«E’ inaccettabile vietare la caccia al cinghiale nelle zone di controllo dell’espansione virale e nelle aree soggette a restrizioni della Peste Suina Africana. L’abbattimento dei cinghiali rimane uno strumento di fondamentale importanza per impedire la diffusione del contagio, non bisogna assolutamente abbassare la guardia, perché fermarsi adesso significa vanificare tutti i progressi che sono stati fatti fino ad ora e ritrovarsi la prossima primavera con una proliferazione esponenziale di nuove cucciolate. Nella lotta alla Peste Suina Africana, gli allevatori stanno facendo la propria parte con il rafforzamento delle misure di biosicurezza, ma è necessario che sul contenimento dei cinghiali le autorità mantengano i patti e non fermino gli abbattimenti».
Così il presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, Gabriele Carenini, commentando la nuova ordinanza del commissario straordinario alla Peste Suina Africana che vieta la caccia al cinghiale in diverse aree (l’elenco dei Comuni ricadenti nella Zona di controllo dell’espansione virale verrà pubblicato in dettaglio nel bollettino epidemiologico sul portale vetinfo.it) soggette alle misure di eradicazione della malattia.
«Il cinghiale non è solo un problema per la Peste Suina – aggiunge Carenini -, ma è una vera sciagura per le coltivazioni, perché distrugge i raccolti, devasta i campi, danneggiando fortemente le aziende agricole. Da anni chiediamo interventi drastici di contenimento dei cinghiali, sarebbe paradossale che a causa della peste si facesse un passo indietro».
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