L’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda è intervenuto, questo pomeriggio in Sala Rossa, per rispondere alla richiesta di comunicazioni riguardante gli episodi di violenza e gli scontri avvenuti la settimana scorsa in città. Nel suo intervento, Porcedda ha spiegato che venerdì scorso, 29 novembre, alcuni manifestanti si sono staccati dal corteo principale, dando vita a un nuovo corteo, recandosi sotto la sede della Prefettura, dove hanno lanciato uova e vernice contro le Forze dell’ordine.
Successivamente – ha detto – hanno raggiunto la stazione ferroviaria di Porta Nuova, cercando di entrare. Una decina di persone è riuscita e la stazione è stata quindi chiusa in entrata e in uscita per quasi un’ora. Alcune persone si sono poi spostate verso la stazione di Porta Susa, dove hanno occupato i binari per circa un quarto d’ora. Si sono poi ricongiunte al primo spezzone del corteo. Lo stesso giorno, un altro gruppo di manifestanti ha effettuato un blitz alle Ogr Tech, dove ci sono anche gli uffici della Leonardo.
“Manifestare è un diritto costituzionale – ha affermato ancora l’assessore – che deve essere sempre garantito nella più totale libertà di espressione, ma la violenza è un atto da condannare sempre, senza alcuna ambiguità”. Nell’esprimere solidarietà alle Forze dell’ordine, che hanno svolto un compito molto delicato, Porcedda ha ribadito con forza che la Città non può assolutamente tollerare atti di violenza e vandalismo. “Saremo sempre pronti – ha concluso – a difendere i diritti democratici ma, con altrettanta determinazione, saremo pronti a condannare chiunque li utilizzi come pretesto per minare la sicurezza di tutti”.
Dopo la relazione dell’assessore, si è aperto il dibattito in Aula. Prima ad intervenire la consigliera Federica Scanderebech (Forza Italia) che ha ribadito come bloccare la città, imbrattare spazi pubblici o privati, urlare slogan violenti o compiere aggressioni fisiche, rappresenta una deriva pericolosa da isolare e coNdannare fermamente. Sono comportamenti che non solo danneggiano le cause che altri manifestanti portano avanti in modo pacifico, ma colpiscono al cuore la democrazia e il diritto alla protesta civile. È essenziale che si prendano le distanze e il sindaco ha il potere e la responsabilità di intervenire con fermezza.
Per Enzo Liardo è importante dare una cornice alle dichiarazioni dell’assessore, che ha parlato di manifestanti e frange estreme: “Non si chiamano manifestanti, si chiamano Askatasuna”, come capita sempre, quando ci sono disordini in città e come hanno dichiarato le Forze dell’ordine che li conoscono benissimo. Al sindaco, il consigliere di Fratelli d’Italia, ricorda che i cittadini chiedono di chiudere quel centro sociale.
Per Giuseppe Catizone manca il cosa fare per evitare che succeda di nuovo e trovarsi il lunedì in Aula a discuterne. I responsabili sono sempre identificabili e da quando si è insediato il sindaco sono diversi gli episodi violenti in città in cui sono stati coinvolti membri di Askatasuna che non sembra abbiano intenzione di abbandonare i loro intenti bellicosi. Per il consigliere della Lega diventa allora necessario mettere la parola fine al progetto bene comune che riguarda quello spazio.
Per il consigliere di Torino Bellissima Pierlucio Firrao sta diventando una pericolosa consuetudine il dissenso che sfocia in violenze con feriti fra le forze dell’ordine. Firrao lamenta che Alcune forze politiche, in Aula, parlano di criminalità del dissenso mentre questo è un dissenso criminale e quelle forze politiche dovrebbero prenderne le distanze.
Invita invece ad una riflessione approfondita Andrea Russi, convinto che la crisi economica e sociale che attraversano la nostra città non possano più essere ignorate. Per il consigliere del MoVimento 5stelle stanno aumentando le diseguaglianze e peggiora la qualità della vita delle famiglie, mentre i margini di confronto sono sempre più stretti o vengono repressi.
Ferrante De Benedictis (Fd’I) si è detto preoccupato per la violenza di piazza, ma ancor di più per l’indifferenza di una certa parte della politica di fronte a episodi che fanno rabbrividire. Ci sono certamente fratture sociali – ha detto – ma in corteo non c’erano operai di Stellantis, ma figli di papà. È arrivato il momento di denunciare, di dire basta alla violenza e agli attacchi alle Forze dell’ordine – ha concluso, chiedendo di bloccare la co-progettazione dell’immobile occupato da Askatasuna.
Non si capisce perché certi elementi non vengono arrestati – ha dichiarato Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima), chiedendo di fare un sopralluogo all’ex Askatasuna e di valutare altre progettualità sull’immobile.
Pino Iannò (Torino Libero Pensiero) ha espresso massima solidarietà a forze dell’ordine e commercianti, vittime di ordinarie scene di guerriglia urbana e di violenza gratuita. Ha quindi annunciato l’ulteriore richiesta di sopralluogo all’immobile di corso Regina Margherita.
Per Claudio Cerrato (PD) la solidarietà non è scontata e compiere atti di violenza nei confronti di lavoratori pensando di difendere i diritti di altri lavoratori non è concepibile, così come lo scontro con le forze dell’ordine che non c’entra nulla con il diritto alla protesta. C’è una recrudescenza di violenza giovanile nella nostra città. Ma non si può ridurre la violenza in città ad un’unica matrice.
Fabrizio Ricca (Lega) ritiene che ormai ogni manifestazione per qualcuno è una scusa per devastare e distruggere. Una pessima abitudine. Serve che le istituzioni facciano sentire i muscoli. Non certo i manganelli, che non c’è, per Ricca, arma più forte della penna. Servono atti che si traducano in provvedimenti per la legalità che in questa città deve vincere sempre.
Silvio Viale (+Europa e Radicali) ritiene insopportabile che questo Consiglio comunale non abbia ancora preso una decisione, emesso un documento di condanna. Il consigliere chiede poi un sopralluogo nei locali di Askatasuna e di audire i cinque garanti di quel progetto. Bisogna sbloccare quella situazione.
Anche Valentina Sganga (M5S) condanna le degenerazioni violente, tanto più perché forniscono un alibi alle forze di centrodestra per non parlare delle rivendicazioni al centro dello sciopero e di quelle manifestazioni. Sostegno allora ai lavoratori del trasporto pubblico. Per Sganga, la retorica contro la violenza è strumentale e ipocrita, utile per fare la lezioncina in Aula sui centri sociali ma inesistente quando si affrontano il tema della giustizia sociale per i lavoratori o questioni fondamentali per l’umanità come il genocidio palestinese.
Per Domenico Garcea (Forza Italia) i violenti che hanno devastato la città, sono delinquenti che hanno un nome e un cognome. Ma Askatasuna, per Garcea non si può toccare perché la maggioranza che governa la città è ricattata da una parte della sinistra che siede in Sala Rossa e difende quei delinquenti.
Nel suo intervento, Sara Diena (Sinistra Ecologista) ha dichiarato che la retorica della destra è sempre la stessa, mette il focus su quello che è possibile raccontare ai giornalisti e sui social. E’ da tre anni che parliamo solo di questo perché da tre anni non arrivano altri stimoli dal centrodestra. Occorre capire perché il disagio giovanile si manifesti così. Non ci sono spazi di partecipazione e nel mondo va tutto male. Vedere giovani che esprimono disagio verso un mondo che va al collasso è la vera domanda che bisognerebbe porsi.
Ha chiuso la serie degli interventi il Sindaco Stefano Lo Russo, che ha ribadito come non ci debba essere alcuna ambiguità nella condanna delle forme di violenza che abbiamo visto: “La cosa che rammarica è che noi oggi ci troviamo a discutere gli atti e violenti e questo ha clamorosamente offuscato lo sciopero generale che ha avuto una forte una forte adesione che però ha avuto oggettivamente una piattaforma di contrasto e di contestazione rispetto a un impianto di manovra finanziaria. E questo elemento – ha sottolineato il sindaco – è stato un elemento che ha danneggiato le lavoratrici e i lavoratori che hanno aderito allo sciopero. Io credo che questo sia un Paese in cui deve essere sempre e senza alcuna ambiguità garantito il diritto di manifestare purché questo avvenga nel quadro delle regole democratiche senza alcuna forma di violenza. Questo vale anche per il diritto di sciopero”.
Lo Russo ha quindi ribadito come la responsabilità penale è sempre soggettiva e che non è compito del sindaco accertare le responsabilità penali dei cittadini o delle cittadine che si rendono responsabili di reati ma ci sono istituzioni preposte per questi compiti, per l’accertamento dell’identificazione di coloro che si rendono colpevoli di reati e l’accertamento di eventuali misure restrittive. Sugli sgomberi, Lo Russo ha sottolineato che esistono le autorità preposte per effettuarli nel caso si ravvisino situazioni che richiedano interventi per la tutela dell’incolumità pubblica o di ordine pubblico. L’Amministrazione comunale deve occuparsi della corretta gestione di quel bene e ha avviato un percorso anche se difficile e complesso.
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