“La Bellezza Ritrovata”

 

All’“Imbiancheria del Vajro” di Chieri oltre quaranta opere raccontano la creatività e la magia del processo di riuso nella “Fiber Art”

Fino al 15 settembre

Chieri (Torino)

La mostra, ospitata nei suggestivi spazi della chierese “Imbiancheria del Vajro” rappresenta il quarto appuntamento del progetto “RestART! Museo relazionale Imbiancheria del Vajro”,  il cui obiettivo è raccontare, attraverso cinque mostre nell’arco di due anni, la preziosa “Collezione Civica” di “Fiber Art” del Comune di Chieri, “Trame d’Autore”, che con oltre 300 opere realizzate da artisti di tutto il mondo costituisce un patrimonio di valore e di rilevanza internazionale. Dopo le mostre “I introduce myself” (giugno 2021), “Un grande Abbraccio al Mondo” (marzo 2022) e la quarta edizione di “Tramanda” (settembre 2021), ora “La bellezza ritrovata” propone fino al 15 settembre una selezione di 47 opere di 35 artisti, che evidenziano lo spirito pionieristico e originale del processo di riuso nella “Fiber Art”.

Che, più d’ogni altra espressione artistica, dimostra particolare sensibilità verso il recupero di materiali dismessi, dagli object trouvé ad altri ascrivibili al ready made fino ad oggetti di uso quotidiano trasformati in assemblages. In un processo creativo di intensa suggestione, teso al recupero di “bellezze” trascurate o ignorate. Ciò che l’attuale rassegna all’“Imbiancheria” intende al contrario evidenziare. In un percorso giocoforza complesso “attraverso – sottolinea Silvana Nota, direttrice artistica di ‘RestART’ – un multiforme susseguirsi di visioni: dalla ‘Recycling Art’, ai ‘Combines’ di materiali apparentemente incompatibili tra loro, dalle morbidezze dei fogli per imballaggio alle lamiere intrecciate a fili colorati, dai detriti lasciati dal mare ricomposti in magnifiche sculture aeree per arrivare a soluzioni quasi impensabili di ‘Soft Sculpture’ che si abbarbicano duttili sulle superfici nelle quali vengono appoggiate”. Di particolare interesse, i tre focus site specific pensati per la mostra da Teresa Musolino (sua l’installazione realizzata con materiali di imballaggio e avanzi di nastri e merletti per riportarci con alta adesione storica ai complessi abiti di Sei e Settecento), da Erika Dardano con la sua opera che – attraverso auto rottamate, fili di paracadute e rotoballe di fieno – ci parla del cavallo “Nublado” e dall’installazione di Raffaella Brusaglino che mirabilmente intreccia letteratura e teatro. E di qui ai “Libri d’Artista Tessili” il passo è breve. In questa sezione scopriamo il meraviglioso mondo che viaggia fra illustrazione e fiaba di Daniela Pitton, i “Libri poetici” con inserti di elementi boschivi di Gina Morandini, il “Libro morbido” di Domenico Zanello o ancora il “Libro scultura” di fili ramati e calcografia della “maniera a zucchero” di Paki Paola Bernardi, accanto alla scultura di Fabio Celestre e al libro di Raffaella Baldassarre, pagine che rendono omaggio alle tante persone cui il mondo da tempo non dà voce. Come le parole nascoste dentro l’installazione tattile a muro di Isabella Paris, mentre su un vecchio lenzuolo di cotone, nel quale interviene con stampe laser e altri materiali, Margherita Fergnachino si interroga sugli sbarchi e l’inferno vissuto da persone non più persone, che ci portano al Libro di Raffaella Simone, incentrato sul concetto di empatia, di accoglienza, di multiculturalismo e amore per il nostro pianeta. La calcografia ibridata al tessile, sulla quale scorrono testi letterari di autori diversi, diventano invece pagine del libro di Elisabetta Viarengo Miniotti per arrivare al soave “Libro/spartito” di Clotilde Ceriana Mayneri e all’ “arazzo/quilt” non convenzionale della tedesca Margit Kupsch o al “Libro/non libro”, risultato di un’azione di “Arte Collettiva”, di Giustino Caposciutti. Immagine gioiosa di ballerine in fila nell’atto della danza, l’opera di Giulia Carioti che mi piace ricordare accanto a quella di Eva Basile che riprende e recupera esempi di tessiture del passato “per evidenziarne la bellezza attraverso l’ottica del modulo che, nel ripetersi, crea un tutto in continua variazione”.

Svariati e molteplici (dalla salvaguardia della Natura e dell’Ambiente all’ascolto concreto della Memoria) gli altri temi su cui s’incentrano i lavori dei restanti artisti presenti in mostra. Tanti. Fra i quali ricordiamo ancora, solo per citarne alcuni, la norvegese Siri Gjesdal, pioniera nel campo dell’Ambiente, insieme ad Annamaria Fricano e a Luisa Pozzo. Suggestivo l’“abito/scultura indossabile” di Lucia Gatti, affiancato allo scialle e guanti vintage di Teodolinda Caorlin e alla ricerca dell’“anima racchiusa nelle stoffe” di Gaia Lucrezia Zafferano e di Tiziana  Contu. In chiusura, Fiorenzo Tiberio raccoglie nella sua installazione piccoli segmenti di prototipi presentati dagli artisti nelle quattro edizioni delle “Biennali Chieresi” di “Fiber Art”. Voce unica  “che unisce luoghi e persone sparse nel mondo che a Chieri hanno portato un sogno e ricevuto casa”.

Per info: “Imbiancheria del Vajro” (via Imbiancheria 12, Chieri – Torino; tel. 011/5211788 o www.comune.chieri.to.it; sab. e dom. dalle 15 alle 18).

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Teresa Musolino: “Imballaggio artistico”

–       Giulia Carioti: “Campionario di ballo”

–       Eva Basile: “Repeat”

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