L’inefficienza di politica e burocrazia

Diffidate di chi dice: io parlo a nome e per conto del popolo. Tutto il popolo. Che sia un guitto o un politico diffidate decisamente. Mente sapendo di mentire. Ce lo ha insegnato il Prof Galante Garrone in Storia del Risorgimento. Lui liberale convinto, antifascista ed eletto nelle liste del PCI come indipendente di sinistra. Il popolo, anzi nel popolo ci sono mille voci e mille idee. Organizzarle e dargli voce, questo si chiama democrazia

Ci spiego’ che l’espulsione di Giuseppe Mazzini dalla prima internazionale, era motivata. Addirittura fu Karl Marx che lo volle perché, di fatto, in quel modo, negava l’esistenza delle classi sociali. E poi , troppo spesso il popolo è abbinato alla figura di un uomo (o donna) sola al comando. Ed anche qui , come non ricordare le mitiche recite di Ettore Petrolini sull’improbabile Nerone che arringa le folle inebriante di parole vuote? Accidenti se la democrazia è imperfetta. Però… Ogni tanto mi piace ” tuffarmi ” nella mia libreria. Qui ho riletto pagine dello Storico inglese Mack Smith. Persino ai tempi di Crispi si contavano più di 27 governi diversi dall’Unità d’Italia a fine ottocento. Quasi uno all’anno. L’instabilità è sempre stato un nostro problema nazionale. Duraturo solo il ventennio Fascista. Parentesi non proprio democratica.
Sistema politico? Incapacità dei politici italiani? Troppa frammentazione? Sicuramente un insieme. Ci si mette una burocrazia storicamente inefficiente. Una burocrazia di stampo borbonico. Due casi emblematici.
Il caso della ex professoressa di Balangero che dopo vent’anni di pensione, la sua banca le ha comunicato che l’Inps aveva sospeso la pensione. Motivo : all’ Inps risultava morta. E quando lei si è presentata viva e vegeta le è stato risposto: deve dimostrartelo con un certificato del suo comune di appartenenza. Follia allo stato puro.

Secondo caso. E notorio che ogni giorno che passa il personale del Municipio di Torino si sta assottigliando. Comunque è da decenni che il verde pubblico vive ” subappaltato ” a ditte che dovrebbero essere specializzate.
Dovrebbero, a mio giudizio essere privilegiate le ditte locali, selezionate per capacità ed affidabilità e soprattutto per reperibilità se qualcosa non funziona. Uno dei pochi casi dove il cosidetto km zero funziona eccome.
Praticamente da più di un decennio vige una legge: fare esattamente all’opposto affinché il lavoro non venga fatto. Ottusità burocratica che si  abbatte ottusamente sulla nostra città.
Cosa avviene concretamente? Presto detto.
Vigendo il sistema ad inviti arrivano consorzi, ditte o cooperative dal Sud. Queste fanno dei ribassi pazzeschi intorno al 50 %. Già qui qualcosa non torna. O sono totalmente sbagliati i prezzi di partenza o è totalmente sbagliata l’offerta. Poi, nel migliore dei casi chi vince prende l’anticipo previsto per legge e magari, chissà, interamente subappalta l’esecuzione dei lavori ad imprese locali che in qualche modo, arrabattandosi, cercano di finire i lavori. E se nel peggiore dei casi chi vince con il massimo ribasso si beccasse l’acconto iniziale sparendo  dalla circolazione? Direi “stupendo” , la città paga per non avere nulla. Incuria che avanza.
Avanza anche nelle singole professionalità.
Siamo messi proprio male.

Patrizio Tosetto

 

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