La cultura himalayana fra antico e moderno

Incontro al “MAO” di Torino fra l’artista nepalese Tsherin Sherpa e il direttore del Museo, Davide Quadrio

Mercoledì 17 gennaio, ore 18

Nato a Kathmandu nel ’68 e maestro di pittura “thangka” tradizionale, materia che insegna in vari centri buddhisti in California (dov’è emigrato nel ’98, pur continuando a mantenere rapporti con il suo Nepal), il noto artista nepalese Tsherin Sherpa sarà ospite, il prossimo mercoledì 17 gennaio, alle ore 18, del “MAO- Museo d’Arte Orientale” di Torino, dove incontrerà il direttore del Museo di via San Domenico, Davide Quadrio, per una ragionata riflessione e rilettura del ricco patrimonio culturale della regione himalayana in chiave contemporanea.

L’evento, parte del programma #MAOtempopresente – che utilizza l’arte contemporanea come “medium” di interpretazione e valorizzazione del patrimonio museale – sarà anche l’occasione “per annunciare al pubblico – sottolinea Davide Quadrio – il programma di riallestimento della ‘Galleria della regione himalayana’ che sarà avviato dal prossimo 22 gennaio e che proseguirà per tutto l’anno, arricchendosi di una serie di incontri ed eventi di approfondimento”. Il riallestimento coinvolgerà inizialmente proprio la sezione dedicata alle prestigiose “thangka tibetane” (o “dipinti su rotolo”, stendardi buddhisti dipinti o ricamati e arrotolabili, portati in processione dal “Lama”, maestro spirituale, e dai fedeli) appartenenti alle collezioni permanenti del museo prevedendo, in particolare, un delicato lavoro di preparazione, consolidamento e restauro a cura del “Centro di Conservazione e Restauro di Venaria” in collaborazione con esperti restauratori e storici dell’arte himalayana e reso possibile grazie al generoso contributo di “UBI Unione Buddhista Italiana”.

La conversazione sarà in lingua inglese con traduzione simultanea del moderatore: ingresso libero.

Nello specifico, il progetto di riallestimento della Galleria (con due sale dedicate a venti “thangka”) prevede un “display” aggiornato delle opere che ne consenta una maggiore valorizzazione e conservazione attraverso l’inserimento di nuovi supporti: un progetto di illuminotecnica aggiornato, un rinnovamento della veste grafica degli apparati didascalici e l’aggiunta di ulteriori pannelli informativi. Com’è consuetudine del “MAO”, anche per la “Galleria himalayana” si è scelto, inoltre di far dialogare relazionandole le opere delle Collezioni permanenti con altre contemporanee, “per riannodare i fili di un dialogo che si svolge – sotterraneo e ininterrotto – fra i secoli”. E, proprio in quest’ottica, due lavori di Tsherin Sherpa, “Luxation 2” (2016) e “The Tak” (2022), sono stati accostati agli oggetti antichi delle collezioni permanenti, proponendo al visitatore un’inattesa versione in chiave contemporanea delle tradizioni e mitologie ancestrali nepalesi, reinterpretate da Sherpa attraverso un dinamico processo di decostruzione, astrazione, frammentazione e ricostruzione dell’immagine tradizionale.

Un altro focus particolare sarà poi dedicato al Monastero di Densatil (dal 1351 al 1481, la principale sede del potere temporale e spirituale in Tibet, di cui dopo la Rivoluzione Culturale non restano che rovine), con un intervento di rivisitazione dell’allestimento degli oggetti provenienti da uno dei luoghi più celebri e artisticamente rilevanti dell’intero arco himalayano. In particolare con la collaborazione di alcuni artisti e studi grafici attraverso supporti grafici e video “s’intende mappare – conclude Quadrio – all’interno del contesto originale del Monastero i reperti oggi conservati all’interno del ‘MAO’, fornendo anche approfondimenti sulla travagliata storia del Monastero”. Il lavoro di studio e mappatura si avvarrà, fra le diverse collaborazioni, anche del dialogo con l’“Asia Society Museum” di New York che recentemente ha prodotto il video “The Golden Vision of Densatil”.

Per info: “MAO-Museo d’Arte Orientale”, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Gianni Milani

Nelle foto:

–       “Himalaya”, thangka tibetano

–       Davide Quadrio, direttore “MAO”

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