Meisino: “I cantieri non rispettano gli alberi”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Su La Repubblica del 13 marzo 2025 è stata pubblicata un’intervista a Roberto Saini, già Presidente e ora
Commissario dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese (Ente Parco) intitolata “Sul Meisino
sbagliato protestare ancora – Il piano migliorato è green”.

Buona parte delle affermazioni di Saini non sono veritiere. Come abbiamo denunciato nella conferenza
stampa tenuta al Campus Einaudi lunedì 17 marzo, non ci è stato possibile esercitare il diritto di replica: il
giornale l’ha condizionato al rilascio di una dichiarazione circa la presenza di membri di collettivi politici nel
nostro comitato, fatto che nulla c’entra con le asserzioni di Saini che intendevamo smentire.

Martedì 19 marzo al Meisino è avvenuto un nuovo fatto molto grave che documentiamo con fotografie, e
abbiamo avuto l’ennesima prova dell’assoluta negligenza dell’Ente Parco, che non vigila sull’esecuzione dei
lavori. Un carico di terra di scavo di parecchi metri cubi è stato sversato proprio sotto il grande pioppo
centenario antistante la tettoia, identificato con il n. 2365; la terra è stata poi compattata a formare un
blocco, con passaggi ripetuti delle ruspe, compromettendo la sopravvivenza dell’albero. Ovviamente tale
operazione non è prevista dal progetto, che sulla carta è il trionfo delle buone pratiche ecologiche. La realtà
è tutt’altra.

Il pioppo in questione, così come quello che si trova dietro la tettoia, è definito “monumentale” a pag. 38
della Relazione Tecnica allegata al Progetto Esecutivo del Parco dello Sport e dell’Educazione Ambientale. Ciò
dimostra che anche i progettisti si sono resi conto del suo pregio naturalistico, benché l’albero non risulti
inserito nell’elenco degli alberi monumentali, perché né l’Ente Parco né il Comune e la Regione si sono mai
preoccupati di censire gli alberi presenti al Meisino che possono aspirare a tale dignità e tutela.

Provocare una lesione del genere a qualunque albero del patrimonio arboreo cittadino è proibito anche
dall’art. 31 comma 2 del Regolamento del Verde Pubblico e Privato della Città di Torino: tra i divieti ci sono
infatti “g) il riporto ovvero l’asporto di terreno o di qualsiasi altro materiale nella zona basale a ridosso del
colletto e degli apparati radicali, l’interramento di inerti o di materiali di altra natura, qualsiasi variazione
del piano di campagna originario; h) il deposito di materiale di costruzione e lavorazione di qualsiasi genere
nella zona basale a ridosso del colletto e degli apparati radicali.”

Anche l’altro grande pioppo dietro la tettoia, peraltro, ha subito negli scorsi giorni danni alle radici
superficiali, recise per lo scavo della vasca di fitodepurazione e su cui è passato ripetutamente l’escavatore
per compattare il suolo (in modo da non fare sprofondare il camion che spostava la terra).

Facciamo presente che è dall’inizio dei lavori che segnaliamo irregolarità ai carabinieri forestali e a oggi non
sono mai intervenuti. La Responsabile Unica del Procedimento Vitetta viene al cantiere soltanto per
controllare che i lavori procedano più in fretta possibile: il rispetto delle norme non sembra interessarle per
nulla.

La questione è della massima urgenza, perciò chiediamo a mezzo stampa che la terra sia rimossa subito e
manualmente, senza ulteriori operazioni meccaniche che danneggino la pianta.

COMITATO SALVIAMO IL MEISINO

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