Ormai da diversi anni è invalsa l’insana abitudine di trasformare i Musei, anche quelli più ricchi di opere, talmente carichi che resta difficile visitarli in un giorno, in Mostre a tema.
Di Donatella D’Angelo *
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Queste Mostre, a volte basate sul nulla, oppure per promuovere un personaggio, un artista straniero, si basano su una pletora di curatori, allestitori e responsabili a vario titolo, decine di collaboratori, arrivando a cifre talmente elevate che viceversa, con gli stessi importi si potrebbe restaurare un monumento in degrado. Pertanto è stata una piacevole sorpresa, sentire dal neo Direttore di Palazzo Madama a Torino,Giovanni Villa, che è sua intenzione e programma, invertire questa tendenza.
Palazzo Madama, infatti per chi torinese non è, rappresenta una pregevole quanto curiosa costruzione, tanto da farla definire da Guido Gozzano la “casa dei secoli”, dall’impianto romano,passando dal medioevo, al barocco, al risorgimento al XX secolo.
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Proprio nel secolo appena passato, nel 1934 ,assurse al ruolo di Museo, stante il grande conoscitore di Arte e di Arti, quale fu Giuseppe Bottai, con un sapiente restauro conservativo, dopo essere stata la dimora delle Madame Reali Cristina di Borbone e Giovanna Maria Battista di Nemours, quindi a tutti gli effetti una Dimora Sabauda, tanto da renderla una consuetudine per i Savoia, organizzarvici soprattutto feste e matrimoni. Al suo interno vi è ancora il ricco mobilio originale, tanti dipinti importanti e varie collezioni dalle statue lignee medievali,alle porcellane ,ai bronzi ,ai merletti, ignorate ,sconosciute e non visibili dalla sovrapposizione forzosa ed un po’ invadente di alcuni allestimenti discutibili, in occasione delle tantissime Mostre, qui allestite nelle varie sale.
E che dire del più iconico dei Musei italiani, il Museo dei Musei, il primo in assoluto, essendo nato da una felice intuizione di Francesco I de Medici nel 1574 per condividere con i fiorentini la eccezionale ed unica collezione in Europa contenuta nei suoi Uffizi?
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I vari riallestimenti, che assorbono anziché esaltare le opere, nonché i forzosi spostamenti di opere, primo fra tutti il ritratto del Bronzino di Eleonora de Toledo, moglie di Cosimo I de Medici, dalla “sua” Tribuna, una Wunderkammer, concepita dal Buontalenti nel 1581, il cuore degli Uffizi anzi la prima intuizione di quello che poi sarebbe stato un museo ,spostato poi nella Sala 65.
Ora gli Uffizi che sono la più straordinaria collezione italiana ed i suoi depositi potrebbero costituire un altro Museo, sono diventati lo scenario, chiusura per pandemia a parte, di continue Mostre, che distolgono l’attenzione dal corpo e dall’anima principale, le sue rare opere d’arte.
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Molti miei conoscenti attirati dai messaggi martellanti di Mostre di arte contemporanea, mi hanno confessato di non aver visto i veri Uffizi, anzi di averne un vago ricordo solo per una lontana gita scolastica, lo stesso succede per Palazzo Madama o per altri importanti luoghi ,depositari di capolavori che rendono l’Italia insieme allo Stato Vaticano, il più importante Paese d’Arte al mondo. Premesse queste mie considerazioni, non essendo mai stata una talebana dell’Arte, non rifiuto a priori l’apertura a varie iniziative che possano dare ristoro economico ai Musei, sovente in sofferenza,mi riferisco ad eventi mondani nei saloni delle feste delle varie dimore, palazzi e castelli ,ci mancherebbe sono nati per quello scopo, ma soprattutto attrarre sponsor della Moda, in tutti i suoi aspetti: abiti, accessori ,gioielli ,acconciature, profumi,un’altra peculiarità tutta italiana,non dimentichiamoci mai che fu Caterina de’Medici a portare, a metà del cinquecento in una Francia ancora naive, queste raffinatezze ,oltre la enogastronomia toscana. Non scordiamoci dei piccoli Musei privati, a Torino la Fondazione Accorsi, nata dall’idea di un antiquario che raccolse e riordino’ con grande passione e anche spirito bulimico, quasi 300 arredi dei più importanti ebanisti piemontesi ,quasi 700 oggetti di complemento e più di 200 dipinti.
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Nonostante la bellezza e densità, quasi da “horror vacui”, anche qui non sono sfuggiti alla tentazione di fare Mostre, ovviamente costrette in spazi angusti, vizio che spero non venga mai ai fratelli Lastrucci, che senza il supporto di nessuno, hanno creato in via de’ Servi a Firenze,nel Palazzo di Sforza Almeni, uno straordinario percorso propedeutico ed illuminante, didascalico ma non noioso, costituito anche di oggetti curiosi, alla visita della città dominata dall’ importante dinastia , città che li sente ancora vicini. Un merito loro è anche quello della presenza della cultura enologica, derivata proprio dai Medici, con l’invenzione dei marchi doc e dagli ottimi vini che si possono anche gustare.
C’è infatti tanto, volendo con un po’ di intraprendenza e tanta passione, da mostrare senze le Mostre, i Musei si possono rendere attrattivi e fascinosi, in tanti modi, si possono svecchiare,con tante idee, con tocchi ed effetti illuminotecnici, con aperture notturne,con aperitivi ,perchè no, insieme al biglietto e tanto altro ancora, ma per cortesia lasciamoli vivere e respirare della loro stessa Bellezza!
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* Architetto