Festival dell’accoglienza: Rom, sinti, “nomadi per forza”

Dal 14 settembre al 31 ottobre prossimo si svolge a Torino il Festival dell’Accoglienza “E mi avete accolto” edizione 2023, appuntamento annuale  che unisce la Giornata del Migrante e del Rifugiato, celebrata domenica 24 settembre, alla Giornata della Memoria e Accoglienza, che si terrà martedì  3 ottobre prossimo, alla Giornata Europea contro la tratta degli esseri umani, mercoledì 18 ottobre e la Giornata missionaria mondiale, in programma domenica 22 ottobre prossimo.

Si tratta di un’iniziativa che l’ufficio Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino ha voluto ideare per rafforzare il suo lavoro di sensibilizzazione  e riflessione su queste tematiche

Seguendo i lavori della giornata di mercoledì 27 settembre, la tematica affrontata è  stata quella di “Rom e Sinti, nomadi per forza”. I rom in Europa, secondo il Consiglio di Stato,  variano dalle 110 alle 170 mila unità,  in Italia sarebbero 70 mila.

“La loro presenza – hanno spiegato nel convegno diversi religiosi tra cui Eraldo Cacchione, gesuita a Scampia e responsabile della pastorale rom- rappresenta una grande sfida,  ma anche una grande possibilità.  Hanno un vero e proprio talento per la musica, per la danza, nutrono un sentimento di Dio molto forte. I rom che oggi popolano l’Europa sono il risultato di flussi migratori che risalgono a poco dopo il Mille, provenienti dall’India e poi scacciati da Spagna, Inghilterra e Impero Germanico.

Un campo rom sorge immediatamente vicino a Scampia, ma i rom sono stati proprio i primi abitanti di Scampia, capaci di sviluppare un’integrazione con i pastori”. A Scampia dirigo  una chiesa – aggiunge padre Eraldo – e con noi operano delle suore. Lasituazione del campo è di estrema difficoltà. Il campo comprende anche una famiglia di rom musulmani, di serbi ortodossi e è stato visitato da numerose associazioni.  Vi è  un’attiva interazione tra i rom, i plessi scolastici e l’ASL. I bambini rom vanno a scuola fino almeno a frequentare la seconda o terza media. Nel campo rom di San Giuliano la situazione appare ancora più  delicata perché sono presenti 700 persone che vivono in situazioni critiche e i bambini non sono scolarizzati.

Il Comune di Napoli ha poi sospeso la residenza a tutti i rom. Coloro  che devono fare richiesta del codice fiscale e del permesso di soggiorno ne sono impossibilitati. Per questo motivo ci siamo rivolti all’”Agenzia Europea per i diritti dei rom”, richiedendo anche la possibilità di ricorrere alla cosiddetta residenza di prossimità.”.

“Il progetto per una sistemazione residenziale dei rom a Scampia doveva prevedere una spesa di 7 milioni di euro, ma in effetti non è  stato attuto – continua Eraldo Cacchione – e la situazione dei rom rimane sempre particolarmente precaria. A questo si aggiungano le difficoltà  di comunicazione con la comunità rom, l’opera di convincimento nel mandare i bambini a scuola, che risulta essenziale e purtroppo il giudizio ancora negativo da  parte della popolazione italiana per la quale tale giudizio negativo sui Rom si estenderebbe al 20% del totale della popolazione stessa.

Oggi la società ha sicuramente invertito la rotta e alla maggiore stabilità  di un tempo preferisce spesso gli spostamenti spesso per motivi di lavoro. Questo ha provocato una costrizione imposta alle comunità rom di rimanere stanziali, creando problemi a diversi nuclei rom che vivono proprio sugli spostamenti,  come i giostrai.

A Torino esistono diverse situazioni di precarietà di campi nomadi, come quello di strada dell’Aeroporto o di strada dell’Arrivore. Vi sono anche progetti di superamento delle situazioni più disagiate, come quella che si è  verificata a Collegno, nel campo di strada della Berlia. Le 14 famiglie residenti rimaste nell’area hanno accettato percorsi di riqualificazione abitativa proposti dal Comune e dall’aprile scorso hanno traslocato. Il progetto intrapreso dal Comune beneficia di 500 mila euro come finanziamento del PNRR e di 250 mila euro quale finanziamento da parte del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti. Ha ricevuto il sostegno della Prefettura  di Torino e quello richiesto alla Regione Piemonte. Altri campi nomadi erano sorti dopo lo smantellamento di via Germagnano. Uno dei campi nomadi dove la situazione appare più critica è  sicuramente quella del campo rom di strada dell’Aeroporto,  dove vivono 150 persone in situazioni di estrema precarietà. Ad assisterli l’associazione AIZO. A Comune  e Regione chiedono certezze abitative per il futuro.

 

Mara Martellotta

 

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