L’acqua, il nostro tesoro blu

Fondamentale per la nostra sopravvivenza, non è inesauribile come pensiamo. Ogni azione individuale anti-spreco è determinante.

Docce da 10 minuti, acqua che scorre inutilmente per lavarsi o fare le pulizie domestiche, tubature difettose e sistemi di irrigazione per giardini e terrazzi accesi senza limiti.
Si calcola che il consumo di acqua giornaliero pro capite è di circa 150 litri, che lo scarico del wc ne utilizza almeno 12, mentre per fare una lavatrice ce ne vogliono dai 40 ai 120.
Il 22 marzo scorso si è celebrata la Giornata Mondiale dell’acqua, istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite, per celebrare questa preziosissima e vitale risorsa che non è illimitata come attualmente si crede perché facile da reperire con gesti automatici. Questa ricchezza naturale va risparmiata, salvaguardata e impiegata con rispetto e in maniera meno egoistica.

Dall’errato e sconsiderato utilizzo domestico, alle problematiche legate alla agricoltura (il primo settore in Europa con un consumo di acqua pari al 40%), alla pandemia che ha sconvolto le abitudini contribuendo all’aumento del suo uso casalingo, ma anche a settori come la moda che concorrono al suo sperpero (per produrre capi di abbigliamento se ne vanno migliaia di litri), “l’oro blu” viene consumato con poco riguardo e il nostro paese, purtroppo, vanta un record negativo circa gli sprechi.
Comportamento e atteggiamento sono fondamentali. Cominciare ad agire in favore della conservazione, evitarne l’eccessivo e irresponsabile uso attraverso nuove abitudini e mettersi, come individui, in una posizione di centrale importanza è oramai irrinunciabile. E’ necessario convincersi che ogni singolo gesto non è inutile ma determinante e che “tanto qualcuno ci penserà” non funziona più, bisogna agire e sentirsi parte di quella collettività che si muove in favore del bene comune.

Come possiamo fare la nostra parte? Quali sono gli accorgimenti da mettere in atto per moderare il consumo di questo bene prezioso, fonte di vita, che non è inesauribile come erroneamente si pensa?

Come prima cosa dovremmo essere sicuri che i contatori e le tubature della casa che abitiamo siano a posto controllando, per esempio, che il numero di litri quando usciamo di casa e quando rientriamo siano gli stessi. E poi semplici accorgimenti come non lasciare scorrere l’acqua della doccia quando ci si insapona, chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti o ci si rade, utilizzare una bacinella quando si lavano i piatti, fare la lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico, lavare la macchina con il secchio e non con il tubo.
Lo sapete poi che si possono innaffiare le piante con l’acqua utilizzata per lavare frutta e verdura e che se lo si fa la sera quest’ultima evapora più lentamente? Il riciclo è un sistema molto efficace per non sciupare l’acqua e possiamo attuarlo in differenti modi come per esempio raccogliendo l’acqua piovana o quella dello scolo dei condizionatori. Questa metodica del risparmio e dell’uso corretto dell’acqua deve valere anche fuori quando si va in palestra, in albergo e in ogni luogo dove è a nostra disposizione. Comunicare e condividere le nostre nuove abitudini, parlarne con gli altri è, inoltre, una occasione importante per innescare una catena di buone azioni anti-spreco.

Anche il processo di imbottigliamento aumenta il dispendio di questo composto chimico trasparente e bere quella “del sindaco” a casa come fuori è senza dubbio un altro modello di saggia condotta da seguire, ma se proprio non possiamo fare a meno dell’acqua confezionata, tanto per rimanere in tema di protezione ambientale, utilizziamo almeno quella contenuta in vetro e non in plastica.
Insomma da qualche parte bisogna cominciare, è necessario prendere coscienza dei pericoli che le risorse naturali, come l’acqua, corrono se continuiamo farne un uso sconsiderato, è doveroso muovere le coscienze, la nostra attraverso le buone azioni e le altre attraverso la condivisione, e, infine, è indispensabile agire con la consapevolezza che dobbiamo essere noi in prima persona a difendere il nostro pianeta.

Maria La Barbera

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