L’Osteria Rabezzana, nelle sue eleganti sale, accoglie la mostra, inaugurata sabato 6 maggio scorso alla presenza dell’artista e intitolata “La pittura di Gianni Bui”.
Da diversi anni l’ex giocatore del Torino Gianni Bui, centravanti granata indimenticato degli anni Settanta, si dedica alla pittura e ora l’Osteria Rabezzana ne ospita una mostra personale, che consente di apprezzarne il suo talento artistico.
“La pittura – afferma il professor Marco Basso – in qualcosa assomiglia allo sport del calcio e richiede una personalità assoluta. Gianni Bui non ha mai frequentato l’Accademia, ma si esprime artisticamente a livelli molto elevati. Diversi artisti provenienti dal mondo dello sport si sono espressi a livelli abbastanza simili.
Gianni Bui, ex giocatore del Verona, è stato un prolifico attaccante a cavallo degli anni Sessanta e Settanta.
È stato anche giocatore del Torino e capocannoniere in serie B con il Catanzaro.
Lasciato il calcio si è dedicato alla grande passione della sua vita, la pittura.
Già da bambino si divertiva a disegnare e ha avvicinato questa disciplina da autodidatta”.
“Mi dilettavo – afferma Gianni Bui – con i colori. Nei ritiri prima della partita si giocava a carte, ma io mi annoiavo e così iniziavo a dipingere, a disegnare riempiendo quaderni su quaderni. I pennelli sono diventati i compagni più assidui della mia vita”.
Seguo il mio istinto, qualche paesaggio a volte me lo chiedono, ma non sono temi che mi attraggono molto.
Se devo proprio dipingere un paesaggio lo faccio mostrando qualcosa di nuovo, allontanandomi dal linguaggio classico.
Anche i ritratti li dipingo in modo diverso, magari contorto, ma sicuramente unico”.
Quello compiuto da Gianni Bui rappresenta un percorso pittorico lungo che gli ha permesso di sviluppare una notevole sensibilità che ha attraversato negli anni diverse fasi artistiche, ben rappresentate dai suoi quadri.
La figurazione tocca il ritratto, il paesaggio, la natura morta, fino a raggiungere una sensibilità astratta in cui forma e colore si compensano con delicatezza e raffinatezza. Gianni Bui dipinge ciò in cui si rispecchia e risulta molto indicativa la ricerca di un linguaggio personale in cui figura un graduale abbandono della stesura pittorica più significativa. Proprio questo abbandono della stesura pittorica più figurativa e tradizionale lo conduce alla sperimentazione, dimenticando i riferimenti alla realtà e privilegiando il processo tecnico del colore con garbo e gusto. In questo modo Gianni Bui conquista la libertà espressiva dell’astrattismo, assimilando elementi dei grandi maestri del Novecento che, dalla pittura figurativa, sono passati al non figurativo. In lui sfuma il bisogno di misurarsi con la realtà oggettiva, traducendo la propria emotività nel segno e nel colore.
Il suo viaggio pittorico ha origine dell’emozione e proprio attraverso l’emozione è possibile avvicinare il percorso di questo artista, in cui l’esplorazione viene affiancata sempre all’introspezione.
Gianni Bui, la cui mostra rimarrà aperta all’Osteria Rabezzana fino al 28 maggio prossimo, lavora molto con l’acrilico e la grande novità della sua arte è stata la sua capacità di conquista rappresentata dalla novità dell’astrattismo, che lo ha reso capace di assimilare elementi propri dei maestri del Novecento.
Orari da martedì a sabato dalle 9.30 alle 12; 16.30-19.
Chiuso lunedì e domenica.
MARA MARTELLOTTA
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