Più di 180 musicisti saranno coinvolti nel concerto inauguraledella stagione dell’Orchestra RAI mercoledì 19 ottobre prossimo.Verrà eseguita l’opera sinfonico-corale simbolo della spiritualità trionfatrice sulla morte, la Resurrezione di Gustav Mahler, che vede protagonista l’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino e il suo direttore emerito Fabio Luisi. Sul palco anche il Coro del Teatro Regio di Torino diretto da Andrea Secchi e le voci soliste delle soprano Valentina Farcas e del contralto Wiebke Lehmkuhl.
La pagina di Mahler è particolarmente significativa per la recente storia della RAI di Torino, essendo stata eseguita già nel gennaio 2006 sotto la bacchetta di Raphael Fruhbeck di Burgos, per la riapertura dell’Auditorium RAI dopo otto anni di restauri. Negli anni successivi fu riproposta nel marzo 2014 da Jurai Valcuha e nel gennaio del 2020 da James Conlon, entrambi direttori principali della compagine.
La sinfonia, che coinvolge più di 110 strumentisti sul palco, cui si aggiungono settanta voci e due cantanti soliste, rappresenta un ritorno alla normalità di una grande orchestra come quella della RAI, dopo la programmazione a ranghi ridotti resasi necessaria a causa della pandemia.
La Seconda sinfonia è stata composta tra il 1888 e il 1894 quando Mahler era direttore del Teatro dell’Opera di Budapest e Amburgo e costituisce il lavoro che ha richiesto al compositore il tempo di gestazione più lungo. L’opera risulta, infatti, un grandioso monumento corale, iniziato da un ragazzo di 28 anni e terminatosei anni dopo da un uomo di trentaquattro, già affermato.
Mahler aveva raggiunto la consapevolezza del suo crescente ruolo come direttore d’orchestra, ruolo capace di conferirgli una autorità decisamente nuova.
I primi tre movimenti furono diretti dallo stesso compositore il 4 marzo 1895 a Berlino, senza particolare successo. La prima esecuzione integrale, il 13 dicembre dello stesso anno, a Berlino decretò un immenso successo di pubblico, dovuto all’aggiunta del Lied per contralto.
La serata inaugurale in programma all’Auditorium RAI ha fatto registrare il tutto esaurito e il concerto sarà poi proposto anche al teatro Nuovo Giovanni da Udine, venerdì 21 ottobre prossimo, in occasione del 25esimo anniversario della costruzione del teatro principale del capoluogo friulano.
La Sinfonia n. 2 in do minore per soli Coro e Orchestra, nota con il titolo di “Resurrezione”, fu scritta nello stesso periodo della Prima Sinfonia, tra il 1888 e il 1894.
La risoluzione di Mahler di completare la Sinfonia testimonia una sensibilità non lontana dalla volontà di riaffermazione contenuta nell’eterno ritorno di Nietzsche. Raramente la musica ha tentato, con più pathos, di superare se stessa e Mahler, per la prima esecuzione berlinese del 1896, cedendo alle insistenze del giovane critico e compositore Max Maschalk, stese un programma propedeutico all’ascolto della Seconda Sinfonia. L’esordio dell’opera è dominato da scabri frammenti della scala in do minore, che paiono quasi “arrampicarsi” su qualcosa che li respinge. La vitalità cupa dei bassi non si interrompe nel momento in cui legni e ottoni espongono un loro movimento di marcia. L’atmosfera tragica è allontanata dalla cantabilità degli archi, che deriva da Lieder coevi.
In origine la seconda Sinfonia era stata pensata quale conclusione della Prima Sinfonia in Re maggiore, del marzo 1888. La pagina sarebbe stata completata provvisoriamente e dotata di un titolo a se stante, “Totenfeir”, ovvero rito funebre, modellato sull’esempio del poema sinfonico. Il Totenfeier avrebbe trovato un seguito soltanto nel 1893. Proprio nella metà di quell’anno l’opera non riusciva a progredire, in attesa di essere conclusa. Lo stesso Mahler intuiva che, in una forma di grandi proporzioni, con l’impiego di un’orchestra colossale, spettasse alla parola redentriceil compito di completare l’idea musicale, che arrivò nel 1894, quando il compositore assistette, alla fine del marzo 1894, alla cerimonia funebre in onore di Hans con Bulow, direttore d’orchestra appena scomparso, che aiutò molto Mahler nel periodo di Amburgo.
Dopo la celebre cerimonia funebre del primo movimento, anche chiamato Totenfeir”, Mahler voleva uno stacco di alcuni minuti per segnare il polo negativo da cui risalire per approdare alla Resurrezione celebrata nel finale.
La prima tappa è rappresentata dal secondo movimento, la cui dolcezza fa pensare alla frase di Adorno, derivata dal DocktorFaustus di Mann, in cui si afferma che “la musica di Mahler accarezza esternamente i capelli a quanto si rivolge”. Il terzo movimento ha funzione di Scherzo e si fonda sulla melodia di un Lied composto in precedenza, “La predica di Sant’Antonio ai pesci”, ricavata da una celebre raccolta di canti popolari. In questo movimento, di grande impatto emotivo, l’affiorare e l’inabissarsi dei pesci dà origine a una ronda sinistra in seguito all’entrata in scena di oboe, clarinetto e timpani.
L’entrata del Coro è preparata da una calma piena di promesse. Ritornano i richiami, in lontananza, dei corni, prolungati dagli interventi dei flauti. Quando la voce della natura, simile a una voce di uccello, si è spenta, sorge la voce umana con le parole dell’idea di Klopstock.
Mahler ancora una volta in questa Sinfonia ha dato prova di essere un profondo innovatore della forma sinfonica, portando, con le sue opere, il sistema tonale a esprimere al massimo le proprie possibilità.
La stagione dell’Orchestra Sinfonica della RAI è in programmamercoledì 19 ottobre alle 20.
Replica giovedì 20 ottobre prossimo, sempre all’Auditorium RAI, alle 20.30
MARA MARTELLOTTA
Auditorium RAI Arturo Toscanini di Torino
Piazza Rossaro
Tel 011/ 8104653
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