IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Sono un sostenitore convinto della prima ora di Draghi e sono stato un oppositore fermissimo dei due Governi Conte che ho visto come una grave minaccia alla democrazia
Ciò premesso, non ho mai apprezzato Giorgia Meloni, sostenitrice di Trump, politica sostenitrice di una sovranità rampante, troppo schematica e semplicistica per il mio modo di pensare. Posso giungere a consentire a volte con qualche ragionamento di Guido Crosetto, ex democristiano ed ex forzista, ma Fratelli d’ Italia mi sono indigesti nel loro complesso. L’Assessore Marrone che ho conosciuto lo ritengo persona intelligente con cui si può parlare e discutere. La Meloni e’ invece quasi totalmente priva di cultura politica, ricca di acredine polemica, incapace di discorsi articolati. Per un liberale come me non potrà mai essere convincente, per un moderato come sono io non potrà mai essere attrattiva. Tra Almirante e lei c’è un abisso, tra Fini (casa di Montecarlo a parte ) e lei c’è una differenza notevole, anche se di Fini non ho mai avuto stima. E potrei continuare ad elencare i limiti della Meloni, ma evito di farlo.
Ritengo però legittima la sua opposizione al Governo Draghi così come auspicherei il voto contrario dei paleo – comunisti di Leu . Ricordo bene il governo Andreotti di solidarietà nazionale senza una opposizione in Parlamento. L’opposizione e’ una parte vitale e insostituibile della democrazia parlamentare che solo chi ha vocazioni autoritarie vorrebbe abolire o criminalizzare. Si può certo discutere l’operato politico della Meloni , ma ci sono regole elementari e deontologiche che impongono ad un giornalista di fermarsi, evitando linguaggi volgari e o ffensivi nei confronti di una persona e ,nel caso specifico, di una donna.
La polemica non può scadere nell’insulto gratuito, pena il discredito di chi vi ricorre. Il
giornalista Alberto Mattioli su “La Stampa” di ieri ha varcato la soglia della critica, per imboccare la via dell’insulto, accanendosi con la figlia della Meloni Ginevra “prodotta con la collaborazione del compagno autore Mediaset di quattro anni più giovane”.
Quella parola “prodotta” e’ infame. E’ come definire la Meloni una giovenca e la figlia una vitella.
Adesso attendo delle scuse, attendo l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti, attendo soprattutto l’intervento di chi ha fatto della difesa della dignità della donna la sua ragion d’essere, a partire dalla presidente Boldrini.
Questo tipo di offesa e’ davvero intollerabile tra gente civile e Mattioli deve rimangiarsi l’insulto che offende tutte le madri.
Uno scivolone così cospicuo coinvolge anche nel discredito chi ha “passato“ quella frase lasciandola pubblicare su quel giornale. Non mi piace la Meloni, ma la barbarie e’ molto peggio: e’ intollerabile.