Torino, 17 dicembre 2024 – Un quadro allarmante emerge dal 3° Rapporto sulla Salute e il Sistema Sanitario, presentato ieri dall’Eurispes e dalla Fondazione Enpam. Il personale sanitario italiano, sempre più stanco e sottopagato, affronta sfide enormi in un contesto lavorativo segnato da violenze crescenti e un diffuso fenomeno di burnout.
Secondo i dati del rapporto, il 52% dei medici e il 45% degli infermieri soffrono di burnout, una sindrome riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come conseguenza di stress cronico lavorativo non gestito. Il fenomeno colpisce particolarmente le donne, che rappresentano i due terzi delle vittime di aggressioni registrate in ambito sanitario.
Nei reparti psichiatrici, quasi il 49% degli infermieri e degli operatori sanitari ha subito almeno una forma di violenza negli ultimi due anni. A livello nazionale, emerge una forte correlazione tra le condizioni lavorative e il crescente ricorso a personale a tempo determinato, una tendenza che ha visto un aumento del 44,6% tra il 2019 e il 2022.
Dal 2008, secondo quanto riportato nel rapporto, la crescita del personale sanitario in Italia, che era proseguita ininterrottamente per oltre 30 anni, ha subito un arresto. Ad esempio, nel 2014 sono stati assunti solo 80 lavoratori ogni 100 che sono andati in pensione; nel 2015 il rapporto è sceso a 70 su 100, per risalire leggermente a 98 su 100 nel 2017. Contestualmente, si è registrato un incremento significativo del lavoro flessibile: nel 2018 il settore sanitario rappresentava il 45% del totale delle unità lavorative a tempo determinato impiegate nella Pubblica Amministrazione (35.481 su 79.620). Questo trend si è accentuato ulteriormente negli ultimi anni, in particolare durante la pandemia, con un aumento del 44,6% del personale a tempo determinato tra il 2019 e il 2022.
Claudio Delli Carri, Segretario Regionale del Nursing Up Piemonte, esprime profonda preoccupazione: «I numeri nazionali del burnout e delle aggressioni rispecchiano fedelmente la situazione in Piemonte. Su circa 50mila dipendenti della sanità pubblica, in Piemonte, oltre 30mila sono operatori sanitari, e il peso del lavoro sulle loro spalle è diventato insostenibile. Questo dato è direttamente proporzionale alla situazione italiana, dove le condizioni di stress cronico e insicurezza continuano a peggiorare. È indispensabile affrontare questa crisi con misure concrete, come protocolli di sicurezza efficaci, maggiore supporto psicologico e stabilizzazione dei contratti per dare dignità e serenità ai professionisti della salute.»
Prosegue Delli Carri: «Il 2024 è stato un anno particolarmente difficile per i professionisti sanitari. Oltre alla cronica carenza di personale, assistiamo a un’escalation di violenze che richiedono interventi immediati. È fondamentale implementare protocolli di sicurezza più efficaci, aumentare la presenza delle forze dell’ordine e garantire supporto psicologico agli operatori, che stanno pagando un prezzo altissimo in termini di salute mentale e benessere.»
Il rapporto evidenzia anche che i professionisti italiani ricevono retribuzioni mediamente inferiori del 22% rispetto ai colleghi di altri Paesi OCSE. Una condizione che, sommata al blocco del turnover e all’aumento dei contratti flessibili, aggrava ulteriormente il senso di insoddisfazione e precarietà.
Il 3° Rapporto Eurispes-Enpam è un chiaro grido d’allarme secondo il dirigente sindacale: «Non possiamo parlare di progresso o innovazione senza affrontare le difficoltà quotidiane dei professionisti che garantiscono la salute pubblica– continua Delli Carri – Investire nella sicurezza e nella valorizzazione del personale sanitario è un dovere sociale e morale. Solo così potremo invertire questa pericolosa tendenza e restituire dignità e serenità a chi ogni giorno si prende cura di tutti noi. Senza un cambiamento strutturale, che metta al centro il benessere e la sicurezza dei professionisti della salute, il Sistema Sanitario Nazionale e quello regionale rischiano di affrontare una crisi irreversibile.»
CS
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