Andrea Olivero, il vicepresidente della commissione Agricoltura alla Camera Massimo Fiorio, i presidenti regionali della Cia di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. E’ stato inoltre presentato un documento di richieste della Cia per uscire dalla crisi. Questi i punti:
1- Rendere immediatamente disponibili le risorse del “Fondo Latte” per la ristrutturazione dei debiti e per la crescita di liquidità delle imprese.
2- Erogare al più presto i 25 milioni di euro, aiuti eccezionali, erogati dalla UE.
3- Utilizzare le risorse del superprelievo (fondo Zaia), ora assegnato alle Regioni, per interventi tempestivi a sostegno delle imprese.
4- Sospendere il pagamento degli oneri previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti nel settore.
5- Eliminare i vincoli “di qualità” nel pagamento degli “aiuti accoppiati”, per assegnarli a tutti gli allevatori. Nei prossimi anni occorre accrescere la percentuale di aiuti accoppiati nel primo pilastro della Pac.
6- Semplificare e potenziare gli strumenti di gestione del rischio e di stabilizzazione del reddito, legandoli direttamente alle dinamiche dei prezzi dei prodotti ed alle crisi dei mercati.
7- Accrescere il valore del “de minimis” agricolo almeno fino a 50.000 euro.
8- Rafforzare le norme sull’etichettatura dei prodotti lattiero caseari con l’indicazione del Paese d’origine e promuovere efficacemente il latte italiano, in Italia ed all’estero.
9- Favorire la contrattazione collettiva con regole chiare e procedure più trasparenti collegate alla politiche di qualità ed agli effettivi costi di produzione.
Massimo Iaretti
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