Gisellə reinterpretato da Nyko Piscopo per esaltare il tema dell’amore oltre il genere

Venerdì 7 e sabato 8 febbraio 2025 al teatro Astra TPE per Palcoscenico Danza 2025 Il gioco delle ombre andrà in scena “Gisellə”, con la Cornelia Dance Company, per la coreografia di Nyko Piscopo.

Ispirato al balletto romantico per antonomasia, Gisellə viene reinterpretato dal coreografo Nyko Piscopo per esaltare il tema dell’amore oltre il genere, il pregiudizio e l’inganno, in un tempo attuale ancora stigmatizzato. I danzatori e le danzatrici della Compagnia Cornelia ballano tra il reale e il virtuale questo capolavoro intramontabile, che trova qui una nuova narrazione e dimensione contemporanea grazie anche alle musiche elaborate dal compositore Luca Cancello. Insieme al Codice Coreutico, la seconda parte dello spettacolo si sviluppa anche in una dimensione digitale, con l’inserimento del progetto video “La danza delle Villi” realizzato nell’ambito del Festival AstiTeatro46, esito con danzatori e amatori della danza over 50. Le Villi, che secondo le leggende slave sono spiriti di don e morte prima di convolare a nozze che, di notte, popolano i boschi dove si vendicano con qualunque uomo facendolo danzare fino allo stremo, appaiono in Gisellə inermi e inafferrabili. Solo quando il loro sguardo si posa su Albrecht riescono a entrare in contatto con la realtà per portare a termine la loro missione vendicativa. La relazione è tra virtuale e reale ideata dal coreografo vuole sottolineare come il digitale, benché sia uno strumento straordinario per la condivisione, la memoria e l’accesso alle informazioni possa trasformarsi in una prigione e invisibile in cui intere generazioni rischiano di rimanere intrappolate.

“Quando ho deciso di lavorare su un classico romantico ho pensato alla mia città, Napoli, e alla sua tradizione musicale – afferma Nyko Piscopo – per raccontare quel sentimento che accomuna popoli e classi sociali, il tema dell’amore eterno, presente da sempre nella vita di ogni essere umano, è protagonista di testi scritti, canzoni, raffigurazioni visive e in tutte le altre discipline artistiche. È una tematica contemporanea e anche, direi, futura: quella di Gisellə è una storia di relazioni umane che io voglio riportare in scena all’interno di dinamiche sociali più vicine al nostro periodo storico toccando tematiche come la questione di genere. In senso drammaturgico, l’equivoco ed il ribaltamento del genere dei personaggi sono i meccanismi con i quali voglio raccontare un dramma come quello di Giselle: il concetto di en travesti, per esempio, è una trovata scenica e performativa molto interessante se pensiamo che il costume, nella dimensione attuale, non decreta più il genere di una persona. Allo stesso modo anche il mezzo digitale usato come teatro nel teatro, è uno sviluppo che mi interessa per evidenziare lo status attuale di una società troppo dipendente da uno schermo. Il capolavoro originale si basa proprio sulla contrapposizione di due caste differenti e sull’impossibilità comunicativa tra di esse; in questo caso sono due generazioni che non comunicano: una poco propensa all’ascolto ed una molto confusa. E in mezzo c’è chi guarda, chi giudica, chi si pone al di fuori di ciò che è attualità”.

 

Mara Martellotta

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