Dialogo non sono le pacche sulle spalle ma un vero dibattito sullo scempio dell’economia della promessa.
“È morto un coetaneo e la risposta alla loro rabbia è consistita in molti lividi e teste spaccate. Oggi per fortuna le camionette erano distanti, così come i cordoni di polizia. Ci voleva tanto? Il dialogo non passa solo dal garantire a tutte e tutti il diritto a manifestare e non alzare i manganelli su persone pacifiche e disarmate, ma deve significare prendere sul serio l’indignazione e la protesta dei ragazzi e delle ragazze per il destino tragico di un coetaneo, morto di lavoro mentre avrebbe dovuto essere a scuola. Un’indignazione che tuttavia ha saputo restare pacifica e non violenta: nessuno è sceso in piazza con scudi, caschi, armi contundenti, viso coperto, nessuno ha assaltato le sedi degli uffici scolastici o dell’Unione Industriale” – è il commento del Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, che questa mattina ha partecipato alla manifestazione studentesca contro l’alternanza scuola-lavoro.
“Dialogo” – prosegue Grimaldi – “non sono le pacche sulle spalle e i tavoli in Prefettura per autorizzare le passeggiate consapevoli, ma significa aprire un vero dibattito sullo scempio della situazione salariale in Italia, dei finti stage e tirocini, del volontariato mascherato, dell’alternanza scuola-lavoro, di tutte quelle forme di lavoro povero o gratuito travestite da formazione, esperienza, investimento sul futuro, strategie per ottenere profitto risparmiando sui costi e facendo leva sull’immaginario dell’economia della promessa. Dialogo significa prendere sul serio il desiderio e il bisogno espresso dai ragazzi e delle ragazze di una scuola migliore di quella che vivono in presenza e a casa, di un’esistenza migliore di quella a cui sono statə costrettə da due anni di pandemia e da una ben più lunga crisi sociale.
Come cantavano oggi, sanno che se le scuole cadono a pezzi, se vengono sfrutttatə e devono crescere nell’economia della promessa, la colpa non è certo degli immigrati. I responsabili sono tutti coloro che continuano a ripetergli che il mondo va così, senza assumersi la responsabilità di cambiarlo”.
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