L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Colum McCann “Apeirogon” -Feltrinelli- euro 22,00

Sullo sfondo della cronaca di questi giorni di fuoco tra israeliani e palestinesi, questo è un libro che fa riflettere. Apre pagine di speranza e testimonia come i due contendenti potrebbero sotterrare l’ascia di guerra, riscoprire buon senso, diritti, fratellanza, rispetto reciproco; e finalmente non più vittime da entrambe le parti, ma una ben più sana pace.
Ed è un libro magnifico, ispirato a una storia vera.

L’ “Apeirogon” è un poligono con un numero infinitamente numerabile di lati: così come quest’opera
dello scrittore irlandese Colum McCann si scompone in 1.001 pezzi, nell’arco di 511 pagine che racchiudono la drammatica storia di due padri delle fazioni opposte, travolti dal medesimo lutto. E, invece di azzannarsi, si riconoscono nella stessa tragedia, diventano amici, e finiscono per lottare fianco a fianco per un futuro di convivenza pacifica.

Rami Elhanan è israeliano, ebreo, artista grafico. E il padre di Smadar che, nel 1997, a due settimane dal suo quattordicesimo compleanno, salta in aria; vittima innocente della peggiore delle vigliaccate possibili, fatta a pezzi da 3 attentatori suicidi palestinesi.

Bassam Aramin è palestinese, musulmano, ex carcerato (arrestato a 17 anni dagli israeliani e rinchiuso in prigione per 7 anni), attivista. E’ il padre di Abir che, nel 2007, a 10 anni, è stata colpita da un proiettile di gomma sparato da una guardia di frontiera israeliana. Era uscita in anticipo da scuola e aveva appena comprato delle caramelle. L’ambulanza fu fatta tardare di ore e per lei non ci sarà speranza.

Due tragedie immani: «lo shrapnel annientò il dorso della T-shirt di Blondie che Smadar indossava».
Invece «il proiettile colpì Abir dietro la testa, frantumandole il cranio in maniera radiale, così che una delle schegge raggiunse l’interno e le perforò il cervello».
Smadar e Abir muoiono a un decennio di distanza l’una dall’altra, in qualche modo legate dal destino; anche perché Smadar era nata nell’ospedale dove poi morirà Abir.

Due lutti che giustificherebbero odio e sete di vendetta, invece una storia si trasfigura nell’altra.
I due padri, divisi dal conflitto di quella terra difficile -tra Gerusalemme e Cisgiordania- anziché scannarsi e perpetuare ostilità e spargimento di sangue, trovano nel loro dolore un punto di unione.
Condividono la stessa straziante perdita, le loro sofferenze e i loro pensieri …e in questa empatia sviluppano una forza incredibile.

Si uniscono all’associazione “Parents Circle” che amalgama arabi e israeliani “illuminati” che lottano per perseguire la fine delle ostilità e la pace. Non solo a parole, ma anche con i fatti; per esempio, ex soldati israeliani costruiscono un campo giochi in onore della bimba palestinese uccisa.

Rami e Bassam si incontrano e dedicano la loro vita a far rivivere le figlie «…giunsero gradualmente a capire che avrebbero usato la potenza del loro dolore come arma».
E questo libro –che non è giornalismo e neppure biografia romanzata- resta una pietra miliare della letteratura, ed è di una bellezza struggente.

 

Ashley Audrain “La spinta” -Rizzoli- euro 18,00

L’incapacità di essere buone madri è qualcosa che si eredita? Una sorta di maledizione insita in un Dna che non lascia scampo? E’ quello che si chiede il libro di esordio della scrittrice Ashley Audrain, nata a Newmarket nel 1982, che vive a Toronto ed ha lasciato il lavoro di capo ufficio stampa di Penguin Books Canada per seguire il figlio più piccolo affetto da una grave malattia.
Attraverso la ricostruzione della storia familiare della protagonista viene da pensarlo.

Tutto ha inizio con Etta e i suoi demoni interiori che le impediscono di crescere la figlia Cecilia; la quale a sua volta abbandona la figlia Blythe –voce narrante e protagonista- alle prese con la pestifera figlia Violet e un lutto devastante.
Quando dal matrimonio con Fox nasce Violet, Blythe ce la mette davvero tutta per non replicare il dolore che ha vissuto sulla sua pelle e per essere una buona madre. Ma le è difficile stabilire un feeling con la piccola che, a volte trascura per dedicarsi alla scrittura di un libro.

E poi Violet non è come gli altri bambini.
Fin da subito è attaccatissima al padre (che manipola abilmente), non sopporta la madre e a scuola ha comportamenti preoccupanti che virano verso il bullismo, con episodi di pura e gratuita cattiveria.
Il padre stravede per lei, convinto che Blythe non la capisca, cerca di compensare e si rifiuta di accettare che qualcosa non vada per il verso giusto.

Quando nasce il fratellino Sam, per il quale Blythe trabocca letteralmente d’amore, la primogenita assume comportamenti ancora più inquietanti e decisamente borderline.
Subdola e spietata, sembra essere la responsabile del tragico incidente in cui Sam trova la morte; di questo è convinta Blythe che riavvolge i frame della tragedia all’infinito.

Blythe oscilla in un dolore intriso anche di senso di colpa per non essere riuscita a salvare il figlio, Fox è incapace di affrontare con lei la tragedia e la demoniaca Violet sembra averla vinta.
Poche coppie sono tanto coese da riuscire a sopravvivere alla morte di un figlio e in questa la cecità del marito consente ampio margine di manovra alla figlia.

Il matrimonio finisce quando Fox si innamora della giovane Gemma, con la quale fa un figlio, Jet; e sembra che Violet stia meglio nella nuova famiglia che non con la madre.

Di più non vi racconto, ma preparatevi a pagine coinvolgenti, a tratti decisamente inquietanti, e a un finale in parte annunciato, ma che lascia comunque aperta ogni possibilità. A voi decidere se Blythe è davvero una cattiva madre responsabile della morte del figlio più piccolo….o se la vita le ha remato contro con una figlia da non augurare a nessuno.

 

Hilary Mantel “Lo specchio e la luce” – Fazi- euro 22,00

La scrittrice inglese con questo volume conclude la parabola della vita di Tomas Cromwell e l’ambiziosa trilogia iniziata con “Wolf hall”, proseguita con “Anna Bolena, una questione di famiglia”.

Cromwell era nato nel 1485 nell’umile famiglia di un fabbro, poi aveva spiccato il salto verso l’ascesa, diventando conte di Essex, ministro di re Enrico VIII, abile tessitore della politica del suo regno e riformatore della Chiesa inglese. Fu ambizioso e con una visione politica ampia, ma attenta anche ai dettagli, creativo e capace di trovare soluzioni originali.

In questi corposi romanzi storici la Mantel ricostruisce -quasi al millimetro e con un’attenzione rigorosa alla documentazione storica- l’ascesa a la caduta di Cromwell; facendo riaffiorare temi universali come ambizione, invidia, sete di potere, amore e vendetta, ambientandoli nell’epoca specifica dell’Inghilterra del 500.
In “Lo specchio e la luce” la scrittrice entra nella testa di Cromwell che ha appena consegnato al boia Anna Bolena, seconda moglie di Enrico VIII, e gli uomini a lei più vicini. Per sposarla il re aveva ripudiato la prima moglie Caterina d’Aragona e provocato lo scisma dalla Chiesa cattolica e dal Papa.

Cromwell ora favorisce il matrimonio del re con la dolce e silenziosa Jane Seymour che morirà poco dopo aver dato alla luce il tanto agognato erede maschio. Ed ecco Cromwell di nuovo in azione per trovare la prossima regina.

Lui è un politico scaltro con un’ampia visione europea e porta in sposa la tedesca Anna di Clèves; mossa strategica che avrebbe dovuto suggellare buoni rapporti e un accordo religioso con i principi luterani.
Peccato che al re quella donna proprio non piaccia e il loro matrimonio venga dichiarato nullo in un lampo,
il 9 luglio 1540.

20 giorni dopo Cromwell sarà decapitato per ordine del re, nello stesso giorno in cui va all’altare per la quinta volta.
E scorre il ritratto di Enrico VIII che più invecchia, si ammala e perde il controllo del suo monumentale corpo (180 chili e un giro vita di 140 cm), più diventa astioso, insicuro, irascibile, semina zizzania tra i suoi ministri, è imprevedibile e spietato.
In questo clima finisce per perdere letteralmente la testa Cromwell, anche se poi il re si pentirà di questa atroce condanna verso un uomo che gli era sempre stato fedele.
Le pagine finali del romanzo affondano nei pensieri e nelle riflessioni di Cromwell in attesa della scure.

Uno dei problemi cruciali del regno di Enrico VIII fu il difficile rapporto con le donne, l’uso che fecero del loro corpo e dell’intelligenza per compiacere al sovrano, e soprattutto la loro capacità di generare o meno un erede. 6 furono le mogli collezionate, e due le mandò al patibolo.

 

Andrea Careri “La mia New York” -Ultra- euro 17,50

Sottotitolo di questo volume è «vivere nella città che non dorme mai» alla scoperta della quale ci guida Careri: sceneggiatore, scrittore e vlogger, grande appassionato degli Stati Uniti, New York l’ha vissuta a fondo.
Non è esattamente una guida, ma come tale potete tenerla se vi trovate nella Big Apple. Perché in questa sorta di diario descrive luoghi, incontri e persone, locali e luoghi di culto, abitudini e stili di vita, e tantissimo altro.

Il libro è nato da una serie di video dirette su Facebook fatte da Careri nel 2019, in cui raccontava la città. Di lì e dal successo riscontrato ha deciso di realizzare il suo sogno: scrivere un romanzo, più esattamente un romanzo-guida in cui New York è sciorinata in tutte le sue sfaccettature.

La sua esperienza nella Grande Mela non è stata sempre facile, tra mille lavoretti per sopravvivere dove tutto è più caro e luoghi anche di fortuna in cui vivere e dormire.
E sono godibilissime alcune sue esperienze; come riuscire ad affittare l’appartamento di un 60enne ebreo newyorkese davanti all’Empire State Building, esperienza più unica che rara di cui ci narra approfonditamente.

In poco meno di 300 pagine racconta l’evoluzione delle varie zone, dal Village all’Upper West e East side, da Williamsburg a Dumbo, passando per tanti altri luoghi famosi che fanno di New York una città assolutamente unica.
L’autore, attraverso le sue esperienze, gli incontri, le scoperte ma anche le delusioni e la fatica per stare a galla, ricostruisce il fascino di luoghi cult e di altri meno conosciuti, che ha scoperto al di là delle solite rotte turistiche.
E vi abbaglierà con il racconto di come è nata Times Square e il suo sviluppo negli anni; o le storie di hotel testimoni di vite più o meno note.
Vi incuriosirà con la descrizione di food mall come il pittoresco Chelsea Market, o il fascino di aree come Park Slope, Jackson Heights o Coney Island…..
Impossibile riassumervi più di tanto…non vi resta che scoprire voi stessi un modo nuovo di conoscere la mitica e inafferrabile New York.

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