Medio Oriente, Rifondazione: “No alla repressione del dissenso”

Riceviamo e pubblichiamo – La Palestina e tutto il Medio Oriente stanno sprofondando in una escalation di terrore. L’azione del governo israeliano assume sempre di più i contorni del genocidio nella Striscia di Gaza e si allarga a macchia d’olio sul territorio libanese, provocando migliaia di morti fra la popolazione civile. Bisogna fermare questa azione criminale, prima che ci trascini tutte e tutti nel baratro di un conflitto globale. Bisogna imporre immediatamente il “cessate il fuoco” e dare finalmente una risposta al riconoscimento del legittimo diritto all’autodeterminazione del popolo di Palestina! La cosiddetta “comunità internazionale” e il governo italiano agiscono in modo ipocrita e inconcludente, sulle orme del governo degli Stati Uniti che, dietro la maschera della richiesta di moderazione, copre il continuo rifornimento di armi a Israele ed il sostegno logistico alle sue operazioni militari. In queste settimane numerose sono state le manifestazioni di protesta in cui si e’ pacificamente espresso il sostegno al popolo palestinese. Ora, a partire dalla manifestazione nazionale del 5 ottobre, il governo vuole imporre una stretta repressiva, negando il diritto di manifestare in varie città, fra cui la fiaccolata indetta per il 7 ottobre a Torino, per la quale si vuole imporre l’obbligo di manifestare in altra data, negando anche il diritto di muoversi in corteo. Si tratta di una decisione incomprensibile è inaccettabile. Come emerge dal comunicato degli organizzatori, in seguito alla notifica del divieto, la manifestazione non ha alcun intento celebrativi nei confronti dell’azione di Hamas di un anno fa, che noi condanniamo, come ogni azione armata rivolta contro la popolazione civile. L’oppressione del popolo palestinese non e’ certamente iniziata il 7 ottobre 2023, ma risale perlomeno alla Nakba del 1948. Per 76 anni i vari governi israeliani si sono opposti con la violenza al riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, dimenticando completamente che in precedenza lo stesso popolo ebraico ha subito la terribile prova della Shoah. 76 anni in cui lo Stato di Israele si e’ posto al di fuori della legalità internazionale, reprimendo e massacrando, trasformandosi ufficialmente in “Stato ebraico” e, con il criminale oltranzismo del governo di Nethanyau (contestato anche nella stessa Israele) ha dato avvio alla strage di Gaza da parte dell’IDF e all’altrettanto criminale aggressività dei coloni in Cisgiordania, fino a rischiare di condurci oggi verso un conflitto globale. Sono queste le origini dei conflitti e dei massacri attuali, che vanno fermati, bloccandone la spaventosa escalation. “Fino a quando? “. E’ la domanda da rivolgere ai governanti che nulla fanno per fermare il massacro, pensando anzi di risolvere le contraddizioni con la repressione, riducendo un dramma storico e sociale ad una mera questione di “ordine pubblico”. Diciamo NO alla cancellazione del dissenso! Impediamo che lo stato di guerra che vogliono imporci trascini con se’ la nostra stessa democrazia, conquistata attraverso le lotte quotidiane di anni!
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA. Federazione di Torino
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