L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Emma Stonex “I guardiani del faro” -Mondadori- euro 19,00

Che l’autrice Emma Stonex (nata nel Northamptonshire nel 1983) abbia un legame particolare con i fari e la loro magia è più che evidente; è sbocciato fin da quando era piccola e trascorreva le vacanze in Cornovaglia e sull’isola di Wight. Oggi vive con il marito e le 2 figlie a Bristol e, dopo un’importante esperienza come editor in una prestigiosa casa editrice, ha deciso di dedicarsi totalmente alla scrittura con questo romanzo che ha spopolato alla Fiera del libro di Francoforte.
Leggendolo capirete subito il perché di tanto successo. E’ una storia intrigante imbastita intorno alla solitudine, ai rimpianti, ai segreti e alle bugie che si dicono per mettere al riparo le persone che amiamo. E’ ispirato a un fatto di cronaca vero, la misteriosa e inspiegabile scomparsa dei 3 guardiani di un faro su un’isola della Scozia nel 1900.
A questo si è ispirata la scrittrice inglese che ha ambientato lo stesso fatto inquietante nel 1972 al largo della Cornovaglia, a 15 miglia di distanza da Land’s End (praticamente al confine estremo di quella parte di mondo), nel Faro di Maiden Rock, dove i 3 custodi di turno sembrano svaniti nel nulla.
Questo non è un faro qualunque o come quelli della terraferma: è soprannominato Scoglio della Fanciulla e sorge in tutta la sua altezza su uno spunzone di terra in mezzo al mare e «…non hai mai visto una tempesta finché non ci sei stato in mezzo, lì, in mare aperto: il faro pare sbriciolarsi sotto i tuoi piedi per essere spazzato via dalle onde».
A guardia di questo remoto avamposto dovrebbero esserci il primo guardiano Arthur Black –grande esperienza e bravura nel suo lavoro- ,il primo assistente William Walker detto “Bill” e il secondo Vincent Bourne. Quando arriva il collega per un cambio, dei 3 uomini non c’è alcuna traccia, la porta del faro è chiusa dall’interno, dentro tutto è in ordine, gli orologi sono fermi tutti alle 8,45 (dettaglio da non dimenticare) ma non si palesa anima viva. Che fine possono aver fatto i 3 uomini è un mistero irrisolto ancora 20 anni dopo, quando troviamo le loro donne che hanno cercato di andare avanti da sole con quel buco nell’anima e senza saper dove siano finiti.
A riagitare le acque nel 1992 arriva l’affermato scrittore di romanzi di avventura e marinareschi Dan Sharp, che vuole farne materia del suo prossimo best seller.
Contatta personaggi legati agli uomini scomparsi, a partire dalle loro compagne, Helen, Jenny e Michelle. Sono rimaste tutte nei cottage messi a loro disposizione dalla Compagnia Trident House che ha provveduto al sostentamento delle vedove dei suoi 3 dipendenti. Ma la tragedia che ha straziato le loro anime, anziché unirle, le ha viste ritirarsi ognuna nel proprio guscio di dolore. Daniel Sharp le incontra e si fa raccontare le loro diverse versioni. E qui la bravura della Stonex scende in campo a tutto tondo. E’ magistrale il modo in cui riannoda i fili delle vite delle 3 coppie e porta a galla vissuti anche travagliati. Ed ecco venire a galla segreti, dolori strazianti e insuperabili, tradimenti, incomprensioni e solitudini, sensi di colpa e rabbia, paure e tantissimo altro….

Jazmina Barrera “Quaderno dei fari” -La Nuova Frontiera- euro 15,00

Questo è un affascinante viaggio letterario nelle pagine di grandi autori classici che hanno sviluppato pensieri ed emozioni collegate ai fari e al loro intrinseco fascino misterioso. Ed è la colta testimonianza di come questa scrittrice messicana (nata a Città del Messico nel 1988) abbia da sempre sviluppato una profonda fascinazione per le ammalianti torri che indicano la rotta e la salvezza ai naviganti; lighthouses che in inglese vuol dire “le case della luce”. Con l’animo della collezionista, la Barrera ne ripercorre la storia partendo dall’antichità e dai miti.
Dai Maya ai Greci che per primi diedero il nome di fari alle torri accese citate nell’Iliade di Omero: «….Fuoco che segnala la fine del mare.»
Fari e mare indissolubilmente collegati tra loro e allo stesso tempo contrapposti: «Non si può pensare il faro senza il mare. Perchè sono un tutt’uno, ma opposti. Il mare si espande verso l’orizzonte, il faro punta verso il cielo. Il mare è movimento perpetuo; il faro è una vedetta congelata. Il mare è volubile “un campo di battaglia di emozioni” dice Virginia Woolf. «Il faro è un signore stoico, irremovibile…….». Quelli più antichi conservatisi fino ad oggi risalgono al Medioevo, quando ad averne cura erano i monaci.
Poi l’autrice rintraccia gli innumerevoli fari citati nelle pagine di autori come Walter Scott, Lawrence Durrel, Virgina Woolf con il suo romanzo “Gita al faro”. E ancora, Robert Louis Stevenson che discendeva da una stirpe di ingegneri che misero in campo le loro conoscenze e osservazioni empiriche sui moti delle maree, l’altezza delle onde, la profondità dell’acqua, l’inclinazione del suolo e la configurazione della costa. Suo nonno ebbe il merito di aver edificato il primo faro lontano dalla costa, su uno scoglio affiorante in mezzo all’oceano, Belle Rock, che si diceva abitato dallo spirito del fantasma di un pirata.
Ed è solo la punta dell’iceberg del profondo viaggio in cui l’autrice –che colleziona anche antiche mappe dei fari disseminati nel mondo- vi conduce.

Sarah Langan “I buoni vicini” -SEM- euro 18,00

Benvenuti nel tranquillo quartiere da cartolina alla periferia di Long Island, Maple Street, quieta e sonnacchiosa enclave borghese i cui abitanti sotto la superficie nascondono lo sporco di inganni, cattiverie, capricci e insensibilità verso il prossimo. E’ in questo tran tran opaco ma rassicurante che nel 2027 irrompono i nuovi arrivati. Sono la rock star Arlo Wilde, la moglie Gertie ex reginetta di bellezza e i loro figli, la preadolescente senza freni Julia e il fratellino minore Larry. Un bel cambiamento per il vicinato che si trova alle prese con un padre molto diverso dagli altri, una madre che si sente respinta dalle vicine e fa fatica a relazionarsi, e pure i loro due figli sono fuori dagli schemi del luogo. Ape regina del sobborgo è Rhea Schroeder, professoressa universitaria dal passato insondabile, di mezza età, trasformatasi nel perfetto esempio di moglie e madre dei sobborghi residenziali. Organizzatrice delle feste di vicinato, aveva assunto anche l’impegno di accogliere ogni nuova entry di Maple Steet con un cestino di cioccolatini e un profumo. E nella bellissima e impenetrabile Gertie aveva annusato un’altra outsider disadattata con la quale avrebbe potuto costruire un rapporto intimo, in cui svelare i suoi veri sentimenti. E’ lei che in un certo senso adotta senza riserve i Wilde e cerca di introdurli nella comunità. Sotto la sua ala protettrice prende soprattutto Gertie con la quale trascorre lunghi pomeriggi a chiaccherare, alla quale fa un sacco di confidenze fino a riuscire a smussare la diffidenza della nuova arrivata.
Questo almeno è quanto accade in un primo tempo, poi inspiegabilmente anche Rhea allontana la nuova vicina escludendola dai party che organizza.
Poi irrompe l’imprevisto nel bel mezzo dei festeggiamenti per il 4 luglio. Una gigantesca voragine si apre di colpo e senza preavviso, un baratro profondo una cinquantina di metri che inghiotte un pastore tedesco e scatena l’allarme tra gli abitanti di Long Island. Non è la prima e non sarà l’ultima delle doline che scuotono Maple Street, dando la stura a una serie di eventi e di nodi che vengono al pettine.

Lorenza Gentile “Le piccole libertà” -Feltrinelli- euro 17,00

Protagonista è la 30enne Olivia, ancora precaria in un’azienda che produce barrette energetiche, amata dai genitori che su di lei hanno puntato tutto. E’ fidanzata con Bernardo, bello, intraprendente e in carriera, votato al successo, e stanno per sposarsi. Sembra una vita quasi perfetta, invece nel profondo della sua anima albergano paure, insicurezze, dubbi e indecisioni. Cerca di rimediare alla sua irrequietezza ricorrendo ad una analista, la dottoressa Manubrio che le spiega l’arcano: la vita è come il mare e bisogna imparare ad andare sul surf.
Tutto cambia quando le arriva la lettera della zia Vivienne, di cui si erano perse le tracce 16 anni prima, dopo un acceso confronto col fratello, il padre di Olivia , alla morte della loro madre.
Non si è mai scoperto cosa provocò l’irrimediabile rottura tra i due, ma i ricordi che Olivia ha della zia sono felici. Vivienne, magra, energica, ciglia lunghe, occhi nocciola, un caschetto di capelli biondi poi diventati bianchi era solita arrivare con un baule stracolmo di libri e vestiti fuori dall’ordinario. Una zia decisamente eclettica che da giovane era stata una modella, sempre infelice in amore, e aveva attraversato varie fasi di interessi: dall’astrologia all’ambientalismo, dall’essere vegetariana ad andare a soccorrere una famiglia di elefanti nel Serengeti, ossessionata dalle storie e dalla vita di Karen Blixen. Agli occhi del fratello, una superficiale volubile; invece grondante fascino per la nipote. Nella lettera la zia chiede a Olivia di raggiungerla a Parigi, e le dà appuntamento davanti alla celebre e storica libreria Shakespeare&Company. Sulla Rive Gauche, fondata nel 1919 da Sylvia Beach e nella quale transitarono alcuni degli scrittori più importanti del 900, tra i quali Ezra Pound, Ernest Hemingway e James Joyce. Olivia decide di partire, ma resta alquanto spiazzata quando la zia non si presenta all’appuntamento.
Di lì in poi, a Olivia è imposta una sola regola: aiutare in libreria e leggere un libro al giorno. Così trascorre giorni e notti tra gli storici scaffali, tra appassionanti letture, turni di lavoro e avvistamenti presunti di Vivienne. Soprattutto, Olivia conosce e frequenta un gruppo di pittoreschi artisti bohémienne in cerca di fama e successo, che fanno base proprio alla Shakespeare&Company. Ed ecco svilupparsi sotto gli occhi del lettore la profonda trasformazione emotiva della protagonista, che rinasce, opera scelte importanti e si avvia sul sentiero che conduce alla formula per trovare la felicità.

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