Per la prima volta un cuore prelevato ad Atene è stato trapiantato a 1.600 chilometri di distanza, all’ospedale Molinette di Torino, senza che il suo battito venisse mai interrotto.
Nel quarantesimo anniversario del primo trapianto di cuore eseguito in Italia, è stata così superata una nuova frontiera: l’organo non solo è rimasto battente durante il trasporto, ma ha continuato a battere anche durante l’intero intervento di impianto. È quanto avvenuto pochi giorni fa al Centro Trapianti di Cuore e di Polmone dell’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino. Incredibilmente, il cuore ha ripreso a pulsare già in Grecia, è stato mantenuto attivo per tutto il viaggio e non è mai stato fermato, nemmeno mentre veniva inserito nel torace del ricevente, per un totale di circa otto ore. Una rivoluzione che permette di superare i limiti imposti dall’ischemia: grazie alla perfusione continua garantita dalla macchina OCS Heart (Transmedics), il cuore non subisce più danni da mancanza di sangue, superando così il tradizionale limite delle quattro ore di ischemia massima.
La segnalazione della donatrice, ricoverata in un ospedale di Atene, è arrivata dal Centro Nazionale Trapianti e dal Centro Regionale Trapianti del Piemonte al Centro Trapianti di Cuore della Città della Salute di Torino. Un’équipe delle Molinette – composta dalla dottoressa Erika Simonato, dal dottor Matteo Marro, dal professor Andrea Costamagna e dalla dottoressa Domitilla Di Lorenzo – è partita da Torino nel tardo pomeriggio e ha raggiunto la capitale greca con un jet privato. Intorno a mezzanotte è iniziato il prelievo. Una volta inserito nella macchina di perfusione, il cuore è stato riattivato e mantenuto battente per tutto il percorso verso Torino.
Nel frattempo, un paziente 65enne affetto da una grave cardiomiopatia dilatativa post-infartuale, in attesa di trapianto da circa un anno, è stato preparato in sala operatoria. Al suo arrivo, il cuore continuava a battere nella macchina di perfusione da circa sei ore. Il ricevente, già in circolazione extracorporea e con il cuore malato rimosso, ha potuto ricevere l’organo senza che questo venisse mai arrestato: il cuore nuovo è stato collegato direttamente al sistema di circolazione extracorporea del paziente, mantenendo la perfusione e il battito fino al completo impianto.
L’intervento, eseguito con successo dal professor Massimo Boffini, dal professor Antonino Loforte e dalla dottoressa Barbara Parrella, con la collaborazione dell’anestesista Rosetta Lobreglio, è stato completato con il cuore che batteva naturalmente, prima tra le mani dei chirurghi e poi nella sua sede definitiva, all’interno del cavo pericardico. Il decorso post-operatorio è stato regolare e il paziente è stato trasferito dalla Terapia Intensiva al reparto di degenza ordinaria dopo pochi giorni.
Questo trapianto rappresenta un traguardo di enorme rilievo, riducendo lo stress dell’organo prima dell’impianto e aprendo prospettive prima impensabili per la trapiantologia moderna.
“La straordinaria competenza dei nostri professionisti ha reso possibile un intervento che segna una nuova frontiera nei trapianti di cuore, confermando ancora una volta il valore e l’eccellenza della Città della Salute e della Scienza a livello europeo”, ha dichiarato il Direttore generale CDSS, Livio Tranchida.
“Ancora una volta, il Sistema Trapianti della Regione Piemonte si colloca ai vertici italiani ed europei, con un trapianto di eccezionale complessità tecnico-organizzativa. Un’ulteriore conferma del ruolo di CDSS come IRCCS Trapianti”, ha aggiunto l’Assessore alla Sanità regionale, Federico Riboldi.
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