Lauree magistrali infermieristiche. Bufalo: «Una riforma epocale per il futuro della professione»

 Il sistema sanitario italiano è alle porte di un cambiamento significativo con l’introduzione di tre lauree magistrali a indirizzo clinico per gli infermieri. Questa riforma, che amplia le competenze della categoria professionale, rappresenta una svolta epocale. Gli infermieri avranno la possibilità di prescrivere dispositivi e trattamenti utili all’assistenza infermieristica, come, ad esempio, presidi per l’incontinenza, materiali per medicazioni e dispositivi per stomie.
La recente riforma ha suscitato un acceso dibattito all’interno del mondo sanitario. Tuttavia, proprio in questo contesto emerge più chiaramente il senso e la giustificazione della figura dell’assistente infermiere, che fino ad oggi sembrava non trovare pieno riconoscimento.
Ivan Bufalo, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino, commenta: «L’introduzione delle nuove lauree magistrali non è una minaccia per la professione medica, ma un’opportunità per offrire ai pazienti un’assistenza sempre più completa e qualificata. Un infermiere specializzato è un professionista che ha acquisito competenze approfondite che, in collaborazione con i medici ma anche con le altre figure sanitarie, mira al miglioramento della qualità della cura. Le professioni rimangono ben distinte, ma si completano in un sistema sanitario che si fa sempre più complesso.»
Ed è proprio in questo nuovo panorama, che valorizza la figura dell’infermiere, anche l’introduzione dell’assistente infermiere assume un nuovo valore, inserendosi nel processo di assistenza infermieristica secondo un modello che prevede diversi livelli di autonomia e responsabilità. Un’evoluzione che secondo Bufalo non rappresenta una competizione tra le professioni mediche e infermieristiche, ma una naturale evoluzione verso la piena applicazione del Profilo Professionale, che integra 30 anni di esperienza professionale autonoma e responsabile e di formazione universitaria.
«Con l’aumento delle competenze, gli infermieri potranno gestire meglio i percorsi assistenziali, senza entrare nel merito delle diagnosi mediche ma valorizzando le diagnosi infermieristiche all’interno di modelli organizzativi più opportunamente stratificati – pondera Bufalo –  La specializzazione degli infermieri, inoltre, apre nuove opportunità di carriera, valorizzando il merito e promuovendo un percorso professionale più strutturato e gratificante. È un passo verso una sanità più meritocratica, dove ogni professionista può esprimere al meglio il proprio potenziale per il bene comune».
In un contesto sanitario sempre più complesso, gli infermieri si trovano a essere in prima linea nel garantire il benessere dei pazienti. Le nuove lauree magistrali permetteranno una maggiore specializzazione e una presa in carico più mirata, offrendo soluzioni che snelliscano il processo di cura senza compromettere la qualità dell’assistenza.
«Siamo solo al principio di un lungo percorso e c’è molto su cui lavorare. Confidiamo – continua il Presidente – che questa riforma possa segnare l’inizio di una nuova era per la sanità italiana, dove ogni professionista sanitario possa contribuire al massimo delle proprie competenze per il benessere collettivo».
Ora la palla passa a tutti gli attori coinvolti nella messa a terra delle nuove previsioni normative, i quali dovranno prevedere diverse modalità di valorizzazione anche economica dei diversi livelli responsabilità e l’introduzione di nuovi modelli organizzativi idonei ad accogliere il cambiamento e che riconducano l’agire di ogni operatore alla sua naturale funzione professionale.
«L’Ordine delle Professioni Infermieristiche è pronto a mettersi a disposizione di ogni soggetto istituzionale per favorire e supportare il cambiamento – conclude Bufalo – se si vuole produrre un reale miglioramento dei processi assistenziali a beneficio della salute delle persone assistite e al contempo migliorare le condizioni di lavoro e l’efficienza del Sistema Sanitario, ottimizzando i costi e andando anche a incidere sull’attrattività professionale, è necessario che ciascuno assuma la sua parte di responsabilità e manifesti la volontà di fare gioco di squadra: dalla politica, alle direzioni strategiche e alle direzioni infermieristiche nelle Aziende Sanitarie, fino alla organizzazioni sindacali»
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