I due fiumi principali sono rappresentati come un uomo ed una donna adagiati su un fianco, con il busto leggermente sollevato. Con un riferimento all’iconografia aulica, le due figure sono nude ed hanno un drappo appoggiato morbidamente sulle gambe
Ed eccoci nuovamente giunti al consueto appuntamento settimanale per la nostra passeggiata con “il naso all’insù” alla scoperta delle meraviglie torinesi.Quest’oggi cari amici lettori e lettrici, visto la recente (e sottolineo finalmente) rimessa in funzione delle due fontane del Po e della Dora, vorrei cogliere l’occasione per parlarvi e scoprire insieme a voi queste magnifiche opere dedicate ai due fiumi che attraversano la nostra città.
L’opera è composta da due fontane disposte simmetricamente rispetto all’asse di via Roma. I due fiumi principali sono rappresentati come un uomo ed una donna adagiati su un fianco, con il busto leggermente sollevato. Con un riferimento all’iconografia aulica, le due figure sono nude ed hanno un drappo appoggiato morbidamente sulle gambe; il Po e la Dora Riparia, rappresentati come fonti di fertilità, tengono nelle mani rispettivamente una spiga di grano e una mela. Le due statue in marmo bianco proveniente dalle cave di Seravezza, sono poste su un basamento in pietra di Serizzo, un semi tronco di piramide rovesciata con la base minore in appoggio nella fontana. Sul fronte di questo una bocca lunga e stretta lascia sgorgare il getto d’acqua, una sorta di cascata spumeggiante, raccolto in vasche dall’andamento mistilineo. Le vasche sono rivestite in materiale ceramico e delimitate da un bordo lineare arrotondato.
Piazza C.L.N. risulta compresa tra via Roma e piazza San Carlo. L’aspetto attuale lo si deve alla ristrutturazione prevista dal progetto di Piacentini del 1935, riguardante il secondo tratto di via Roma e la zona circostante. In seguito venne invece soprannominata piazza delle due fontane per via appunto dei due monumenti che rappresentano le allegorie dei principali fiumi di Torino: il Po e la Dora.L’elemento scultoreo venne ideato come parte integrante di un progetto urbano di ricomposizione secondo criteri di aulica uniformità. Fu Marcello Piacentini che tra il 1934 ed il 1935 lavorò con la Pubblica Amministrazione alla progettazione del secondo tratto della via Roma nuova, ed è a lui infatti che può essere attribuita l’ideazione delle fontane.
Già nei suoi schizzi, attraverso i quali studiava i caratteri architettonici e spaziali della nuova piazzetta dietro le chiese di San Carlo e Santa Cristina, egli disegnò le due fontane, inquadrate da nicchie e composte da un semplice basamento sul quale si distendevano le figure allegoriche del Po e della Dora. L’architetto poi, nell’ottica di disegnare uno spazio governato dal principio dell’uniformità, progettò per piazza C.L.N. la copertura delle pareti delle chiese con facciate monumentali in pietra da taglio, alle quali addossa centralmente le fontane, centri focali capaci di raccordare il vuoto della piazzetta con le solenni forme delle facciate. Proprio perché parte del progetto urbano complessivo, la realizzazione della parte edile dell’opera venne curata direttamente dalla municipalità. Solo nel gennaio 1936, quando i lavori di ricostruzione degli edifici privati sulla piazza furono ormai giunti a buon punto, la Città deliberò l’attuazione del progetto di sistemazione delle facciate posteriori delle chiese, comprensivo della realizzazione delle vasche, delle fontane e dei basamenti per le statue.
L’ideazione delle statue allegoriche invece fu rimessa ad un concorso pubblico, il cui bando, approvato il 1° dicembre 1936, lasciò al giudizio del concorrente atteggiamento e proporzioni delle statue; nel maggio del 1937 la commissione giudicatrice giudicò vincitori i due bozzetti dello scultore Umberto Baglioni. Per la realizzazione delle statue, il 28 novembre 1937, la Città di Torino stipulò una convenzione con lo scultore che stabilì anche i tempi di consegna delle opere: sei mesi dall’approvazione del modello.Le statue (costate £. 143.000 cadauna) vennero scolpite nell’era fascista (1938), come riportato dall’iscrizione sul loro basamento e collocate nei primi mesi del 1939, precisamente nel mese di marzo il Po e ad aprile la Dora.
Da quel momento, la mancata impermeabilizzazione delle vasche fu causa da subito di gravi problemi: pesanti infiltrazioni interessarono i locali tecnici sottostanti portando immediatamente ad un funzionamento saltuario delle fontane. Il problema, aggravato da ogni accensione del flusso d’acqua, fece sì che a partire dal 1987, la Pubblica Amministrazione abbia deciso di disattivare definitivamente il sistema idraulico arrivando, per un periodo, perfino a trasformare le vasche in fioriere. Il problema si protrasse sino al giugno del 2005 quando, grazie ad un completo e attento restauro, fu possibile restituire alle fontane i loro caratteri formali originali.
Le fontane sono state nuovamente spente in quest’ultimo periodo a causa di un atto vandalico dovuto al rovesciamento di una grossa quantità di detersivo all’interno della “Dora” che ne ha bloccato, durante la notte del 2 gennaio, il funzionamento. Entrambe le fontane sono state disattivate ma pochi giorni fa finalmente, il “Po” e la “Dora” hanno ripreso a funzionare e sono tornate a far “risplendere” la piazza.
Anche per questa volta è tutto. L’appuntamento come sempre è alla prossima settimana, per un’altra (si spera) entusiasmante passeggiata tra le meraviglie della città.
(Foto: il Torinese)
Simona Pili Stella
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