La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Trump: non ci sono parole – Gentile e il mafioso Messina Denaro – Mimmo Fogola – Lettere

Trump: non ci sono parole
La politica americana sui dazi si rivela del tutto inaccettabile e mette in evidenza un Trump che non ha statura politica ed economica e si rivela esclusivamente uno spregiudicato uomo di affari che crede che governare sia come gestire un grande magazzino.
Tutta la storia dimostra che uomini come lui sono dei potenziali  disastri  per i governati, dei disastri che si rivelano  una rovina anche per  tutti i popoli coinvolti: la globalizzazione infatti abbatte i confini soprattutto del male e rende ogni malattia politica una epidemia. Pensiamo al presidente Reagan, un liberale,  liberista capace di tenere alto il nome degli USA a livello internazionale dopo i fallimenti democratici da Kennedy in poi, partendo  dalla guerra in Viet Nam. Trump è anni luce diverso da Reagan. I conservatori non hanno nulla da spartire con  le megalomanie le arroganze, la sregolatezza, la totale mancanza di quella “discrezione” che Guicciardini riteneva la virtù  necessaria ad un politico.   Governare significa saper dimostrare senso della misura, equilibrio, diplomazia, realismo politico. Questo arricchito secondo modalità poco limpide,  che si ritiene unto da Dio, non ha mai letto nulla. Non sa chi siano stati i padri fondatori degli Stati Uniti, Tocqueville e Popper, per non parlare di Dahrendorf, studioso acuto della crisi della democrazia.   Non sa neppure chi  siano i liberisti della Scuola  Austriaca. Nicola Matteucci e Lorenzo Infantino che li introdussero in Italia , sarebbero stupefatti da questo avventuriero  a cui  l’età non dà  neppure un quid di saggezza in più, ma induce anzi un  velleitarismo visionario proprio dei vecchi che hanno perso il senno. La regola del mondo libero è quella  fondata sul libero scambio da opporre al bieco protezionismo. Dove circolano le merci liberamente circolano anche liberamente le idee.  I dazi danneggiano tutti e impoveriscono anche chi si illude di poterli imporre per trarne vantaggi. La politica delle sanzioni e dei dazi ha solo creato danni e tensioni.
E ‘ un modo vecchio di vedere i rapporti internazionali. E queste sono riflessioni storiche, non legate alle polemiche odierne. Chi ha amato la democrazia americana attraverso le pagine di Tocqueville, di Pannunzio, Sartori e di Luraghi non può stare zitto, anche se non condivide per nulla le spiritose  semplificazioni di D’Alema, passato dall’antiamericanismo di Togliatti al filo americanismo di Napolitano per poi finire in età senile di nuovo anti americano in difesa di una democrazia che  non lui ,ma altri hanno i titoli storici per difendere. E mi fermo qui, augurandomi di sbagliare perché i liberali non vivono di certezze inossidabili, ma di dubbi e di continue verifiche.
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Gentile e il mafioso Messina Denaro
Gentile non è amato neppure dalle istituzioni piemontesi , come si è visto di recente , ma a Castelvetrano, dove nacque, è fatto oggetto di attacchi ignobili . Il Comune ha programmato incontri e convegni per ricordare i 150 anni della nascita del filosofo e i 100 anni dell’Enciclopedia Treccani da lui fondata.
Associazioni antifasciste locali protestano e non vogliono ricordi. Il fatto di essere nato a Castelvetrano non giustifica nulla come non giustificherebbe nulla per il concittadino Messina Denaro. Un accostamento che rivela ignoranza, beceraggine , faziosità di chi l’ha scritto. Paragonare il filosofo Gentile con un capo mafioso impedisce di intavolare un dibattito. E pensare che io fui invitato per molti anni  a Castelvetrano a  parlare in convegni su Gentile senza proteste da parte di nessuno, Anpi in primis. Venne a parlare di Gentile anche  Leoluca Orlando. Sicuramente chi protesta contro Gentile continua ad inneggiare al barbaro e vile omicidio a cui venne condannato. Chi protesta contro Gentile con tanta rozzezza è il figlio spirituale (si fa per dire) dei suoi sicari fiorentini.
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Mimmo Fogola
L’editore e libraio torinese Mimmo Fogola è mancato improvvisamente a 76 anni.
Apparteneva ad una storica famiglia di librai toscani trasferiti a Torino che creò la più bella libreria torinese, non a caso intitolata a Dante Alighieri. Mio padre comprava i libri scolastici e non scolastici solo da Fogola per la ricchezza illimitata di offerta della libreria anche per libri non recenti altrimenti non trovabili. A me diceva sempre: “Non perdere tempo con i cartolai che fingono di essere librai: vai subito da Fogola e troverai tutto, anche le edizioni sgradite ai conformisti”.
Insieme alla libreria nacque successivamente una bella casa editrice con libri e collane che onoravano l’editoria torinese troppo schiacciata su Einaudi. E poi nacque anche una Galleria d’arte di grande valore. Tanti anni fa conobbi in quella galleria un giovane Sgarbi che Fogola non attese la Tv di Costanzo per far conoscere come critico. Soldati aveva un’antipatia preconcetta verso i Fogola a causa delle dicerie banali di un suo cugino che lui considerava molto e che invece era un poveretto, sia pure pieno di soldi perché beneficato da Vittorio Valletta. Ma, ad esempio, tanti scrittori di rango amavano Fogola per presentare i loro libri in una atmosfera libera da pregiudizi ideologici. Avrei dovuto pubblicare un libro con loro, anche su suggerimento della comune amica Anna Ricotti. Mi spiace che i miei impegni di insegnamento lontano dal Piemonte aggravati dalla  gravissima malattia di mio Padre, mi impedirono di poter vantare tra le mie un’opera edita da Fogola. La libreria venne chiusa molti anni fa e da allora Torino ebbe solo Feltrinelli come unica libreria con tutto ciò che questa catena rappresenta di positivo, ma anche di negativo. Io ci entro malvolentieri, pensando al dinamitardo guerrigliero e miliardario che la fondò. Da Fogola sentivo il profumo della libertà come sotto i portici di via Sacchi si sente il profumo del cioccolato. I più giovani non sanno nulla e la stessa libreria di piazza Carlo Felice, un tempo dei famosi  Fogola, chiusa da 11 anni, forse non dice più nulla, anche se appartiene a pieno titolo alla storia della città. Ciò ha anche  consentito di scrivere in libertà cose non vere sulla sua storia che non è mai stata esposta politicamente secondo la cultura dominante sotto la Mole. Queste cose vanno dette se non si vuole fraintendere il personaggio come in parte hanno fatto molti giornali, servendosi di un comunicato pieno di errori e di imprecisioni, redatto non si sa da chi, che tutti hanno saccheggiato per scrivere il loro pezzullo. Che Fogola fosse il fornitore della Real Casa di Norberto Bobbio che riceveva in larga misura i suoi libri in omaggio, è un’ esagerazione che può scrivere solo chi non sa. Per molta sinistra Fogola era un “covo di reazionari” da cui ingiustificatamente tenersi lontani. In un certo senso Fogola fu l’Adelphi non solo torinese.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Verrecchia a Vienna
Sono stato allievo alle medie di uno strano personaggio di cui avevo dimenticato anche il nome: il prof. Anacleto Verrecchia, come mi ha ricordato Wikipedia  che ho sfogliato casualmente sul pc. Mi ha stupito leggere che il modesto Verrecchia, assolutamente non apprezzato né da allievi né dai colleghi anche per le sue assenze,  fosse diventato un germanista e un diplomatico come addetto culturale all’ambasciata di Vienna. Lei ne sa qualcosa? Luigi Alzati
Verrecchia è morto da molti anni e oggi è dimenticato. Ebbe qualche attimo di fugace notorietà , ma poi si scoprì’ che non era uno studioso , ma un professorino di scuola media con un’esagerata concezione di sé. Non credo fosse laureato in germanistica perché nessun germanista vero come Magris ne conosceva l’esistenza . Edoardo Ballone, il raffinato giornalista figlio di madre viennese e coltissimo divulgatore di cultura mitteleuropea,  ci scherzava su dicendo che alcuni si consideravano germanisti perché andavano a caccia di uccelli germani. Era una battuta forse un po’ troppo dissacrante, ma la boria del professorino poteva se non giustificarla almeno suscitarla.  Scribacchiava sui giornali, ma i suoi articoli sui temi più disparati rivelano superficialità. Non fu certamente un diplomatico, ma un professore che per un certo periodo prestò servizio sempre nel ruolo di insegnante di scuola media inferiore, nelle scuole italiane all’estero  tra cui quella funzionante in Austria. Quell’insegnamento all’estero dava vantaggi economici ed era molto ricercato dagli insegnanti che volevano migliorare economicamente la loro situazione . Leggo anche che su Wikipedia c’è scritto che fu amico di Prezzolini. Questa affermazione posso escluderla in modo tassativo di persona  Ma direi di lasciare il professore nell’oblio in cui è caduto. Forse Wikipedia dovrebbe attuare controlli preventivi prima di accettare qualunque informazione.
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