La stagione degli asparagi sta finendo. La tradizione torinese degli asparagi di Santena e di Poirino impone tra pochi giorni di andare a fare l’asparagiata dal mitico “Andrea” che non a caso si è da tempo trasferito da Santena a Poirino perché Santena è stata letteralmente cementificata anche sui terreni agricoli dedicati alla coltivazione del l’asparago.
La capitale dell’asparago piemontese e’ oggi Poirino che la sindaca Angelita Mollo ha saputo promuovere insieme alle tinche, finalmente riabilitate . Peccato che i ristoranti torinesi non abbiano mai pensato all’asparagiata, salvo un ristorantino in località Lingotto che offre però un menu deludente. Anche il “Cambio” ignora o quasi l’asparago che era nel menu con il grande commendator Parandero. Io ricordo quando mio padre mi portava da Pinin a Santena e in un ristorante di un hotel di Cambiano purtroppo chiuso da tempo. C’era anche il “Cigno“ oggi soprattutto pizzeria che ha perso lo smalto antico . Pinin era un personaggio di altri tempi che faceva nella settimana il rappresentante di tessuti e nel fine settimana faceva il ristoratore. Ma i suoi asparagi erano solo alla parmigiana o alla Bismarck con le uova. Solo Andrea invento’ il menu tutto asparagi. I miei amici maestri tipografi Janni per molti anni mi portavano in omaggio gli asparagi di Santena sempre molto grandi e buoni e mi consigliarono la trattoria della Pace a Santena dove si mangiava un’asparagiata eccezionale. Poi la troppa frequentazione ha guastato la trattoria .Anche ad Albenga in provincia di Savona c’è la specialità degli asparagi violetti , una squisitezza prediletta dai Reali inglesi. Solo Luciano al “Pernambucco” cucina in modo squisito i violetti. E il presidente dell’Accademia italiana della cucina , il medico – umanista Roberto Pirino ha fatto un’opera benemerita per valorizzare il violetto . Petrini penso ‘ di tutelare l’asparago ingauno quando ormai i migliori terreni erano stati cementificati con l’approvazione del sindaco comunista Viveri . Il presidio di Slow Food si rivelò una beffa affidata ad un anziano savonese, tal Albertazzi, accusato successivamente di essere un fascistoide. Gli asparagi erano molto amati dal Conte di Cavour sepolto a Santena. Ma gli asparagi sono anche coltivati nel Trevigiano e dintorni; sono bianchi, ma meno buoni dei verdi e dei violetti. Io li comprai sulle rive del Piave , ma furono una delusione. La mia amica Luisa mi ha fatto conoscere gli asparagi pugliesi che piacevano tantissimo al Duca delle Puglie Amedeo, poi divenuto Duca d’Aosta, l’eroe dell’Amba Alagi. Il suo omonimo nipote che pretese di essere l’erede dei Savoia con il consenso autorevolissimo di un preside di scuola saluzzese, non sapeva neppure dell’esistenza degli asparagi pugliesi. E, in verità, ignorava, poveretto, tante altre cose.
PIER FRANCO QUAGLIENI
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