L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Emiliano Poddi  “Quest’ora sommersa”   -Feltrinelli-    euro 16,50

E’ magnifico e atroce questo libro che ruota intorno all’inafferrabile Leni Riefenstal, nata nel 1902 a Berlino e morta a Pöcking nel 2003. Fu ballerina, attrice, regista di Hitler, fotografa e, all’alba dei 101 anni, si inabissò nelle acque delle Maldive armata di camera fotografica con cui immortalare i fondali da sogno per un film.

Ma l’abisso più profondo è l’anima di questa donna, bellissima, amata da molti, però priva di cuore. Il racconto di Poddi si basa sulla vera biografia della Riefenstal che ancora oggi è un enigma.

L’autore ce la racconta mentre a 100 anni suonati, più energica che mai, nuota a 15 metri di profondità in uno degli atolli più magnifici del mondo, seguendo la giovane sub Martha, biologa marina che le fa da guida… ma non per puro caso.

Fin dall’inizio si intuisce che è lì per saldare un vecchio conto che risale alla seconda guerra mondiale e ai campi di prigionia in cui i tedeschi rinchiusero Rom e Sinti.

In particolare Martha è ossessionata dal film “Tiefland” che la regista girò nel 1941 a Maxglan, campo speciale e parcheggio temporaneo di zingari, in attesa di essere ingoiati nell’orrore di Dacau, Buchenwald, Ravensbrück, dove passeranno tutti da un camino.

Leni scelse adulti e bambini zingari come comparse del suo film, fingendosi loro zia e usandoli senza un’oncia di pietà per il destino che li attendeva e senza muovere un dito per salvarli. Una volta serviti per i suoi scopi perdeva l’interesse verso di loro.

A lei importavano solo la sua persona e la sua arte. Gli altri erano strumentali e tra loro anche la madre di Martha che le fece da controfigura in una scena poi tagliata, e che si trovò di fronte a una scelta agghiacciante che le impose la regista, di quelle che dilaniano l’anima.

Chi era dunque Leni Riefenstal?

Questa donna che ha ammaliato il Führer e i gerarchi nazisti e fascisti, amante del pericolo e dell’avventura, sopravvissuta miracolosamente a una lunga serie di incidenti, capace di far innamorare di se il 26enne Horst quando lei di anni ne aveva 66, ammaliante e spericolata anche a 100 anni. Cosa accadrà tra lei e Martha? Un libro magnifico che tocca corde profonde.

 

Emma Cline  “Daddy”  -Einaudi-  euro 17,50

Sono 10 racconti di Emma Cline, 2 inediti e 8 già pubblicati su “Granta”, ”Paris Review” e “New Yorker”, ora raccolti nel volume dal titolo significativo “Daddy”, ovvero padri, ma anche in senso lato maschi adulti. I protagonisti di queste short stories sono soprattutto maschili, per lo più uomini di mezza età alla prese con fallimenti vari, incluso quello del ruolo di padri.

L’ambiguità è il filo sotteso a tutte le storie narrate, perché la Cline osserva le cose che in superficie sembrano felici, ma scavando più in profondità fa emergere violenze fisiche e psicologiche.

Mette a nudo famiglie parecchio disfunzionali: sotto l’apparenza si celano padri assenti o padri-padroni, o più banalmente padri inetti, ma anche aggressivi e prevaricatori. E la famiglia tanto idealizzata si rivela il primo luogo predisposto alla violenza.

E non mancano droghe, alcol, psicofarmaci e sonniferi per alleggerire il peso della vita.

Uomini che si illudevano di avere il controllo del loro perimetro esistenziale si accorgono che così non è: i rapporti si sfilacciano e lo stesso ruolo del patriarca qui viene sconfessato. Come nel primo dei racconti in cui c’è un padre separato dai propri figli dal muro che lui stesso ha eretto negli anni -fatto di rabbia, violenza e paura- che ormai non si può più abbattere.

Anche le figure femminili però hanno la loro parte di inadeguatezza e responsabilità.

Come la babysitter del bambino di un attore famoso col quale ha una relazione che finisce sbandierata sui tabloid. O l’aspirante attrice che per arrotondare i magri guadagni come commessa s’inventa un business tutto particolare: vende biancheria intima a uomini sconosciuti. O ancora la donna ossessionata dalle chat room in cui finge di essere una minorenne.

Poi ci sono famiglie ricche e benestanti che nascondono piaghe profonde, ambiguità e rapporti squilibrati.

Perché nessuno si salva nei racconti della scrittrice californiana 31enne, portatrice di un talento precoce. Da piccola, bionda e carina, è apparsa in pubblicità e tv; si è diplomata a soli 16 anni; mentre a 18, al college, vince un premio con il suo primo racconto. Il suo curriculum di tutto rispetto prosegue con un master alla Columbia University e a 27 anni abbraccia il successo con il romanzo di esordio “Le ragazze”.

 

Gertrude Stein  “Autobiografia di Alice B. Toklas”  – Marsilio- euro  18,00

Questo libro fu scritto nel 1933 ed è l’autobiografia di Gertrude Stein scritta in terza persona, usando la voce della sua compagna. Geniale stratagemma che permise alla coltissima

americana -scrittrice, poetessa e collezionista d’arte planata a Parigi negli anni del cubismo- di raccontare le storie dei suoi amici  e del suo tempo, presentando il racconto con la voce di Alice B. Toklas.

La Stein era una ricca borghese della Pennsylvania che studiò medicina prima di laurearsi in lettere: cosmopolita, lettrice vorace, amante dell’arte e del bello, viaggiatrice frenetica, omosessuale, legò la sua vita a quella della dimessa Alice B. Toklas che visse nel cono della sua maestosa ombra.

La Stein e il fratello Leo collezionarono quadri di Cézanne, Picasso, Matisse e di tutta l’avanguardia artistica dei primi decenni del 900.

Nella raffinata casa parigina della Stein e della sua compagna, transitarono artisti e autentici geni tra i quali appunto Picasso, Matisse, Braque, Cocteau, ma anche giornalisti e scrittori come Ernest Hemingway, e lei stessa ambiva ad essere riconosciuta come scrittrice di alto livello.

In questa autobiografia risalta la sua abilità nello sciorinare aneddoti, aforismi, battute e dialoghi con alcune delle menti più eccelse dell’epoca, e su tutto aleggia uno humor inarrestabile.

Appena pubblicato questo libro ebbe un enorme successo; ma la Stein non riuscì del tutto a raggiungere la fama a cui ambiva come scrittrice con la pubblicazione di “Tre vite” nel 1909 e con quello che riteneva essere il primo romanzo dell’era moderna “C’era una volta gli americani” scritto tra 1906/1908, dato alle stampe nel 1925.

 

Luigi Giario  “Di paure e di speranza”  -Manni-  euro  13,00

Arriva dritto al cuore questo “diario tra salute e malattia” scritto da Luigi Giario, ex bancario, impegnato nel sociale, presidente di una Onlus, che racconta la sua Via Crucis personale con delicatezza e lucidità, coraggio e profonda umanità.

La sua vita è stata sconvolta da improvvise ed abbondanti emorragie dal naso, poi la corsa al pronto soccorso di Pinerolo e il devastante iter tra un medico e l’altro – chi più ottimista e chi meno-  di fronte alla diagnosi che nessuno vorrebbe mai sentire pronunciare: tumore.

Scoprono che ha un polipo al naso e che quasi sempre si rivela tumore maligno, anche se le terapie possono avere spesso un esito positivo. Insomma un sacco di incertezze a cui è difficile aggrapparsi.

Giario è abilissimo nel farci entrare nella sua testa e farci vivere il suo inferno personale, ma senza mai sbavature o una parola di troppo.

Lo seguiamo durante la Tac che evidenzia un carcinoma situato nell’etmoide, ovvero l’osso che c’è in mezzo alla fronte, tra gli occhi. Ora gli si apre una strada irta di dubbi, vaga da un dottore all’altro, e gli tremano le vene dei polsi di fronte a prospettive chirurgiche una più cruenta e spaventosa dell’altra.

Poi riesce ad arrivare allo specialista giusto, nell’ospedale giusto e il resto è il diario del decorso della sua malattia, trattata da chi sa farlo ed è un eccellenza nel suo campo.

Lascio a voi scoprire il suo racconto, arricchito da intervalli metaforici di Rosalba Grimod, in cui si susseguono paure, pensieri, senso della morte e soprattutto quello della vita.

Si, perché da questa drammatica esperienza Luigi Giario finisce per afferrare meglio il significato più autentico del vivere. La malattia ha cambiato la sua prospettiva dell’esistenza, e in qualche modo l’ha reso più forte e in grado di affrontare altre prove durissime… che non vi anticipo.

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